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Autore: Earth    11/08/2013    4 recensioni
In un passato lontano e oscuro Gallifrey fu distrutto. Solo un Signore del Tempo sopravvisse. Girò in lungo e in largo nell'universo e con il passare degli anni la terra lo riconobbe come il Dottore. Questo è tutto vero, ma lui è solo l'ultimo Signore del Tempo...
- Primo capitolo: da qualche parte nella 6° stagione
- Secondo capitolo: 7° stagione, tra "The Snowmen" e "The Bells of Sait John"
- Terzo e seguenti: 7° stagione, tra "Cold War" e "Hide"
Genere: Introspettivo, Mistero, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Amy Pond, Clara Oswin Oswald, Doctor - 11, Nuovo personaggio, Rory Williams
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Il più antico satellite di Marte


 

Clara ricordò il suono del campanello.
Ricordò di aver aperto la porta e di essersi trovata davanti quello strano ragazzo vestito da monaco, fermo lì, ad osservarla come un bambino che guarda i regali sotto l'albero la mattina di natale.
Poi aveva iniziato a blaterare qualcosa. Si era presentato come il Dottore, il Dottore Chi, e lei gli aveva chiuso la porta in faccia. Le era sembrato un tipo veramente strano... un tipo strano che nel giro di ventiquattr'ore le avrebbe salvata due volte. Le avrebbe cambiato la vita per sempre.
Nel giro di ventiquattr'ore avrebbero salvato il mondo, viaggiato nel tempo a bordo di quella strana cabina blu più piccola fuori, avrebbero guidato un aereo e bevuto una tazza di tè con i biscotti.
Poi però il suo orgoglio e la sua testardaggine avevano avuto la meglio e si era sentita dire: “Torna domani, e chiedimelo di nuovo”.
Ricordava la morsa allo stomaco di quel domani. Si era seduta sulle scale, stringendo il suo libro di favole, e si era detestata per non aver accettato subito. Aveva avuto paura che non sarebbe tornato, che l'avrebbe lasciata lì ad aspettare quel “domani dopo le sette” per sempre e che tutto sarebbe diventato solo un sogno, un ricordo da chiudere in un cassetto.
Poi il campanello aveva suonato di nuovo.

« Questa cosa è folle! Voi siete tutti matti! Non capisco perché sono ancora qui, vado a chiamare al polizia! »
Era tutta la sera che David minacciava di chiamare la polizia, non che la cosa potesse creare qualche problema, ma ci sarebbero state solo più persone che facevano domande. Clara sentì Tom che cercava inutilmente di persuadere il fratello a lasciar perdere, a fidarsi di quei tre estranei entrati dalla finestra.
« Oh no... » Era la voce della Fata.
Clara avrebbe voluto voltarsi per vedere cosa non andava, ma il Dottore sembrava ignorare ogni cosa e così lei rimase lì, a fissare quegli occhi chiari, lontani, che urlavano silenziosi qualcosa che lei non riusciva ad udire.
Nonostante nessuno le avesse dato cenno di prestare attenzione, la Fata continuò a parlare:
« Poco fa quando eravamo di sopra Tom ha detto di aver sognato dei dinosauri che lo inseguivano e abbiamo visto l'ombra di uno pterodattilo. Forse ho tirato le somme troppo presto, forse... e se non fossero Vashta Nerada? »
Nonostante l'apparenza quelle parole dovevano essere arrivate al Dottore forti e chiare. Clara vide una scintilla, gli occhi del Dottore si illuminarono e un sorriso gli si dipinse sul volto.
« Ma certo! » esclamò il Signore del Tempo scattando in piedi come una molla « abbiamo considerato il buio la causa della paura e se invece fosse il contrario? Se la paura fosse la causa del buio?»
Clara l'osservò girare attorno al tavolino pieno di candele ormai consumate e percorrere la stanza a grandi passi fino a raggiungere la Fata che se ne stava seduta sulla sua sedia.
« Si nascondono, si muovono tra le ombre, ma qualcosa non mi convince... perché non ci hanno attaccato? Se fossero Vashta Nerada lo avrebbero fatto! Sono stai scoperti eppure... li avete visti, sono scappati! » continuò la Signora del Tempo osservando il Dottore avvicinarsi.
« Oh no, non sono scappati. Si sono sparpagliati. Stanno cercando informazioni....» disse lui sfregandosi le mani e guardandosi intorno, questa volta però nella voce del Dottore non c'era paura o preoccupazione, ma quella punta di sfacciataggine da sapientone che esibiva ogni volta che trovava la soluzione.
« Informazioni? Su cosa? » chiese Clara.
Il Dottore fece una giravolta su se stesso tornando così a guardare la ragazza.
« Sui nostri punti deboli. Il lampione si spegne solo quando Tom si sveglia di soprassalto, ma certo! Non sono Vashta Nerada non lo sono mai stati sono Foboidiani! »
« Cosa? »
Il Dottore si sistemò il cravattino: « Foboidiani. Piccoli esseri venuti da Fobos, il più antico satellite di Marte.»
« Credevo fossero estinti.» esclamò la Fata avvicinandosi.
« A quanto pare no. » continuò il Dottore « Si cibano dei sogni. Degli incubi. A volte mentre dormiamo i sogni se ne vanno in giro e quando ci svegliamo di soprassalto... rimangono incastrati sul cuscino. I foboidiani si nutrono della paura che c'è in essi. Di quelle piccole particelle che si muovono freneticamente » disse gesticolando e muovendo le mani nell'aria come un pianista.
Tom e David continuavano a battibeccare su cose inutili, il Dottore il chiamò:
« Ehi voi due, smettetela di litigare e venite qui!»
Clara sorrise, poi però, mentre i due fratelli li raggiungevano in salotto, le venne in mente una cosa: « e le luci che si spegnevano? Le ombre sul pavimento? Dottore io ho visto la tua ombra. »
« Avevamo paura dei Vashta Nerada, loro lo hanno percepito e si sono comportati come Vashta Nerada» le rispose il Signore del Tempo puntando il cacciavite sonico verso le luci della stanza, che ad una ad una cominciarono a riaccendersi.
« Ma cosa ci facevano nella dispensa?» chiese la Fata lanciando uno sguardo alla cucina ancora immersa nel buio.
« Ci vivevano suppongo...»
« Finalmente è tornata la corrente » disse David guardandosi intorno sollevato « mia madre è sempre stata spaventata dal nuovo impianto a gas che papà ha fatto installare. È davvero terrorizzata che potesse esplodere tutto da un momento all'altro, lei era l'unica che si occupava di riempire la dispensa.» David stava togliendo le candele ormai spente dal tavolino di legno. Clara, il Dottore e la Fata lo osservarono mentre tirava su una piccola candela verde e vi soffiava sopra.
Non sentendo nessuno parlare David alzò lo sguardo. « Ho detto qualcosa di sbagliato?» disse vedendo le facce imbambolate dei tre.
Per qualche secondo si sentì solo il ronzio del cacciavite sonico del Dottore ancora puntato contro la lampada di metallo
«Dottore...» si decise a chiedere Clara ad un tratto « questi Foboidiani... non possono rendere le paure reali vero? Si limitano solo a prenderne l'aspetto, come le ombre cinesi? »
« Si, presuppongo di si, ma se si sentono minacciati...» rispose lui spegnendo il cacciavite sonico.
« Cos'è quest'odore? » disse Tom
Clara inspirò l'aria ed uno stano odore le pizzicò il naso, come se qualcuno le avesse acceso un accendino a pochi centimetri dal viso.
« Questo è odore di gas » rispose David.
« Le particelle di cui si cibano i Foboidiani non si trovano solo nei sogni » la Fata iniziò a parlare velocemente « ce le portiamo addosso ovunque andiamo e le perdiamo, le spargiamo in giro... David, la paura di tua madre è pericolosa, lei era l'unica ad usare la dispensa e loro devono averla assorbita. imitano, copiano le paure, le usano come arma di difesa contro il nemico e noi per loro siamo il nemico»
« Dobbiamo andarcene subito! » esclamò il Dottore afferrando la giacca che aveva lasciato sul divano e dirigendosi verso la porta d'ingresso. Tutti gli altri lo seguirono.
« E dove andiamo? » chiese Clara. L'odore di gas si faceva sempre più inteso e se quello che la Fata aveva detto era vero sarebbe potuto esplodere tutto da un momento all'altro, andare fuori per strada non sarebbe di certo bastato.
« Dobbiamo raggiungere il TARDIS lì saremo al sicuro » rispose il Dottore aprendo la porta d'ingresso. Stava per uscire ma la Fata gli si parò davanti:
« Lascia stare ci vuole troppo tempo chiamo il mio» disse lei facendo per uscire, ma il Dottore la fermò per un braccio « cosa? Quella specie di vecchio armadio? »
La Fata lo guardò negli occhi per un attimo « armadio.. ok vecchio armadio! Forza uscite non c'è più tempo!»
Il Dottore, Clara. Tom, David e la Fata uscirono dalla casa di corsa verso la strada. Mentre correvano si sentì un fischio. Clara si voltò e sopra la casa vide arrivare volando un vecchio armadio di legno che girava freneticamente su se stesso cercando di... atterrare?
Poi la casa divenne incandescente ed un boato riempì l'aria. Clara sentì una forza incorporea spingerla a terra. Si ritrovò sull'asfalto, l'aria fredda e pungente della sera era diventata calda all'istante ed un bagliore illuminava la strada.
Si voltò e vide il Dottore un paio di metri più in la, seduto per terra che guardava a bocca aperta qualcosa alle sue spalle. Clara guardò in quella direzione, una luce innaturale la colpì. Si portò una mano d'avanti al viso per riuscire a vedere cos'era successo.
La piccola villetta era in fiamme.
Il Dottore si alzò in piedi e le porse una mano per aiutarla a fare altrettanto.
Clara era sbalordita. Quei piccoli esseri microscopici erano riusciti a provocare un esplosione vera.
Si guardò intorno, la Fata era a pochi passi da loro. Anche lei era stata spinta per terra dalla forza dell'esplosione.
Clara la vide aprire gli occhi, per un attimo guardarsi attorno spaesata. Poi lo vide.
Il suo strano armadio in pezzi, avvolto dalle fiamme mentre cambiava forma e dimensione in quello che sembrava un inutile tentativo di scappare.
La Fata scattò in piedi. Fece un balzo e tentò di correre verso il suo TARDIS quasi completamente distrutto, ma il Dottore l'afferrò prima che potesse avvicinarsi troppo alle lingue di fuoco.
« Lasciami! » urlò lei, ma il Dottore non le diede retta. La teneva stretta per la vita, impedendole di avanzare di un solo passo.
La ragazza urlò ancora disperata tentando di divincolarsi in tutti i modi dalla stretta del Signore del Tempo.
Clara osservava la scena ammutolita. La corrente elettrica doveva essere saltata, le case e i lampioni giacevano nel buio, ma i bagliori dorati del fuoco, che divorava la macchina del tempo e la piccola villetta dove erano stati fino a pochi minuti prima, illuminavano la strada come se il sole fosse sorto improvvisamente.
« Lasciami! Ti prego! Devo salvarlo! » Le grida della Fata dilaniavano l'aria, rompevano quel silenzio ovattato in cui Clara si era ritrovata dopo l'esplosione. Sentiva il dolore nella voce della ragazza, ne poteva percepire la paura e la disperazione di chi sa di non poter fare più niente, ma non ha ancora perso le speranze.
Udì un fischio familiare alle sue spalle. Si voltò e vide la cabina blu atterrare a pochi passi da lei.
« Smettila adesso! È solo una stupida macchina! » era la voce del Dottore. Clara tornò a guardarlo incredula. Non avrebbe mai pensato di sentirgli pronunciare parole simili.
La Fata si fermò. Smise di divincolarsi e si girò verso il Signore del Tempo che la lasciò andare. Lo guardò negli occhi. Non sembrava arrabbiata solo terribilmente triste.
Il Dottore distolse lo sguardo per un attimo. Sul suo viso era calata un ombra di colpevolezza. La Fata avanzò di un passo, il Dottore fece un passo indietro.
Poi lei gli tirò uno schiaffo sulla guancia.
Clara rimase a bocca aperta, non se lo sarebbe mai aspettato. Si avvicinò al Dottore, avrebbe voluto dire, fare qualcosa, ma non sapeva cosa.
Solo in quel momento si accorse che anche David e Tom erano lì. I loro sguardi erano spaventati e confusi. La loro casa era andata distrutta davanti ai loro occhi e la loro vita non sarebbe mai più stata la stessa. Chissà, forse se lei e il Dottore non si fossero fermati a prendere quel gelato...
Le fiamme si erano diradate e tra le ceneri incandescenti si poteva intravedere ciò che rimaneva di una casa bruciata.
La Fata lanciò uno sguardo sfinito a Clara, poi si voltò e fece qualche passo verso i frammenti di quello che a gli occhi di tutti appariva solo un vecchio armadio di legno.
Ad un tratto una nuvoletta dorata si alzò dalle macerie catturando l'attenzione di tutti. Aveva una consistenza strana, si muoveva come un piccolo sciame di moscerini, ma senza far rumore. Scivolava leggera nell'aria, iniziò a salire verso il cielo buio e man mano che saliva diventava sempre più piccola e la sua luce sempre più flebile fino a che con un ultimo bagliore sparì.
Anche la Fata si era fermata ad osservare quel curioso avvenimento, ma quando la nuvoletta dorata si dissolse nel nulla cadde a terra in ginocchio. I suoi singhiozzi riempirono il silenzio, poi però si tramutarono in un pianto disperato.
Clara osservò il Dottore accanto a lei. Era confusa. Il Signore del Tempo sembrava sorpreso quanto lei e la guardò come se cercasse un consiglio su cosa fare. Poi il Dottore si avvicinò alla Fata. Lei lo abbracciò, poggiò la testa contro il suo petto continuando a singhiozzare:
« Torniamo indietro ti prego! Torniamo indietro! »
Lui non disse niente, si limitò a ricambiare quell'abbraccio.
Clara non riusciva a capire. Quelle lacrime erano per quell'armadio che aveva visto pochi secondi prima dell'esplosione volare sulla casa? per la macchina del tempo? In fin dei conti non era che una stupida navicella spaziale. Un oggetto. Come una vecchia automobile da cambiare. Ma la Fata non si comportava come se si fosse rotto qualcosa, ma come se qualcuno se ne fosse andato per sempre.

 


 


 

DUE PAROLE:

Ragazze/i rieccomi qui! Cmq lo ammetto non riesco proprio ad aggiornare con intervalli di tempo decenti! Ormai siamo a metà della storia, vi ci dovrete abituare! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, spero si sia capito e spero di non aver esagerato XD E... se quello che vi state chiedendo è : “ma come ha fatto un TARDIS a essere distrutto da una banale esplosione? Non ha una specie di super-scudo o qualcosa del genere?” si, lo so... e infatti ve lo spiegherò nel prossimo capitolo!

Come al solito vi invito a darmi il vostro pare e recensire, questo capitolo lo avevo scritto diverso tempo fa e a quel tempo la storia doveva andare diversamente, ma ora... ditemi cosa ne pensate, il parere degli altri è sempre importate ^.^

A presto ^.^ 

   
 
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