Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: Aoba_chan    13/08/2013    1 recensioni
Io gioco a softball, e sì, lo ammetto, un po'mi brucia che si giochino così poche partite. Per qualcuno che vuole fare tesoro di tutti i momenti che puó passare in campo, anche una partita amichevole diventa importante. "Partita.
C'è partita, oggi. Un amichevole, nulla di speciale.
 No, non è vero. Oggi è la mia occasione, l'occasione per sfogarmi, divertirmi, vedere i risultati di tutti i miei sforzi. Finalmente.
Genere: Introspettivo, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Partita.
C'è partita, oggi. Un amichevole, nulla di speciale.
 No, non è vero. Oggi è la mia occasione, l'occasione per sfogarmi, divertirmi, vedere i risultati di tutti i miei sforzi. Finalmente. Non è una partita importante, nessuno puo rinfacciarmi nulla. 'Ne hai mancata una al volo', 'Dov'eri quando dovevo tirare in prima?!', 'Perché così tanti kapponi? Un po' di grinta, cavolo!' oppure 'Hai fatto schifo in pedana!'. Nessuno ti può dire nulla ad un amichevole, sei libero di fare quello che pensi, senza la paura di portare la tua squadra alla sconfitta. Giochi senza pensare al risultato. Era quello che aspettavo tanto. L'ultima c'è stata due mesi fa. È passato troppo tempo da allora, ho bisono di giocare, di sentirmi la terra rossa che scricchiola sotto gli spikes, del dolce suono del guanto del ricevitore che accoglie la pallina, della sensazione delle cuciture rosse sotto le mie dita, la puzza dei guantini del Capitano (sì, anche quello mi manca). 
***
Arrivo, come di solito, un po' prima dell'inizio.  Ma c'è qualcosa di diverso dal solito. Una sottile striscia di metallo è fasciata al mio polso destro, per sorreggere l'anulare gonfio e violaceo. 
Pian piano arrivano tutte le mie compagne. Dodici magliette bianche accompagnate da calzettoni, guanti e sorrisi sono lì nel dug-out, a chiacchierare. È questo che deve essere una squadra, una seconda famiglia.  Tutte insieme, ci disegnamo le uniformi artigianali ideate per quell'occasione. Sono felice, mi sento la persona felice di sempre, ma quella strisciolina di metallo leggero inizia a pesare sempre di più, nel mio cuore. 
***
Riscaldamento prima di tutto, se non ci si vuol fare male.
Non sono io quella che dovrebbe parlare, visto che riesco a fratturarmi le dita prendendo male le palline al volo. Ovviamente, peró, non rinuncio a scaldarmi il braccio. In fondo, anche nel baseball tirano usando tre sole dita, no? Comunque dopo un po', finalmente, eccoli. Ecco i due fogli che una giocatrice aspetta di più in questi momenti. Il line-up e la formazione sono lì, in bella vista, attaccati sopra le mazze riposte in fila. Io non sono un occhio di falco, e quindi da lontano non ci leggo, ma mi sembra di scorgere più esterni del previsto, per far giocare tutti a rotazione. Forse, per puro caso, tra di loro c'è anche il mio nome. Mi avvicino, cercando invano le lettere che lo compongono su quei foglietti. Un po' me lo aspettavo di stare in panchina, ma ci sono comunque rimasta male. 
***
"Lisetta, non ti preoccupare per la partita. Ce ne saranno altre..." dice una ragazza ventenne dai capelli rosso fiamma. Grazie, Capitano. Grazie del sostegno. Peró non sono preoccupata, sono più che altro abbattuta, abbattuta per non poter giocare la partita che aspettavo da due mesi. "Nah, TU non ti preoccupare. Io sto bene, vi faró il tifo, male male tengo lo score, vedo che non c'è nessuno a classificare" . Mi sono quasi convinta da sola con quel sorriso ipocrita che ho appena fatto, ma non sto bene. Io voglio giocare.
***
mi siedo sugli spalti, a gambe incrociate, con una tavoletta di legno e un portamine corredato di gomma col quale dovró annotare i simboli sul ruolino. La partita comincia, inizio a tenere quel 'diario' del gioco che sto guardando, ma è difficile scrivere con un dito steccato. Rinuncio alla mia impresa e smetto pian piano di vedere tutte le azioni come una sequenza di sigle alfanumeriche. K, 53, F8... Inizio a guardarla col cuore, quella partita. Anche io sarei voluta essere lì com le altre a divertirmi. Anche io sarei voluta salire sulla pedana di lancio senza la tensione tipica delle tappe di campionato. Perchè non posso essere lì con loro? Che cosa ho fatto per restare qui? Sono stata stupida agli allenamenti, semplice.  Questo pensiero mi tormenta, tanto che quando alzo la voce per dire "bella presa, Zuzy!", essa mi trema vioelntemente. Il lucchetto che chiudeva i miei sentimenti si è in qualche modo quasi aperto, e gli occhi cominciano a luccicarmi contro la mia volontà.
***
Ripresa dopo ripresa, il punteggio si evolve. Alla fine del settimo inning, ecco il solito saluto con l'altra squadra.  "Lisa vieni che s'è finito, poi si va a fare la doccia." battiamo il cinque a tutti gli avversari e poi di filato negli spogliatoi. Guardando le altre, grondanti di sudore, mi sento inutile. Anche io sono sudata, certo. perche è Agosto, mica per altro.  Ripensando a tutto, non posso far altro che lasciare cadere una lacrima. Nessuno se ne accorge, e non voglio nemmeno che accada. 
Sono triste, e forse un po'depressa. Mi ero allenata come una matta, nonostante io sia ancora una lanciatrice alle prime armi, per evitare di ripetere quell'imbarazzante situazione dell'ultima volta (dopo un primo out...Tre basi su ball di fila. E non importava quanto mi dicessero di fargliela battere, la pallina non sentiva storie e nell'area di strike non ci voleva andare. Grazie al Capitano che riceveva, peró, eravamo riuscite a fare due out, una colta rubando e una perchè il corridore si era staccato dalla base prima della fine del movimento di lancio.), e l'unica cosa che ero riuscita a fare era un po' di tifo dagli spalti. 
Mi fiondo sotto l'acqua fredda e mi faccio uno schampoo veloce. Le lacrime continuano a scendere silenziose, mescolandosi all'acqua e alla schiuma che mi scivolano via dal corpo. "Lisa, che hai fatto? C'hai gli occhi rossi..." "no, Chicca, nulla, è solo che mi c'è andato un po' di sapone..." 


Alle mie compagne: Mi dispiace mentirvi, ma è l'unico modo che conosco per non farvi preoccupare per me.
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: Aoba_chan