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Autore: KikiWhiteFly    14/08/2013    3 recensioni
{Dieci flashfic/one-shot Rumpelstiltskin/Belle | SPOILER}
I. "Ma quella non era più la sua Belle e quella non era più la tazzina scheggiata di un tempo: erano solo cocci, frammenti, minuscoli pezzetti che né la magia né il potere avrebbero più rimesso insieme".
II. "Eppure, in mezzo a tanti volti, la sua attenzione venne catturata da un soggetto alquanto singolare: ne aveva sentito parlare spesso, in termini negativi perlopiù, ma non l'aveva mai visto in carne e ossa. Anzi, credeva addirittura che si trattasse di una leggenda ma, a giudicare dalla distanza che li separava, tale non era".
III. "«E se mi stai chiedendo il motivo per cui resto con lui, Leroy, per cui lo amo... beh, tu, più di tutti, dovresti saperlo bene: il vero amore non ha confini, non conosce limiti spaziali o temporali. Se non sarà più con te, sarà con la persona amata. E anche quando quest'ultima non ci sarà più resterà su questa terra, in questo... universo», conclude Belle, sottovoce, come se l'intero cosmo potesse per l'appunto scagliarsi contro di loro da un momento all'altro".
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Signor Gold/Tremotino
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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IX.


“Se sono il più grande dei peccatori, sono anche quello che soffre di più”.


Robert Louis Stevenson –


Rumpelstiltskin sfiora il suo viso di porcellana, chiedendosi intimamente come possa un essere umano tanto delicato amare una tale bestia: Belle non vuole camminare dietro di lui, come Milah, men che meno un passo avanti, come Cora, bensì al suo fianco. E forse è proprio per questo motivo che gli stringe forte la mano, come se non dovesse mai lasciarla, al fine di ricordare all'amato che il suo posto è accanto a lui, aggrovigliato tra le sue dita.
«Che c'è?», chiede Belle, in tutta naturalezza.
«Ti devo le mie scuse», risponde Rumpelstiltskin, distanziandola un po' da sé.
Belle poggia l'indice sul labbro inferiore, incredula, al momento non ricorda a cosa si stia riferendo: i loro litigi non sono poi così saltuari, talvolta capita che si moltiplichino nel corso della giornata.
«Rumple, tu...».
Ma Rumpelstiltskin la ferma sul vivo, ricordando a se stesso le parole che avrebbe dovuto dire molto tempo prima: «Ti chiedo scusa per averti cacciata via, non avrei dovuto farlo. Perché a causa mia hai passato tutto...
quello, per quanto voglia incolpare Regina».
Belle china il capo, di quel passato vissuto all'interno della cella non è qualcosa di cui parla con grande entusiasmo, anzi, forse è meglio che Rumpelstiltskin ne sappia il meno possibile.
«E anche quando ti ho rimproverata, anche quando ti ho accusata di ingenuità o di essere una ragazzina sprovveduta. La verità è che non volevo ammettere con me stesso che... ero più
forte quando tu eri accanto a me», Rumpelstiltskin afferma quelle parole con un pizzico di vergogna, ma tale sensazione svanisce quando sulle labbra di Belle si fa largo un sorriso carico di gratitudine. «E anche qui, a Storybrooke, quando ti ho celato il mio passato. Egoisticamente, non volevo che tu vedessi ciò che ero stato capace di fare nei confronti del mio stesso figlio. Sono stato... codardo».
Rumpelstiltskin sente tutto il peso di quella parola quando la pronuncia, suona come una dura condanna: è stato un vigliacco nei confronti di suo figlio, di Milah, di Belle e soprattutto di se stesso. Tempo addietro aveva pensato che il potere non conoscesse la vigliaccheria e aveva vissuto nell'illusione che questo potesse riempire ogni falla della sua miserabile vita, a costo di allontanare qualsiasi cosa le tenebre oscurassero.
Belle spezza le distanze, nuovamente, poggia le braccia sulle sue spalle e osserva i suoi occhi per qualche attimo: «Tutti abbiamo avuto un passato, Rumple, ma non può condizionare il nostro futuro».
Belle sa sempre cosa dire, ogni volta che Rumpelstiltskin ascolta le sue parole ha l'impressione che quelle stesse affermazioni siano state scolpite su pietra per la prima volta. Si sofferma per un momento, poi continua: «E il mio futuro sei tu».
Rumpelstiltskin si meraviglia di quell'ultima sentenza, anche se non dovrebbe, e, dal momento che gli mancano le parole, annuisce brevemente e risponde senza incertezza alcuna: «E tu sei il mio».





___________________________



Per quanto ami Rumple, lui ha fatto delle cose nei confronti di Belle per le quali spero che si scuserà in futuro. E, sinceramente, spero che abbiano una conversazione aperta come questa prima o poi, perché hanno davvero tante cose di cui parlare. La citazione iniziale proviene da “Lo strano caso del Dr Jekyll e Mr Hyde”, di Stevenson.
La prossima flashfic sarà l'ultima, vi anticipo che sarà ambientata nel mondo delle favole. Non so, mi sembrava giusto terminare così la raccolta.
Ohibò, mi farò risentire questi giorni. :3

   
 
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