There is a lady
sweet and kind
Era iniziato tutto
da un
sorriso e dalla più semplice delle domande. Per quanto
potesse pensarci e
ripensarci, Sigyn lo vedeva sempre allo stesso modo: quello con Loki
non poteva
essere stato un incontro casuale. Se c’era un fato
–e in qualche modo sentiva
che esisteva- li aveva voluti insieme fin dall’inizio.
Fra tutte le
dame di
Asgard, quella che spiccava per eleganza e grazia era Lady Sigyn, la
bella.
Tutti gli déi conoscevano le sue maniere gentili e la
dolcezza, così come la
sua bravura nella medicina e nel canto, arti in cui eccelleva. Sua
madre Freya
e la regina Frigga erano legate da una solida amicizia, che aveva dato
modo
alla giovane di conoscere bene i due principi figli di Odino e di
essere
coinvolta nei progetti matrimoniali della regina, o almeno
così mormoravano in
molti. Quando si spogliava di quei panni per rilassarsi e ritrovare
sé stessa,
però, era semplicemente Sigyn Iwaldidóttir:
una ragazza
semplice e tranquilla, desiderosa solo di vivere le sue giornate come
ogni
altra sua coetanea.
A Sigyn piaceva leggere poesie. Era una passione che le
aveva trasmesso sua madre, e ogni volta che le si presentavano dei
momenti
liberi portava sempre con sé una raccolta e si godeva la
brezza degli alberi
dei giardini di Asgard, in compagnia di quei versi. Non si stupiva
più di tanto
di essere da sola: era sicura che quella passione fosse caratteristica
di
pochi, ma la cosa non la disturbava. Le bastava poco per essere felice.
Fu principalmente per quel motivo che una mattina la
vista di un’altra persona accanto a quelli che ormai
considerava i suoi alberi
l’aveva incuriosita, portandola ad abbassare lo sguardo ed a
posarlo nientemeno
che sul principe Loki, apparentemente assorto nella lettura di un
grosso
volume.
Loki era considerato strano dalla maggior parte degli
abitanti di Asgard senza un vero e proprio motivo, riflettè
la ragazza tra sé.
Silenzioso e ombroso, era molto versato nella magia fin da bambino e
per quanto
riuscisse a ricordare forse era quello uno dei motivi per cui gli altri
lo
evitavano. Lei no, però: aveva sempre nutrito interesse per
ciò che gli altri
scansavano e Loki non faceva eccezione. Avrebbe desiderato rivolgergli
la
parola, anche solo per chiedergli cosa stesse leggendo ma la paura di
disturbarlo
le impediva qualunque contatto.
Il Loki bambino si isolava per continuare a studiare ed
esercitare le proprie capacità dove nessuno
l’avrebbe disturbato, mentre Sigyn
lo osservava in silenzio da lontano, leggendo anche lei e cercando il
coraggio
di avvicinarsi a lui. Ora che quella situazione si ripresentava, forse
sarebbe
finalmente riuscita nel suo intento.
Intanto, un sorriso non avrebbe guastato l’atmosfera.
“Sembra interessante, quel libro che state
leggendo.”
Un attimo dopo gli occhi verdi di Loki si erano alzati
e posati su di lei.
Si erano incontrati varie volte in biblioteca, dove la
ragazza aveva scoperto quanto Loki amasse leggere ed imparare
ciò che non
sapeva sul loro e su altri mondi, tramite la lettura, e quanto questa
passione
li avvicinasse.
“Non hai paura del fatto che io sappia usare la magia?
Agli Asgardiani non piace particolarmente.”
“Come potrebbe farmi paura? Senza di voi non avrei
scoperto cos’è davvero, quante cose permette di
fare. Voi piuttosto? Non
trovate strano che ad una donna piaccia tanto leggere e non ricamare o
passeggiare con altre ragazze?”
Era stato il turno di Loki di sorridere. Sigyn aveva
capito tutto senza bisogno di altre parole.
A Sigyn era sempre bastato poco per essere felice. Le
sue poesie, l’ombra di un albero e, adesso, Loki
lì accanto a lei a
condividerle.
Con Loki non c’era mai stato bisogno di troppe parole,
l’aveva capito: insieme riuscivano a comunicare anche solo
con un cenno o uno
sguardo e così sarebbe sempre stato. Aveva avuto inizio
quando gli si era
seduta accanto la prima volta, timida e timorosa di disturbarlo, e
continuava
in quel momento in cui ballavano nella sala grande come se fossero
sempre stati
legati. Quante cose cambiano in un anno. Così tante che
l’anno successivo,
ripensando a quanto si è vissuto, tutto sembra appartenere
ad una vita
precedente invece che a sole quattro stagioni prima.
Per quanto le stagioni potessero essere trascorse,
Sigyn continuava a sedere sotto agli alberi di Asgard di tanto in tanto
e a
leggere con Loki –suo marito- quei libri che affascinavano
entrambi.
Mentre appoggiava uno di quei volumi tra le mani di suo
figlio Váli, osservando Loki che guidava le sue piccole dita
a seguire le
lettere, pensò che il destino, se davvero esisteva, a volte
riusciva a compiere
incantesimi potenti quanto quelli che Loki amava studiare.
****
Angolo
(dei
pensieri sparsi) dell’autrice
Ovviamente non ho idea se ci siano o no le stagioni su
Asgard: le ho immaginate uguali a quelle terrestri, concedetemi la
licenza
poetica in funzione della storia. XD
Il titolo della storia riprende la poesia di Thomas
Ford, l’ho ascoltata la prima volta nella raccolta
“If Poems” letta da Tom
Hiddleston… recuperatela assolutamente se dovesse capitarvi!
Per
chiunque avesse domande o curiosità da chiedere
sulla storia o sui miei prossimi lavori, qui c’è
il mio ask:
www.ask.fm/Natmatryoshka .
Poi a _Eleuthera_,
per averci regalato una
caratterizzazione di Sigyn tanto bella e complessa. Questa fic
è un piccolo
omaggio alla coppia e, anche se non è all’altezza
delle tue storie, spero che
ti piaccia lo stesso :)
Last but not least, ai lettori e ai recensori: grazie a
Lady Sigyn, vannagio, 9Pepe4, _Sayuri_ e Madama Pigna per le
recensioni, RobysRasia,
Scillan, Timcampy_ e Valery_Snape per
averla inserita nelle preferite e
Il_Filo_Di_A90,
KayeJ, LadyInDark,
luvlogyn, Merihon, Smith of lies e _Sayuri_
per averla inserita nelle seguite. Grazie anche a voi lettori
silenziosi, che
non recensite ma che magari l’avete apprezzata comunque.
Alla
prossima, allora!