L'ULTIMA NOTTE DI GUERRA
Conosco
le notti di guerra.
Ne ho
viste troppe susseguirsi, negli anni, per non aver imparato ad accoglierle.
Le notti
di guerra sono notti, figlio mio, in cui l’aria diviene pesante e il mondo di
fuori rumorosamente tace.
Nelle notti
di guerra c’è sempre qualcuno che veglia, qualcuno che progetta, c’è qualcuno
che sogna.
Quando il
buio inghiotte la città e i bambini sono ormai a letto da un po’, è allora che
gli adulti iniziano il loro mesto appello quotidiano.
“Fabian e Gideon Prewett. Marlene McKinnon. James e Lily.”
Si
contano i caduti. Ognuno chiama i nomi dei propri, chi in silenzio, chi urlandoli,
chi spegnendoli in un rauco sussurro.
“Ted.
Alastor. Sirius.”
Ogni
nuova guerra ottiene le sue fresche vittime, instancabilmente, non importa
quante ne sia già riuscita a raccogliere quella che l’ha preceduta.
Da
principio, uno conta i morti. Poi, man mano che il tempo passa e le notti
scorrono con lui - un’altra, e un’altra, e un’altra – allora si iniziano a
contare i vivi: si fa prima.
“Molly.
Arthur. I ragazzi.”
Perché in
troppi hanno smesso di respirare, ormai.
“ ’Dromeda.
Dora. Tu.”
E chi
sopravvive deve concentrarsi, per ricordare di continuare a farlo lui stesso... almeno lui, almeno lui.
Sai, io
conosco le notti di guerra.
Quando la prima si è ripresentata alla
porta, una sera - a molti anni di distanza dall'ultima - ho distinto subito quello stesso, esatto odore dolciastro:
paura, la mia.
Notti ubriache, quelle di guerra, in cui si aspetta che le risate stordiscano, il liquore appanni i sensi e le mani smettano di tremare.
Notti stanche, tormentate, eppure perfino troppo dannatamente normali…
Ti
spogli, ti corichi, dormi.
Fai piano l’amore per ore, aggrappato
alla donna che ami.
Oh sì, io
conosco le notti di guerra.
Sono
spente e luminose insieme, come spettri.
Vengono in coda ai giorni – giorni di
guerra.
Ma i
giorni, e le notti – le guerre,
figlio mio – tutti loro lentamente si consumano.
E prima o
poi si tramutano in altri giorni, altre notti, in pace.
Tu sei lì
che non capisci, domandi, non credi: troppe volte hai sperato, scommesso,
puntato… perso.
E invece
prima o poi giunge, sai?
L’ultima
notte di guerra.
È spesso
feroce, violenta. Non si arrende e si trascina in avanti, strappando quante più
vite è in grado di afferrare.
Non ha
pietà.
Ma basta
superare quella, Teddy, ed è tutto finito.
Basta superarla quell’ultima, maledetta notte di guerra.
COMMENTO DELL’AUTRICE:
Oggi è stata una dura giornata per me… La fase di negazione post
Deathly Hallows inizia a finire (è un ossimoro? Comunque non mi piace come
suona, bah!).
Il risultato è questa flash-fic, la prima che io abbia mai scritto.
Seguirà un drabble, già pronta, fra qualche giorno (EDIT. Il seguito è sul sito qui. Attenzione, è una "What if?")
Sono i primi tentativi che faccio con storie brevi o brevissime, e
mi piacerebbe sapere cosa ne pensate.
Sicuramente ci saranno dei difetti (ritmo? Frasi troppo spezzate?
Troppo lunghe? Coraggio, non siate timidi!), e mi farebbe piacere un parere dei
lettori. (EDIT: ho risistemato un paio di virgole ed aggiunto un pezzettino, anche se non sono certa sia ancora a posto. Grazie a Cathleen per il consiglio!)
Se invece vorrete leggere in silenzio, sarò come sempre grata lo
stesso.
Alla prossima,
Rainsoul