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Autore: Wild_Demigods    15/08/2013    2 recensioni
Crossover tra i due libri di Rick Rioradn. Percy e i suoi, con Carter e i suoi. Più due personaggi molto carini e molto pazzi inventati da me.
DAL TESTO:
Hathor.
Afrodite.
Due nomi. L'inizio del disastro.
Ok, non ci avete capito nulla, vero? Chissà perché me lo aspettavo. Credo che inizierò con il presentarmi.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi danno informazioni assurde

Quando aprii gli occhi la casa sembrava vuota, da quanto era silenziosa. Mi portai l'avambraccio sulla fronte, sospirando.

Perché ero così stanco? Forse la scuola era stata particolarmente pressante.

Ma... Ma che la scuola. I ricordi tornarono tutti in mente. Maledizione!

Mi tirai su, a fatica, stringendo i denti. Non mi sentivo più le gambe, eppure le vedevo. Oh, meraviglioso.

Dove erano Reina e Chris? I tizi strani si erano risvegliati e li avevano presi? Ma allora perché non prendere anche me, che ero addormentato?

Ansimando, mi misi in piedi. Venni colto da una vertigine improvvisa e dalla nausea. Mi piegai sulle ginocchia, pronto a rimettere tutto ciò che avevo mangiato. Ma nulla. Mi rialzai e, a parte un po' di mal di testa, ero ok.

-C...Chris? Rei?-

Mormorai, con voce atonale, un mormorio sommesso. Così non andava. Appoggiandomi ai mobili che trovavo intorno a me, mi feci strada verso la cucina. Aprii la porta, sentendo un lieve mormorio da dentro.

Rimasi un secondo a fissare la scena, interdetto. Poi feci un passo indietro, aprii la bocca, provai a muovermi veloce, ma buttai a terra il vaso sul comò là accanto. A quel punto sia Reina che Chris si girarono verso di me, sorpresi.

-Ehi amico, sei sveglio!- Esclamò Chris.

A quel punto urlai. Un urlo isterico, terrorizzato, terribilmente da primadonna. Chris mi corse incontro, ma lo evitai con un balzo all'indietro.

-Hai.. HAI LE ZAMPE DA ASINO!-

Urlai, con gli occhi che, se avessero potuto sarebbero saltati fuori dalle orbite. Lui mi lanciò un occhiataccia, risentito, e stava per parlare, quando Reina lo anticipò.

-Sono da capra, fratellone. Chris è un satiro.-

Pensavo di svenire di nuovo. La mia testa era stata mandata in orbita quando avevo aperto la porta, ora nemmeno mi sentivo più un essere umano. Mi sentivo un ameba.

Meglio perdere i sensi.

Purtroppo non li persi, ma rimasi più sveglio che mai. Arretrai di un passo. Non era possibile, porca miseria. NON. ERA. POSSIBILE.

Prima quelli armati con la finta dea gatto, ora il mio migliore amico sfoderava un paio di... zoccoli, muniti di zampe pelose.

Se era uno scherzo, era tutto fuorché divertente.

-Ehi, amico! Stai calmo, non sono un pazzo assassino! Ascoltami... sarà una cosa totalmente assurda da spiegare, e ancora di più da capire, ma devi fidarti di me e devi credermi.-

Disse Chris, quasi tutto d'un fiato. Entrai nella cucina, con sguardo spiritato. Mi lasciai cadere su una sedia. E singhiozzai. Sì, come un bambino. Non ne potevo più. Di quel passo avrei potuto comodamente andarmene al manicomio.

Sentii la mano callosa di Christopher sulla spalla, poi lui mi si mise accanto.

-Hai presente quando la professoressa Annis spiegava la mitologia greca?- Annuii. -E hai presente quando ci raccontava che gli dei, a volte, scendono da noi e fanno figli con i mortali?- Annuii ancora, esasperato. -Beh, non è mitologia. È tutto vero. E tu, beh, tu sei uno di loro.-

-Degli dei?

-No, i figli!

-Chris. Lo dicono tutti da una vita. Fino ad ora, però, non l'avrei mai detto. Tu sei matto.

-No, non lo è.- Si intromise Reina.

La guardai come se fosse un morto vivente. Lei però era seria. Dannatamente seria.

-Quindi io e te saremmo figli di... quale Dio? O Dea...-

-No, ehm, a quanto pare io no, fratellone.-

-Rei. Siamo gemelli, porca miseria!

-Non proprio.-

Quello fu troppo. Mi morsi le labbra con violenza e mi girai di scatto. Afferrai Chris per il collo e lo sollevai leggermente.

-Se questo è uno scherzo è davvero di pessimo gusto. Quindi vi pregherei di finirla e andare via tutti, immediatamente. Non. ne. Posso. Più.-

Il mio amico boccheggiò, scuotendo la testa veloce.

-Lascialo Las! Non è uno scherzo! So cosa siamo veramente! L'ho sempre saputo, non so come! Ascoltami!-

Lasciai Chris e mi girai verso Rei, con i pugni serrati. Non volevo che mi vedesse piangere, ma avevo gli occhi che pungevano.

-Papà... ecco, papà, in uno dei suoi viaggi di lavoro, si è innamorato di un'altra donna, che penso sia.. la Dea tua madre. Quando è tornato, aveva te. E mamma aveva me. Per quieto vivere decisero di dire che eravamo gemelli. Di dircelo. Ma non è così.-

Potreste pensare che in quel momento capii che era tutto vero, e dissi una frase strappalacrime come “non importa, sarai sempre la mia sorellina”. La verità è che mi girai, spalancai la porta, e uscii.

-Andate al diavolo!-

Urlai, salendo in camera. Non volevo farlo vedere, ma le lacrime mi rigavano il volto come fiumi in piena, e non riuscivo a frenarle.

Ora, rendetevi conto della mia situazione. Immaginate che in un pomeriggio vi trovaste in salotto due matti, probabilmente strafatti di una qualche sostanza stupefacente, che straparlavano di dei egizi inesistenti, il vostro migliore amico si riveli fatto della stessa sostanze e, mentre siete svenuti, anche vostra sorella si fumi qualcosa di molto pesante.

Se avessero mai riaperto i manicomi, io avrei avuto bisogno di una suite.

Chiusi la porta a chiave, poi pensai alle zampe caprine di Christopher e, per precauzione, misi la spalliera della mia sedia sotto la maniglia.

“Tra poco tornerà mamma. Tornerà e si sistemerà tutto.”

-Las! Capisco che hai dato di matto, ma lasciami spiegare!-

-Siamo uguali, Reina! UGUALI! Siamo gemelli, punto e basta. E adesso smettila di fumare quella roba di cui vi state facendo tutti e torna in te!-

Urlai, raggomitolandomi sul letto cercando, freneticamente, di asciugarmi la faccia dalle lacrime.

-Amico, andiamo! Dammi almeno una possibilità di provarti che quello che dico è vero!

-Ti rendi conto che non può essere vero!?

-Ok, dammi fino al tramonto, e ti porterò le prove!

-Fa come ti pare.-

Appoggiai la testa sul cuscino, serrando gli occhi ancora pungenti per il pianto. Ecco come la tua vita poteva andare in pezzi in un pomeriggio.



N.d.A
Salve! Ci scusiamo mille volte per il ritardo>.< problemi con le password D:
il capitolo è breve, è vero, ma solo perché è quello che preannuncia un capitolo veramente cruciale! ;)
Ringrazio di cure, infinitamente, le persone che hanno recensito la storia e chi l'ha messa tra le preferite v.v Grazie mille davvero, non sapete quanto ci carichi questa cosa!
Alla prossima settimana (e stavolta saremo puntuali xD)
Wild_Demigods

  
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