Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
Ricorda la storia  |      
Autore: MadLucy    15/08/2013    5 recensioni
A corte ci si chiedeva perchè il re Tommen avesse un viso così provato.
Fa gli incubi, diceva qualcuno.
-post terza stagione-
Genere: Angst, Drammatico, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Arya Stark, Bran Stark, Catelyn Tully, Robb Stark, Tommen Baratheon
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Tommen

Parasonnia.








A corte ci si chiedeva perchè il re Tommen avesse un viso così stanco.
È il peso della corona, diceva qualcuno.
Tommen si mordeva le labbra. Sì, il peso della corona, il peso dei delitti che vi avete incastonato come gemme, il peso del rimorso che affibbiate agli innocenti, il peso delle lacrime di pietra e delle teste di lupo sul collo.
Tommen aveva udito i bisbigli dei garzoni nella stalle, nelle cucine. Aveva udito il racconto della grande festa delle Torri Gemelle. Concentrandosi, al buio, era riuscito anche a vedere il sangue che ruscellava sul pavimento, come se volesse divorare il mondo, ad udire Le piogge di Castamere, un peana che con artigli di morte aveva sfiorato i capelli delle vittime, con occhi di brace aveva osservato speranze e corpi esplodere; d'altronde, al buio è più facile immaginare.
Dentro le palpebre vedeva la paura, Tommen; nelle tenebre della sua stanza vedeva gli Stark. Sì, gli Stark erano in ogni lingua d'ombra, erano in ogni soffio di vento, erano nella sua testa -nella sua testa.
Sua madre, come la statua d'avorio d'una dea, si ergeva troppo in alto affinchè Tommen potesse stringerle il collo con le braccia, per trovare conforto. Adesso anche Tommen avrebbe dovuto essere grande, forte. Come i re.
-Di cosa hai paura, piccolo mio?-
Non si mente mai alla propria madre. -Dei lupi.-
-I lupi sono morti, tesoro. Non possono farti del male.-
Sbagliato, sbagliato. Erano lupi quelli che circondavano silenziosamente le mura della Fortezza Rossa, erano lupi quelli che alzavano il capo alla luna e ululavano il suo nome.
Appena un sonno stremato s'accasciava sulle palpebre di Tommen, immediatamente era una certezza a riaccendere la veglia: loro erano lì, li udiva respirare, li udiva ringhiare, gli artigli conficcati nel materasso, le zanne denudate a lambire il suo collo, e quel sussurro nell'orecchio, acuminato come il filo d'una spada: il Nord non dimentica, non dimentica, il Nord non dimentica.
Perchè nella sua stanza c'era Arya acquattata dentro l'armadio con gli occhi bianchi, c'era la dolce Sansa ai piedi del letto, con il vestito da sposa e la bocca affamata. Tocca a te.
Perchè nella sua stanza c'era Bran, il ragazzino che scalava il muro per raggiungerlo fino alla finestra, e sul davanzale si aggrappava con unghie insanguinate. Tocca a te, Tommen.
Perchè sulle scale s'udivano dei passi, i passi del ragazzo con il busto attraversato da mille frecce, con il muso di lupo e la corona del Nord, che stava arrivando. Tocca a te, adesso.
Perchè nella sua stanza, alle spalle dei figli, c'era Catelyn Stark a sorridere mestamente, a indicare Tommen, a reclamare il suo cuore sottovoce; teneva per mano Rickon, che lo osservava con occhi inespressivi, mutilati di pietà.
Perchè tutti loro lo fissavano, ai loro piedi la testa di Eddard Stark, il corpo squartato di Talisa Maegyr, e tanto sangue quanto Tommen non sarebbe mai riuscito a versare.
Ma quegli occhi d'inverno dicevano tranquillo, per questo di là c'è tua madre, tuo padre, tutti gli altri, così all'inferno vi terrete compagnia.
Si avvicinavano, si avvicinavano, bluastri nella penombra della notte. Un branco di mostri destati dalla loro tana, un branco a caccia. Non della sua patetica vita si sarebbero accontentati: pur divorando le sue membra, non era lui che avrebbero ucciso.
E Tommen avrebbe voluto urlare ch'egli non c'entrava nulla, che era colpa di Joffrey, che a lui le battaglie piacevano solo per finta, che lui non voleva essere il re, lui non era il re...
Paga i tuoi debiti, mormoravano gli Stark. Paga la corona che hai in testa. Paga i tuoi debiti.
Tommen non voleva che morisse nessuno, gli dispiaceva, gli dispiaceva...
La contrizione non lava il sangue. Tientela, serve solo alla tua coscienza. Paga i tuoi debiti.
Tommen era innocente. La sua coscienza era bianca come il latte.
Il singolo non ha nome, è finita l'era del colpevole, ora pagano tutti, ora tu sei soltanto una casata, sei soltanto Lannister, Tommen non esiste più. Questo vuol dire essere re.
Re,
ripeteva Brandon Stark afferrandogli i capelli biondi ed espondendo la sua gola.
Re, confermava Robb Stark atono, a fior di pelle, accostato alla sua giugulare, poco più del sospiro del vento del Nord.
Paga. Paga.
In guerra l'innocenza è uno scudo di cristallo, è la stessa che non aveva salvato la vita a loro e non l'avrebbe salvata a lui, ormai soltanto il sangue contava, il sangue che voleva sangue, e un cucciolo di leone non era un gatto, e doveva morire prima che gli crescessero le zanne, prima che imparasse a non piangere davanti agli occhi dei morti.

A corte ci si chiedeva perchè il re Tommen avesse un viso così provato.
Fa gli incubi, diceva qualcuno.




 






























Note dell'Autrice: Qualcosa di un po' inquietante sugli Stark e sui sogni del piccolo Tommen. Tutto ciò accade dopo la morte di Joffrey, quindi sarebbe nella quarta stagione.
L'immagine degli Stark che circondano il letto di Tommen, tipo spettri, mi è balenata così, e l'ho trovata abbastanza suggestiva da scriverci qualcosa. Che ne pensate? Sarei molto contenta di saperlo!
Lucy
  
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones / Vai alla pagina dell'autore: MadLucy