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Autore: Nata dalla Tempesta    16/08/2013    4 recensioni
-Se non sbaglio...- la voce di Desari interruppe il corso dei miei pensieri -...noi due non avevamo ancora finito.-
Sorrise maliziosa, ed io capii al volo dove voleva arrivare. Mi tolse gli occhiali e mi baciò, affondando le dita nei miei capelli.
Subito dopo eravamo di nuovo insieme, di nuovo uniti in quell'estasi di anima e corpo così meravigliosa, così perfetta da rimanere senza fiato.
"Desari, non so ancora se ti amo. Ma se questo non è amore, di sicuro è la strada per arrivarci."
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ishida Uryuu, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ero sicuro di aver chiuso la porta della mia stanza a chiave, mortalmente sicuro. Eppure, mentre mi stavo infilando i pantaloni, Yoruichi la aprì con nonchalance ed entrò.

-Mi aiuti a tirare su la zip?- chiese la gatta.

Aveva i capelli raccolti in un elegante chignon e il suo corpo abbronzato e snello era coperto a malapena da un tubino nero che lasciava ben poco all'immaginazione.

-Yoruichi-san!- esclamai tirandomi su i pantaloni in fretta e furia, imbarazzato come una verginella -Ti sembra questo il modo di entrare nella camera da letto di qualcuno? E per di più la porta era chiusa!-

-Oh, davvero?- fece lei con un sorrisetto furbo stampato in faccia -Non me ne ero proprio accorta!- fece un gesto con la mano come a scacciare via qualcosa -Comunque sia, puoi chiudere la cerniera? L'avrei chiesto a Renji, ma lui era in bagno con Rukia.-

Sospirai, decisamente esasperato. La gatta era in casa mia nemmeno da ventiquattro ore e già ne avevo abbastanza! Era rumorosa, non stava mai ferma ed era incredibilmente abile nel far sparire il cibo dal frigorifero e dalla dispensa.
Nonostante tutto ero contento che fosse rimasta con me. Ci tiravamo su di morale a vicenda e cercavamo di escogitare qualcosa per mandare all'aria i piani di Urahara. Nonostante una notte passata in bianco, non eravamo arrivati a nulla. Qualsiasi progetto sembrava troppo stupido o troppo semplice, e comunque eravamo certi che Kisuke non avrebbe mai lasciato Desari priva di protezione. Al sorgere del sole eravamo sfiniti e totalmente privi di idee, per cui decidemmo di puntare sull'improvvisazione.

-Allora, mi aiuti oppure vuoi che vada in giro nuda?- chiese di nuovo Yoruichi, sbuffando.

-Si, scusa, mi ero distratto.- risposi sistemandomi gli occhiali sul naso.

Mi misi dietro di lei e le alzai la cerniera, cercando di fare più in fretta che potevo. Non che Yoruichi non fosse una bella donna, il problema ero io. Non riuscivo a pensare a lei come qualcosa di più di una complice, tutto qui. Forse se non fossi stato innamorato di Desari...


[Desari]

Non ricordo di essermi mai sentita tanto sola.

Avvolta in una morbida vestaglia di seta, guardo il mio riflesso allo specchio. I miei capelli sono una cascata di boccoli morbidi e neri, e tra loro spicca un cerchietto di piccole perle bianche. Sulle palpebre hanno steso un ombretto chiaro color pesca e una linea sottile di eye-liner. Le gote sono rosa così come le labbra.

Ururu mi ha detto che sono molto bella, e io le ho sorriso. Quella ragazzina è sempre tanto gentile con me, mi tiene compagnia quando sono sola.

La cosa che mi fa più paura è l'abito bianco appeso fuori dall'armadio. Da quando Kisuke me l'ha portato non posso fare a meno di guardarlo con timore, come se fosse il mio peggior nemico.
E' un abito senza spalline, scollo retto, stile impero. Sotto il seno c'è una cintura sottile di brillanti, Kisuke dice che sono autentici Swarovski. Il velo è molto lungo e si sovrappone allo strascico del vestito.

Più lo guardo e più la nausea mi assale, inizio a sudare freddo e non so perchè.

Tremo, sono decisamente terrorizzata.

Kisuke mi ha detto che è una cosa normale, che tutte le spose si sentono così prima di andare all'altare. Ho deciso di credergli perchè non riesco a trovare un'altra spiegazione.

-Dara, sei pronta?-

La voce di Kisuke che proviene da dietro la porta mi fa sussultare.

-Quasi!- rispondo.

Lo sento allontanarsi, e quasi senza accorgermene tiro un sospiro di sollievo.

Guardando i rami di ciliegio che si stagliano contro il limpido cielo azzurro, prego solo che questa giornata finisca in fretta.



[Uryu]

Me lo ritrovai davanti non appena aprii la porta di casa per uscire. Indossava il suo migliore abito da cerimonia, sicuramente un Versace, e in mano teneva una scatolina rettangolare nera sormontata da un fiocco di raso bianco. I capelli erano leggermente spettinati, effetto sicuramente voluto, e non indossava gli occhiali.

-Che ci fai qui?- gli chiesi guardandolo dall'alto in basso.

-Ti ho portato un regalino.- mi rispose, senza espressione come al solito.

-Oh, dottore!- disse Yoruichi sbucando fuori praticamente dal nulla e prendendo mio padre sottobraccio -Complimenti per l'eleganza, questo abito le si addice!-

-Anche lei è molto elegante, signorina.- rispose lui, educato come sempre.

Era impossibile, ma rabbrividii al solo pensiero di Yoruichi e mio padre insieme.

Che schifo.

-Comunque...- dissi per cambiare discorso -...cosa c'è qua dentro?-

-La cura.- rispose lui senza mezzi termini.

-Que...quella cura?- chiesi sbalordito-

-A meno che io non abbia sbagliato provetta, ed è impossibile che sia successo, suppongo sia quella cura.-

Avevo dimenticato che "sarcasmo" era il secondo nome di Ryuuken Ishida.

-E funziona?- chiesi.

-Per quanto mi piacerebbe affermare il successo del farmaco, non ne ho la più pallida idea.-

-Beh, immagino che lo scopriremo solo provandolo.- dissi con un sospiro.

-Immagino di si.- concluse mio padre annuendo.

All'improvviso, un silenzio spaventoso calò su di noi insieme alla paura di non farcela.

Se avesse funzionato avrei riavuto Desari, ma se così non fosse stato...

-Yo, che succede?- chiese Renji che, per l'occasione, indossava un completo nero stranamente elegante e portava i capelli raccolti in una coda di cavallo bassa.

-Infatti, non è carino fare tardi ad un matrimonio.- gli fece eco Rukia, che invece indossava un tubino blu molto raffinato.

Non per niente era una Kuchiki.

-Hai ragione, andiamo.- annuii.

Misi la scatolina nella tasca interna della giacca e, non appena tutti furono usciti, chiusi la porta a chiave.

-E questa?- chiesi a mio padre quando, una volta fuori dal palazzo, ci ritrovammo davanti ad una lussuosissima Aston Martin nera.

-E' solo una macchina.- rispose lui aprendo le portiere col piccolo telecomando.

-Solo una macchina?- intervenne Yoruichi -Mio caro dottore, questa...- carezzò il tettuccio dell'auto -...è una splendida creatura. Fossi in lei, la tratterei come fosse la mia amante.-

Vidi mio padre avanzare verso la gatta e mettersi davanti a lei in tutta la sua statura. Si avvicinò al volto di lei, e per un attimo mi convinsi che l'avrebbe baciata, data la distanza quasi inesistente tra i loro visi.

-Non ho bisogno di lezioni su come trattare le auto.- sentii mio padre sussurrare -E ancora meno su come trattare un'amante.-

Yoruichi annuì e si fece da parte per farlo passare.

Mi lasciai sfuggire un sorrisino che mantenni per tutta la durata del viaggio in auto. Quando arrivammo a destinazione, l'emporio di Urahara era chiuso.

-Sei sicura che il matrimonio sia qui?- chiesi a Yoruichi.

-Certo che sono sicura!- rispose lei scendendo dall'auto -Ovviamente non dentro il negozio, sai anche tu quanto è piccolo quel posto.-

-C'è solo un luogo abbastanza grande per tutti dove Urahara-san avrebbe potuto organizzare la cerimonia.- disse Rukia.

Capii subito dove voleva arrivare.

-Mi sembra quasi di essere tornato ai vecchi tempi.- sospirai.

-E che tempi!- disse Renji -Quando le davamo ai Menos, e agli Arrancar poi! Ah, bei tempi andati!-

-Non credevo fossi un sentimentale.- commentò Rukia.

-Solo perchè le nostre notti sono tutte di fuoco non vuol dire che io non lo sia!-

Per quel dettaglio, Renji si conquistò un pugno nello stomaco da parte della fidanzata.

Abarai 0, Kuchiki 1.

Mio padre sospirò e, con Yoruichi sottobraccio, ci sorpassò per entrare nell'emporio. Feci per seguirlo quando sentii una voce familiare alle mie spalle.

-Non credevo che saresti venuto. A dire il vero, anch'io ho avuto i miei dubbi. Eppure non volevo perdermi lo scontro tra un caramellaio e un medico.-

Avvolta in un elegante abito di seta stile impero color porpora, c'era Toshiko Urahara. I capelli erano raccolti in un elegante chignon e sulle spalle portava una leggera stola nera.

-Non pensavo che l'avrei rivista.- le disse salutandola con un cenno del capo.

-Chi non muore si rivede, Uryu.- mi sorrise debolmente -Sempre.-

-Il signor Savage?- chiesi - Non è venuto?-

-Cielo, no!- disse con fare ovvio -Non sa nemmeno che sono qui.-

-Capisco.- sospirai -Beh, non ci resta altro da fare che andare dentro, no?-

-Suppongo che sia così.-

-Allora lasci che la accompagni.- dissi porgendole il braccio.

Lei lo prese e insieme entrammo nel negozio. Passammo per gli scaffali pieni di roba fino ad arrivare sul retro dove, spalancata in mezzo al pavimento, stava la botola.

-Prima le signore.- disse mio padre mentre Yoruichi si calava di sotto.

Rukia e Toshiko la seguirono a ruota. Poi fu il turno di Renji e, per ultimi, io e mio padre. Quando arrivammo, trovai che il paesaggio era ben diverso da come lo ricordavo. Invece di dune di sabbia e sole cocente, ci ritrovammo nel bel mezzo di un enorme parco. Fiori e piante di ogni tipo sfoggiavano le loro fioriture e colorazioni più belle, si sentiva lo scroscio di quella che doveva essere una fontana e gli uccelli cinguettavano allegri. Quello scenario idilliaco era incorniciato da un tramonto degno di un film hollywoodiano.

-Per quanto la situazione sia ambigua e per quanto questa sia una missione di salvataggio, devo dire che Urahara-san ha organizzato tutto in maniera impeccabile.- commentò Rukia con tono professionale.

-Peccato che la sposa sia la mia fidanzata.- aggiunsi con un sospiro.

-Non disperare.- disse Toshiko poggiandomi una mano sulla spalla -Faremo il possibile.-

La ringraziai con un sorriso e riprendemmo a camminare. Il sentiero acciottolato che percorrevamo era ricoperto da petali di rose rosse e bianche, ed era bordato di candele dello stesso colore. Alla fine del sentiero si apriva un giardino fiorito. Sedie bianche erano perfettamente allineate ai lati di un tappeto rosso, e al centro vi era un grazioso gazebo bianco. Le sottili colonne era avvolte da nastri rossi e tutto intorno ci erano roseti rossi e bianchi. Le sedie erano per la maggior parte occupate da persone che non conoscevo, fatta eccezione per Tessai, Ginta e Ururu.

E, ovviamente, Kisuke Urahara.

Non appena lo vidi vestito del suo abito nero da cerimonia, col fiore all'occhiello, i capelli pettinati e la barba rasata di fresco per l'occasione, per poco non andai li a riempirlo di pugni.

Quello non era il suo posto! Sarei dovuto esserci io all'altare ad aspettare Desari!

Come per schernirmi, Kisuke mi sorrise da lontano e mi fece cenno di accomodarmi. Prima che potessi fare qualsiasi cosa, Toshiko mi prese per un braccio e mi trascinò fino ad una fila vuota di sedie, dove tutto il gruppo prese posto.

-Ma guarda chi c'è!- disse una voce femminile alle nostre spalle.

Tutti ci voltammo e, seduta nella fila dietro di noi, c'era una ragazza che non poteva avere più di venticinque anni. Avevi lunghi boccoli biondi che le arrivavano alla vita e grandi occhi blu. Indossava un abito lungo blu di seta e aveva le spalle avvolte in uno scialle leggero argentato.

-Oh, Rain!- salutò Toshiko con un grande sorriso -Non immaginavo di trovarti qui.-

-Ho ricevuto una telefonata da parte di Desari qualche giorno fa.- rispose la bionda -Era molto agitata, così ho fatto le valige e sono partita subito.-

-Hai fatto bene, ci servirà il tuo aiuto.- rispose la signora con un sorriso.

-Non mi presenti ai tuoi amici?-

-Ma si, certo!- Toshiko si girà verso di noi -Lei è mia nipote, Rain Agrotera.-

-Piacere di conoscervi.- disse la ragazza, sfoderando un gran sorriso.

-Il tuo cognome non sembra rumeno né giapponese.- commentò Yoruichi.

-Infatti.- confermò lei -Mio padre è greco.-

-Kiryan Agrotera.- disse mio padre.

Tutti ci girammo verso di lui, incuriositi.

-Come fai a conoscere suo padre?- chiesi, allibito.

-Kiryan Agrotera è passato alla storia come uno dei più formidabili Quincy di tutti i tempi.- rispose lui -Ho avuto l'onore di combattere al suo fianco un paio di volte. Sono tutt'ora addolorato per la sua prematura dipartita.-

-Allora lei deve essere Ryuuken Ishida, avrei dovuto capirlo subito.- disse Rain, sorridente.

-Tu sai cos'è un Quincy?- le chiesi, ancora più confuso di prima.

-E ti dirò di più.- disse porgendomi la mano destra -Lo sono io stessa.-

Al centro del palmo di Rain era tatuata la stella dei Quincy.

-Come mai non ho percepito la tua reiatsu?- domandai.

-Quando mio padre si rese conto che i Quincy rimasti erano davvero pochi, mi insegnò questo trucchetto prima di morire.- rispose lei -Mi ha permesso di sfuggire a molti pericoli, e dovresti impararlo anche tu.-

-Quindi tu sai cosa è Kisuke e cosa ha fatto a Desari?-

-Proprio per questo sono qui, per aiutare te e lei.- sorrise.

Nonostante fosse poco più di un'estranea per me, le fui immensamente grato per il supporto. Kisuke da solo era molto forte, ma forse non quanto un gruppo.

O almeno era quello che speravo.

-Mancano Ichigo e Orihime.- fece notare Rukia.

-Sono certo che arriveranno.- disse sicuro Renji -Kurosaki non è il tipo di ragazzo che abbandona gli amici, e neanche Inoue.-

Tutti annuimmo convinti. Sicuramente sarebbero arrivati, magari avevano trovato solo un pò di confusione. Sospirai e mi poggiai contro lo schienale della sedia, guardandomi nervosamente intorno.

-Come si usa il farmaco che mi hai dato?- chiesi a mio padre per rompere il silenzio.

-Devi farglielo bere.- rispose lui semplicemente.

Certo, come no!

-La fai facile tu.- sbuffai.

-Tsk, tu non sai niente, Uryu Ishida.- disse con un sorrisetto -Dovresti andare in bagno.-

-Non sono un bambino!- risposi arrossendo un pò -E comunque l'ho fatta prima di uscire.-

-Invece credo proprio che dovresti.-

Lo guardai senza capire per almeno un paio di minuti, fino a quando non la sentii.

Era lieve, quasi impercettibile, ma c'era.

Mi alzai ed uscii frettolosamente dalla fila di sedie. Percorsi a ritroso, quasi correndo, il percorso che avevo fatto e sbucai nel corridoio dell'emporio. La traccia di reiatsu lì era più forte, così cercai di capire da dove proveniva. Aprii ogni porta, controllai ogni stanza.

E poi la trovai.

Bella come un angelo, stava in piedi al centro di una sontuosa stanza da letto. Nel suo abito bianco sembrava una principessa.

Quando alzò lo sguardo verso di me, capii subito che non mi riconosceva.

-Chi sei?-mi chiese inclinando leggermente la testa di lato -Kisuke ti ha mandato a chiamarmi? Devo scendere di sotto?-

Non sapevo come rispondere, ero bloccato. Volevo ridere, piangere, abbracciarla e portarla via, ma sapevo che dovevo agire con prudenza.

-Urahara-san mi ha detto di darti questo.- dissi porgendole la scatolina con dentro la cura.

-Un regalo?- chiese sorridente mentre prendeva il pacchetto tra le mani.

Io mi limitai ad annuire, incapace di aggiungere altro.

-E' una boccetta.- sentenziò, prendendo la provetta in mano -A cosa serve?-

-Urahara-san dice che è una pozione portafortuna.- mentii in fretta.

-Oh, beh.- fece spallucce -In questo caso...- tolse il tappo alla provetta e bevve il liquido tutto d'un fiato.

Mi aspettavo che avrebbe vomitato, che sarebbe svenuta, o che avrebbe subito ricordato tutto e mi avrebbe pregato di portarla via.

E invece non successe nulla, proprio nulla.




******************************************************

Yo! Eccomi tornata! Mi dispiace di avervi fatto aspettare così tanto, ma tra esami, viaggi e altri impegni non ho proprio avuto tempo per scrivere!
Gomen >3<
Comunque, spero di farmi perdonare con questo capitolo, sicuramente più corposo dei quello precedente (se non sbaglio) !
Aspetto le vostre recensioni :)
Un bacio,
Nata dalla Tempesta,
   
 
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