Non poteva sopportarli, Gabrielle, gli sguardi fugaci che tutti quei ragazzi rivolgevano a sua sorella.

Odiava i fischi che la seguivano quando, affannata, correva da un’aula all’altra coi capelli ancora in ordine.

Odiava chi si soffermava troppo a lungo sulle sue gambe, coperte (ma evidentemente non abbastanza) dalla divisa scolastica.

Odiava chi si permetteva di fare commenti sconci su lei e odiava che lei ridacchiasse a quelle parole.

Non tanto perché non le andava a genio che sua sorella si facesse desiderare come una qualsiasi donna di malaffare (non era certo colpa sua, quella bellezza innata!), ma perché desiderava, ardentemente e costantemente, che al posto di Fleur ci fosse lei.

La invidiava, Fleur, e si ritrovava a pensare anche in momenti in cui la sua testa avrebbe dovuto gravare su un libro e la sua mente avrebbe dovuto concentrarsi su un qualche argomento di scuola:

“E se fossi io?”

Se fosse stata lei la fortunata?

La ragazza a cui tutti i maschi correvano dietro?

La Veela (le bastava metà di quel DNA per potersi definire a tutti gli effetti “Veela”) che lasciava a bocca aperta e incantava.

Perché Fleur?

Perché Fleur e non lei?

Cosa le mancava, in fondo?

Aveva anche lei, come la sorella, capelli biondi e lisci e occhi azzurri straordinariamente belli. 

Aveva anche lei un bel fisico che, nonostante la giovane età, faceva già sospirare qualche ragazzo del suo corso (che lei considerava comunque, nella sua innocente visione del mondo, immaturi e volgari).

Che cosa le mancava, per poter ottenere quella celebrità, quell’aura di perfezione che tutti attribuivano a sua sorella?

Cos’è che Fleur aveva più di lei?

Forse quel poco di seno che la rendeva più desiderabile agli occhi dei ragazzi?

Forse quella grazia che era insita in ogni suo movimento e in ogni sua parola?

Forse semplicemente la sua bellezza, così classica, tanto diversa dalla bellezza esotica di cui molte ragazze erano dotate, la bellezza di una statua greca (un cliché che perdura da secoli, l’ideale di donna bionda e con occhi azzurri, ma che mai ha stancato), la bellezza dei suoi occhi capaci di lanciare stilettate ma anche dolci sguardi amorosi?

Forse, Gabrielle era semplicemente la sorella piccolina della “grande” Fleur: solo una sua proiezione, un’ombra della VERA Fleur, che come ogni ombra che si rispetti, resta inosservata fino a quando non arriva un raggio di sole a illuminarla.

Ma quando sarebbe venuto quel raggio, Gabrielle non lo sapeva.

Probabilmente, si diceva, MAI.

NdA: Allora, visto che l'idea del contest sono proprio i personaggi dimenticati, ho pensato "perché non far sentire Gabrielle un personaggio dimenticato, una persona sotto a sua sorella?"
So che si prova a sentirsi inferiori a qualcuno, e non è affatto bello.
Non ho messo un contesto preciso perché non saprei davvero dove collocare la storia.
Credo però si possa inserire durante i primi anni di Gabrielle a scuola con Fleur, quindi più o meno credo i primi 3 libri.