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Autore: Meramadia94    17/08/2013    3 recensioni
E se oltre ai personaggi che gia conosciamo, ci fosse un'altra persona a sapere la verità su Aramis?
E' un piccolo esperimento dove ho riscritto alcuni pezzi di qualche episodio per me significativo con un'aggiunta: Lunette, cameriera di Aramis e sua fidata amica.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aramis, Athos, D'Artagnan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SEGRETI E NUOVI INCONTRI

Dal giorno che Aramis aveva conosciuto Lunette e l'aveva presa con se erano gia passati cinque lunghissimi anni.

Lunette si era letteralmente trasformata in quel periodo.

La bambina magra. smunta e che si spaventava al vedere qualunque persona temendo che le volesse fare del male si era fatta una splendida diciassettenne, in salute,dai lunghi e fluenti capelli castani che di solito teneva legati solo in cima con un fiocco per poi essere lasciati morbidi sulle spalle e dagli occhi ambrati ridenti.

Anche il suo carattere si era trasformato.

Era sempre allegra, solare e gentile con tutti e tutte le persone che aveva incontrato, all'infuori di Rochefort e delle dame che erano accecate dalla gelosia nel vederla sempre in compagnia di Aramis, le volevano un gran bene.

Quegli anni erano passati tra le lezioni di scherma, esercitarsi a leggere e scrivere, occuparsi della casa, accompagnare Aramis a corte, uscite con l'amica Costance e con Jula e in alcune occasioni.... camuffarsi da cameriera di Rochefort per dare ai moschettieri valide informazioni per anticipare le sue mosse per proteggere la regina Anna dai loro complotti poco amichevoli.

Il suo passato alla locanda e il pensiero di quello che sarebbe potuto essere se fosse rimasta con la famiglia d'origine era ormai un ricordo molto lontano, che aveva sotterrato con cura e che per nessun motivo desiderava ricordare.

 

Le due ragazze risero allegre.

''Avresti dovuto vedere....''- disse Costance distogliendo un attimo gli occhi dall'abito da sera che stava ricamando.

Le due giovani cameriere erano entrambe a casa del sarto Bonacieux quel bellissimo giorno di pimavera.

Lunette aveva finito le faccende di casa e con lo studio era sufficientemente a posto, insomma era uno di quei giorni che sembravano fatti apposta per annoiarsi a morte.

In compenso il padre di Costance era pieno di lavoro e quindi aveva chiesto alla figlia di aiutarlo a rimodernare gli abiti che le gentildame della corte gli avevano lasciato, prima di andare a servizio dalla regina e la bionda aveva coinvolto nell'opera di ''restauro'' anche l'amica.

Mentre lavoravano Costance raccontò a Lunette la sua incredibile avventura della sera prima: Rochefort l'aveva rapita per intercettare una lettera scritta dalla regina destinata al suo amore segreto, il duca di Buckingham, e a differenza del rapimento di Lunette stava per riuscire nel suo intento grazie anche all' aiuto di una donna bella ed intelligente quanto pericolosa e malvagia.

Solo l'intervento di un giovane bello e simpatico era riuscito ad evitare il peggio.

''Certo, immagino....''- rispose Lunette ridacchiando, immaginando la scena di Rochefort con un serpente intorno al collo.

Anche se non era presente alla scena, solo il sapere che qualcuno aveva dato a quel tipo una bella lezione era una valida rivincita per quello che le aveva fatto passare anni prima.

''E questo tipo... D'Artagnan.... pensi di rivederlo?''- le chiese.

Costance scrollò le spalle-:'' Mi piacerebbe, non lo nego.... ma non so niente di lui, nemmeno dove cercarlo per ringraziarlo.''

''Non preoccuparti, ho imparato a mie spese che quando ti sei rassegnata ad una situazione il destino ti fa delle sorprese tanto inaspettate quanto gradevoli.''

Costance sorrise-:'' A proposito di sorprese..... quando pensate di uscire allo scoperto tu ed Aramis? E soprattutto.... perchè non ti sei confidata con me?''

Lunette si bloccò di colpo e lasciò scivolare il vestito dalle mani facendolo finire sul pavimento.

Possibile che Costance avesse scoperto che in realtà Aramis era una...

''Come l'hai scoperto, e soprattutto..... non l'hai detto a nessuno vero?''- fece la bruna tremando di paura.

''Come se ce ne fosse stato bisogno.... lo sanno tutti.''

Oh Mio Dio.... pensò Lunette.

''Lo sanno tutti che Aramis non ha occhi che per la sua serva e tutte le fanciulle di buona famiglia sono invisibili ai suoi occhi e che forse, a breve, ti chiederà di sposarlo, anche se non so cosa vi manchi visto che state sempre insieme e vivete assieme...''

Lunette parve rilassarsi un poco, molto sollevata dall'aver frainteso e riprese a respirare.

''Costance, permettimi di dire che queste voci sono infondate: a parte una solida stima, non c'è assolutatamente niente.''- dentro di se pensava-:'' come si vede che le nobili non hanno niente da fare tutto il giorno se hanno la forza e il tempo di pensare a sciocchezze del genere.''

''Scusa, ora devo andare a fare un po' di spesa...''- fece la giovane ripiegando il vestito di seta rossa che aveva appena finito.

Costance le sorrise-:'' D'accordo, ma sappi che quando sarai pronta ad ammettere la verità su questa faccenda, sai dove trovarmi.''

Lunette ci pensò per un secondo e poi le strizzò un occhio come per dire-:''Contaci.''- prima di sparire dietro la porta.

In cuor suo sperva che un giorno avrebbe potuto raccontare all'amica davvero tutta la verità.

Ma per ora, doveva mantenere il segreto.

Dopo aver lasciato Costance, la ragazza aveva girato il mercato in lungo e in largo, sia per fare la spesa sia per calmare il timore residuo che l'aveva attraversata poco fa.

Dopo aver portato a casa il cesto con la spesa, aveva preso un libro ed era uscita di nuovo con Jula.

La giornata sarebbe stata lenta e noiosa fino all'ora di preparare per la cena e quindi, visto che Costance era a servizio ed Aramis aveva un impegno per il quale la sua presenza non era necessaria, aveva deciso di passare la giornata sotto un melo a leggere e a giocare un po' con il suo cane.

Mentre s'incamminava verso la sua meta le campane di Notre dame battevano le tre meno trenta del pomriggio, e stava passando davanti alla caserma quando....

''Lunette!!!!''- la voce e la figura dell'amica Costance la raggiunsero.

E non era sola.

Con lei c'era un bambino sui sette anni, vestito di stracci e senza scarpe, ma sembrava altrettanto preoccupato quanto l'amica.

''Costance?!? Che succede?''- chiese la ragazza.

''Dobbiamo fare qualcosa per D'Artagnan: Aramis e gli altri stanno per...''

In breve, la bruna venne a conoscenza della brutta situazione in cui quel ragazzo stava per venire a trovarsi e che i tentativi dell'amica per convincere i moschettieri a lasciar perdere erano stati del tutto vani.

Anche De Treville si era ritrovato con le mani legate.

''Tu puoi fare qualcosa?''- le chiese il bambino quasi implorante.

''Aramis potrebbe darti ascolto e convincere anche Athos e Porthos a rinunciare....''- ipotizzò Costance.

La ragazza annuì.

Non era così certa che Aramis sarebbe riuscita a convincere gli altri due a desistere ma fare un tentativo non costava nulla.

Sollevò la gonna e si diresse a passo svelto verso il luogo dell'appuntamento, seguita a ruota dagli altri due e preceduta dal cane.

Arrivarono al posto fissato per il duello proprio nel momento in cui Porthos e lo sfidante stavano per sguainare le spade.

''Fermi!!!''- urlarono prima Costance e poi il piccolo Jean.

Lunette si mise in mezzo ai due spadaccini.

''Lunette, cosa stai facendo?''- chiese Aramis non poco sorpresa di vedere la ragazza lì.

''Ho saputo del duello.''- fu la secca risposta:'' Per favore, non fate pazzie....''- nel dir così si voltò verso D'artagnan e fu allora che lo vide.

Sui sedici anni, capelli marroni, occhi azzurri...

Dentro di lei scattò qualcosa.

Ma non sentiva dentro di lei tutto quello che aveva letto nei libri o nelle poesie per descrivere l'innamoramento.

Un vago senso di familiarità.

Sentiva di aver gia visto quel ragazzo....ma non ricordava ne dove ne quando, e mentre cercava di ricordare dove lo aveva potuto conoscere Costance cercava di intervenire a favore del giovane.

Fu allora che la bruna si riscosse e rammentò il perchè della sua presenza.

''Sono certa che qualsiasi cosa lui abbia fatto, non l'ha fatto per offendervi.... o comunque non l'ha fatto apposta.''

I moschettieri parvero rifletterci un poco e alla fine decisero di dare ascolto alle due ragazze.

Sembrava fosse tutto a posto.

Ma poi Lunette vide la sua benefattrice sguainare la spada e nel giro di pochissimi secondi vide la testa di un enorme serpente rotolare vicino ai piedi di Costance e poi Rochefort con due guardie.

La cosa lasciò abbastanza sorpresi sia lei che Athos.

Erano sbucati come dei fantasmi.

E ora stavano accusando i moschettieri di aver infranto la legge asserendo che stavano duellando e a nulla valsero i tentativi di ribattere del trio.

''Rochefort, qui nessuno aveva intenzione di combattere in duello. Aramis ha solo ucciso un serpente che minacciava Costance, se guardate sull'erba troverete le prove di quanto dico.''- fece Lunette indicando il cadavere del serpente, nonostante sapesse che era perfettamente inutile mettersi a discutere con qualcuno che non voleva saperne di sentir ragioni.

''Prima di tutto, nessuno ti ha dato il permesso di parlare. Secondo, ti ricordo che IO rappresento la legge.''- ribadì Rochefort con un tono che tutti trovarono molto arrogante e che interpretarono come un modo carino ed implicito per dire Abuso di potere.

''Ma non può arrestare qualcuno solo perchè le sta antipatico o le va di farlo!''- urlò la ragazza.

Aramis la prese per le spalle e la trascinò a se.

''Lunette, va a casa. Risolveremo questa faccenda tra di noi.'' fece Porthos.

Di lì a poco, malgrado lei e Costance fossero lì per impedirlo, ci sarebbe stata una violenta discussione in punta di spada.

Anche D'Artagnan si dichiarò pronto a combattere al fianco dei moschettieri.

In quel momento si sentì il trottare di un cavallo e i presenti riconobbero nel cavaliere, il capitano De Treville.

Le sicurezze di Rochefort iniziarono a vacillare ma proseguiva nel suo intento.

Del resto non era la prima volta che si scontrava con la testardaggine di Rochefort.

''In tal caso, mi vedo costretto ad arrestarvi per il rapimento della signorina Costance, dama di compagnia di sua Maestà.''

Fu allora che Rochefort sbiancò veramente.

A quanto pare non tutti i servi hanno la stessa lealtà verso i padroni.... fu il pensiero comune di tutti, quando De Treville rivelò da chi aveva ricevuto la soffiata.

Rochefort era scandalizzato dal fatto che il capitano avesse deciso di dar credito alle parole di uno qualunque e non di un conte.

''Decidetevi: pare che Miss Costance abbia qualcosa da dire.''- continuò De Treville.

E non aveva tutti i torti.

La sua amica sembrava star lottando contro se stessa con tutte le sue forze per non dire a quell'essere odioso ciò che pensava di lui.

''Vi consiglio di ascoltarlo, o dovrete fornire alcune spiegazioni, tipo..... come avete fatto ad arrivare al momento giusto mentre stava per essere commessa un'infrazione?''

Rochefort la incenerì con lo sguardo.

''Bada a quello che dici, ti rammento che non sei altro che una serva e i servi devono portare rispetto ai loro padroni.''

''Vero, ma io non lavoro per voi.''- fu la pronta risposta.

''Allora? Cosa avete deciso?''- chiese ancora De Treville con uno sguardo e con un tono che non tolleravano repliche.

Suo malgrado, l'arrogante capitano delle guardie del Cardinale fu costretto alla ritirata con la coda tra le gambe.

Purtroppo non fu l'unico....

De Treville si arrabbiò moltissimo con quel giovane che si era vantato della sua abilità con la spada tanto da sfidare le tre migliori lame francesi e della sfrontatezza con cui intendeva far parte dei moschettieri e pensò bene di dargli una bella lezione di umiltà facendogli spezzare la spada.

Uno schiaffo avrebbe fatto meno male a giudicare dalla faccia del ragazzo.

 

''Scusate, ma non credete che De Treville abbia un po' esagerato stavolta?''- fece la ragazza quella sera mentre serviva la cena alla moschettiera.

Capiva che quel ragazzo era stato un po' troppo arrogante e sicuro di se nell'arrivare a Parigi e pretendere di essere ammesso tra i moschettieri, e che avesse bisogno di una strigliata ma trovava eccessiva la punizione inflittagli da De Treville.

''In effetti, forse è stato eccessivo da parte sua, ma lo sai anche tu com'è fatto il capitano.... ci tiene ad essere chiaro.''

''Credete che per lui non ci sia davvero speranza di far parte dei moschettieri?''

''De Treville era arrabbiato, ma vedrai che una volta sbollita la rabbia rivaluterà attentamente la possibilità di concedergli un'altra chance....ma come mai t'interessa tanto sapere di D'Artagnan?''- chiese Aramis con uno strano sorriso-:'' Non è che per caso ti sei presa una cotta per lui?''

Lunette divenne rossa come un peperone.

Era gia la seconda volta in quel giorno.

''Per la verità..... sento che oggi non è stato il nostro primo incontro, mi sembra di averlo gia incontrato prima.... ma non riesco a ricordare dove.''- rispose la ragazza.

Dopo quello che era successo alla collina era tornata a casa per cucinare e riflettere un po', per capire dove riteneva di averlo visto prima di quel giorno ma inutilmente.

''Credo che avrai molte buone occasioni per indagare, visto che siamo diventati amici.''

Lunette sorrise.

Non tanto per la possibilità di conoscere meglio D'Artagnan o perchè in tal modo avrebbe capito dove si erano visti, ma a volte sentiva il bisogno di frequentare anche ragazzi della sua età oltre ai moschettieri.

 

Ok, questo è un altro capitolo da orrore, mi sa che a rivedere le puntate non sono così brava.... non lapidatemi per favore... 

  
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