Zoe si stava agitando nel suo letto cercando quella bramata, comoda posizione che le avrebbe permesso di addormentarsi. Provava e riprovava,
ma quella notte sembrava che l'insonnia non volesse proprio permettere a Morfeo di raggiungerla.Il materasso sembrava pieno di bitorzoli e
spunzoni, e la bambina si risolvette ad aprire gli occhi alla luce della lampada da tavolo che teneva sul comodino.Non era mai riuscita a dormire al
buio: quell' orribile sensazione che provava nel non sapere cosa c'era oltre il suo naso non riusciva proprio ad ignorarla. Si sentiva intrappolata in
una gabbia fatta di oscurità, mille pozzi d'ombra su di lei. Piena di stanchezza e rabbia Zoe quella notte per la prima volta spense la luce.Ignorò i
tentacoli neri e si stese supina con le braccia conserte, più decisa che mai ad affrontare quella paura del buio che mai aveva avuto il coraggio di
contrastare.

Quando si svegliò il sole non era ancora sorto e poteva vedere attraverso la finestra che la luna si era spostata di ben poco dall'ultima volta che
l'aveva guardata, ma non tentò di riaddormentarsi, invece cercò disperatamente l'interruttore della lampada. L'oscurità la schiacciava, le
toglieva il fiato come se pesasse una tonnellata sul suo petto. Muoveva la mano freneticamente ma non riusciva ad arrivare all'interruttore.
Troppa paura per alzarsi dal letto, o anche solo spostare il corpo di un centimetro. Perchè era buio? Poteva giurare, ancora intontita dal sonno,
che non l'aveva spenta lei la luce. Magari era stato qualche mostro che non aspettava altro che uscisse dal suo nascondiglio di lenzuola per
mangiarla.E chi lo sapeva? Era troppo buio! La bambina cominciò a piangere per la disperazione,convinta che sarebbe morta di lì a un secondo
perchè non riusciva ad accendere la luce. La lampada sicuramente l'avrebbe salvata, non sapeva perchè nè come, ma ne era sicura.

Cosa poteva fare? Cosa poteva fare? Era lì sul letto, immobile tra le lacrime fatta eccezione per la manina che cercava freneticamente la salvezza.
Zoe era arcisicura che la stanza, dietro al velo di buio, era piena di ombre minacciose che le tendevano agguati. Piangeva la povera bambina,
perchè era sola contro tutti quei nemici che strisciavano verso il suo letto. -Mamma!Mamma!- La sua unica speranza era che la mamma arrivasse
e schiacciasse tutte quelle brutte figure. Chiamò ancora e ancora ma la mamma non arrivava. Un pensiero orribile le attraversò la mente: -che
l'abbiano mangiata?- Ma certo, era sicuramente così! Quelle bestiacce l'avevano mangiata,anche papà, ed ora era davvero sola, perchè i suoi
genitori non c'erano più. Il suo pianto, prima scandito da lacrime silenziose e singhiozzi, si trasformò in una scarica di urla infantili. Era sola,
sola contro tutti quei mostri, e la sua famiglia non c'era più.

Improvvisamente la luce si accese, non quella della lampada, ma quella del lampadario. Di bestiacce neanche l'ombra. La mamma era arrivata
e aveva spaventato i mostri con la luce. L'aveva salvata! Non era stata mangiata! La donna corse al letto della piccola e l'abbracciò, un sorriso
rassicurante sul volto. -Hai fatto un brutto sogno?- Un brutto sogno? Forse era vero, ma come si fa a semplificare tutto il suo sconforto in queste
due banali parole? -Sì- si limitò a dire Zoe, pulendosi il naso ancora frastornata. Forse la mamma non sapeva che avevano scampato un grande
pericolo, e che lei l'aveva salvata, ma alla bambina bastava poter farsi confortare dal suo caldo abbraccio, e forse magari, andare a dormire nel
lettone insieme a lei e papà.