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Autore: Sophie_Lager    20/08/2013    4 recensioni
Laurel Lance se n'è andata, Freccia Verde colpisce ancora liberando la città dai criminali e Oliver Queen è più single che mai.
Che cosa può succedere a Katie, ragazza romantica e sognatrice, dopo aver conosciuto Oliver?
***
PAIRING: Katie [nuovo personaggio] x Oliver
RATING: La storia è ancora in fase di stesura, ma sono abbastanza sicura di non spingermi oltre il giallo.
GENERE: Romantico, principalmente. Ma anche un pò di avventura, parlando di Freccia Verde, ci sta.
AVVERTIMENTI: Nessun tipo di avvertimento, credo. Se non che NON vedrete Laurel, in nessuna occasione e per nessun motivo. Sorry.
Forse, e dico FORSE, ci sarà un leggero atto di romanticismo OCC per Oliver, ma essenzialmente lui rimarrà lo stesso, proprio come piace a noi! :3
DISCLAIMER: I personaggi non mi appartengono, né i diritti della serie.
NOTE: Spero che nessuna fan di Laurel mi odi per questo, ma poichè Laurel non ci sarà Oliver si dedicherà a tutt'altra ragazza... E spero che possiate, care fan di Oliver, immedesimarvi in Katie.
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Oliver Queen, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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PAIRING: Katie [nuovo personaggio] x Oliver

RATING: La storia è ancora in fase di stesura, ma sono abbastanza sicura di non spingermi oltre il giallo.

GENERE: Romantico, principalmente. Ma anche un pò di avventura, parlando di Freccia Verde, ci sta.

AVVERTIMENTI: Nessun tipo di avvertimento, credo. Se non che NON vedrete Laurel, in nessuna occasione e per nessun motivo. Sorry.
Forse, e dico FORSE, ci sarà un leggero atto di romanticismo OCC per Oliver, ma essenzialmente lui rimarrà lo stesso, proprio come piace a noi! :3

DISCLAIMER: I personaggi non mi appartengono, né i diritti della serie. 

 

NOTE: Spero che nessuna fan di Laurel mi odi per questo, ma poichè Laurel non ci sarà Oliver si dedicherà a tutt'altra ragazza... E spero che possiate, care fan di Oliver, immedesimarvi in Katie. 

Detto questo, non mi resta che augurarvi buona lettura. E vi aspetto tra le recensioni!
Baci! :*

***

CAPITOLO 5.

"ROUTINE"

 

Passo la domenica sul divano.

Non ho niente da fare, e sinceramente non ho voglia di fare niente.

Il mio cervello si rifiuta di lavorare. La testa mi pulsa, e l'unica cosa di cui ho voglia è un divano comodo, un plaid caldo e un buon libro da leggere.

Steph non fa troppe domande: d'altro canto, altre mie domeniche passate non erano state troppo diverse da questa. Di solito, nel tempo libero leggo, disegno, mi porto avanti con il lavoro o in casi eccezionali esco con gli amici. 

Di tanto in tanto passo del tempo in casa con Steph, ma lei ha altre abitudini: portarsi a letto il ragazzo di turno. 

E questa volta non è diverso. Esce dopo pranzo, diretta non so dove, ma in un luogo che posso intuire, vista l'indecente lunghezza della gonna (o fascia per capelli, dipende dalle prospettive) che indossa. E anche io, come al solito, non faccio troppe domande. E' routine.

Ho deciso di non dire niente a Steph, ne a lei ne a nessun altro. Non potrebbero farci niente. Non so nulla su quei tizi, e comunque sia, è intervenuto il Vendicatore. Lui saprà cosa fare.

Cerco di non pensare a quello che è successo ieri. Il mio corpo ha dei tremiti al ricordo. Se penso che a quest'ora potrei essere ferita, se non peggio, o in qualche buio scantinato… La mia vita è salva grazie all'arciere. Grazie al Giustiziere di Starling City. 

Non voglio sapere come ho fatto ad entrare in casa, come sono riuscita ad arrivare fin qui, e neanche se Steph ha avuto una notte bollente con Tommy Merlyn. Non mi importa niente di tutto questo. La testa che pulsa è l'unica cosa importante.

Forse in questo momento dovrei essere in stato di shock, penso improvvisamente, seduta sul tappeto morbido del salotto, intenta a guardare senza interesse la tv. Forse dovrei essere svenuta. Eppure sto benissimo. Mi sento solo un po' stanca.

Forse succederà domani, quando la mia mente tornerà a lavorare. Forse succederà davvero domani. Sarebbe più prudente prendere un giorno di ferie dal lavoro… 

Ma mi servono quelle ore di apprendistato. Ne ho bisogno. Non posso saltare così, senza un vero motivo. Sono solo stanca. Sono forte, posso farcela. 

Si, posso farcela.

 

 

Quando lunedì mattina esco di casa, come al solito in ritardo, la mia vita è quella di sempre. Non mi sembra possibile di essere stata coinvolta in una sparatoria solo due giorni fa. Sembra che sia stato tutto un sogno.

Forse non sono svenuta proprio per questo: il mio cervello ha rimosso i particolari, i ricordi più vividi e spaventosi.

Seduta in metropolitana, cerco di ripescare i momenti più terrificanti di quella notte, ma non ci riesco. Sono sempre stata brava a rimuovere ricordi spiacevoli. A volte nemmeno ricordo di essere stata in alcuni luoghi o con alcune persone. A pensarci bene, non ricordo neanche di quello stronzo di Oliver Queen. 

Ringrazio segretamente per questa specie di mio dono, che fino a oggi avevo sottovalutato.

 

Quando arrivo alla Gwathmey, faccio un bel respiro. Questo è un lunedì come tanti altri. Non c'è niente da temere. 

Salgo lentamente gli scalini esterni che mi portano all'ingresso, entro nella porta girevole e mi ritrovo nell'atrio.

Saluto Jenna, come sempre al bancone all'ingresso, e mi dirigo agli ascensori.

La Gwathmey è un grandissimo studio di architettura, forse il più conosciuto di Starling City. Lavorare qui vuol dire essere ricchi sfondati, e infatti io non ci lavoro. Sono qui per uno stage che l'università ha offerto ai 50 migliori studenti del secondo anno, e modestamente io ero fra quelli. 

Studiare architettura può essere bello, ma trovare lavoro senza degli stage è praticamente impossibile. Perciò faccio apprendistato qui da ormai cinque mesi. Mi pagano pochissimo, anzi praticamente lavoro gratis, ma devo resistere, tenere duro, perché quando uscirò da qui avrò il 94,5% di possibilità in più per trovare un lavoro. Il lavoro dei miei sogni.

L'ascensore si ferma, e io esco al mio piano. 

Il settimo piano della Gwathmey è dedicato ai ragazzi dello stage. Ognuno di noi ha un bel tavolo da designer, e ognuno di noi è pronto a qualsiasi cosa pur di entrare nelle grazie di uno dei grandi capi della Gwathmey.

Appena entro, mi tolgo la giacca e la appoggio alla sedia. Tutto sembra calmo e tranquillo. Ma quando due mani mi sfiorano il collo, sussulto e sobbalzo sulla sedia, e per poco non inizio ad urlare.

Mi volto, e vedo Luke.

Luke è il classico "bello e dannato": capelli biondi, occhi azzurri, pelle sempre abbronzata e sorriso bianco brillante. Gioca con tutte ma non prende mai nessuna sul serio. Ho sempre avuto una cotta segreta per lui, senza che lui naturalmente se ne accorgesse.

Anzi, a dire la verità è sempre stato un po' stronzo con me: sa che farei qualsiasi cosa per lui, perciò puntualmente mi scarica il lavoro che non riesce a fare in ufficio. Ma è più forte di me, non riesco a dire di no.

«Hei Katie, che bel vestitino che abbiamo, stamattina» mi dice, continuando ad accarezzarmi le spalle, mentre io tento di ignorarlo. In effetti, devo dire che il mio vestito è piuttosto carino: beige, con una gonna corta a ruota e una cintura sottile nera in vita. Naturalmente è stato accompagnato dalle mie immancabili ballerine, perciò non posso dire di essere la classica ragazza sexy che abborda in ufficio. E Luke lo sa.

«Vuoi portarti a letto il grande capo?»

«Come sei spiritoso Luke, stamattina», ironizzo io, senza traccia di sorriso sul viso. Ho detto che ho sempre avuto una cotta per Luke, ma non ho detto di apprezzare il suo carattere. Semplicemente, è il suo aspetto che ti incanta. Non puoi fare a meno di pensare che lui sarebbe il compagno perfetto, con del nastro adesivo sulla bocca.

«Uuuh, siamo scontrose!» Dice lui, spostandosi davanti a me. «Ma Katie, lo sai che ti voglio bene»

«Certo Luke» Rispondo io , alzando gli occhi al cielo. 

La cosa che più mi fa arrabbiare è che lui ha questo comportamento solo con me. Forse perché ha capito che la povera Katie non si ribellerà mai, che è l'unica a dargli carta bianca. 

Quanto mi odio, in certi momenti.

«Lasciami lavorare, adesso. Avrei alcune planimetrie da finire, se non ti dispiace» E con questa frase, chiudo definitivamente la nostra conversazione.

 

La mattinata passa senza che io abbia il tempo di ripensare a ciò che è successo solo due giorni prima. La mia mente sta già iniziando ad annebbiare per bene i ricordi. Adesso non vedo più nitidamente i particolari, e niente è davvero chiaro e realistico. Tutte le scene nella mia testa sembrano più far parte di un film, o di un videogioco. Non della realtà. Non della mia vita.

Per non avere la mente libera neanche un momento, decido di saltare la pausa pranzo e di continuare a lavorare. Alle 17 in punto, il mio lavoro è terminato. Ho lavorato duramente, ma adesso non ho niente da fare. Per una volta riuscirò ad uscire in orario e senza impegni extra per casa. Felice e soddisfatta di me stessa, chiudo il computer, mentre quasi tutto si stanno dando ancora da fare per completare i loro compiti. Metto i miei fogli nella borsa, ma sono troppi perciò ne impilo alcuni da portare a mano. Mi metto la giacca, e prima di uscire controllo il telefono. Ho il pomeriggio libero! Potrei andare a fare shopping. Questo mi distrarrebbe. Avrei proprio bisogno di una borsa nuova…

«Allora, bambolina, cosa hai fatto di bello sabato sera?»

Una voce mi giunge alle orecchie. Lentamente mi volto, e avrei voglia di tirare uno schiaffo a Luke.

Ho passato tutto il giorno preoccupandomi di non pensare a quell'orribile sabato sera, e lui con una frase rovina tutto. Tutto.

«Chiudi la bocca» Gli rispondo, fredda. Sono arrabbiata. Adesso sono ufficialmente arrabbiata.

E me ne frego di Luke.

«Oh, dai! Non voglio davvero sapere cosa hai fatto sabato sera. Era per rompere il ghiaccio! Mi servirebbe un favore, un piccolissimo favore…»

«No»

«Che cosa?» Luke è scioccato, sconvolto perfino. Io prendo la mia roba e mi alzo. Esco velocemente dall'ufficio ed entro in ascensore. Al diavolo Luke.

Ma lui ferma le porte prima che si chiudano ed entra con me.

«Forse non hai capito… Katie, mi serve un favore! Un favoruccio… Non ho finito questa pratica… Il cliente vuole tutto pronto entro domani…»

«Non mi importa, Luke. Non posso sempre essere io a fare il tuo lavoro»

Ecco, finalmente gliel'ho detto. Dopo cinque mesi di torture, Luke Litzinski sa cosa penso.

Lui sembra ancora più sconvolto e arrabbiato.

«Ma io non posso finirlo!» Replica.

«E perché dovrei finirlo io? Sentiamo!» Gli rispondo, a tono. Le porte si aprono e mi avvio spedita fuori.

«Tu sei solo una ragazzina. Non hai nessun ruolo! Potresti darti da fare un po' di più e aiutare davvero chi ne ha bisogno, non credi?» Mi urla.

Questo è troppo. Davvero troppo.

Mi volto, di scatto, e me lo trovo davanti. Lo guardo con disprezzo, temendo di poter scoppiare in lacrime. Chi si crede di essere?

«Luke, vai a quel paese!»

E attraverso l'ingresso, superando con una falcata lo scalino.

O forse no.

Il mio piede si scontra con il marmo della hall, e i fogli che tenevo in mano iniziano a fluttuare senza una meta.

Oh mio Dio. Oh no. Il mio lavoro. Tutto il mio lavoro.

I progetti si spargono sul marciapiede, e io mi tuffo a raccoglierli, ma sono troppi.

«Ah, bene!» Esulta Luke con cattiveria. E se non fossi tanto impegnata, giuro che potrei prenderlo a calci.

Le lacrime iniziano a scendermi. Che cosa ho fatto?

Mi alzo per cercare gli altri fogli sparsi ovunque, ma due mani si avvicinano a me, restituendomi i miei preziosi progetti.

Il cuore inizia a battermi velocemente, ancor prima che io abbia visto a chi appartengono quelle mani.

Alzo gli occhi e mi ritrovo a fissare il volto perfetto di Oliver Queen.

«Katie» Dice lui, accennando un sorriso. «Tutto bene?»

«No, veramente no» Riesco a rispondere. Lancio un'occhiata verso l'ingresso e noto che Luke è ancora li, e ci guarda. Allora mi volto apertamente, e lo fisso con odio. Me la pagherà.

Anche Oliver segue il mio sguardo, e quando incontra quello di Luke, lui scappa: gira sui tacchi e torna in ufficio, probabilmente a terminare il suo lavoro. 

Torno a guardare Oliver, e lui torna a guardare me.

«Posso offrirti un drink?» Mi chiede, Oliver all'improvviso.

Avrei tutte le ragioni del mondo per rifiutare: prima di tutto, ho il viso rigato di lacrime, e il mio aspetto non deve essere dei migliori; secondo, quest'uomo che neanche conosco mi ha abbandonata ad una festa due sere prima.

Ma non ci riesco, è più forte di me. 

Cercando di asciugarmi le lacrime, annuisco. E tutti gli sforzi per non pensare a Oliver Queen svaniscono in un baleno.


***
SPAZIO AUTRICE



Salve!

Mi vergogno un pò a saltare fuori così, dopo tre mesi di assenza, ma ho avuto un pò di problemi. E ho provato il famoso "blocco dello scrittore".

Credetemi se vi dico che ho lavorato a questo capitolo per circa un mese.

Ma sono abbastanza fiera del risultato, anche se forse è un pò noioso... Il prossimo però vi piacerà sicuramente, promesso! ;)

Quindi, che aggiungere?
Mi scuso con tutti voi per l'imperdonabile attesa (questa volta davvero imperdonabile) e spero di poter continuare la FF senza grandi interruzioni...

A presto! (I HOPE)

Un bacio :*


Sophie L

  
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