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Autore: La Dame Blanche    20/08/2013    2 recensioni
Un'altra storia vera: il resoconto delle mie vacanze estive anno per anno; ovviamente non ricordo benissimo i particolari di ciò che successe anni fa, ma TUTTO ciò che ho scritto è la pura verità. Il campeggio esiste, i miei amici sono reali, veramente ci conosciamo da una vita, anche se per la maggior parte di loro ho usato i soprannomi che uso quando ci parlo. La dedico a tutti loro, e al nostro amato campeggio La Vecchia Torre di Gallipoli.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Me, myself and I'
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Memories_   ANNO 2001 E PRECEDENTI
 
Non ricordo nè quando nè come conobbi Julin; della nostra amicizia precedente alla formazione del gruppo ho un unica immagine.
Stiamo camminando evitando ombrelloni e asciugamani, sotto il sole, tutte contente: dopo un'ora di piagnistei mamma di Julin le ha dato il permesso di prendere il cornetto. Soddisfatte di noi stesse, marciamo baldanzose verso il baracchino dei gelati e ci compriamo il nostro bel cornetto. Finalmente in possesso dell'oggetto dei nostri umilissimi sogni, ci allontaniamo pian pianino, impegnate nello scartare il cono senza farci sfuggire nemmeno una scaglia di cioccolato. Mi avvicino per gettare la carta, mi giro verso il cestino, e sento Julin esclamare:

"Ma vaffanculo!"

Sconvolta, mi giro cercando di capire quale calamità naturale possa aver scatenato una tale reazione nella mia amica, e vedo Julin che piange dal nervoso e inveisce addosso a un bambino, il gelato ai suoi piedi, capovolto, come se si fosse tuffato nella sabbia. Il bambino sconosciuto, colpevole di questo crimine incommensurabile, piangendo cerca di riprendersi il pallone, l'arma del delitto, con cui aveva disgraziatamente colpito la mano di Julin. Quella che teneva il gelato.
"Dai, andiamo da tua mamma e le diciamo che ti è caduto, così ne compri un altro" cerco di consolarla.

La beffa che seguiva il danno si era però materializzata a nostra insaputa dietro di noi nella forma della mamma di Giulia; era presente al fattaccio, e aveva anche sentito la reazione di Julin. La conclusione della cosa, quindi, non fu Julin con un nuovo gelato, ma Julin senza gelato e in punizione.
E a me toccò mangiarmi il cornetto da sola.
                                                                                                        *
Mio padre mi costrinse quasi ad iscrivermi a un torneo di beach volley per bimbi, organizzato in spiaggia dal padre di una delle bambine, Elsa.                   Fu così che conobbi Elsa, nel lontano 2001. 
  
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