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Autore: Yoan Seiyryu    22/08/2013    4 recensioni
Sleeping/Hook
Solo il bacio del vero amore può risvegliare Aurora dal sonno eterno, ma non sarà Filippo a salvarla dalla maledizione. Dunque che valore può avere un bacio dissimile da quello più potente di tutti?
Hook dimostrerà alla Bella addormentata che non sempre la magia è la risposta, a volte le persone sono legate da un filo sottile che prescinde dai propri desideri. Entrambi si ritroveranno ad affrontare un'avventura comune, riscoprendo loro stessi e ciò che il Destino ha in serbo per loro.
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Aurora, Filippo, Killian Jones/Capitan Uncino, Mulan
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Lost and insecure... you found me, you found me 
Lying on the floor... surrounded, surrounded 
Why'd you have to wait?... Where were you? Where were you? 
Just a little late... you found me, you found me.
~*~




VII. Anche i pirati sanno amare








Aurora non si sentiva al sicuro. Si trovavano al centro della caverna e da una parte era situato ancora il troll che si era risvegliato con una gran fame. Non aveva idea di come quelle creature si muovessero nella propria casa, ma non aveva intenzione di rincontrarlo di nuovo.
 Hook non sembrava essere afflitto da quei pensieri, piuttosto si mostrava calmo e serafico, come al suo solito.
Discesero le rocce facendo attenzione, spesso il pirata era costretto ad attendere che Aurora lo seguisse, passo dopo passo, per evitare che potesse farsi del male.
Lui era abituato a percorrere strade simili, ma lei era stata abituata a sorvolare sui pavimenti con leggerezza, come una principessa deve esser in grado di fare.
Quando raggiunsero di nuovo la terra polverosa, circondata da grandi rocce, si avvidero che sollevando lo sguardo poterono incontrare un’apertura naturale sul soffitto di pietra, da cui penetravano i raggi del sole.
Essi si specchiavano sulle acque di un lago nero, quasi sembrava melma.
A circondarlo vi erano dei massi lunghi e poco appuntiti, su cui sorgevano delle alghe verdi simili a fili di  capelli. Almeno fu quella la prima impressione che ebbe Aurora, nel vederle.
Entrambi si diressero verso di esso, Hook si chinò per poter sfiorare con la punta delle dita quelle alghe che si amalgamavano tra loro. Aurora invece si limitò ad osservarle, decisamente poco desiderosa di saggiarne la consistenza.
In quel momento si mosse qualcosa al centro del lago, come una lieve onda che fece increspare le acque nere fino ad inumidire i piedi del pirata, che sollevò lo sguardo per comprendere di che cosa si trattasse.
Fu allora che sorse la figura di una donna slanciata, dalle lunghe gambe e rivestita di un abito trasparente che si appoggiava sensualmente alle curve del corpo.
Il suo sorriso era incantevole, la bellezza che possedeva impareggiabile. Persino Aurora fu costretta ad arrossire, rendendosi conto di quanto non fosse all’altezza e non potesse competere con una creatura così perfetta.
Lei era considerata una tra le più belle fanciulle del regno, ma la sua umanità aveva un limite che non poteva valicare.

“Non è una donna in carne ed ossa, vero?” domandò Aurora ad Hook, che aveva già iniziato a perdersi in quegli occhi liquidi e freddi.

“E’ una sirena” sussurrò lui, prima di deglutire a vuoto” qualunque cosa accada, non permettere che mi lasci incantare dal suo fascino” si affidò completamente a lei, ormai assorto da tanta bellezza.

“Ti proteggerò” sussurrò Aurora quasi inconsapevolmente.

I capelli verdi, come le alghe, la avvolgevano fino a ricadere nelle acque scure. Dunque Aurora aveva avuto un’intuizione e esatta, quello che aveva visto era davvero parte di una sirena.
Si rese conto che Hook ormai non era in grado di pensare, totalmente affascinato dalla sirena che si limitava a chiamarlo con lo sguardo.

“Capitano Hook” la voce della creatura risuonò in tutta la caverna come un canto cristallino “tu desideri molte cose a questo mondo. Io so che cosa chiede il tuo cuore, brami ciò che ti è stato portato via” inclinò appena il capo da una parte, sorridendo mestamente “posso darti tutto ciò che vuoi”.

Aurora prontamente lo afferrò per la manica del soprabito, solo leggermente, per capire se sarebbe davvero dovuta intervenire.
Hook non era ancora del tutto convinto, temeva ciò che desiderava e quando realizzò che la sirena prese le sembianze di Milah, ebbe un tuffo al cuore.
Le labbra si schiusero, iniziarono a pronunciare il suo nome come se lo stesse baciando. Milah era lì davanti a lui, lo chiamava, lo invitava ad avvicinarsi e a ricordare i momenti trascorsi insieme.
Le sirene erano in grado di leggere nella mente degli uomini, appropriandosi di tutto i loro ricordi.
Aurora poteva vedere cosa stava accadendo, ma non riusciva a venirne a capo.
La sirena si era trasformata in una donna alta, dai lunghi capelli neri che ricadevano morbidi sulle spalle e dagli occhi profondi come il mare. Il suo sorriso era solare, pieno di vita. E non solo, sembrava proprio che Hook non riuscisse a staccarle gli occhi di dosso.
Senza rendersene conto, le sfuggì la presa su di lui, che aveva iniziato ad avanzare calpestando le acque nere del lago.
Poco a poco veniva inglobato dall’oscurità, le labbra si erano schiuse per l’incredulità e gli occhi erano limpidi di lacrime.

“Killian” sussurrò la sirena, aprendo appena le braccia per accoglierlo “Killian Jones, se mi seguirai, potrai avere tutto questo e molto altro”.

“Non andare da lei!” alzò la voce Aurora, cercando di recuperarlo, immergendosi anche lei nelle acque. Avvertì l’improvviso freddo che emergeva fino alle caviglie, i piedi nudi calpestarono pietre ed alghe.
“Chiunque sia è solo un’illusione, finirai per farti uccidere!”.

Ma Hook non riusciva ad ascoltarla, la sua voce era troppo lontana. Milah era reale, si trovava proprio lì davanti a lui, come poteva tirarsi indietro? Si sarebbe crogiolato nell’illusione per tutta la vita, che importanza avrebbe avuto? Nessuno avrebbe pianto la sua assenza.
Gli occhi si empirono di lacrime quando giunse fin davanti a lei, che le tese le braccia per poterlo accogliere per sempre, trascinandolo negli abissi.
Aurora tentò invano di svegliarlo da quell’incanto, ma era come se le sue parole non potessero raggiungerlo, la sirena era riuscita a catturare ogni sua sensazione.
Dunque non poté che prendere in mano la situazione, gli aveva detto che l’avrebbe protetto e non si sarebbe tirata indietro. Prima che i due potessero sfiorarsi, sfilò la sciabola dalla guaina attaccata alla cintura di Hook e si spinse in avanti conficcando la lama nello stomaco della sirena.
Le labbra di Milah si schiusero, inorridite, mentre il sangue iniziò a scivolare sul mento. Aurora non poteva credere di aver fatto una cosa simile, tanto che perse immediatamente la presa sulla sciabola e si ritirò portando le mani al petto.
L’incanto fu spezzato, la sirena tornò ad assumere le proprie sembianze ed Hook non fu più soggiogato al suo volere.
Stava per attaccarli, sfoderando le unghie acuminate delle mani come ultimo confronto, ma il pirata tornato cosciente estrasse la sciabola dal corpo di lei e le tagliò la testa in una sola mossa.
Rimase in quella posizione di attacco con un leggero ansimo, ancora turbato da ciò che aveva visto. Le lacrime agli occhi furono prontamente prosciugate, soprattutto perché Aurora si trovava dietro di lui, ancora tremante di paura.


“Sei stata molto brava” accennò ad un mezzo sorriso “mi hai salvato la vita. Forse non sei solo una principessa viziata” disse in tono più confidenziale del solito, rinfoderando l’arma.

Aurora non pronunciò alcuna parola. Era la prima volta che utilizzava un’arma vera e propria. Era la prima volta che colpiva qualcuno per ucciderlo, anche se in questo caso si trattava solo di una creatura, era comunque un essere vivente. Si ritirò dalle acque in fretta, per timore di vederne delle altre. Hook la inseguì prontamente fino a ritrovarsi sulla riva rocciosa e fu allora che la afferrò per un braccio, facendola fermare.
Le circondò la vita con le braccia, appoggiando il mento sulla sua spalla, mentre i capelli di lei gli accarezzavano il mento.

“Questa è la vita, Aurora. La morte ne fa parte e non potrà mai essere trattata come qualcosa di diverso. Il sacrificio di uno, varrà la salvezza di un altro” le sussurrò all’orecchio, accarezzandole il collo con l’uncino.

Lei continuò a non dire neppure una parola, la confusione era eccessiva e i tremori alle mani aumentavano sempre di più.
Sciolse la presa della sua mano sulla vita, sfuggendogli completamente e voltandosi verso di lui, per guardarlo negli occhi. Aveva preso il suo momento di egocentrismo, si era mostrata debole e aveva concluso, non vi era bisogno di insistere con quella storia.

“Ho le mani sporche di sangue, che sia quello di una creatura soprannaturale o di un essere umano, fa lo stesso. Non si dovrebbe uccidere per salvare una vita” sussurrò. 

“Non puoi vivere perennemente nella tua innocenza, Aurora. Devi crescere se in futuro vorrai governare un regno intero” rispose Hook.

Aurora preferì non continuare, di certo quella notte avrebbe avuto incubi tremendi, come era ormai abituata. Ma c’era qualcosa che desiderava sapere, doveva insistere per capire.

“La sirena ha preso le sembianze di qualcuno a cui tenevi molto, non è così?” domandò senza preoccuparsi di poter entrare in affari che non la riguardavano affatto.

Hook sviò lo sguardo altrove, quella era la sua più grande debolezza ed ogni volta che la memoria di lei gli affiorava alla mente c’era qualcosa che si smuoveva in lui.

“Era la donna che amavo. Mi è stata portata via dal Coccodrillo. E’ morta davanti ai miei occhi, senza che potessi fare nulla per lei” scrollò le spalle, aumentando la distanza tra loro. Quando l’aveva tenuta così vicina a sé aveva avvertito un lieve tepore all’altezza del petto, se ne era sentito riscaldato.

Aurora si voltò, incredula per quello che aveva sentito. Un pirata poteva amare? Quello era ciò che i suoi occhi domandavano. Ma non poteva davvero arrivare a pensare una cosa simile. Hook era un uomo con un cuore e lo aveva dimostrato durante tutto quel viaggio, non aveva bisogno di altre dimostrazioni.
Dirgli che le dispiaceva sarebbe stato patetico, Aurora era dotata di una grande dignità e intuiva che lui non desiderava alcuna compassione.

“Incredibile vero”- una risata grottesca gli uscì dalle labbra “Un uomo disonesto come me era in grado di provare amore. Forse mi avrebbe trasformato in un uomo migliore, forse semplicemente non ero destinato a diventarlo” sussurrò fino ad allontanarsi, lentamente, volendo sfuggire dallo sguardo che lei gli stava rivolgendo.

“Tutti sono in grado di amare, Killian. Persino tu” rispose semplicemente lei, finché qualcosa non sorvolò sopra le loro teste.

Incontrarono entrambi delle ali d’argento che battevano freneticamente verso l’alto, muovendosi in cerchio per coprire i raggi di luce che penetravano nella caverna.
Era il falco che aveva guidato Hook da Aurora, la guida che aveva perduto una volta entrato nella Foresta Proibita.
Il pirata non ebbe alcun dubbio, dovevano seguire le sue indicazioni. Afferrò la mano di Aurora
 per potersi allontanare dal lago nero, dimenticare ciò che era accaduto e dirigersi dove il falco voleva portarli.







Aurora  osservava annoiata quel che accadeva intorno a sé. Sospirava con gli occhi, nessuno si curava della sua noia. Era risaputo che le principesse si annoiassero di frequente.
Una delle fate l’aveva accompagnata durante il viaggio di ritorno al Palazzo, per essere certa che non le accadesse nulla.
Quando entrarono tra le mura cittadine, la vita quotidiana degli abitanti prese improvvisamente vita, come un quadro animato.
Aurora si guardò intorno, osservando la libertà dei bambini della sua età che correvano da una parte all’altra, giocando ad inseguirsi. Lei non aveva mai provato una sensazione così liberatoria.
Viveva perennemente chiusa nel suo mondo, a distanza da chiunque potesse avvicinarsi. Avere amici era impossibile, parlare con qualcuno che non rientrasse nella corte reale era proibito.
Non era ciò che desiderava. Piuttosto le sarebbe piaciuto danzare nei giorni di festa, accanto alle fanciulle che formavano circoli intorno al fuoco.
Concederle un gioco simile era eccessivo, i suoi genitori non desideravano che incorresse in alcun pericolo.
“Perché c’è tanta povertà?Non è giusto” sussurrò mentre guardava gli abiti malridotti delle bambine che giocavano intorno alla fontana della piazza.
“Sono molte le cose ingiuste, principessina” sorrise la fata, scrollando le spalle “il vostro regno è uno tra i più ricchi, ma è naturale che vi siano persone povere”.
La risposta non la soddisfaceva affatto, era così semplicistica e banale, ciò non spiegava quella situazione.
“Se è uno tra i più ricchi allora non dovrebbero esserci queste problematiche. Vorrei poter dare una mano. Ho tanti vestiti che non indosso mai, potrei regalarli, no?” sorrise all’idea di far felice qualche bambina della sua età.
La fata scosse velocemente la testa.
“Le stoffe dei vostri abiti, principessina, sono inestimabili. Finirebbero per venderli e guadagnarvi dell’altro, sarebbe un vero e proprio spreco”.
Aurora continuava a non comprendere che cosa vi fosse di sbagliato nel suo modo di pensare. Forse non era quello il modo adatto per approcciarsi al popolo?
Cosa doveva fare per eliminare la povertà? Sbuffò, questa volta non con gli occhi.
“Un giorno potrei conoscere qualcuno di diverso, qualcuno che non abbia una corona sulla testa. Qualcuno che abbia vissuto davvero. Un pirata, magari!” scherzò Aurora, ridendo di se stessa.
Aveva letto così tanti libri a riguardo, per riempire le sue giornate così vuote. Avventure dei pirati, degli eroi più sensazionali  al mondo, di cavalieri senza macchia e senza paura, ma che si erano costruiti il proprio destino da soli.
“Un pirata? Non ditelo nemmeno per scherzo, Aurora!” la rimproverò immediatamente la fata, corrugando le sopracciglia con fastidio.
Subito Aurora spense il sorriso, tornando a guardare fuori dalla carrozza, desiderando di trascorrere almeno un giorno tra le persone normali.
“Forse i pirati non hanno un cuore?” domandò ingenuamente.
“Mancano di onestà e l’onestà è ciò che dobbiamo preservare. Depredare, portare il caos in intere città portuali, devastare i mari con la loro furia. Questo è ciò che fanno, chi può avere un cuore se si comporta in questo modo?”.
Aurora sospirò, quasi delusa. Per un attimo aveva sognato di sorvolare oltre la sua immaginazione, spiegando le vele e sollevando l’ancora, attraversando il mondo intero a bordo di una nave.
Ma le responsabilità erano troppe, lei era una principessa, non una bambina qualunque.

 



 
 
 
 
“Perché stiamo seguendo un rapace?” domandò Aurora, riprendendosi da quel ricordo che le giunse improvviso alla mente.

“Credo che voglia indicarci la strada. E’ grazie a lui se ti ho trovata” le sorrise Hook, facendole spazio per lasciarla passare.

Attraversarono il lago nero fino ad arrivare ad un varco poco illuminato, non si riusciva a vedere nulla, il falco era planato fin lì percorrendolo completamente.

“Era destino che mi trovassi” tentò Aurora, motivando quell’incontro fortuito “in ogni caso, non sono certa di voler attraversare un cunicolo del genere.  E se qui vi abitassero altri troll?”

Hook scrollò le spalle, affatto impaurito.
“Ne affronteremo degli altri, non ci sono altre vie di uscita, inoltre non sento nessun odore sgradevole” provò ad annusare l’aria, i troll erano riconoscibili anche a lunga distanza, persino per un olfatto poco sviluppato.

Aurora non poté aggiungere altro, per il momento avrebbe dovuto seguirlo, dunque si intrufolò nel cunicolo fiduciosa.
Da quando aveva intrapreso quel viaggio si sentiva molto più a suo agio con se stessa, avvertiva qualcosa di nuovo che la faceva sentire più matura e forte.
In solo pochi giorni aveva visto e affrontato più cose che in un’intera vita trascorsa al Palazzo, a corte.
Non era stata un’avventura semplice da affrontare, con tutte quelle scomodità che continuavano ad infastidirla, ma avere accanto qualcuno che si mostrava sempre estremamente sincero la facevano sentire come una persona nuova.
Era cambiata molto. Se prima credeva fermamente nei propri sogni, ora poteva vivere nella realtà, senza sfuggirne di continuo.
Quando scivolarono giù dal cunicolo, finirono per cadere bruscamente su una terra polverosa e calda, davanti a loro si stanziava un fiume colmo di lava che correva lento in discesa.
Nessuno dei due osò pronunciare una sola parola, da quando erano entrati in quel posto non avevano fatto altro che incontrare peripezie ed entrambi desideravano solo uscire all’aria aperta, sani e salvi.

“Non muoverti, per ora è meglio rimanere nascosti” sussurrò Hook, indicandole un masso abbastanza grande che si poneva come scudo davanti al fiume di lava.

“Nascosti da cosa?” gli domandò, ubbidendo senza battere ciglio, ritrovandosi accanto a lui.

“Temo che questo posto non sia adatto a due viaggiatori esterni, Aurora. Il tuo spirito dell’osservazione va migliorato, prova ad alzare gli occhi” sussurrò lui, alzando la testa.

Quando entrambi rivolsero lo sguardo verso l’alto, incontrarono enormi figure troneggianti nei cunicoli rocciosi. Silenziosi osservavano verso il basso, chiusi nelle proprie ali nervose.
Sembravano delle statue, ma quando uno di loro uscì dal suo nascondiglio, Aurora comprese che si trovavano nella dimora dei draghi.
Nonostante il battito delle grandi ali, non producevano alcun rumore, rimanevano tranquilli ad osservare che tutto fosse al posto giusto e che nessuno si fosse intrufolato nel loro nascondiglio.

“E ora come ce ne andiamo da qui?” domandò Aurora in un mormorio confuso “Il tuo falco è sparito, non è stato affatto una buona guida!” sospirò, ormai convinta che non avrebbero avuto alcuno scampo.

“Forse è stato abbrustolito da un drago” cercò di sviare la situazione Hook, facendo del sarcasmo. Ma Aurora non era affatto dell’umore per stare al gioco.

La loro conversazione fu interrotta da un rombo inferocito che proveniva dall’altra parte della caverna, un’improvvisa ventata di fuoco finì per inglobare il fiume di lava, tanto che per un attimo furono costretti a chiudere gli occhi per quell’improvviso calore.
Quando riuscirono a riaprirli, si resero conto che era appena iniziata una lotta tra draghi. Uno di loro, dalle lunghe ali nere, ne stava inseguendo uno a dir poco particolare.
Le squame erano violacee e aveva due teste anziché una, ma l’impressione che ne dava non era affatto di spavento, sembrava quasi ridicolo agli occhi degli esterni.

“Che succede?” chiese ancora Aurora, completamente estranea ad un mondo così pericoloso.

“La casta dei draghi è molto ristretta, lottano spesso per ottenere la supremazia” le spiegò brevemente Hook, per poi decidersi a fare qualcosa “approfittiamo di questo momento  e cerchiamo di superare il fiume, lì c’è un passo che possiamo prendere”.

“Cosa? Ma Killian, non ti rendi conto di quello che…” non le diede il tempo di rispondere, le tappò la bocca per farla zittire e la afferrò per il polso, così da trascinarla via dal luogo in cui si erano nascosti e dirigersi sulla riva infuocata del fiume.

I draghi continuavano a lottare tra loro, ma soltanto il più grande e maestoso sputava fuoco, l’altro dalle due teste non riusciva a primeggiare e sembrava esausto, quasi spaventato.
Quando Hook ed Aurora iniziarono a percorrere la strada di pietre, credendo di non essere visti, tutti gli altri draghi si risvegliarono ed uscirono allo scoperto.

“Che ti avevo detto!” al quel punto Aurora si lasciò sfuggire un grido di paura, nel constatare quanto la morte le stesse camminando davanti.

“Ti sembra il momento adatto per rimarcare una cosa simile?!” esclamò Hook, improvvisamente esagitato.

Alcuni draghi avevano iniziato a planare verso di loro, ormai immobili che per un attimo finirono abbracciati. Aurora si nascose tra le braccia di lui, per non guardare quello che sarebbe accaduto. Hook, che non si aspettava una reazione simile, si sentì in dovere di proteggerla con il suo corpo, anche se non sarebbe servito poi a molto quando li avrebbero sbranati entrambi.
Quando la fine sembrava ormai per essere vicina, il drago dalle due teste abbandonò lo scontro e planò verso di loro, afferrando entrambi con le zampe posteriori e sollevandoli in aria per fuggire via dall’imminente pericolo. 







// Nda:

Salve a tutti! ^^ Intanto grazie come sempre per continuare a seguire la storia, soprattutto per pazientare così tanto riguardo al ritmo della fanfic. Dal prossimo in poi ci saranno diversi eventi che non arresteranno la narrazione, quindi il ritmo dovrebbe procedere più velocemente e sarà più incalzante. Ho stimato almeno una quindicina di capitoli per concludere la storia, insomma la parte interessante arriverà dal capitolo IX soprattutto. 

Vorrei poi segnalarvi un'altra storia sulla coppia Sleeping Hook dell'autrice Ally M.: "Never let me go" (
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2058498&i=1). 
In più, visto che di Hook non ne abbiamo ami abbastanza, vi segnalo anche una Ariel Hook dell'autrice Lilyachi:"The Little mermaid" (http://www.efpfanfic.net/viewstoryv.php?sid=1734703). 
   
 
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