Le cose che non ti ho detto
(e sarebbe stato meglio se non l'avessi mai fatto)

31 ottobre 1979

James fece capolino dalla porta della camera da letto della piccola villetta nel centro di Godric's Hollow in cui viveva con Lily dal diploma, negli occhi un accenno d'impazienza.
“Cazzo, Lily! Sei pronta per questa dannata festa? Sirius mi ha chiamato allo Specchio già sette volte e—” abbaiò, stringendo gli occhi e sventolando per aria un vecchio specchio dalla cornice sbeccata in più punti; le parole gli morirono in gola, la bocca gli si spalancò comicamente dallo stupore, la saliva si seccò e le pupille gli si fecero settordici volte più grandi.
Lily lo squadrò in cagnesco per un istante, prima di rivolgere nuovamente lo sguardo allo specchio, controllando per l'ultima volta che il corto abito di velluto nero la fasciasse perfettamente. Una non proprio casta giarrettiera di pizzo spuntava appena da sotto la gonna, mentre il voluminoso cappello blu notte a falda larga, scelto apposta per l'occasione, le finì davanti agli occhi per quella che era ormai la trentordicesima volta. La giovane donna sbuffò, risistemandoselo al meglio.
Una scaltra risatina proveniente dall'ingresso la costrinse ad alzare lo sguardo, sebbene di malavoglia.
James, a braccia conserte, la fissava – un barlume di pura maliziosità impresso nelle iridi nocciola.
“Sentiamo, quale personaggio mostruoso dovresti impersonare? Una strega? Mille punti per l'originalità, Evans.” commentò il mago, ghignando e avvicinandosi impercettibilmente a lei; Lily lo fulminò, sguainando all'istante la bacchetta e puntandogliela contro.
“Sono una strega sexy. Chiudi il becco. Piuttosto, tu da cosa saresti travestito, eh?” ribatté lei sarcastica osservando con aria critica il semplice abbigliamento di James, il quale indossava una camicia bianca sbottonata per metà ed un paio di jeans scoloriti.
“Un mago sexy. Non ho bisogno di nessun costume, per esserlo.” soffiò orgogliosamente James, gonfiando il petto ed abbracciando di slancio la ragazza, che non tentò minimamente di divincolarsi.
“Uhm, forse no...” concordò Lily sorridendogli genuinamente, già dimentica dell'irritazione di poco prima. Si fece più vicina al volto di lui. “Giusto perché tu lo sappia, ho in mente di fare qualcosa in cui i vestiti non servono affatto.” soffiò, strappando la camicia di dosso a James con foga.

Quel canide pulcioso di Sirius, dopotutto, avrebbe potuto aspettarli.

15 anni e nove mesi dopo

“Questa è la storia del tuo... del tuo concepimento!” tuonò con voce baritonale un Sirius Black alquanto sbronzo, strattonando il figlioccio per un braccio e facendo ondeggiare pericolosamente il contenuto trasparente del suo calice d'argento, mentre tossicchiava distrattamente per schiarirsi la voce. “James e Lily non shi scusciarono... mai... con me... p-per avermi tirato pacco, quell'Halloween... una brutta, bruttissima stroia...” biascicò sempre ancorato alla spalla di Harry, il quale si guardava disperatamente attorno in cerca di un qualcosa di abbastanza duro con cui prendersi a sprangate.
L'intero salotto del numero 12 di Grimmauld Place, nel mentre, era sprofondato nel più totale ed imbarazzato silenzio.
Fred e George si scambiarono occhiatine divertite ed ammirate, prima di esplodere in una fragorosa risata che risvegliò il ritratto di Walburga, la quale prese a strillare come se non ci fosse un domani.
Remus Lupin, rintanato nel cantuccio più vicino al caminetto, annuì con aria grave, prima di affondare il volto tra le mani, scosso dal riso e dai violenti singulti dovuti agli effetti collaterali del Whisky Incendiario che si era tracannato. Hermione fulminò tutti e quattro con uno sguardo inceneritore degno della McGranitt, poi pose lo sguardo sconsolato sull'esile figura di un Harry assai rosso di vergogna il quale, la bocca assurdamente spalancata, stava inutilmente tentando di mettere assieme una frase sensata, mentre il suo sguardo fissava desideroso il mattarello in legno massiccio che l'elfo Kreacher, accorso per curiosare, brandiva tra le mani rugose.
Ok che aveva sempre desiderato sapere qualcosa di più sui suoi genitori, ma... diciamocelo, a tutto c'è un limite.
Fu seguendo questi pensieri che Harry, dopo essersi liberato con uno strattone dalla presa del padrino (che era collassato a terra iniziando a ronfare come un drago), si tuffò contro il muro di Grimmauld Place. Di testa.

Lilies' corner: Le sento, le maledizioni che mi state spedendo #sapevatelo
Mi prude il naso. E quando mi prude il naso significa che qualcuno sta pianificando la mia morte.
Nah, non è vero, me lo sono appena inventato.
Comunque.
Il mio cervello ha combattuto per due ore con se stesso per decidere se pubblicare o no questa... questa... questa MERDA.
Ma amen, è fatta. Ultimamente mi diverto a scrivere stupidate.
Credetemi, è questa la vera me.
* VANTATI #MIRACCOMANDO *
Quella era la mia coscienza. Ssh. Zitta coscienza.
In realtà non sono la romantica, riflessiva e tormentata Lilies che trovate nelle mie one shot fluffose.
Nah.
Dite “mongoplettica” e BAM, compaio io.
Cercate nel vocabolario 'Veronica'. Troverete una carrellata di aggettivi simili a quello sopracitato.
Bon, la smetto.
Vi annoio, lo so.
Vi faccio anche pena.

Tornerò presto (meglio di no).