Fanfic su artisti musicali > Demi Lovato
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Autore: JemiPerSempre    22/08/2013    2 recensioni
Non mi è stata donata una vita molto facile, ma è stato proprio nel momento più buio che una luce è apparsa davanti ai miei occhi.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2:

Selena era seduta al tavolo della mensa da sola. Nick non era ancora arrivato. Aveva lo sguardo fisso sul piatto ancora intatto, era triste. Non riuscivo a vederla così e mi decisi a chiederle: -Brutta giornata oggi?-.
-Ehm… no, è… è tutto ok!- prevedibile.
-Sel ti conosco fin troppo bene per pensare che tu stia “ok” come dici tu. A me puoi dire tutto, lo sai!- le dissi prendendole la mano.
-Nick… credo di provare qualcosa per lui ma…-
-Ma lui pensa solo a divertirsi.- Continuai il discorso. Lei abbassò lo sguardo.
-Oh oh, c’è aria di problemi… Che è successo?- chiese Nick sedendosi accanto a lei. Le diede un bacio sulla guancia.
-Uhm niente… Sel si sente poco bene! Sai com’è esagera la mattina con le frittelle che prepara la madre.- Dissi ridendo. Mentivo ma era l’unica cosa da fare. Non potevo credere che la mia migliore amica si fosse innamorata del suo pericolo vivente. L’avrebbe potuta trattare come tutte le altre: come si suol dire “una botta e via” rovinando la loro amicizia. Avrebbe sofferto di più. Nick non è un cattivo ragazzo, lo conosciamo da tantissimo tempo ma non è il principe azzurro che tutte le ragazze vorrebbero.
Egli rise e poi abbracciò Selena dicendole: -Non cambi mai Selly!-. Ella sorrise. Ecco come con così poco si possa rendere felice una donna innamorata e cieca. Al pensiero sorrisi anch’io e dissi: -Ok adesso però andiamo: sapete com’è la mia professoressa di fisica e se non arrivo in orario è capace d’interrogarmi il primo giorno di scuola.-. Ci alzammo e percorremmo il corridoio. Rimasi sola per raggiungere l’aula ma poi qualcuno mi chiamò: -Signorina Lovato posso rubarle qualche minuto?-. Il prof di musica. Ancora lui? Ma che altro voleva dalla mia vita dopo avermi resa ridicola davanti a tutti? Ammetto però che non mi dispiaceva poterlo guardare in quegli occhi cioccolato una nuova volta. Quindi mi voltai verso di lui ed entrammo nella classe ancora vuota.
-Mi chiedevo se oggi pomeriggio fosse disposta ad incontrarci a casa mia.- mi disse. Dopo decimi di secondo riprese a parlare:-Non fraintenda: per la scuola.-. Mi sorrise. Aveva dei denti bianchissimi ma ripetevo a me stessa di ritornare in me: era il mio prof di musica e non potevo comportarmi così.
-Ehm non credo sia il caso…- dissi distogliendo lo sguardo.
-Vede… Prima ascoltavo attentamente la sua voce e ne sono rimasto incantato, credo che lei abbia un dono e una vocazione per il canto. Mi ha rabbrividito.-. Ero imbarazzata, estasiata per il complimento, ma imbarazzata.
-Signorina Lovato mi può spiegare cosa ci fa nell’aula di musica durante la mia ora?-. La voce di quella dannata professoressa mi scosse. E ascoltiamoci pure la sua ramanzina con graaande interesse!
-Professoressa mi scusi, è stata colpa mia: mi sono permesso di chiamare la ragazza per riferirle alcune cose sul suo conto.- disse Mr. Jonas in mia difesa. Mi stava davvero difendendo?
-E non poteva aspettare il termine dell’orario scolastico?- domandò la professoressa infastidita.
-Era una cosa importante! Come lei ben sa oggi il mio orario è ridotto e quindi sarei uscito prima!- rispose lui. Si mi stava realmente difendendo, stava litigando con una sua collega per difendermi!
-Avrebbe dovuto attendere!-
-Oh bene… Ecco come li accogliete i nuovi membri in questa scuola!-
-Attento Jonas! Io non perdo niente a lamentarmi con il preside del suo comportamento inaccettabile e non credo che egli preferisca un “nuovo membro” come dice lei ad una professoressa come me.- affermò quella lurida, viscida-
-Signorina Lovato con me in classe, interrogata su tutto il programma dello scorso anno. A presto Joseph!- riprese lei con un sorriso finto. Lo guardai per un attimo non so se dispiaciuta per il rimprovero che si era preso o arrabbiata per quello che mi avrebbe atteso.
 
Tutti e tre camminavamo verso l’uscita. Un primo giorno davvero INDIMENTICABILE! Ho cantato davanti a tutta la mia classe, ho ricevuto dei complimenti da quel stra-figo di professore che mi ritrovo e sono stata torturata da quella di fisica. Sul serio non lo dimenticherò mai.
Qualcuno dietro di noi si schiarì la voce. Ci voltammo: lui. “Se continua così penserò che mi stia corteggiando” pensai ingenuamente. Lui poi disse: -Ehm… Scusate il disturbo. Demi, vieni con me?-.
“WHAT THE FUCK?” pensai. Mi aveva chiamata per nome, anzi abbreviato, mi aveva dato del tu e voleva che andassi via con lui. Non capivo neanche dove dovessimo andare. Poi però capii: a casa sua, a non so che fare, da SOLI. Almeno credevo… Infatti, arrivati nella sua villa di Toluka Lake, parcheggiammo l’auto, entrammo in casa e c’era una donna. Rimasi sconvolta. Chissà di che mi ero illusa. Aveva i capelli castani, fluenti ed un viso davvero fine ed un corpo che sembrava una modella. Bellissima, come lui d'altronde. Egli ci presentò: Ashley si chiamava. Ci dirigemmo poi verso una stanza. Vi erano un pianoforte, una chitarra, un microfono ed alcuni fogli sparpagliati. Dovevano essere degli spartiti. Ci sedemmo sugli sgabelli e gli domandai: -Prof, adesso mi può spiegare il motivo di questo incontro?-. Ed egli rispose sorridendo, con quel sorriso meraviglioso: -Per iniziare, dammi del tu. Per te sono Joe. Non siamo a scuola e comunque non mi piace molto l’idea di farmi parlare in quel modo freddo da ragazzi poco più piccoli di me… Il motivo di tutto ciò è che io credo che tu debba sfruttare la tua voce, il dono che Dio ti ha mandato. Potresti fare carriera ed io voglio aiutarti!-.
Risposi intimidita: -Uhm professore…-. Mi guardò con un sopracciglio alzato e poi ripresi titubante: -Joe… Io non credo di avere questa gran voce. Ok, so canticchiare e buttare giù qualche parola su un foglio ma-.
Mi interruppe dicendo: -Demi tu non sai canticchiare! Su hai una voce meravigliosa, devi ammetterlo ed essere sicura di te stessa… E quelle parole non sono semplici “parole buttate su un foglio” ma sono parole profonde.-. Qualche secondo di silenzio con me che fissavo in basso e riprese: -Sta mattina stavo per commuovermi e avrei voluto sentirti ancora, forse per ore, giorni! Demi fidati di me!-. Incrociammo lo sguardo quando appoggiò la sua mano sulla mia e… sentivo il cuore battere forte come se mi uscisse dal petto. Non avevo mai avuto una reazione simile e credo che avrei potuto benissimo rimanere così per il resto della mia vita… lì, in quel paio di metriquadri, con di fronte un uomo dagli occhi profondi… mi sentivo protetta, una volta nella mia vita, la PRIMA della mia vita.
 
Si fece sera in un tempo che mi sembrava una frazione di secondo e avevamo iniziato a comporre qualcosa. Ero davvero felice!
Mi accompagnò a casa… quella di Sel. Mi feci aprire il cancello per non far avere alcun sospetto. Salutai per un attimo la mia amica, il tempo che l’auto frecciasse via ed uscii dall’abitazione. Era già troppo tardi e dovevo tornare da mio padre, in quell’abitazione… quella che era veramente casa mia.

ANGOLO AUTRICE:
E rieccomi qui con un nuovo capitolo per voi! Ci stiamo avvicinando pian piano al "succo" della storia, ma ci sono ancora tante cose da scoprire!
Spero vi sia piaciuto questo capitolo e COMMENTATE perchè mi piacerebbe davvero tanto sapere il vostro parere a riguardo. Ovviamente accetto anche le critiche e se ci fossero cercherei senza dubbio di migliorare.
A presto,
Lara <3
   
 
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