Capitolo Sesto
Vendetta
-
Shepard. Mi hai rubato la sedia.-
Non
le serve voltarsi, per sapere che è l’Uomo Misterioso.
La
proiezione la guarda con aria beffarda, dopo aver aspirato una boccata di fumo.
-
Te lo dirò una sola volta.- sillaba Shepard, con calma ingannevole - Dammi l’IV
prothean. Abbandona l’idea di controllare i Razziatori. E’ pura follia!-
-
Ciò che qualcuno vede come pura follia può essere la soluzione perfetta per un
altro.-
-
Non in questo caso.- Konstantin si avvicina all’ologramma - Nemmeno tu puoi
essere così stupido da credere di poterli controllare!-
-
Stupido?- l’Uomo Misterioso sorride bonariamente, scuotendo il capo - No, mia
cara, io sono lungimirante. Ho
trovato un modo per sfruttare questa guerra a vantaggio dell’umanità… per darle
il ruolo che merita nella galassia! Non dimenticare che, dopotutto, i
Razziatori sono macchine, Shepard.-
-
Sono molto più di questo.- sussurra la comandante.
E’
turbata dall’esagerata sicurezza dell’Uomo Misterioso.
La
stessa ostinazione che, due anni prima, era quasi giunta a rispettare, adesso
sta minacciando di distruggerli tutti.
-
Ho visto Sanctuary.- dice, a bruciapelo - So cosa stavate facendo laggiù.-
Lui
tace, agitando la sigaretta. Una scia di fumo olografico volteggia nell’aria.
-
Un esperimento necessario. Ho ottenuto le informazioni che mi servivano. E,
grazie, all’IV prothean, so anche dove collocare le ultime tessere del puzzle.
Nonostante i nostri screzi, Shepard, ti ho sempre apprezzata, quindi ti faccio
un’offerta. Mettiti comoda e contempla la fine della guerra: abbi fede e vedrai
l’umanità soggiogare la macchina primordiale, stabilendo il proprio predominio
sulla galassia!-
Konstantin
scuote la testa:- no.- risponde, tetra - Costi quel che costi, ti fermerò.-
-
Grazie all’IV, ho ottenuto il Catalizzatore.- prosegue l’Uomo Misterioso,
ignorandola - ormai l’ultimo atto si avvicina.-
-
Mentre noi parliamo, i Razziatori stanno occupando
Lui
tace per qualche istante, guardando la comandante negli occhi.
Per
una manciata di secondi, la sua cieca sicurezza pare affievolirsi.
-
Il tuo idealismo è ammirevole, Shepard.- ribatte poi, con voce vellutata - E’
una dote apprezzabile, ma non cambierà il fatto che, per me, distruggere i
Razziatori è l’errore più grande che l’umanità possa commettere.-
-
Ammettiamo per un secondo che tu abbia ragione - risponde Konstantin
- Comandante!- la richiama Javik,
sconvolto, ma lei gli fa cenno di tacere
-
Ammettiamo che l’umanità abbia una possibilità di controllare i Razziatori…
pensi che lo desideri? Pensi che una qualunque razza della galassia vorrebbe
avere intorno una stirpe di macchine senzienti che ha passato millenni a sterminare la vita organica?
Una bomba ad orologeria sotto il cuscino, ecco cosa sarebbe. Potremmo finire
questa guerra adesso, con il controllo del nemico, ma ne scoppierebbe presto
un’altra. E’ questo che vuoi? E’ questo il meglio per l’umanità?-
-
Shepard, non sottovalutare la mia intelligenza. Nel momento in cui
controlleremo i Razziatori, li controlleremo per sempre.-
-
Illuso.- mastica la comandante, irritata
-
Può darsi - la risata dell’Uomo Misterioso è liscia come seta - ma non mi farai
cambiare idea, come io non la farò cambiare a te. Mi dispiace, mia cara, ma ora
è tempo di salutarci definitivamente.-
Konstantin
sta per ribattere, quando una luce verde si sprigiona dal computer di Cerberus.
-
L’ho trovata, comandante.- spiega IDA, mentre l’IV prothean si materializza
davanti a loro.
-
Siete qui per soccorrermi dalle forze indottrinate?- chiede, guardandoli senza
vederli.
-
Goditi la chiacchierata, Shepard.- sorride l’Uomo Misterioso - ma, fossi in te,
non mi dilungherei troppo.-
Lei
lo ignora e si rivolge all’IV:- stiamo cercando di fermare i Razziatori, ma
abbiamo bisogno del tuo aiuto. Cos’è il Catalizzatore?-
-
Il Catalizzatore migliora la trasmissione di energia oscura e coordina l’intera
rete dei portali. Nel vostro ciclo è noto come Cittadella.-
Konstantin
Shepard ricorderà solo vagamente i minuti successivi. Assorbirà tutte le
informazioni tecniche possibili, in uno stato di semicoscienza. Il
catalizzatore è
-
Maledizione.- impreca - Va bene, ragazzi, non è troppo tardi. Porteremo il
Crucibolo sulla Terra ed infliggeremo il colpo definitivo ai Razziatori.- fa un
cenno ad IDA e a Javik - Andiamo.-
-
Non così in fretta.- la blocca una voce maschile, gelida e beffarda
-
Tu.- sibila Shepard, mentre i suoi occhi incrociano quelli di Kai Leng
-
Ti aveva detto di non dilungarti.- ribatte l’assassino, con un ghigno.
-
Ti dirò, non speravo di rivederti così presto. Abbiamo ancora un conto in
sospeso, tu ed io.-
Kai
Leng si scaglia contro di lei, levando la spada.
Konstantin
si fa trovare pronta, fronteggiandolo con la lama del factotum.
Oltre
le scintille, i due guerrieri si fissano in cagnesco e sembrano avere occhi
solo uno per l’altra.
Il
mondo potrebbe finire in quel momento e loro non smetterebbero di combattere.
Rimarrebbero
intrecciati in quell’abbraccio mortale per tutta l’eternità, fino alla fine del
tempo.
La
verità, è che Shepard non chiede altro.
Avere
l’occasione di vendicarsi per tutto quanto, per
Con
un ultimo colpo, riesce a far perdere l’equilibrio al nemico.
Kai
Leng si allontana con un balzo.
La
guarda negli occhi, sogghigna e chiama i rinforzi.
Arrivano,
un’ondata dietro l’altra, sembrano non finire mai, mentre l’assassino si
nasconde e attacca, si difende e schernisce la sua nemica. E’ irritante oltre
ogni dire.
Forse
è la stanchezza, ma ogni tanto Shepard vede l’aria tremolare.
-
Bel colpo, comandante.- si congratula IDA, dopo che un phantom è stramazzato al
suolo
-…
grazie. Credo.- annuisce lei, perplessa.
Il
fatto è che non ricorda di aver fatto fuoco.
(Luogo sconosciuto, da
qualche parte nella Galassia)
Chiude
gli occhi, mentre il vociare degli scienziati si affievolisce, intorno a lei.
Esclude
il mondo esterno. Dimentica la stretta delle fasce d’acciaio sui suoi polsi,
dimentica le sonde che vagano per il suo organismo, dimentica l’ago che stilla
una sostanza color latte.
Dimentica
i monitor e le loro pulsanti onde di energia.
Ogni
cosa, scompare in una densa nebbia.
“Da che deriva agli
organici questa cieca fiducia nelle proprie capacità? Come possono immaginare
di controllare i Razziatori, il nostro strumento primordiale, cioè che noi stessi,
nella nostra immensità, non siamo riusciti a limitare? Spianano la strada alla
loro stessa disfatta”
La
voce riecheggia nella mente della donna, da un dove non meglio stabilito.
In
verità, sembra venire da ogni luogo e da ogni tempo, sembra essere già nei
pensieri di lei.
Anche
se il manufatto è andato perduto, ci sono connessioni che non si possono
recidere, legami che perdureranno per sempre, fino alla fine del tempo stesso,
fino alla fine della vita come la conosciamo.
“Dovrei lasciarli fare?” sussurra la
donna, come una domanda a cui già conosce la risposta.
“Dovresti unirti ai fautori
del loro declino. E’ la scelta più saggia.”
E
lo sa. Sa che allearsi coi Razziatori è la scelta più saggia, è la via migliore
per l’autoconservazione. Sa che c’è ancora speranza, per lei, di avere una
vita, dopo la guerra.
“E se fosse possibile
spezzare il circolo? Trovare una nuova soluzione, un nuovo metodo per
preservare la pace galattica. Un modo che non contempli il ciclico
annientamento delle razze organiche?”
La
voce tace per qualche secondo. Ma non sta pensando.
Non
è un silenzio riflessivo, ma un vuoto per accentuare il rombo della risposta.
“Follia.”
“La mietitura non ha
risolto nulla”
“La mietitura ha risolto
tutto”
“Non ha cambiato la natura
degli organici. Terminato uno sterminio, le razze superstiti si rialzano,
crescono, ricostruiscono, ignare del fato che incombe su di loro.”
“Preferisci questo stato di
cose o la guerra perpetua?”
“Preferisco…”
“Ebbene, noi non
preferiamo. Noi siamo al di là di scelte e speranze. Noi siamo l’eternità. Noi
siamo il buio oltre lo spazio oscuro. Non siamo l’energia primigenia, i
primordi della storia. Noi non preferiamo una fine invece che un’altra, noi
determiniamo lo scandire delle ere…”
“Ma non c’è una fine, è questo che non capite.”
Il
rombo tace.
Per
qualche istante, la donna pensa che sentirà di nuovo quella voce concreta e
immateriale, il suono della tempesta rinchiuso in una palla di vetro. Pensa che
il loro dialogo proseguirà - un serpente che si morde la coda - finché lei non
avrà più fiato. Pensa questo ed è pronta alla sconfitta.
Ma
poi una mano ferrea le artiglia il braccio, un ago si apre la strana nella sua
carne.
Con
una piccola scossa elettrica, la costringono ad aprire gli occhi.
Gli
uomini in camice bianco le stanno attorno, come un cerchio di avvoltoi,
desiderosi di strapparle finanche l’ultimo brandello di carne.
Uno
strano ghigno si posa sulle labbra stanche della donna.
Che
provino pure. Ancora non comprendono con chi hanno a che fare.
(Base segreta di Cerberus,
laboratori)
Il
combattimento è lungo e duro ma, alla fine, Kai Leng incassa l’ultimo colpo.
Con
tutte le migliorie che la tecnologia gli ha fornito, qualunque creatura ha un
limite. E l’assassino ha raggiunto il suo. Si accascia a terra, mentre un
rigagnolo di sangue gli cola sul mento.
Non
vorrebbe ammetterlo, ma, mentre guarda il suo cadavere, Konstantin Shepard si
sente bene.
Bene
come non si sente da molto tempo.
Il
dolore per Thessia si è improvvisamente affievolito e, per quanto assurdo possa
sembrare, ora la comandante si sente più pronta che mai ad affrontare i
Razziatori. Se anche dovesse morire nell’impresa, morirà con la coscienza di
aver visto Kai Leng smettere di respirare.
-
Comandante - la richiama IDA.
-
Eccomi.-
Si
siede di fronte all’immenso computer dell’Uomo Misterioso, per estrarre i dati
mancanti.
Di
nuovo, l’aria vibra, accanto a lei.
Konstantin
sorride e sta per dire qualcosa, quando nota un movimento alle proprie spalle.
Kai
Leng, lentamente, faticosamente, si è rialzato.
Come
un’ombra le si sta avvicinando, con la spada in pugno.
“Dei,
perché non ho controllato?!” si rimprovera la comandante.
Prende
un leggero respiro. Per non tradirsi, continua a battere sull’olotastiera.
L’assassino
ormai è a un passo da lei. Leva la spada.
Ancora
un istante. Tutti i muscoli di Shepard sono pronti allo scatto.
Si
volta.
Di
nuovo, incrocia gli occhi del nemico.
Sono
cupi, pieni della stanca oscurità della morte imminente.
La
lama si abbassa… e si blocca a mezz’aria.
-
Questo è per
Una
mano gli si posa sulla spalla, quasi con gentilezza.
Con
un sorriso, Shepard nota che medio ed anulare sono uno congiunto all’altro.
Kai
Leng sgrana gli occhi, stupito. Le sue dita, inerti, perdono la presa.
La
spada cade a terra con un rumore metallico.
L’assassino
solleva debolmente una mano, a sfiorare qualcosa,
che gli fuoriesce dal petto.
E’
la lama di un factotum.
Shepard
sorride: non si è immaginata tutto, allora.
Lei
non ha sparato al phantom. Quel
fremito nell’aria c’era davvero.
Kai
Leng crolla a terra e stavolta non ci sono dubbi: non si rialzerà.
-
Non ti avevo detto di rimanere sulla Normandy?- chiede Konstantin, mentre Thane
oltrepassa agilmente il cadavere dell’assassino e la bacia sulla bocca
-
Te l’ho detto, siha.- mormora, sulle
sue labbra - tu non sei mai sola.-
Dio,
che soddisfazione!
Ho
immaginato una decina di scenari diversi per la morte di Kai Leng. Non solo
ipotesi diverse, ma anche diversi modi di descrivere l’evento. Questo mi
soddisfa molto, spero che sia piaciuto anche a voi.
Bene,
morto Kai Leng sono in pace con la galassia. I Razziatori possono anche vincere
la guerra e… (ehy! ndShep)… no, niente, stavo delirando.
Un
bacio a tutti e ci vediamo al prossimo capitolo!
-