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Autore: La Matta    23/08/2013    2 recensioni
Terra, anno 2186. Mentre i Razziatori assediano la Terra, qualcuno invia strane mail che sembrano in grado di anticipare i loro attacchi. E’ un nemico? Un folle? Un alleato? Nessuno lo sa.
Intanto, nello spazio, Konstantin Shepard è alle prese con le ultime fasi della guerra - ai Razziatori, ma anche a Cerberus - e col presentimento che la fine ormai è vicina, in un modo o nell’altro.
Ma sarà un finale…. diverso. Perché, oltre a Distruzione, Sintesi e Controllo… c’è una quarta scelta.
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Comandante Shepard Donna, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Konstantin Shepard'
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la quarta scelta 6

Capitolo Sesto

Vendetta

 

- Shepard. Mi hai rubato la sedia.-

Non le serve voltarsi, per sapere che è l’Uomo Misterioso.

La proiezione la guarda con aria beffarda, dopo aver aspirato una boccata di fumo.

- Te lo dirò una sola volta.- sillaba Shepard, con calma ingannevole - Dammi l’IV prothean. Abbandona l’idea di controllare i Razziatori. E’ pura follia!-

- Ciò che qualcuno vede come pura follia può essere la soluzione perfetta per un altro.-

- Non in questo caso.- Konstantin si avvicina all’ologramma - Nemmeno tu puoi essere così stupido da credere di poterli controllare!-

- Stupido?- l’Uomo Misterioso sorride bonariamente, scuotendo il capo - No, mia cara, io sono lungimirante. Ho trovato un modo per sfruttare questa guerra a vantaggio dell’umanità… per darle il ruolo che merita nella galassia! Non dimenticare che, dopotutto, i Razziatori sono macchine, Shepard.-

- Sono molto più di questo.- sussurra la comandante.

E’ turbata dall’esagerata sicurezza dell’Uomo Misterioso.

La stessa ostinazione che, due anni prima, era quasi giunta a rispettare, adesso sta minacciando di distruggerli tutti.

- Ho visto Sanctuary.- dice, a bruciapelo - So cosa stavate facendo laggiù.-

Lui tace, agitando la sigaretta. Una scia di fumo olografico volteggia nell’aria.

- Un esperimento necessario. Ho ottenuto le informazioni che mi servivano. E, grazie, all’IV prothean, so anche dove collocare le ultime tessere del puzzle. Nonostante i nostri screzi, Shepard, ti ho sempre apprezzata, quindi ti faccio un’offerta. Mettiti comoda e contempla la fine della guerra: abbi fede e vedrai l’umanità soggiogare la macchina primordiale, stabilendo il proprio predominio sulla galassia!-

Konstantin scuote la testa:- no.- risponde, tetra - Costi quel che costi, ti fermerò.-

- Grazie all’IV, ho ottenuto il Catalizzatore.- prosegue l’Uomo Misterioso, ignorandola - ormai l’ultimo atto si avvicina.-

- Mentre noi parliamo, i Razziatori stanno occupando la Terra! Quante persone sono morte  mentre io e te c’inseguivamo per la galassia, giocandoci a vicenda i peggiori tiri che riuscivamo ad escogitare?-

Lui tace per qualche istante, guardando la comandante negli occhi.

Per una manciata di secondi, la sua cieca sicurezza pare affievolirsi.

- Il tuo idealismo è ammirevole, Shepard.- ribatte poi, con voce vellutata - E’ una dote apprezzabile, ma non cambierà il fatto che, per me, distruggere i Razziatori è l’errore più grande che l’umanità possa commettere.-

- Ammettiamo per un secondo che tu abbia ragione - risponde Konstantin

- Comandante!- la richiama Javik, sconvolto, ma lei gli fa cenno di tacere

- Ammettiamo che l’umanità abbia una possibilità di controllare i Razziatori… pensi che lo desideri? Pensi che una qualunque razza della galassia vorrebbe avere intorno una stirpe di macchine senzienti che ha passato millenni a sterminare la vita organica? Una bomba ad orologeria sotto il cuscino, ecco cosa sarebbe. Potremmo finire questa guerra adesso, con il controllo del nemico, ma ne scoppierebbe presto un’altra. E’ questo che vuoi? E’ questo il meglio per l’umanità?-

- Shepard, non sottovalutare la mia intelligenza. Nel momento in cui controlleremo i Razziatori, li controlleremo per sempre.-

- Illuso.- mastica la comandante, irritata

- Può darsi - la risata dell’Uomo Misterioso è liscia come seta - ma non mi farai cambiare idea, come io non la farò cambiare a te. Mi dispiace, mia cara, ma ora è tempo di salutarci definitivamente.-

Konstantin sta per ribattere, quando una luce verde si sprigiona dal computer di Cerberus.

- L’ho trovata, comandante.- spiega IDA, mentre l’IV prothean si materializza davanti a loro.

- Siete qui per soccorrermi dalle forze indottrinate?- chiede, guardandoli senza vederli.

- Goditi la chiacchierata, Shepard.- sorride l’Uomo Misterioso - ma, fossi in te, non mi dilungherei troppo.-

Lei lo ignora e si rivolge all’IV:- stiamo cercando di fermare i Razziatori, ma abbiamo bisogno del tuo aiuto. Cos’è il Catalizzatore?-

- Il Catalizzatore migliora la trasmissione di energia oscura e coordina l’intera rete dei portali. Nel vostro ciclo è noto come Cittadella.-

Konstantin Shepard ricorderà solo vagamente i minuti successivi. Assorbirà tutte le informazioni tecniche possibili, in uno stato di semicoscienza. Il catalizzatore è la Cittadella. Non solo, la Cittadella è stata trasportata nel sistema Sol, per impedire a chiunque di azionare il Crucibolo. Infine - ed è quel che si dice la ciliegina sulla torta - i Razziatori sanno del loro piano perché il leader di una certa organizzazione criminale si è sentito improvvisamente molto aperto e disponibile nei loro confronti.

- Maledizione.- impreca - Va bene, ragazzi, non è troppo tardi. Porteremo il Crucibolo sulla Terra ed infliggeremo il colpo definitivo ai Razziatori.- fa un cenno ad IDA e a Javik - Andiamo.-

- Non così in fretta.- la blocca una voce maschile, gelida e beffarda

- Tu.- sibila Shepard, mentre i suoi occhi incrociano quelli di Kai Leng

- Ti aveva detto di non dilungarti.- ribatte l’assassino, con un ghigno.

- Ti dirò, non speravo di rivederti così presto. Abbiamo ancora un conto in sospeso, tu ed io.-

Kai Leng si scaglia contro di lei, levando la spada.

Konstantin si fa trovare pronta, fronteggiandolo con la lama del factotum.

Oltre le scintille, i due guerrieri si fissano in cagnesco e sembrano avere occhi solo uno per l’altra.

Il mondo potrebbe finire in quel momento e loro non smetterebbero di combattere.

Rimarrebbero intrecciati in quell’abbraccio mortale per tutta l’eternità, fino alla fine del tempo.

La verità, è che Shepard non chiede altro.

Avere l’occasione di vendicarsi per tutto quanto, per la Cittadella, per Thessia e, naturalmente, perché quel maledetto assassino è stato a tanto così dal toglierle l’amore della sua vita.

Con un ultimo colpo, riesce a far perdere l’equilibrio al nemico.

Kai Leng si allontana con un balzo.

La guarda negli occhi, sogghigna e chiama i rinforzi.

Arrivano, un’ondata dietro l’altra, sembrano non finire mai, mentre l’assassino si nasconde e attacca, si difende e schernisce la sua nemica. E’ irritante oltre ogni dire.

Forse è la stanchezza, ma ogni tanto Shepard vede l’aria tremolare.

- Bel colpo, comandante.- si congratula IDA, dopo che un phantom è stramazzato al suolo

-… grazie. Credo.- annuisce lei, perplessa.

Il fatto è che non ricorda di aver fatto fuoco.

 

 

(Luogo sconosciuto, da qualche parte nella Galassia)

 

Chiude gli occhi, mentre il vociare degli scienziati si affievolisce, intorno a lei.

Esclude il mondo esterno. Dimentica la stretta delle fasce d’acciaio sui suoi polsi, dimentica le sonde che vagano per il suo organismo, dimentica l’ago che stilla una sostanza color latte.

Dimentica i monitor e le loro pulsanti onde di energia.

Ogni cosa, scompare in una densa nebbia.

“Da che deriva agli organici questa cieca fiducia nelle proprie capacità? Come possono immaginare di controllare i Razziatori, il nostro strumento primordiale, cioè che noi stessi, nella nostra immensità, non siamo riusciti a limitare? Spianano la strada alla loro stessa disfatta”

La voce riecheggia nella mente della donna, da un dove non meglio stabilito.

In verità, sembra venire da ogni luogo e da ogni tempo, sembra essere già nei pensieri di lei.

Anche se il manufatto è andato perduto, ci sono connessioni che non si possono recidere, legami che perdureranno per sempre, fino alla fine del tempo stesso, fino alla fine della vita come la conosciamo.

Dovrei lasciarli fare?” sussurra la donna, come una domanda a cui già conosce la risposta.

“Dovresti unirti ai fautori del loro declino. E’ la scelta più saggia.”

E lo sa. Sa che allearsi coi Razziatori è la scelta più saggia, è la via migliore per l’autoconservazione. Sa che c’è ancora speranza, per lei, di avere una vita, dopo la guerra.

“E se fosse possibile spezzare il circolo? Trovare una nuova soluzione, un nuovo metodo per preservare la pace galattica. Un modo che non contempli il ciclico annientamento delle razze organiche?”

La voce tace per qualche secondo. Ma non sta pensando.

Non è un silenzio riflessivo, ma un vuoto per accentuare il rombo della risposta.

Follia.”

“La mietitura non ha risolto nulla”

“La mietitura ha risolto tutto”

“Non ha cambiato la natura degli organici. Terminato uno sterminio, le razze superstiti si rialzano, crescono, ricostruiscono, ignare del fato che incombe su di loro.”

“Preferisci questo stato di cose o la guerra perpetua?”

“Preferisco…”

“Ebbene, noi non preferiamo. Noi siamo al di là di scelte e speranze. Noi siamo l’eternità. Noi siamo il buio oltre lo spazio oscuro. Non siamo l’energia primigenia, i primordi della storia. Noi non preferiamo una fine invece che un’altra, noi determiniamo lo scandire delle ere…”

“Ma non c’è una fine, è questo che non capite.”

Il rombo tace.

Per qualche istante, la donna pensa che sentirà di nuovo quella voce concreta e immateriale, il suono della tempesta rinchiuso in una palla di vetro. Pensa che il loro dialogo proseguirà - un serpente che si morde la coda - finché lei non avrà più fiato. Pensa questo ed è pronta alla sconfitta.

Ma poi una mano ferrea le artiglia il braccio, un ago si apre la strana nella sua carne.

Con una piccola scossa elettrica, la costringono ad aprire gli occhi.

Gli uomini in camice bianco le stanno attorno, come un cerchio di avvoltoi, desiderosi di strapparle finanche l’ultimo brandello di carne.

Uno strano ghigno si posa sulle labbra stanche della donna.

Che provino pure. Ancora non comprendono con chi hanno a che fare.

 

 

(Base segreta di Cerberus, laboratori)

 

Il combattimento è lungo e duro ma, alla fine, Kai Leng incassa l’ultimo colpo.

Con tutte le migliorie che la tecnologia gli ha fornito, qualunque creatura ha un limite. E l’assassino ha raggiunto il suo. Si accascia a terra, mentre un rigagnolo di sangue gli cola sul mento.

Non vorrebbe ammetterlo, ma, mentre guarda il suo cadavere, Konstantin Shepard si sente bene.

Bene come non si sente da molto tempo.

Il dolore per Thessia si è improvvisamente affievolito e, per quanto assurdo possa sembrare, ora la comandante si sente più pronta che mai ad affrontare i Razziatori. Se anche dovesse morire nell’impresa, morirà con la coscienza di aver visto Kai Leng smettere di respirare.

- Comandante - la richiama IDA.

- Eccomi.-

Si siede di fronte all’immenso computer dell’Uomo Misterioso, per estrarre i dati mancanti.

Di nuovo, l’aria vibra, accanto a lei.

Konstantin sorride e sta per dire qualcosa, quando nota un movimento alle proprie spalle.

Kai Leng, lentamente, faticosamente, si è rialzato.

Come un’ombra le si sta avvicinando, con la spada in pugno.

“Dei, perché non ho controllato?!” si rimprovera la comandante.

Prende un leggero respiro. Per non tradirsi, continua a battere sull’olotastiera.

L’assassino ormai è a un passo da lei. Leva la spada.

Ancora un istante. Tutti i muscoli di Shepard sono pronti allo scatto.

Si volta.

Di nuovo, incrocia gli occhi del nemico.

Sono cupi, pieni della stanca oscurità della morte imminente.

La lama si abbassa… e si blocca a mezz’aria.

- Questo è per la Cittadella.- mormora una voce, calma e un po’ roca.

Una mano gli si posa sulla spalla, quasi con gentilezza.

Con un sorriso, Shepard nota che medio ed anulare sono uno congiunto all’altro.

Kai Leng sgrana gli occhi, stupito. Le sue dita, inerti, perdono la presa.

La spada cade a terra con un rumore metallico.

L’assassino solleva debolmente una mano, a sfiorare qualcosa, che gli fuoriesce dal petto.

E’ la lama di un factotum.

Shepard sorride: non si è immaginata tutto, allora.

Lei non ha sparato al phantom. Quel fremito nell’aria c’era davvero.

Kai Leng crolla a terra e stavolta non ci sono dubbi: non si rialzerà.

- Non ti avevo detto di rimanere sulla Normandy?- chiede Konstantin, mentre Thane oltrepassa agilmente il cadavere dell’assassino e la bacia sulla bocca

- Te l’ho detto, siha.- mormora, sulle sue labbra - tu non sei mai sola.-

 

 

 

La Coda!

Dio, che soddisfazione!

Ho immaginato una decina di scenari diversi per la morte di Kai Leng. Non solo ipotesi diverse, ma anche diversi modi di descrivere l’evento. Questo mi soddisfa molto, spero che sia piaciuto anche a voi.

Bene, morto Kai Leng sono in pace con la galassia. I Razziatori possono anche vincere la guerra e… (ehy! ndShep)… no, niente, stavo delirando.

Un bacio a tutti e ci vediamo al prossimo capitolo!

 

- La Matta -

  
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