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Autore: NanaOsaki    27/02/2008    5 recensioni
Ed ecco il continuo di "Ren,che ne sarà di me?"...
“Ogni mattina mi svegliavo,preparavo la colazione per le mie figlie e mio marito,poi guardavo l’ora e mi preparavo,per arrivare costantemente in ritardo alla casa discografica. Quella era la mia routine. Ma quel giorno,fu diverso: mi svegliai,era troppo tardi. Uscii,era troppo tardi. Tornai,era troppo tardi.”
Buona lettura :)
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Nana Komatsui, Nana Osaki, Nuovo personaggio, Ren Honjo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Ogni mattina mi svegliavo,preparavo la colazione per le mie figlie e mio marito,poi guardavo l’ora e mi preparavo,per arrivare costantemente in ritardo alla casa discografica. Quella era la mia routine. Ma quel giorno,fu diverso: mi svegliai,era troppo tardi. Uscii,era troppo tardi. Tornai,era troppo tardi.”

-Ren?- Nana entrò,urlando –Ren mi aiuti a portare dentro le borse?-
Non ebbe nessuna risposta. Riprovò,forse era al piano di sopra e non la sentiva:
-Ren! Ren cazzo,ti muovi a rispondere?-
Niente. Si decise a portare dentro tutto da sola,per poi chiudere la porta alle sue spalle. Si guardò intorno,delle sue due figlie nemmeno l’ombra,forse erano da Hachi,e con loro c’era anche Ren.
Si rasserenò nel constatare che in sala non c’era nessuno. Si diresse verso la cucina,sistemò le varie cose appena comprate,guardò se per caso suo marito le avesse lasciato un biglietto e si diresse al piano superiore.
-Stupido Ren…mi farà prendere un colpo,prima o poi! Come glielo devo dire che si deve ricordare di avvertirmi quando se ne va?- si disse tra sé e sé,per poi aprire la porta della camera. Si distese sul letto,senza togliersi nemmeno le scarpe,poi si alzò di scatto dopo qualche secondo e si diresse in bagno,come se avesse sentito un campanello d’allarme che le diceva di alzarsi.
Un urlo. Secco.
-Ren! Ren! Ren cosa ti succede? Ren!- strillò Nana,nel vedere il ragazzo accasciato a terra,una mano appoggiata sul lavandino come estremo gesto di riuscire a rimanere seduto.
-Ren! Ren! Ren,rispondi!-la ragazza iniziò a scuotere il marito,per cercare di svegliarlo –Ren,cos’hai fatto? Ren! Perché sei per terra?- poi si alzò,vide sul water della polvere bianca; fissò il piano di porcellana su cui era appoggiata,fissò una piccola cannuccia vicino ad essa,fissò nuovamente le poche tracce rimaste della cocaina e tornò a fissare suo marito,gli occhi sbarrati. Davanti a sé,il grande specchio del bagno la ritraeva,il trucco sceso fino alle gote,per poi vederla scomparire e accasciarsi a terra,vicino a Ren.
-No! No,cazzo,Ren!- prese il cellulare e cercò disperatamente di comporre il numero dell’ambulanza,schiacciando tasti giusti e tasti sbagliati. Dopo un paio di tentativi,riuscì a mettersi in contatto con il pronto intervento e riattaccò.
-Ren! Ren,amore mio,che hai fatto? Ren! Ti prego,non dirmi che ti droghi! Ren!-le lacrime le rigavano il viso,scendendo fino al suo collo. Lo scuoteva,senza pensare di controllare se fosse davvero ancora vivo. Dopo pochi minuti arrivò l’ambulanza,che portò l’uomo in ospedale.

-Signora Honjo? Prego,se vuole può entrare…- il medico cercò di sorriderle.
-Ok,grazie…ma prima di entrare,mi può dire cosa gli è successo?- chiese lei,alzandosi e stringendo i pugni nei jeans di pelle nera,come quelli di Ren.
-Overdose,signora…overdose…suo marito era solito usare sostanze stupefacenti?-
Nana non rispose,non avrebbe saputo rispondergli. Lei non lo sapeva,non era mai venuta a conoscenza di questo retroscena della vita di Ren. –E ora? Ha possibilità di risvegliarsi?-
Il dottore le sorrise: -Signora…sarebbe azzardato dirlo…per ora la sua prognosi è riservata,mi dispiace,ma è stabile. Con permesso.- e se ne andò,sparendo nella camera adiacente.
Nana rimase a fissare la porta per qualche istante,sapeva che quello che avrebbe trovato dall’altra parte non sarebbe stato affatto piacevole. Si decise,si diresse verso la porta,poi un tentennamento: si appoggiò alla maniglia,la spinse verso il basso e aprì leggermente la porta,facendo entrare uno spiraglio di luce,che sbatté contro il ferro del letto.
-Ren…-sussurrò la donna,nel vederlo attaccato a una flebo. Si avvicinò,lentamente,si sedette su una sedia vicino al letto per paura che le sue gambe cedessero,poi l’avvicinò e iniziò a guardare l’uomo,immobile,avvolto da una coperta bianca.
-Ren…che cosa mi combini? Perché non mi hai detto niente?- appoggiò una mano sul materasso –Perché ti fai...?-
L’uomo non si mosse.
-Ren…perché non mi hai detto che ti drogavi? Ti avrei aiutata ad uscirne…scommetto che la colpa è la mia…tanto è sempre così,no? Ma ti prego…non morire…Ren…- si mise a piangere,al pensiero di perderlo -…Ren,ti prego…fallo per me,fallo per le nostre figlie,fallo per chi vuoi,ma non morire…non ora…perché io non ho alcuna intenzione di lasciarti andare…che cosa ti ha spinto a farti una dose maggiore,questa volta? Cosa c’era che non andava?- si fermò un attimo,il pianto non le permetteva di continuare,poi riprese –Da quant’è che va avanti questa cosa? Ti prego,svegliati,dimmi da quanto tempo è che ti droghi…ti prego…Ren! Ren,reagisci,cazzo! Chi ti credi di essere a lasciarmi sola? Ren!- urlò quel nome,alzandosi di scatto dalla sedia,per poi risedercisi. Si fermò,vedendo che lui non dava alcun segno. Gli prese la mano,la strinse;si alzò,si avvicinò alle sue labbra e le baciò: erano fredde. Una lacrima di Nana cadde sulla guancia di Ren e lei gliela asciugò,per poi guardarlo così,immobile,come non lo aveva mai visto.
-Signora Honjo,ci sono delle persone che chiedono di lei fuori. Se ha finito,può uscire,per favore?- interruppe un infermiere,entrando nella camera.
La donna annuì e,asciugatasi le lacrime,uscì dalla camera.
-Nana!- si sentì chiamare da una donna poco distante da lei.
-Mamma!- dissero in coro due bambine.
Nana guardò davanti a sé e vide Hachi,Satsuki e le sue due bambine,Satsuki e Mizuki. Si precipitò verso Hachi,correndo benché fosse vicina a lei,e l’abbracciò,scaricando tutto il suo peso sulle spalle dell’amica.
-Nana…ci ha detto qualcosa il medico…cos’è successo a Ren?-le chiese preoccupata Hachi. Si accorse poi che la donna stava piangendo,e capì che la situazione non era sotto controllo.
-Ren…Hachi…Ren è…-Nana cercò di spiegare,poi guardò le bambine e disse loro: -Bambine…andate pure a sedervi…io e la mamma di Satsuki dobbiamo parlare…scusateci…-abbracciò forte le sue due bambine,notando che Satsuki,la sua Satsuki,era fredda,come il padre.
-Che è successo a Ren,Nana?- chiese Hachi,preoccupata.
Nana scoppiò in un pianto fragoroso,abbracciando Hachi,affinché il suo calore riuscisse a calmarla. Hachi iniziò a piangere nel vedere l’amica così,cercò di sorreggerla,ma entrambe caddero sul pavimento di marmo bianco,con il quale era ricoperto tutto il corridoio.
-Nana…Nana ti prego,parla…cos’è successo a Ren?-cercò di chiederle Hachi.
La donna era accasciata sulle gambe,fin troppo magre per reggere il suo peso,le braccia senza forza attorno al collo di Hachi,la sua testa piegata verso il basso. Pianse,pianse per diversi minuti,senza accorgersi che anche le sue due figlie avevano iniziato a piangere assieme a lei.

-Sorellina…tu sai cos’è successo a papà?-chiese Mizuki,a bassa voce,a Satsuki.
-Non…non lo so,Mizuki…ma vorrei tanto sapere perché mamma piange…-rispose,tenendo stretta la mano dell’amica dallo stesso nome,piangendo silenziosamente.
Erano tutte e tre sedute su delle sedie azzurre e bianche,senza riuscire a toccare pienamente i piedi a terra; Satsuki raccolse le ginocchia al petto,senza guardare la sorella Mizuki negli occhi; Satsuki Ichinose,senza dire molte parole,l’abbracciò e poi abbracciò anche la bambina più piccola di lei.
Satsuki Honjo smise di piangere molto velocemente; non era sua abitudine piangere,tanto meno quando c’era gente con lei. Guardò le sue ginocchia,poi le sue braccia e le sue mani: troppo magre. Guardò la sua amica,era così preoccupata che iniziò a stropicciarsi nervosamente l’orlo della gonna. Mizuki stava piangendo,la testa appoggiata su un fianco della sorella e le braccia che stringevano forte il suo braccio.
-Ho paura per papà…-disse,flebilmente,Satsuki.
-Almeno tu sai cosa significhi avere un papà…-rispose,quasi senza pensarci,l’amica della bambina.
Le due sorelle sbarrarono gli occhi nel sentire quella frase pronunciata dalla bocca di Satsuki,la quale non le guardò negli occhi,ma,con la coda dell’occhio,iniziò a guardare sua madre e l’amica Nana stringersi in segno di conforto.

-Hachi…per favore…puoi aspettare fuori con le bambine? Entro un attimo per vedere come sta Ren…-disse Nana,cercando di stare in piedi autonomamente.
-Certo,Nana…noi ti aspettiamo fuori…se le bambine dovessero chiedermi qualcosa,cosa le dico?-chiese Hachi.
-Satsuki credo che la porterò dentro con me…ma Mizuki è troppo piccola per capire come mai papà sia attaccato a una flebo…quindi dille che papà sta male,ma nient’altro…-
Hachi sorrise e si diresse verso le bambine.
-Amore mio,entri con la mamma?-chiese Nana alla figlia maggiore,allungando una mano verso di lei.
La bambina la guardò,cercando di non piangere,e si alzò,senza dire una parola. Non prese la mano della madre,si limitò solo a camminare lentamente verso la porta della stanza del padre.
-Satsuki…sei pronta?-chiese Nana,guardandola un attimo,prima di entrare.
-Io mamma sono pronta…e tu?-disse la bambina,decisa.
Nana la guardò,come sempre era riuscita a spiazzarla,non rispose e aprì la porta.
La scena che entrambe videro non era affatto diversa da quella precedente: Ren,steso sul lettino,immobile,e il filo della flebo che si adagiava sul braccio dell’uomo.
-Papà…-sussurrò,improvvisamente,Satsuki,coprendosi la bocca con le mani d’istinto.
Nana si piegò sulle ginocchia e l’abbracciò,sentendo quanto fosse lento il battito cardiaco della figlia.
-Papà…è morto?-chiese,incredula,Satsuki,mentre le sue mani iniziarono a tremare.
-No,amore…papà sta molto male,ma è ancora vivo…e vivrà,te lo prometto…-Nana strinse la bambina ancora di più -…perché lui non ha il permesso di lasciarci tutte qui…-cercò di essere forte,poi si accorse che la bambina aveva iniziato a piangere,silenziosa,senza fare alcun rumore. –Satsuki…-iniziò a piangere anche Nana -…ti prego,calmati…andrà tutto bene…-
La donna si strinse forte alla figlia,mentre lei,immobile,guardava il lettino su cui era steso il padre,senza riuscire a dire nulla. Distese le braccia lungo i fianchi e,le dita serrate in un pugno di dolore,smise di piangere,perché la forza che aveva in corpo non era sufficiente nemmeno per versare lacrime.

“Sai Hachi…quando ti ho conosciuta,pensavo che il tuo attaccamento verso il Grande Demone Celeste fosse da sciocchi; ora ho capito che ti appoggiavi a lui perché non avevi altro in cui credere,per sperare in un giorno migliore. Non sono così diversa da te…”


Questa è sempre dedicata a te,my forbidden ashtray girl...
  
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