Da
quando Jamie se n’era andato lo stereo era sempre acceso.
Simon odiava sentirsi solo.
Per la precisione quello che stava suonando a tutto volume era 1984
dei Van Halen. Simon era seduto sul divano e fissava la parete davanti
a lui
senza pensare a nulla in particolare. Erano passati otto giorni. Non
pensava
che la reazione di Jamie sarebbe stata così drastica.
Sperava più in un Non ero mai
stato con un uomo, ma mi è
piaciuto quindi rifacciamolo. Si ritrovò a
pensare che aveva una dannata
voglia di finire ciò che aveva cominciato e che raramente
gli era capitato di
desiderare qualcuno così tanto da pensarci per
più di ventiquattro ore.
Non aveva portato a casa nessuno in quella settimana. Non aveva nemmeno
voglia
di vedere qualcun altro. Si era fatto una sega. Be’,
più di una a dire la
verità. E aveva pensato a Jamie
dannato
Anderson.
Sbuffò sonoramente quando si rese conto che era ora di cena
e aveva fame, ma in
casa non c’era nulla di commestibile. Non era andato a fare
la spesa. Simon
Cruz non andava a fare la spesa, quella era una cosa da donne, o da
Jamie.
Ordinò la pizza a domicilio per la terza sera consecutiva, e
pensò di fumare
una sigaretta nell’attesa.
Si guardò intorno cercando il posacenere e si rese conto che
non l’avrebbe mai
trovato in mezzo a quel casino. La pila di piatti sporchi aveva
raggiunto un’altezza
indecente e decine di oggetti di vario genere erano sparsi sul
pavimento. C’erano
anche dei vestiti, ma non
rappresentavano il problema maggiore: prima di andarsene Jamie aveva
lasciato
un post-it anche sulla lavatrice, indicando i passaggi da seguire per
utilizzarla. Simon gliene era grato.
Non aveva idea di dove si nascondesse il ferro da stiro, ma dei vestiti
puliti
e spiegazzati erano sempre meglio che dei vestiti luridi.
Simon prese un bicchiere tra quelli da lavare e lo utilizzò
come posacenere. Devo dare una pulita
pensò. I primi
giorni non l’aveva fatto credendo che Jamie sarebbe tornato
di lì a poco, ma
più passavano i giorni e più si rendeva conto che
sarebbe stato via più di
quanto pensava. Se non si fosse fatto vivo entro la settimana
successiva
avrebbe provato a chiamarlo, anche se sapeva che raramente Jamie
rispondeva al
cellulare.
Stava quasi per alzarsi e prendere uno straccio per pulire il piano su
cui
avrebbe mangiato quando il campanello suonò. Era il ragazzo
della pizza.
“Grazie” disse, porgendogli i soldi.
Aspettò che gli desse il resto. Fu quando
il fattorino stava per tornare verso il furgoncino che Simon lo
fermò. “Ehi, ti
stai dimenticando una borsa!”
Il ragazzo fece spallucce. “Non è mia, era
lì quando sono arrivato.”
La borsa di nylon conteneva una confezione di pane a fette, quattro
uova, un
cartone di latte, un pacco di pasta, del sugo al pomodoro, mezzo
chilogrammo di
farina, zucchero, lievito, mozzarella, cetrioli sott’aceto,
qualche mela e
delle carote.
Simon estrasse uno per uno gli alimenti, studiandoli attentamente. Poi
vide il
biglietto in fondo alla borsa.
Tornerò. Preparami una torta.
E fatti un pranzo decente, per dio!
Simon sorrise come un idiota.