Riflesso
Alcune
persone dicono che negli occhi di una persona rimane catturato
per sempre il riflesso dell'ultimo volto visto prima di morire.
Se questo è vero, Ianto vedrà per
sempre un volto disperato che gli prega di non lasciarlo.
E Ianto vorrebbe dirgli di non piangere – lo farebbe se non
si sentisse così
stanco, così svuotato – per lui, che non
è nulla di grave, che infondo non è
nessuno, lui.
Vorrebbe dirgli che lo ha sempre trovato bellissimo, che forse lo ha
sempre
amato, che è sempre stato geloso di tutte le persone che
avesse intorno.
Vorrebbe dirgli che gli sarebbe piaciuto portarlo fuori a cena
un’ultima volta
e farlo ridere per lui un’ultima volta e sentirlo dentro di
lui un’ultima
volta, perché non se lo ricorda. È immerso nel
freddo, la memoria è congelata.
Ianto sente la propria voce dire qualcosa di stupido, è
probabile che stia
chiedendo a Jack di non dimenticarlo mai, e quando Jack dice che non lo
farà
Ianto vorrebbe sorridere.
Ianto vorrebbe piangere.
Vorrebbe vivere.
E se questo è vero, Jack vedrà per
sempre un volto senza forze che gli
sussurra di non dimenticarlo.
Jack sbatte le palpebre per vedere
gli occhi azzurri di Ianto nonostante le lacrime, gli stringe le mani,
singhiozza come un bambino, si sente sempre più debole.
E quando quegli occhi di cui si è innamorato si chiudono e
Ianto mormora una
promessa di amore, Jack gli sfiora la bocca con la propria e crolla sul
pavimento.
Ianto non si sveglierà più, ma Jack spalanca gli
occhi e annaspa, stringendo
in automatico l'aria dove si aspetta ci sia il braccio forte di Ianto a
cingergli il torace, come ogni volta, però il braccio di
Ianto è lontano ed è
abbandonato vicino al suo corpo freddo.
Jack, mentre lo guarda, pensa che sia inutile annaspare in cerca di
vita se non
c'è più Ianto pronto ad aiutarlo.
Pensa che sia inutile vivere se non c’è
più Ianto.
E Jack si spezza di nuovo, in ginocchio.
“Ti amo anche io, Ianto.”