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Autore: Sarakey    29/02/2008    6 recensioni
LA storia parla di Elisa una ragazza di 19 anni che vive a Milano. Ha un rapporto fantastico con in fratello trentacinquenne Filippo...cosa succederà quando un vecchio amico di Fil, un certo David Jost, verrà a fargli visita?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quella notte Elisa e Tom stettero un'altra volta assieme. Fecero l'amore come non l'avevano mai fatto prima.
Forse un motivo c'era, la ragazza dentro di se, sapeva che aveva gia preso una decisione...una decisione difficile che le avrebbe cambiato la vita.
Ma adesso non le importava, voleva godersi quei momenti con Tom, voleva vivere tutto quell'amore che aveva da dare e che stava ricevendo, voleva vivere.
Si svegliò quando ormai albeggiava.
Scese dal letto facendo il minor rumore possibile, cercando di non svegliare l'angelo che stava dormendo tra quelle lenzuola, si vestì ed usci da quella stanza d'albergo, silenziosa testimone di quella notte.
Ripercorse per l'ultima volta quel corridoio, facendo scorrede la mano sulle pareti bianche. Chiuse gli occhi ritornando con la memoria a quel giorno, quando si erano conosciuti, lo stesso giorno in cui la sua vita era copletamente cambiata.
Arrivata all'ascensore vi entrò senza troppe cerimonie, si voltò verso il corridoio proprio mentre le porte dorate si stavano per chiudere e una lacrima amara le solcava il viso.

Tom si svegliò con un sorriso stampato sul viso quella mattina, passò il braccio accanto a lui sperando di incotrare quel corpo, ma niente.
Aprì gli occhi, non si stava preoccupando minimamente, pensava inconsciamente che lei fosse nel bagno sotto la doccia,non sapeva quanto si sbagliava.
Prese tra la dita affusolate la maniglia fredda della porta che conducava nel bagno ma di lei nessuna traccia, era arrivato il momento di preoccuparsi.
Si voltò di scatto per guardare meglio la stanza vuota, lei non c'era più e la busta bianca perfettamente appoggiata al centro tavola del comò di certo non faceva nascere in lui buone speranze.
Tese il braccio  per afferrare la lettera e tremante la estrasse dalla busta, non c'erano dubbi era la calligrafia di Elisa e quella lettera sembrava essere estremamente lunga.
Distese il foglio e si sedette sul bordo del letto prendendo un sospiro. Era arrivato il momento di leggere.


Caro Tom,
Ti scrive questa lettera per dirti una cosa molto importante.
Stanotte ho capito una cosa: con te sto solo giocando. Io non ti amo, non ti ho mai amato e  preferisco chiudere qui la nostra storia prima che ti coinvolga troppo.
Vedila cosi, ho avuto l'occasione di vivere il mio quarto d'ora di notorietà e ne ho approfittato, tu sei famoso e (diciamocelo ) anche bello quindi non mi è costato molto.
Ma adesso che ti vedo cosi preso ho deciso che è tempo per me di mettermi da parte.
Tu devi tornare alla tua vita e io alla mia, dimenticami Tom. Ci siamo divertiti, è stato bello ma adesso è arrivato il momento di chiudere.
Ti auguro  tanta fortuna con il tuo lavoro, salutami gli altri....
Addio                                                                                               Elisa


Rimase li, nella stessa posizione a fissare quel foglio di carta che sapeva ancora di lei.
Dentro di se sapeva che quello che Elisa aveva scritto era tutta una menzogna, una bruciante bugia.
Strinse nel pugno la lettera scaraventandola lontano e si mise istintivamente le mani nei lunghi rasta cominciando a piangere silanziosamente.
Proprio in quel momento qualcuno bussò alla porta, Tom si alzò strisciando i piedi a terra anche più del solito.
Aprì la porta e si trovò davanti Bill che gli sorrideva come sempre.
"Tom che hai?" chiese Bill visibilmente preoccupato quando vide le grosse lacrime che segnavano il viso del gemello.
Ma l'altro non lo stava nemmeno a sentire, si inginocchiò a terra nell'ingresso coprendosi con le grandi mani gli occhi, lui non piangeva mai.
Il moro si accasciò istintivamente accanto al fratello circondandogli le spalle con le lunghe braccia esili.
"Tom che succede?" gli chiese ancora mentre dentro di lui cresceva l'ansia, la voglia di sapere.
All'improvviso, inaspettatamente Tom alzò il viso guardando finalmente Bill nei profondi occhi nocciola.
Era serio, aveva una strana luce nello sguardo, un qualcosa che Bill non aveva mai visto prima d'ora "Se nè andata!" disse con voce spezzata.
Solo allora Bill capì cosa c'era nei suoi occhi, la sofferenza. Gli avevano spezzato il cuore.
Non disse nulla, non c'era nulla che potesse dire cosi fece l'unica cosa che poteva fare. Lo abbracciò stringendolo tanto a se da togliergli il fiato.
Il cantante decise allora di trascinare il fratello fino al letto matrimoniale, gli mise un braccio attorno alla vita mettendosi quello di Tom sulle spalle, quante volte lui aveva fatto la stessa cosa? Era arrivato il momento di ricambiare.
Arrivarono a fatica sul grande materasso, alzando le coperte Bill fece accomodare bene il gemello mettendosi accanto a lui, nello stesso posto dove, fino a poco fa c'era Elisa.
Tom non aveva ancora smesso di piangere ma aveva un modo tutto suo di farlo e questo bisogna dirlo.
Manteneva un'aspressione vuota che in realtà di per se non trasmettava nulla, ma le sue lacrime parlavano per lui, dentro soffrira anche se cercava di non darlo a vedere.
Bill non sapeva che fare, la rispostà arrivò quando Tom si voltò completamente verso di lui abbracciandolo ancora una volta. Si stava sfogando completamente, adesso piangeva quasi convulsamente affondando il volto nel petto del gemello.
"Bill perchè?" chiese mentre l'alto sbarrava gli occhi in cerca di una risposta.
Abbassò un attimo lo sguardo, fisso i lunghi dread di Tom e vi passò una mano accarezzando dolcemente quella testolina che conosceva bene.
"Non c'è mai un perchè Tom, l'amore è cosi, è stato inventato appositamente per far soffrire. E come malattia e cura assieme, ti ci devi abituare".
"Ma lei mi ama, lo so!" disse Tom alzando lo sguardo, mostrando cosi gli occhi arrossati.
Bill gli sorrise dolcemente asciugandogli amorevolmente una lacrima che scendeva prepotente su quel viso identico al suo "Forse, nessuno lo sa....nemmeno lei! Mi sembra che Elisa sia confusa, lasciale del tempo!"
Di scattò Tom si alzò, cominciò a guardare a terra in cerca di quel pezzetto di carta. Una volta trovato lo porse al gemello e si rimise accanto a lui mentre Bill apriva quella che ormai era diventata una palletta bianca.
Lesse tutto in fretta per poi guardare Tom "Questa non è Elisa!"
"L'ha scritta lei, e se nè andata senza nemmeno salutarmi!" disse il rasta fissando il soffitto bianco e sterile.
"Non so cosa le sia preso ma se non ti ha voluto nemmeno guardare negli occhi un ultima volta un motivo c'è, non ne ha avuto il coraggio!"



Poche parole, poche semplici concise parole che Bill aveva saggiamente messo assieme l'avevano convinto a cercarla. Doveva parlare con  Elisa e lie gli doveva una spiegazione.
Era già davanti la casa della ragazza, sapeva che i genitori non c'erano, aveva chiamato Filippo e lui gli aveva detto che era a casa, completamente sola.
Non si scomodò nemmeno a suonare il campanello, trovò la porta aperta e una volta dentro cominciò a salire la scala che dall'ingresso arrivava direttamente alle camere.
Sapeva bene qual'era quella di Elisa, c'era già stato.
Gli ci  volle un po di tempo e tutto il coraggio che aveva per aprire quella maleddetta porta ma alla fine lo face.
La stanza era colma di luce, le finestra spalancate, sebbene fuori piovesse.
Elisa era nel letto, seduta con la testa appoggiata al muro dietro di se e fissava il cielo plumbeo al di fuori di quella finestra.
Quando si girò a guardare chi fosse entrato nella stanza incrociò immediatamente gli occhi di lui, infondo se lo aspettava.
"Elisa...." disse Tom avvicinandosi al letto mentre lei si stava già alzando.
"Cosa ci fai qui?" chiese cercando di rimanere il più fredda possibile.
"Sono venuto per avere una spiegazione!" disse mentre una lama gli si conficcava lentamente nel cuore, quella non era la sua Elisa.
"Mi sembra di essere stata molto chiara nella lettera che ti ho lasciato!" gli parlava si, ma lo faceva di spalle continuando a fissare la pioggia che cadeva incessante al di fuori di quella stanza.
Tom la prese per il braccio e la fece voltare verso di lui, non avrebbe creduto a una virgola di quello che gli aveva scritto se non glielo diceva guardandolo negli occhi.
"Tom è finita!" disse rimanendo impassibile difronte allo sguardo allarmato di lui.
"Ma..." disse Tom mentre una lacrima cominciava a bagnagli la guancia.
"Non ho altro da dire e tu te ne devi andare!" continuò fradda lei liberandosi da quella presa che le faceva bruciare la pelle.
Tom non doveva sentire altro, lei era convinta, avea deciso e lui non poteva farci niente.
L'abbracciò un ultima volta e una volta vicino al suo orecchio sussurrò un "Ti amo!".
La fissò un ultima volta negli occhi e poi se ne andò, per sempre.
"Idem!" sussurrò a sua volta Elisa quando il ragazzo fu completamente sparito oltre la porta.
  
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