Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: sophie_85    01/03/2008    28 recensioni
---Epilogo postato--- A dispetto del titolo è una Draco/Hermione... la mia prima Draco/Hermione! Fatemi sapere che ne pensate ;) Sophie.
[...]“Devi farlo ingelosire, mia cara.” Hermione sbuffò cercando di replicare, ma Ginny continuò prima che potesse farlo. “Non ci provare, non l’hai già fatto! Con quel viscido di McLaggen come speravi di riuscirci?! Devi puntare più in alto… molto più in alto… magari qualcuno che gli stia proprio, ma proprio antipatico… magari qualcuno che sia capace di umiliarlo e metterlo in imbarazzo come pochi… magari biondo…”[...]
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Hermione Granger, Il trio protagonista | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Mentre spostava i libri, un foglietto di carta cadde da uno di questi. Hermione lo raccolse e si accorse che non era un foglio bianco, ma una foto: c’erano lei per terra nella neve e Malfoy che le sorrideva.

Le scese come un brivido lungo la schiena, e rimase a fissare quella foto per un tempo indefinito. Non riusciva proprio a ricordarsi quando era stata scattata, e non riusciva a capacitarsi che lei e Malfoy potessero avere una foto insieme, eppure quel sorriso le sembrava così familiare. Improvvisamente le tornò alla mente lo sguardo che lui le aveva rivolto poco prima nel corridoio e una strana sensazione le riempì l’animo.

 

Ma cosa mi prende…

 

Improvvisamente la voce di Ginny la fece rinsavire. Finalmente riuscì a staccare gli occhi dallo scatto, ma invece di buttarla via, senza quasi rendersene contò, la mise in tasca.

Malfoy non aveva mai rappresentato niente nella sua vita, eppure improvvisamente le sembrò che buttare quella foto sarebbe stato come buttare un pezzo di sé stessa.

- Fine capitolo -

 

NB: Avevo promesso un epilogo, e invece mi è uscito fuori un'altro capitolo, spero vada bene lo stesso, un bacio a tutti,

Sophie

 

*.*.*.*.*.*

 

 

 

Una ragazza dai capelli rossi stava battendo nervosamente il piede, creando una strana eco nell’imponente ingresso lastrato di marmo in cui si trovava. Vedendo una figura entrare, all’improvviso esclamò “Finalmente! E’ almeno un’ora che ti aspetto! Stavo per tornare da sola…” ma Ginny non riuscì a terminare la frase perché Hermione, che intanto l’aveva raggiunta, la interruppe puntandogli un dito contro.

“Non dirlo neanche per scherzo, Ginny! L’ultima volta che l’hai fatto, hai fatto prendere un colpo a tutti, in particolare a Harry e tuo fratello, a cui per poco non gli prendeva un attacco di cuore quando è venuto a prenderti e non ti ha trovata.”

“Ma dai… è il solito esagerato.” E iniziò a camminare a passi svelti verso la porta da cui era arrivata Hermione, ma venne fermata da quest’ultima.

“No, Ginny. Non dirlo neanche per scherzo. Lo sai che è pericoloso girare per le strade da soli, soprattutto per noi, che ormai è risaputo da che parte stiamo. Ti hanno permesso di frequentare l’Accademia perché è uno dei pochi posti ancora tranquilli, ma visto che dentro l’edificio non ci si può smaterializzare, qualcuno potrebbe aspettarti fuori e farti un brutto tiro. E’ già successo che qualcuno venisse aggredito in pieno giorno. Siamo in guerra, Ginny. Cerca di non dimenticarlo.”

Ormai erano passati quattro anni da quando Harry, Ron e Hermione avevano lasciato Hogwarts, e molte cose erano cambiate: da almeno due anni Voldemort aveva deciso di combattere a viso aperto, e nessuno era più al sicuro. Aggressioni e rapimenti erano ormai all’ordine del giorno, la corruzione all’interno del Ministero era così diffusa che aveva perso ogni credibilità come istituzione, tranne che per la sessione Auror, dove comunque non mancavano i traditori. Gli unici edifici che erano diventati una specie di porto franco per tacito accordo di entrambe le parti erano Hogwarts, che era rimasta sotto la protezione di Silente, la Gringott sotto il controllo dei folletti, il San Mungo e l’Accademia per Medimaghi. Per tutelarne la sicurezza, Silente in persona aveva posto incantesimi anti-materializzazione su ognuno di questi edifici per evitare spiacevoli incidenti, ma uscirne soli era sempre pericoloso, così ogni membro dell’Ordine, a turno, andavano a prendere Ginny alla fine delle lezioni. Oggi era toccato ad Hermione, che ora guardava Ginny con curiosità. “Scusami, ma non avevi detto che oggi le lezioni finivano alle cinque?”

Intanto altre persone iniziarono a scendere la grande scalinata di marmo alle loro spalle.

“Sì, infatti.”

Hermione guardò interdetta l’orologio. “Sono le cinque adesso. Perché prima mi hai detto che mi stavi aspettando da un’ora?”

Ginny distolse lo sguardo: sapeva che Hermione non avrebbe approvato. Disse a mezza bocca “Ho saltato l’ultima lezione.”  

“Ginny!”

“Non iniziare la predica, non ce la facevo più! Malfoy di qua, Malfoy di là… Ormai anche Williamson non fa altro che porcelo come esempio!”

“Malfoy?” a quel nome, Hermione si sentì improvvisamente a disagio. In quell’ultimo periodo in particolare, le capitava di sognarlo ogni tanto, sempre lo stesso sogno, in cui lui la baciava dolcemente e poi le diceva solo ‘Perdonami’. Ogni volta che rifaceva quel sogno, Hermione si svegliava ogni volta sempre più turbata.

“Mi stai ascoltando?!” ormai l’ingresso si stava riempiendo di persone, evidentemente la lezione era finita.

“Scusami, Ginny, dicevi?”

La rossa era diventata di nuovo nervosa e intrattabile come ogni volta che parlava di lui. “Ti dicevo che prima era adulato solo dai professori che hanno valori morali simili a quelli di qualsiasi altro Mangiamorte, ma ora è diventato il pupillo anche di Williamson! Lo stesso Williamson che ha studiato con Silente… in effetti devo dire che Malfoy non se la cava poi male… però, diamine! Non potevo rimanere in aula a sentire WILLIAMSON che tesseva le sue lodi! Anche se bravino è praticamente un Mangiamorte anche se non ha il marchio, no?!”

Quelle ultime parole fecero scattare qualcosa nella mente di Hermione. “No.” Le sfuggì di bocca quasi senza accorgersene; Hermione si sentiva quasi in dovere di contestare quell’affermazione, ma quando provò a capire il motivo di quell’istinto irrazionale, un violento mal di testa la colpì, come una stilettata, costringendola a portarsi una mano alla tempia.

“Come hai detto, Hermione? Ti senti bene?” Ginny la guardò preoccupata.

“Sì, sto bene… no, dicevo… se anche Williamson ha riconosciuto il suo valore, Malfoy dovrà essere più che ‘bravino’, non pensi?”

Ginny la guardò storto. “Sempre a mettere i puntini sulle i, eh?! Sì, è vero, è bravo, molto bravo… ma non lo sopporto.” Improvvisamente lo vide scendere le scale, e dirigersi verso di loro, e diede una gomitata a Hermione. “Ecco, lo vedi quante arie si dà? Sempre più snob… non lo sopporto!”

Hermione si girò a guardarlo, incrociando i suoi occhi: freddi e indifferenti come sempre, però, a differenza di Hogwarts, adesso avevano un che di tristezza. Come ogni volta che incrociava il suo sguardo, una sensazione indescrivibile si impadronì di lei, voleva eppure non riusciva a non guardarlo. Continuarono a fissarsi finché non si trovarono a pochi passi l’uno dall’altra, e come sempre, passando accanto a loro, disse con il suo solito tono strascicato e provocatorio “Weasley, Granger…”

Ginny girò di scatto la testa dall’altro lato alzando il mento, mentre Hermione, sempre guardandolo dritto negl’occhi rispose “Malfoy…” e senza fermarsi e senza aggiungere altro, il ragazzo si diresse verso l’uscita.

“E’ da quando frequento l’Accademia che ha preso a fare questo giochino di salutarci all’uscita. Scommetto che lo fa solo per irritarmi, per Merlino che fastidio! Dai, andiamo Hermione.”

La ragazza, che aveva osservato Draco allontanarsi tra la folla fino a che non l’ebbe perso di vista, fu colta di nuovo da un improvviso mal di testa, ma senza farlo capire a Ginny, le rispose “Sì, andiamo che stasera io, Harry e tuo fratello abbiamo una missione e dobbiamo prepararci.”

“Niente di pericoloso, vero?”

“No, non penso. Il nostro contatto tra le file di Voldemort ci ha avvertiti che stasera ci sarà un’aggressione in una villa babbana. Dobbiamo evacuare la casa prima che arrivino, comunque dovrebbe venire anche Lupin con noi, quindi tranquilla.” e si diressero insieme  verso l’uscita.

 

 

*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*

 

 

Era tardo pomeriggio ormai, e le ombre iniziavano ad allungarsi lungo il deserto viale alberato che portava alla villetta in cima alla collina. La zona era tranquilla e l’unico rumore che tradiva la presenza di Harry, Ron e Hermione era il frusciare dei loro mantelli ad ogni passo. Avevano controllato in lungo e in largo tutta la zona e ora si erano appostati lungo una siepe per discutere sul da farsi.

“La zona mi sembra sicura, quindi procediamo. Una volta entrati in casa ci divideremo per cercare i membri della famiglia che dovrebbero essere tre: due adulti e una bambina. Appena trovate qualcuno usate le Passaporte che ci ha fornito Kingsley e tornate a Grimmauld Place.”

Hermione sembrava un po’ a disagio. “Senti, Harry… ma è proprio necessario ‘rapirli’ a questa maniera? Li terrorizzeremo. Non possiamo spiegargli con calma perché siamo qui?”

Ron la guardò storto. “Ma non ti ricordi l’ultima volta che ci abbiamo provato cosa è successo? Quella prima non ci credeva, e poi quando le abbiamo fatto vedere che non eravamo pazzi, ma veri maghi, non la finiva più di tirarci le cose dietro e urlare come un ossesso.”

Anche Harry intervenne. “Mi dispiace, Hermione, ma non si può. Non sappiamo l’ora esatta in cui arriveranno i Mangiamorte, e per di più Lupin questa volta non ha potuto accompagnarci. Non dovrebbe essere una missione pericolosa, ma prima finiamo e meglio è.”

Hermione sapeva che i due avevano ragione, quindi senza aggiungere altro, insieme si diressero verso la casa. Dopo aver aperto senza far rumore la porta principale, Ron si diresse verso la sala da pranzo, Harry verso quella che doveva essere presumibilmente la cucina, e Hermione salì le scale che portavano al piano superiore. C’era un corridoio con varie porte, aprì la prima che doveva essere la camera da letto principale, vuota. Aprì la seconda che doveva essere la cameretta della bambina: c’erano peluches dappertutto, la carta era dipinta di rosa e farfalle di varie dimensioni e colori erano ricamate su un copriletto bianco. Appena mise piene nella stanza, subito vide un’ombra rifugiarsi sotto le coperte. Si avvicinò con cautela, mentre un faccino contornato da riccioli biondi sbucava appena dalla coperta per controllare la situazione.

“Non aver paura… non sono qui per farti del male.”

Hermione si avvicinò piano e allungò una mano per accarezzarla, la bambina sembrava terrorizzata e si ritrasse appena, ma quando vide che Hermione si limitò a toccarle gentilmente i capelli, guardò di nuovo Hermione da sopra la coperta quando lei le disse “Che bei capelli che hai.”

Dopo qualche secondo di titubanza, rassicurata dall’aria tranquilla di Hermione e dal suo sorriso gentile, si tirò sopra le coperte, mantenendo comunque una certa distanza.

“Li vorrei avere più lunghi, come i tuoi, ma alla mamma piacciono così.”

“Sono belli così. Come ti chiami?”

“Danielle, e tu?”

“Hermione.” Si sorrisero, poi la bambina si aggrappò al suo mantello e inaspettatamente, guardandosi intorno disse “Portarmi via con te, Hermione. Io ho paura.”

Un po’ sorpresa e un po’ allarmata iniziò a cercare qualcosa nel mantello.

“Non preoccuparti, piccola, sono qui per questo, stai tranquilla, fai quello che ti dico e andrà tutto bene.”

“Ne sei sicura?” era stata una voce alle sue spalle a parlare, ghiacciandole il sangue nelle vene. La bambina iniziò ad urlare, scendendo dal lato opposto del letto, mentre Hermione si buttava di lato per schivare l’incantesimo. Dopo aver frugato nel mantello, trovò finalmente quello che stava cercando e gridò “Danielle, prendi questo e tienilo stretto! Mi raccomando, non lasciarlo qualsiasi cosa accada!” e lanciò sul letto un ciondolo: appena la bambina toccò l’oggetto, scomparve come risucchiata, mentre Hermione che aveva perso tempo a per darle istruzioni, fu colpita in pieno da uno Schiantesimo perdendo i sensi.

 

 

*.*.*.*.*.*.*.*

 

 

Ormai era completamente buio quando Pansy, Draco, Blaise, e Bellatrix Lastrange si materializzarono a pochi metri dal vialetto d’ingresso della villa babbana. L’intera zona era immersa nell’oscurità, e se tutte le luci della casa non fossero state accese, la villetta si sarebbe tranquillamente mimetizzata col velluto nero della notte. Questo particolare fu prontamente notato da Draco, che diede voce ai suoi pensieri dicendo “C’è qualcosa che non quadra.”

Anche Blaise guardava pensieroso la casa. “Parli delle luci, non è vero? Potrebbe essere una trappola?”

Bellatrix si girò verso di loro con uno strano ghigno sul volto. “Non vi preoccupate, ragazzi, è tutto a posto… anzi… ho una sorpresa per voi. Venite.” Con passo deciso si diresse verso l’abitazione, mentre gl’altri tre la seguivano.

“Ma dovremmo agire con più prudenza…” ma la voce di Pansy fu ignorata, mentre Bella apriva la porta e entrava in casa. Una volta che tutti furono entrati, la porta si sigillò automaticamente e due Mangiamorte comparvero di fronte alla donna.

“Dove sono?” chiese Bellatrix con tono autoritario.

“Sono nel salone, ma…”

Senza ascoltare altro, fece cenno ai ragazzi di seguirla mentre i sospetti nella mente di Draco si facevano sempre più vividi. Quando entrarono nella stanza successiva, anche se la sua espressione non tradì alcuna emozione, il suo cuore mancò di un battito: tutti i mobili erano stati ammucchiati ai lati della sala, su una delle pareti c’erano i corpi evidentemente morti di un uomo e una donna, mentre dall’altra parte della sala invece c’erano, incatenati e imbavagliati, Hermione e Ron, entrambi piuttosto malconci, con Ron che aveva anche una profonda ferita all’altezza del ginocchio destro.

 

Dannazione, qualcosa è andato storto…

 

Quando Bellatrix vide i prigionieri gridò come una furia “Dov’è POTTER!? Avevate detto che c’era anche lui!”

Il Mangiamorte che prima li aveva accolti all’ingresso si avvicinò titubante. “E’ quello che cercavo di dirle prima, Potter è fuggito buttandosi dalla finestra e la Mezzosangue e riuscita a far scappare la bambina babbana con una Passaporta…”

Bellatrix tirò fuori la bacchetta “Crucio!” il Mangiamorte incominciò a contorcersi e urlare come un forsennato, mentre la voce della donna sovrastava le sue grida di dolore “Siete un branco di incapaci! Erano solo in tre e vi siete fatti giocare!” abbassò la bacchetta e il Mangiamorte smise di contorcersi, affannato. “Spero almeno che abbiate previsto delle difese adeguate! Sicuramente Potter tornerà con i membri dell’Ordine per riprendersi i suoi amichetti!”

“Sì, signora… Abbiamo già provveduto.”

“Bene, allora torniamo a noi…” Si voltò verso le facce interrogative dei ragazzi con cui era arrivata, e assumendo un tono infantile iniziò a dire “Immagino vi starete chiedendo cosa stia succedendo, non è vero… bene, miei cari, ve lo spiego immediatamente… Negli ultimi tempi alcuni dei nostri piani minori sono sempre stati rovinati dalla comparsa improvvisa dei membri dell’Ordine… e questo evidentemente vuole dire che c’è un piccolo topo di fogna che si diverte a fare il doppio gioco. L’Oscuro Signore in persona mi ha concesso l’onore di scovare la talpa, e dopo una piccola indagine ho ristretto i sospetti a uno di voi tre…” li guardò attraverso le palpebre pesanti, sfiorandoli uno ad uno con la punta della bacchetta: Blaise abbastanza tranquillo ma un po’ rigido, Malfoy con la sua solita aria austera e Pansy che aveva assunto una lieve sfumatura di grigio da quando aveva visto i corpi dei babbani morti in fondo alla sala.  Bellatrix continuò “Vi ho dato appositamente l’informazione che questa casa sarebbe stata attaccata stanotte, per vedere se qualche membro dell’Ordine sarebbe venuto a conoscenza dei nostri piani e guarda caso è successo… quindi sì, uno di voi è decisamente la nostra talpa.”

“E non potrebbe essere stato qualcun altro dei tuoi collaboratori a divulgare la notizia? Perché proprio noi dovremmo essere i più sospetti?” Era stato Blaise a parlare

“Ma perché è da quando voi vi siete uniti ai Mangiamorte che la ‘fortuna’ dell’Ordine di intercettare i nostri piani si è così innalzata, mi sembra abbastanza evidente.”

“Un po’ troppo, non credi, zia Bellatrix?” Ora Malfoy si fece avanti per guardare meglio la donna. “Chi ti dice che qualcun altro non stia sfruttando questa situazione proprio per far ricadere la colpa su di noi? Io, e penso di parlare anche a nome di Blaise e Pansy, sono pronto a farmi leggere nella mente o a bere del Veritaserum se credi.” Mentre gl’altri due annuivano con convinzione, Bellatrix e Draco si fissarono intensamente. Poi lei rise dicendo “Ma così non sarebbe divertente, non trovi anche tu, Draco… Ho già provato a leggere nella mente di quei due” indicò Ron e Hermione “e non sanno chi potrebbe essere la spia, mentre voi ormai siete grandi… e i vostri genitori, io stessa, vi ho aiutato a ingannare il prossimo sotto interrogatorio e il Veritaserum non sempre si rivela determinante… Invece vi propongo un gioco: ve li farò torturare un po’ a turno, che ne dite? Vedere le vostre reazioni potrebbe essere interessante… Parkinson!” la ragazza, sentendosi improvvisamente chiamata in causa, sobbalzò appena. “Lancia una Cruciatus come si deve a quel traditore del suo sangue…”

Con un po’ di titubanza, Pansy si portò al centro della stanza, esattamente di fronte ai due prigionieri. Tirò fuori la bacchetta, e senza guardalo negl’occhi borbotto “Crucio…”

Il grido di Ron, soffocato dal bavaglio, si espanse per tutta la sale mentre tutti i muscoli del suo corpo si tendevano e la gamba riprendeva a sanguinare. Poco dopo Pansy abbassò la bacchetta, Ron si accasciò contro il muro, mentre Bellatrix guardava la ragazza con aria disgustata. “E quella sarebbe una Maledizione Senza Perdono? Sei senza spina dorsale, ragazza. Draco, falle vedere come si fa soffrire davvero qualcuno… ti concedo la Mezzosangue, che ne dici?”

Per un attimo Malfoy strinse la mascella, mentre prendeva il posto occupato prima da Pansy. Incrociò gli occhi di Hermione, che lo guardava con un’aria di sfida. La ragazza avrebbe giurato che le avrebbe riso in faccia per avere quella ghiotta possibilità, e invece con sua profonda sorpresa lo vide distogliere lo sguardo, cogliendo quasi un’impercettibile nota di dolore in quegli occhi così chiari.

“Crucio.” Un dolore infinito l’assalì, era come se mille spilli le stessero intorno ai polmoni per impedirle di respirare, mentre i muscoli si contraevano senza sosta. L’incantesimo però fu interrotto molto prima di quello scagliato contro Ron, tanto che Bellatrix lo guardò curiosa. “Che c’è, Draco… non le vuoi fare del male? Eri partito così bene…”

Draco la fulmino con il suo solito sguardo freddo, e con la sua solita arroganza disse “Al contrario, zia. Non aspettavo altro, ma il Mangiamorte alle tue spalle mi sembra ansioso di darti notizie.”

Bellatrix si girò infastidita “Cosa c’è?!”

“L’Ordine è arrivato. Sono in tanti, abbiamo bisogno di rinforzi.”

“E cosa aspettavi a dirmelo! Voi tre aspettatemi qui e fate la guardia ai prigionieri.”

Quando furono nell’ingresso, il Mangiamorte disse “Ma li lasciate soli? Se la spia è tra loro potrebbe scappare con gli ostaggi.”

“Stai tranquillo… La spia è una sola, lo so per certo, e se proverà a scappare si smaschererà da sola e gl’altri due penseranno a fermarla. Inoltre visto che non si possono smaterializzare da qui, chiunque sia può davvero fare poco. Chiama anche gl’altri.”

 

Dopo quasi mezz’ora, la battaglia non sembrava voler scendere di tono. Nella sala da pranzo intanto, Blaise era in piedi fermo vicino ad una libreria rovesciata, Pansy era seduta a terra, mentre Draco faceva avanti e indietro a grandi falcate lanciando furtive occhiate in direzione dei prigionieri. Doveva trovare una soluzione ma non sapeva come muoversi senza scoprirsi del tutto.

Ron era sempre più pallido per via di tutto il sangue perso, mentre Hermione guardava distrattamente fuori dalla finestra. Improvvisamente la ragazza notò qualcosa che si muoveva lì fuori, molto vicino alla finestra, e riconobbe un ciuffo di capelli inconfondibile: Harry era venuto a prenderli. Quando però distolse lo sguardo dalla finestra anche un’altra persona fece lo stesso: Draco Malfoy.

 

Oh Dio! L’avrà visto?! E ora…?

 

Ma quando Draco distolse lo sguardo dal suo, non diede cenno di aver visto niente o nessuno fuori. Improvvisamente però smise di camminare e dalla sua espressione sembrava in attesa di qualcosa.

“Che c’è, Draco?”

“Ssh! Mi sembra di aver sentito un rumore al piano di sopra.”

Blaise lo guardò di sfuggita, e dopo un attimo di silenzio disse “Non c’è nessun rumore.”

“L’ho sentito, ti dico! Pansy?”

Sentitasi chiamata in causa, adesso la ragazza sembrava a disagio. “Non saprei, Draco… forse…”

Blaise fece un gesto annoiato con la mano ”Siete due paranoici. Andate pure a controllare, ma perderete solo tempo.” Draco lo guardò per un attimo, prima di andare verso l’ingresso, seguito da Pansy.

Harry intanto aveva osservato la scena e sentito la discussione grazie alle Orecchie Oblunghe, e dopo aver aspettato che i due avessero il tempo di salire le scale, aprì lentamente la finestra e puntando la bacchetta contro Zabini sussurrò “Stupeficium.”

Il ragazzo venne travolto da un fascio di luce rossa e sbattendo contro il muro, ricadde al suolo privo di sensi. Velocemente Harry si intrufolò nella stanza e corse dritto verso i due compagni, slegandoli e togliendogli i bavagli.

“Harry… pensavo che Malfoy ti avesse visto!” disse piano Hermione, ansiosa.

“A-amico… era ora che arrivassi…” Ron fece un sorriso tirato, che presto si trasformò in una smorfia di dolore quando i due amici l’aiutarono ad alzarsi. Harry guardò preoccupato entrambi: infatti anche Hermione zoppicava leggermente, aveva battuto la gamba quando aveva schivato il primo incantesimo del Mangiamorte che l’aveva catturata. “Là fuori c’è il finimondo, dovremmo muoverci velocemente, ma in queste condizioni…”

Si guardarono per un momento senza sapere cosa fare, poi Hermione disse “Hai portato il Mantello dell’Invisibilità, Harry?”

“Sì, ma non riusciremmo mai a coprirci tutti e tre, e se dovessero vederci, scappare con Ron in queste condizioni è impensabile.”

Hermione lo guardò con decisione. “Ma in due non dovreste avere problemi, vero?”

Harry la guardò per un istante come se fosse impazzita, poi esclamò con forza. “Io non ti lascio qui sola, è fuori discussione!”

“Harry, è necessario!”

“Allora rimarrò io qui, mentre voi scappate.”

“Non dire sciocchezze. Ron è allo stremo, non ce la farei mai a trascinarlo da sola normalmente, figurati così. Resto io qui. Infondo devi solo arrivare in fondo al giardino, no? Da lì in poi puoi Smaterializzarti, lo porti a Grimmauld Place e torni a prendermi.”

Harry la guardò con un’enorme senso di impotenza senza sapere cosa dire, così lei le mise una mano sul braccio dicendo “Lo sai anche tu che è l’unica soluzione. Ho fiducia in te. Sono certa che tornerai a prendermi.”

“Lo giuro. Fosse l’ultima cosa che faccio.” Si guardarono, poi insieme si diressero verso la finestra. Per aiutare Ron a scavalcare la finestra, Hermione mise per sbaglio un piede su un’asse rotta e fece un gran fragore.  Entrambi si bloccarono mentre da poco distante sentirono la voce di Pansy dire “Cos’è stato?!”

Con un ultimo sforzo, Hermione spinse Ron fuori dalla stanza mentre Harry le sussurrava “Nasconditi! Tornerò il prima possibile… stai attenta.”

I passi di Draco e Pansy risuonavano sempre più vicini mentre lei si guardava intorno terrorizzata per cercare un posto dove nascondersi. Alla fine si buttò dietro un divano vicino all’entrata proprio mentre Draco varcava la soglia del salotto e puntava lo sguardo nella sua direzione.

 

Mio Dio! Questa volta mi ha vista, ne sono sicura, mi ha vista… sono morta.

 

Draco però non fece niente per smascherarla, anzi. Quando anche Pansy subito dopo la raggiunse, le disse “Dannazione, sono scappati… Come diavolo avranno fatto?”

Pansy si guardò intorno terrorizzata dalla reazione che avrebbe avuto Bellatrix a quella notizia. Poi vide Blaise steso a terra e si avvicinò a lui. “Guarda, l’hanno schiantato… Forse ha visto qualcosa, dovremmo svegliarlo.”

“No, aspetta… potrebbe essere lui la spia.”

Pansy lo guardò un po’ stranita. “Ma che dici, Draco! Non vedi che l’hanno schiantato?!”

“Appunto! Quale alibi migliore? Potrebbe essersi fatto schiantare apposta, per non destare sospetti. Pensaci bene, Pansy… lui è l’unico di noi tre che non ha torturato quei pezzenti. Non ne ha avuto modo, è vero… ma tu l’hai fatto senza problemi, e anche io… chi ci dà la certezza che lui l’avrebbe fatto? E poi noi due eravamo di sopra insieme, e non mi sembra che tu abbia avuto comportamenti strani... E se la spia  era uno di noi tre…”

Mentre l’ascoltava, parola dopo parola, Pansy sembrava sempre più convinta. “Effettivamente…”

“Per ora io propongo di lasciarlo così, e quando Bellatrix tornerà, sarà lei a prendere provvedimenti a riguardo. Ora è il caso di avvertirla, non la prenderà bene, però almeno abbiamo catturato la spia. Vai tu, io controllo che qui intorno sia tutto in ordine.”

“Hai ragione. Cerco di tornare il prima possibile.” Appena Pansy lasciò la stanza, Draco si voltò verso il divano dietro al quale era rannicchiata Hermione.

“Cosa stai aspettando, Granger. Esci fuori di lì e scappa.”

 

Oddio… allora mi ha vista davvero…

 

“Mi hai presa per una stupida, Malfoy?! Appena uscirò allo scoperto mi farai fuori senza pietà.” Esclamò cercando di farsi piccola piccola dietro al divano.

“Non fare la sciocca, non hai molto tempo! Se volessi farei volare via quel divano con un solo colpo di bacchetta. Se avessi voluto avrei catturato anche quel deficiente di Potter, poco fa.”

Buttando all’aria tutta la prudenza, Hermione si tirò su per poterlo guardare negl’occhi.

“Te n’eri accorto?”

"Certo che me n'ero accorto, per chi mi hai preso."

A quelle parole un flash travolse Hermione:

 

"Certo che me n'ero accorto, per chi mi hai preso."

"E allora perché prima hai imprecato?"

"Perché ancora qualche secondo e mi avresti supplicato di baciarti..."

 

Come venuto, all’improvviso il ricordo si interruppe, dandogli una fitta alla testa. Tornando a guardarlo negli occhi, Hermione non ne lesse alcuna ostilità. “Perché fai tutto questo, Malfoy?”

“Non ha importanza… ora vai.”

Senza capire il perché, Hermione sentiva, anzi, sapeva che poteva fidarsi di lui. Con passi incerti si diresse verso la finestra. Quando fu a metà strada però lo sentì afferrarla per il polso e le disse quasi in un sussurro “Mi raccomando, Hermione. Stai attenta.”

Quel gesto, il calore della sua mano, il sentirsi chiamare per nome le procurarono un brivido, mentre un’ondata di ricordi l’assaliva. Sentirsi chiamare con il nome di battesimo da lui era una cosa così famigliare che la scioccò. Si girò di scatto per poterlo guardare negli occhi.

“Draco, Bellatrix ha detto che arriverà tra…” ma Pansy non finì la frase, perché la sorpresa di vedere quei due, fermi al centro della stanza, non glielo permise. Afferrò subito la bacchetta per puntarla verso Draco, mentre lui faceva lo stesso, spingendo Hermione da un lato.

“Pansy, posso spiegarti.”

“Non credo proprio, Draco… Non ci posso credere! Sei TU la spia! Mi sono fatta manipolare come una sciocca. Come hai potuto tradire il Signore Oscuro, Draco? Ora ti ucciderà.”

“E perché non avrei dovuto tradirlo, eh, Pansy? Perché? Sono per la superiorità del sangue puro, è vero, ma non ho i suoi stessi obbiettivi e non approvo i suoi metodi. Non voglio un mondo pieno di terrore e morte.”

Pansy lo guardava come se fosse impazzito, senza mai abbassare la guardia. “Ma che dici, Draco! Bellatrix sarà qui a momenti, e se ti sente ti farà fuori senza pensarci.”

“Lo so che anche tu non vuoi uccidere la gente. Neanche tu volevi farti marchiare per seguire gl’ordini di un pazzo fanatico!”

A quelle parole altre immagini invasero la mente di Hermione.

 

“E’ inutile che ci giriamo intorno, Granger. Tu sai perfettamente a quale famiglia appartengo, e quindi qual è il mio destino… ma forse ho trovato il modo di evitare di farmi marchiare. Prima ero entusiasta all’idea di diventare Mangiamorte… tutto quel potere, tutto quel rispetto… poi però mio padre incominciò a portarmi con lui in qualche azione punitiva. Per farmi le ossa, diceva lui. Ho visto delle cose… io ho sempre disprezzato i Mezzosangue e i Babbani, tutti quelli meno nobili e quelli con meno ricchezza di quanto io non ne abbia, ma non avrei mai, mai immaginato di fare cose così. Poi a volte alcuni uomini dell’Oscuro Signore veniva a casa nostra pieni di ferite orribili e cicatrici ovunque, magari in seguito ad attacchi dell’Ordine, o per punizioni dell’Oscuro Signore stesso. Venivano a Malfoy Manor perché mia madre è una Medimago, e allora mi è venuta l’idea. Io non voglio mischiarmi con quella gente, non voglio baciare la veste e tremare alla sola vista di un uomo che non solo mi manovra per la sua sete di potere, per la sua personale battaglia contro la Morte, ma che per di più è lui stesso un Mezzosangue. Appena compirò la maggiore età, dovrei ricevere il Marchio, ma ho già convinto mio padre che sarei più utile tra i Mangiamorte come Medimago.”

 

Hermione iniziò a fissare Draco come se fino ad allora non l’avesse mai visto, mentre lui tentava in tutti i modi di rabbonire Pansy. “Non è troppo tardi per fare marcia indietro, Pansy. Io lo so che tu odi questa vita… vieni via con noi. Ricominciamo daccapo.”

La ragazza iniziò a scuotere la testa sempre più forte. “No, Draco… tu sei pazzo. Ci troveranno in un baleno, e ci uccideranno senza pietà. E’ questo il nostro destino, non capisci? Non abbiamo via d’uscita.”

Senza pensarci, Draco si voltò a guardare Hermione con uno sguardo che non gli aveva mai visto prima. “No, Pansy, ti sbagli. Se la cerchi, c’è sempre una via d’uscita.”

Quel gesto non sfuggì a Pansy e improvvisamente i suoi occhi divennero quelli di una invasata. “Ora ho capito… E’ per lei… è lei che ti ha fatto fare tutto questo! Lo sapevo, io lo sapevo! E’ dai tempi della scuola, da quando l’hai frequentata, che sei cambiato. Ti ha plagiato…”

“No, non è così, ti stai sbagliando.”

“No, non mi sto sbagliando! E’ colpa sua! Ma non ti preoccupare Draco, non dirò a Bellatrix che tu sei la spia… Basterà che tu non abbia più modo di avere contatti con lei e non avrai più motivo per tradirci, sarai al sicuro.”

“Non farlo, Pansy!” Ma la ragazza, con gli occhi fuori dalle orbite, puntò la bacchetta contro la Grifondoro gridando “Sectumsempra!”

 

E’ finita…

 

Hermione chiuse di scatto gli occhi, ma l’incantesimo non la raggiunse: Draco si era buttato tra lei e l’incantesimo, impedendogli di colpirla. Quando riaprì lentamente gli occhi, vide il corpo di Draco ricadere in ginocchio di fronte a lei, ferite che si aprivano ovunque e il sangue che iniziava a scendere copioso, mentre tra gli stenti, guardandola dolcemente negli occhi le sussurrò “Hermione, non ho saputo proteggerti… Perdonami.”

 

“Perdonami…”

 

Mentre gli occhi le si riempivano di lacrime, e il corpo di lui le ricadeva pesantemente addosso, tutti i ricordi le tornarono alla mente vividi come non mai.

“Draco…”

Lo rigirò con mani tremanti, sentendo il sangue caldo tra le dita, mentre togliendogli la bacchetta dalle mani, tentava qualche blando incantesimo di guarigione, che sembrava però avere poco effetto. Ormai non riusciva a vedere più niente, con gli occhi appannati dalle lacrime, mentre il nodo che aveva alla gola a malapena riusciva a farla parlare “Draco, ti prego… ti prego…”

Intanto Pansy aveva abbassato la bacchetta e guardava scioccata la scena, incapace di accettare il fatto che era stata lei a colpirlo. Improvvisamente però la voce decisa di Hermione, stretta comunque dalla morsa del pianto, la raggiunse “Pansy! Ti prego, devi lasciarci andare! Draco ha bisogno di cure urgenti e se rimane qui lo uccideranno sicuro!”

La Serpeverde le puntò di nuovo la bacchetta contro, questa volta però con un’aria spaurita e la mano che le tremava vistosamente.

“Ti prego! Di me puoi fare quello che vuoi, ma ti prego…” la voce le si incrinò “Sei la sola che può salvargli la vita.”

Pansy non riusciva a togliere gli occhi di dosso a Draco, che continuava a perdere sangue, mentre la mano le tremava sempre di più. Alla fine abbassò di scatto il braccio.

Intanto dalla finestra sbucò Harry, che passò lo sguardo, stordito, tra Hermione in lacrime che teneva Draco tra le braccia, pieno di ferite e sangue, e Pansy che guardava fisso loro due con la bacchetta abbassata. “Cosa è successo, Hermione?”

Pansy non si voltò neanche a guardarlo, mentre la ragazza esclamò “Oh mio Dio, Harry! Grazie al cielo sei qui! Aiutami, dobbiamo portarlo con noi.”

Senza fare domande Harry si fece caricare Draco sulle spalle, e diede la sua bacchetta a Hermione. “Comprimi. Viste le sue condizioni, non abbiamo tempo di metterci il Mantello, speriamo solo di riuscire ad arrivare vivi hai confini del giardino.”

Mentre stavano per scavalcare la finestra, li raggiunse in lontananza la voce di Bellatrix. Harry e Hermione si guardarono terrorizzati, ma Pansy alle loro spalle alzò la bacchetta contro l’ingresso del salotto e sussurrò “Bombarda.” Il soffittò crollò bloccando l’accesso. Hermione si girò vero di lei, ma la ragazza non disse una parola, mantenendo lo sguardo fisso e vuoto d’avanti a sé.

“Grazie…” e senza perdere altro tempo, fecero uno scatto verso il vialetto alberato.

 

 

*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*

  

 

“Vieni, Danielle. E’ ora di dormire.” Era tardi ormai, e la bambina si era addormentata tenendo una mano sul vecchio ciondolo, troppo grande per lei, che teneva al collo come un tesoro prezioso. Era la Passaporta che le aveva salvato la vita e da cui ormai non voleva più separarsi. Allo stesso modo, stava sempre intorno alla sua adorata Hermione, che l’aveva salvata dagli uomini cattivi. Anche quella sera le aveva fatto compagnia fino a tardi, ma ormai stava praticamente dormendo, così Hermione decise di portarla nel suo letto. Una volta assicurata che fosse coperta bene, Hermione si chiuse la porta alle spalle, e tornò al suo posto. Era più di una settimana ormai che non lasciava quella stanza, nella speranza che Draco desse qualche cenno di ripresa. Aveva perso davvero molto sangue, e per quanto Piton e Madama Chips si fossero dati da fare per salvarlo, non aveva più ripreso conoscenza. Riprese posto nella sedia accanto al letto di lui, osservando il suo profilo pallido, alla luce tenue delle candele. Una profonda cicatrice gli solcava la guancia sinistra, e Hermione sapeva che molte altre erano disseminate per tutto il corpo. Ma non importava. L’importante era che era vivo, e per quanto la fiducia di Madama Chips nel suo risveglio diminuisse sempre più ogni giorno che passava, Hermione era convinta che prima o poi si sarebbe svegliato.

Continuando a guardarlo, poggiò la testa sul suo letto, sopra le braccia. Era incredibile come i suoi sentimenti per lui fossero rimasti immutati, nonostante gli anni trascorsi. E’ vero, lei in realtà non ne aveva memoria, ma in qualche modo lo percepiva, bastava pensare alla foto di loro due che aveva conservato e che anzi, continuava a guardare prima di andare a dormire, cercando di capire perché guardare il sorriso di lui la faceva sentire così bene.

Stava quasi per prendere sonno quando un tocco delicato sui suoi capelli le fece perdere un battito. Alzò di scatto la testa e vide Draco con gli occhi semidischiusi che le sorrideva.

“Oh, mio Dio! Draco!”

Con la voce rauca per il prolungato silenzio, lui provò a risponderle. “Her- Hermione…”

Lei gli prese la mano, portandosela all’altezza delle labbra per poterla baciare, mentre gli occhi le si riempirono di lacrime e il groppo che le si era formato in gola le impediva quasi di respirare. Alla fine riuscì ad articolare una frase “Credevo… credevo che non ti saresti più svegliato… Credevo che mi avresti lasciata sola…”

“Hermione… potrai mai perdonarmi per quello che ti ho fatto?”

“Silente mi ha spiegato tutto, ma avremo tempo per parlarne quando starai meglio, ok? Abbiamo così tante cose di cui parlare… Ma adesso devi pensare solo a guarire, d’accordo?”

“D’accordo…” la guardò per un attimo prima di aggiungere “Quanto vorrei avere il mio album da disegno sotto mano, non puoi capire quanto sei bella adesso.” Hermione sorrise tra le lacrime, e senza pensarci gli diede un lungo, dolce bacio a fior di labbra. Salì sul letto e si sdraiò vicino a lui, poggiando il viso sul suo torace “Non lasciarmi più…”

“Non lo farò.” E accarezzandole i capelli, entrambi si addormentarono con la consapevolezza che forse, anche per loro, era arrivato il momento per poter vivere appieno il loro amore.  

 

 

 

 











Sophie's space

Oh mio Dio… Forse voi non ci crederete, ma prima di scrivere il mio angolino delle chiacchiere sono passata a leggere i commenti che mi avete lasciato oggi, e che dire… Sono rimasta semplicemente senza parole! Mi sono commossa, con le lacrime agli come una scema, mentre leggevo tutte le vostre parole, i vostri complimenti… Dovrei essere io a ringraziarvi per tutta la pazienza che avete dimostrato nel seguire la mia storia, nonostante gli aggiornamenti impossibili, e per tutto il calore e l’affetto che mi avete sempre regalato:

 

GRAZIE A TUTTI DI CUORE, DAVVERO

 

Volevo ringraziarvi uno per uno, come avevo fatto per ‘HP e lo Specchio di Agis’ ma siete veramente tanti… Però perdonatemi se dei nomi li faccio, spero che gli altri non me ne vogliano a male, ma non me la sento di non nominarle:

Vulcania, che mi ha commissionato questa fan fiction, e che spero che prima o poi troverà il tempo di finire di leggerla, sempre se vorrà… (come ti capisco… anche il mio tempo sembra sparire nel nulla);

Blackcrystal, la mia beta-reader, che mi ha seguito con grande pazienza fino qui;  

2Thinkerbell, senza la quale non sarei mai venuta a capo di questo ultimo capitolo

Alessandra, juju210, 8x4 (Ho letto sulla tua pagina che hai avuto dei gemelli!!! AUGURONI!!), che mi hanno sempre sostenuta con grande affetto e calore (juju, le tue recensioni mi fanno sempre morire dalle risate XD; Alessandra che mi ricordava sempre di essere n ritardo e che mi faceva venire i sensi di colpa ^_^ e 8x4 che è riuscita a seguirmi anche dalla Germania).

Ormai abbiamo concluso questa avventura insieme, e spero che se scriverò qualcos’altro, mi farete l’onore di seguirmi ancora, un bacio affettuoso a tutti,

 

La vostra Sophie

   
 
Leggi le 28 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: sophie_85