Fanfic su artisti musicali > Demi Lovato
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Autore: JemiPerSempre    26/08/2013    1 recensioni
Non mi è stata donata una vita molto facile, ma è stato proprio nel momento più buio che una luce è apparsa davanti ai miei occhi.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 4

La sveglia suonò. Mi affrettai a spegnerla per non sentire più quel suono rimbombare nel cervello di prima mattina. Poi tornai con la testa sul cuscino e mi voltai con il corpo a destra e a sinistra: mi sentivo bene, troppo bene coccolata da quel letto così comodo. Mi alzai e andai in bagno, mi guardai allo specchio ed avevo il viso riposato. Ok, avevo quei graffi sul collo, qualche livido qua e là, ma mi sentivo davvero bene. Un nuovo giorno.
 Mi spogliai ed entrai nella doccia. Aprii il rubinetto e l’acqua calda iniziò a scivolare sul mio corpo: che bella sensazione. Chiudevo gli occhi e sognavo Joe, sorridevo, ma non era un buon segno. Ne ero consapevole ma non m’interessava. Stetti qualche altro minuto a godermi il momento e poi uscii, misi l’accappatoio e tornai in camera per scegliere cosa mettere. I vestiti erano ancora nel borsone: non avevo avuto voglia la sera precedente di sistemarli nell’armadio. Decisi di indossare una maglia gialla dallo stile morbido con un paio di jeans. Al posto della sciarpa optai per un “collo” a fantasia che richiamava il bianco delle converse.
Pronta scesi in cucina. Sel era già a fare colazione con i genitori e, appena mi vide, mi fece un occhiolino. Intuii che aveva già detto “tutto”. Mi sedetti accanto alla mia migliore amica e mangiai le frittelle preparate dalla madre con la nutella spalmata sopra. Poi bevvi un bicchiere di latte con il cacao. Mi sentivo parte di quella famiglia con quel clima meraviglioso che io non ho mai avuto o, meglio, non avevo da tanto tempo.
 
Arrivammo a scuola e stranamente Nick non ci stava aspettando agli armadietti. “Ieri sera avrà fatto tardi con Chelsea o, forse, non sarà tornato proprio a casa! Quel ragazzo non metterà mai la testa a posto!” pensai. Poco dopo lo vidi arrivare facendomi segno di stare zitta. Ad un certo punto iniziò a fare solletico a Sel. Quest’ultima si girò di scatto urlando per la paura. Fu davvero imbarazzante: tutti ci fissavano straniti… Ma a loro due non interessava: se ne stavano a ridere e scherzare tra di loro come due piccioncini ed io? Completamente emarginata, come se non esistessi, ma non volevo disturbarli quindi decisi di starmene per conto mio a leggere e rileggere il messaggio di Joe. Ad un tratto sentii Sel chiedere: -Com’è andata ieri sera con Chelsea?-. Pensavo che sarei stata tutto il giorno a sentirla piangere per il fine che Nick e quella lì avevano fatto…
-Mi ha dato uno schiaffo che non dimenticherò mai! Stavamo per farlo quando le ho confessato di non piacermi.- rispose. Spalancai gli occhi. Avevo sentito bene o era solo un sogno? Era tutto vero: Sel aveva un sorriso da ebete, lui ricambiava guardandola negli occhi ed io credevo stesse per piovere. Decisi di lasciarli soli e mi diressi verso l’aula di storia. Qualcuno mi prese da un braccio e mi portò in un angolo nascosto per dirmi: -Sai, dovresti rispondere ai messaggi!-.
-Sai, i professori non si dovrebbero comportare così!- dissi mettendo le mani sui fianchi.
-Ok, signorina Lovato, se preferisce essere chiamata così l’accontenterò.- affermò guardandomi negli occhi. Sembrava serio, ma non tanto ci credevo. Decisi di reggere il gioco e dissi: -Bene, ci vediamo all’uscita. Buon lavoro prof!-. Andai via.
 
I piccioncini erano seduti al tavolo della mensa ed io continuavo a non capire il perché Nick non si dichiarasse: era evidente che ciò che provava non era solo amicizia. Mi sedetti accanto a loro e Sel mi chiese: -Demi ho un disperato bisogno di fare shopping, vieni con me oggi pomeriggio?-.
Risposi mangiando: -No Sel non posso: devo andare di nuovo alla casa del professore.-.
-Hai smesso così presto di chiamarlo Joe?!- disse ridacchiando e poi continuò il discorso: -Comunque adesso non iniziare a trascurarmi per un insegnante!-.
-No, ma che dici?- dissi io.
-Comunque posso accompagnarti io. Sentire il parere di un ragazzo non è meglio?- domandò Nick. La ragazza accettò la proposta. Infondo avevo fatto una cosa buona.
 
Uscii dal cancello della scuola e lui mi aspettava appoggiato alla sua macchina. Indossava un paio di occhiali da sole che lo facevano così sexy. La cosa più difficile era non dare a vedere che lo pensavo realmente. Entrai nell’auto e mi fece una di quelle domande su come fosse andata a scuola ed incominciò a riempirmi il cervello con le storie di cercare di dare il meglio, di prendere voti alti e bla, bla, bla… I discorsi dei professori. Entrammo in casa ed appoggiai lo zaino accanto al divano. Ashley non era in casa. Andai in cucina e mi appoggiai di spalle allo spigolo del tavolo. Dissi sorridendo: -Finiamo questa commedia della studentessa e del professore?-. Egli riempì un bicchiere d’acqua, lo bevve e poi disse: -Ok, Demi. Sai Ashley è gelosa!-. Uscii dal retro e mi fermai a guardare la piscina. Divertita domandai alzando la voce per fargli sentire dalla cucina: -A paura che una diciassettenne le rubi il ragazzo?-. Iniziai a togliermi la sciarpa, poi le scarpe e i pantaloni.
Egli rise e disse: -Beh sono un uomo!-. Sentii i suoi passi oltrepassare la porta e mi tolsi la maglia. Ero ancora di spalle e domandò: -D-demi, c-che stai facendo?-. Mi tuffai e quando riemersi, dopo aver portato i capelli all’indietro, gli sorrisi rispondendo: -Un tuffo!-.
-Demi, ti ho appena detto che- lo interruppi e lo supplicai: -Dai, che vuoi che sia? Ci divertiamo da… amici!-. Sapevo di scherzare col fuoco, ma non m’interessava. Mi sorrise, si tolse le scarpe, i pantaloni ed infine la maglia. -Ok, sto letteralmente sbavando!- dissi senza rendermene conto. Egli si tuffò e, tornato a galla, si avvicinò con un sorriso malizioso. Io indietreggiavo fino a quando toccai il bordo piscina. Egli poggiò le mani su di esso con me in mezzo. Poi confessò: -Non credevo di farti quest’effetto!-.
-Beh sono una ragazza! E quale ragazza non farebbe effetto trovarsi davanti il proprio professore se ben dotato?-. “A chi non piace il proibito?” pensai tra me e me. Tolse le braccia e spostò lo sguardo. Sul mio collo.
-C-cosa sono quelli?-. Uscii dalla vasca e salii di sopra alla ricerca di un bagno per fare la doccia. Prima porta? No. Seconda? No. Terza! Entrai subito e chiusi a chiave. Posai i vestiti su un mobiletto e le scarpe ai piedi di esso. Mi guardai allo specchio e capii che dovevo dirglielo: di lui mi potevo fidare. Feci velocemente la doccia, mi asciugai i capelli che raccolsi con un fermaglio e mi vestii. Entrai nella sua camera e stava con un solo asciugamano intorno alla vita. Aveva lo sguardo basso. Prese le sue cose, entrò nella stanza adiacente e ne uscì vestito. Si sedette accanto a me e mi chiese: -Chi ti ha fatto quei graffi sul collo?-. Gli raccontai: -Tempo fa mio padre era il capo di un’azienda, un’azienda che fallì. Pensava di non servire a niente. Iniziò a bere, a fumare e a frequentare posti poco raccomandabili. E’ diventato pazzo e, come se non bastasse, hanno diagnosticato a mia madre il cancro. Non avevamo molti soldi ed il problema di mio padre la faceva stare sempre peggio. Morì ed erano ormai quattro anni che vivevo con mio padre: mi picchiava e, a volte, mi ha violentata… Così ieri mi accompagnasti a tua insaputa a casa di Sel e tornai in quel postaccio. Si arrabbiò per l’orario, era ubriaco e ha tentato di strozzarmi. Sono riuscita a liberarmi di lui ma mi ha fatto questi graffi e quando è uscito di casa sono scappata via: non mi verrà a cercare.-.
-Perché non l’hai denunciato?- mi chiese.
-Non potevo…-. Egli mi abbracciò. Un’ondata di calore percorse il mio corpo. Avevo la testa appoggiata sul suo petto. Mi sentivo al sicuro, non volevo allontanarmi più dalle sue braccia.
-Non lasciarmi!- gli dissi e lui mi strinse ancora più forte.
-Adesso è tutto finito: devi pensare a te e a divertirti.- affermò sciogliendo l’abbraccio per guardandomi negli occhi e poi sorrise dicendomi: -Come prima con me.-.
-E’ stato un po’ imbarazzante!- affermai ridendo. Poi mi accorsi del suo sguardo e smisi. Mi chiese: -Fallo ancora!-. Ero confusa e lui riprese il discorso: -Ridi ancora, perché sei bellissima quando lo fai.-. Non mi aspettavo mi potesse dire una cosa del genere. Lui si avvicinava sempre di più al mio viso, ma non potevo farlo. Mi alzai e andai via. Non potevo baciare il mio professore, non potevo farmi illudere tanto. Era fidanzato con una ragazza da invidiare: non l’avrebbe lasciato certo per una ragazzina come me. Ero solo un divertimento momentaneo e quando sarebbe finito mi avrebbe buttata via.


ANGOLO AUTRICE:
Ciaooo!! :) Mi spiace di non averlo messo ieri ma l'ho cambiato così tante volte che non è stato possibile. Spero vi piaccia! *-*
Come avete visto ho iniziato la fanfiction dal punto di vista di Joe! Spero vi piaccia e ora vado appunto a scrivere il secondo capitolo perchè voglio cercare di postarli allo stesso passo.
Un bacione,
Lara <3
   
 
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