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Autore: PiccolaEco    27/08/2013    2 recensioni
L'amore non ha nè tempo nè luogo.Anche un semplice tendone da circo può diventare palcoscenico di sguardi, sorrisi, pettegolezzi e batticuori.
L'universo di Ranma narrato sotto un'altra prospettiva.
L'universo di Ranma come non lo avete mai visto prima.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mousse, Shan-pu, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Li guardo allontanarsi verso il sole al tramonto di giugno, così, mano nella mano, insieme. Davanti al cancello principale un corteo di artisti circensi sosta per dare l’ultimo saluto al compagno. Incredibilmente ci sono tutti: il folle direttore, Ranma, Akane, Ryoga, Kodachi, Kuno, Hiroshi, Daisuke, Yuka, Sayuri, Azusa, Mikado, Tsubasa (immagino sia lei, quel tipo vestito cassetta delle lettere), Ren, Ukyo… e persino Biancanera, la cagnolina di Ryoga, con al seguito i suoi cinque cuccioli!
Sì, c’erano proprio tutti. Tranne me. Certo, cosa vi aspettavate? Che dopo la conversazione – o quella che doveva essere una piacevole conversazione – avuta con Mousse la sera prima, io mi presentassi allegramente davanti a lui e a Xiwan congratulandomi con loro e augurandogli felicità di tutto cuore? Ipocritamente, per giunta? Non che l’ipocrisia e la sfacciataggine, detesto ammetterlo, siano qualità, se così si possono definirle, a me sconosciute, ma qui stiamo parlando di rimetterci la faccia , è un discorso ben differente.

O, semplicemente, non avevi il fegato di guardarlo in faccia dopo ieri sera. Già, tu non hai il fegato per fare niente, eh Shan-Pu?

Ignoro il commento sarcastico della mia coscienza: in questo momento non ce l’ho proprio la forza di intavolare una discussione animata con me stessa.
Il piccolo corteo si scioglie dopo qualche minuto, tra le lacrime di alcune,  i visi dispiaciuti di altri e i commenti eccitati di altri ancora riguardo l’imminente serata. Con un sospiro mi allontano dalla finestra, prendo un bicchier d’acqua dal minifrigo del camerino, afferro le chiavi dal tavolino e apro la porta per raggiungere gli altri nel tendone.
Sto richiudendo la porta quando una voce nota emette un piccolo colpo di tosse per avvertire la sua presenza, da me già oltremodo percepita dal rumore dei passi sull’erba e dall’ombra proiettata sulla porta. –Adesso tu ci spieghi per quale oscuro motivo non ti sei nemmeno degnata di venire a salutare Mousse per l’ultima volta. – sbotta Ukyo con le mani sui fianchi e un piede che batte nervosamente per terra.
–E da quando io e voi saremo così in confidenza, se è lecito saperlo? – replico incrociando le braccia al petto e inarcando un sopracciglio come a voler dire: “E adesso che diavolo volete voi due da me?”.
–Oh, al diavolo la confidenza! Il tuo è stato un comportamento vile e irrispettoso nei confronti di Mousse. Non dico che dovevi per forza congratularti con lui e Xiwan, ma almeno uscir fuori a salutarlo questo sì!- esclama Akane, sorprendendo sia me che la cuoca, nessuna delle due preparata ad una reazione del genere da parte della mite e dolce Akane Tendo.
–La verità è che Mousse ci è rimasto molto male del fatto che tu non ti sia fatta viva… avrebbe tanto voluto vederti un’ultima volta.- aggiunge Ukyo con dolcezza, quasi a voler rimediare alla sua sparata di prima.
–E voi che ne sapete? Cosa sapete di quello che voleva o non voleva Mousse al momento di andare via? E se invece fosse stato meglio così, non farmi vedere e rimanermene chiusa nel mio camerino a guardarlo andare via con Xiwan? Smettetela di fare le saputelle della situazione, perché la verità è che non avete capito niente!
–Sei tu che invece non hai capito niente!- sbotta nuovamente Akane, esasperata.
–Se tu ti fossi degnata di venire, avresti sicuramente visto come Mousse ti cercava con gli occhi.
–Tsk, avrete preso una abbaglio: che cosa volete che vedano quei due fondi di bottiglia?- ribatto ironicamente superandole con due grandi falcate, nel tentativo di troncare la conversazione seduta stante.
–Sai, Shan-Pu?- La voce di Ukyo mi costringe a fermarmi, ma non a voltarmi. – Non è poi così difficile vedere attraverso quei fondi di bottiglia.
Attendo immobile qualche secondo come per metabolizzare la frase della cuoca, ma ben presto decido di ignorare tutto: lei, Akane, quella frase, quella conversazione. Come se non mi avesse detto nulla, riprendo a camminare fino a sparire nel tendone.

–Mamma mia quanta gente!- esclama Yuka con la sua vocetta fastidiosamente stridula, sbirciando fuori dalla tenda che separa l’area di esibizione dalle quinte.
–Cielo, adesso svengo! No, io non ce la faccio a uscire lì fuori, c’è troppa gente!- si lamenta Sayuri, facendosi aria con una mano.
La tensione è al massimo: Kuno tenta di acquietare gli animi delle due ragazze decantando la sua abilità nel mantenere il sangue freddo anche in una situazione del genere, ricevendo in tutta risposta calci e pugni sia dalle due fanciulle in questione sia dai loro rispettivi partner, Hiroshi e Daisuke, già nervosi  per via dello spettacolo, figurarsi poi se ci si mette Kuno con i suoi vaneggiamenti; Akane continua imperterrita a intavolare lunghe conversazioni con i suoi felini, pregandoli di obbedirle almeno sulla scena e promettendo loro come ricompensa succulente bistecche di vitello, rigorosamente al sangue, come piacevano a loro; Ryoga scongiurava tutti gli dei possibili e immaginabili che non lo facessero perdere per i meandri del tendone, sotto lo sguardo confuso e preoccupato di Biancanera e dei suoi piccoli; Ren continuava a esercitarsi nelle sue trasformazioni con il mantello, ma l’agitazione era tale che spesso finiva con il copiare contemporaneamente l’aspetto di persone differenti; Ranma cercava un angolo tranquillo dove poter eseguire le sue trasformazioni, possibilmente al riparo da quella furia scatenata di Kodachi che non perdeva occasione per saltargli addosso, vuoi per strusciarglisi addosso come una gatta in calore, vuoi per stritolargli la gola fino a fagli cessare il respiro ( questo a seconda se lo vedesse in versione uomo o in versione donna). E se ve lo state chiedendo, sì, abbiamo provato in tutti i modi a far capire a lei e a suo fratello che Ranma e “la ragazza col codino” sono la stessa persona, anche con dimostrazioni pratiche, ma niente, sono due teste quadre.
Gli unici che apparentemente sembrano non avvertire minimamente la tensione siamo io , che me ne sto a braccia e a gambe conserte seduta su una cassapanca, Mikado ,che continua a ravvivarsi il ciuffo e a sfoggiare il suo migliore sorriso davanti ad un piccolo specchietto, e Azusa, che non la smette di saltellare in giro raccattando gli oggetti più disparati e dando loro un nome.
–Oh ma che grazioso nastro lilla! Ti chiamerò Marceline!
–Ehi, smorfiosa, molla il mio nastro!
–E’ il mio nastro: si chiama Marceline!
–Scrollati immediatamente dal mio preziosissimo nastro!
Magnifico: ci mancava solo una disputa tra le due circensi più oche che abbia mai conosciuto. Alzo appena lo sguardo per vedere Azusa e Kodachi contendersi il suddetto nastro: la prima lo tira tramite la striscia di stoffa, la seconda tramite la bacchetta. Con la coda dell’occhio noto che Ranma tira un sospiro di sollievo asciugandosi la fronte col bordo di una manica e non posso far altro che sorridere pensando che quel ragazzo è proprio nato con la camicia.
–Ragazzi, ci siamo!- esclama Daisuke agitato.
Le luci si spengono, i riflettori vengono puntati su un uomo al centro del palco.
Welcome to everybody ! Benvenuti, signore e signori, al più grande spettacolo che si sia mai visto in tutta la storia del circo! Solo qui potrete ammirare numeri di magia a tempo di musica, giocolieri in equilibrio su un filo di nylon, trapezisti volteggiare in aria perfetta sincronia, pattinatori su ghiaccio, belve feroci ammaestrate con il semplice sguardo o con un gesto della mano, piramidi di contorsionisti e in ultimo, ma non per importanza, trasformisti che cambiano aspetto coprendosi con un mantello o versandosi addosso acqua ghiacciata! Tutto questo solo per voi! Tutto questo è il Big Show!
Rullo di tamburi. Ci siamo: la scaletta prevede che tutti gli artisti entrino in scena per il benvenuto.
Montiamo in groppa ai cavalli bianchi che sono stati disposti e bardati per noi con copricapi piumati e nastri colorati.
3…2…1…Che lo spettacolo abbia inizio!
Entriamo in equilibrio sui cavalli al galoppo, chi tenendosi con una mano sulla testa dell’animale, chi in piedi sul dorso. Le due file si dispongono in modo da formare due cerchi, uno esterno e l’altro interno, poi, ad un comune segnale, gli della fila esterna con un balzo e una capriola atterrano sui cavalli che galoppano nel cerchio interno e lo stesso fanno gli acrobati della fila interna. Tutto in perfetta sincronia. E’ un vortice di piume, salti, capriole.
Il pubblico esulta e applaude letteralmente incantato. E siamo solo all’inizio!
Dal centro del palco si erge una piattaforma circolare sulla quale capeggia la figura del direttore. La sfrenata corsa in tondo si placa all’istante per incentrare l’attenzione sulla figura al centro del palco e per permettere a noi artisti di riprendere fiato.
Ladies and gentleman vi chiedo un caloroso applauso per la nostra strabiliante compagnia di artisti circensi! Avete visto anche voi quanto sono in gamba, no? Ebbene sappiate che this is just the beginning…insomma, come dire.. ne vedrete… di tutti i colori!
Le luci si spengono. Il direttore sparisce sotto la piattaforma dal quale era emerso e anche noi tutti spariamo dietro le quinte al trotto dei nostri cavalli.
–Ce l’abbiamo fatta!- esclama Sayuri eccitata, ma Hiroshi prontamente le preme una mano sulla bocca.
–Ssssh, parla piano, fuori si sente tutto!
–Santo cielo che emozione! Avete visto quanta gente ci guardava?
–Piuuf, e questa è fatta!
–Non cantiamo vittoria troppo presto- interviene Ranma. –Siamo solo all’inizio, il bello deve ancora venire! –Ranma ha ragione- concorda Daisuke – è ancora troppo presto per rilassarci!
–E ora, gentile pubblico, è il turno delle nostre giocoliere equilibriste sincronizzate: ecco a voi Yuka e Sayuri! Un applauso di incoraggiamento, please!
–In bocca al lupo, ragazze! 
–Crepi!- risposero loro all’unisono.
Yuka e Sayuri fanno un’esibizione a dir poco eccezionale, in una sincronia che credo nemmeno i migliori acrobati del mondo, se anche si mettessero d’accordo sui tempi, riuscirebbero ad equiparare. Ritte come statue, si passano a vicenda due, tre, quattro birilli alla volta senza mai tentennare sul sottile filo di nylon che le sostiene.
L’esibizione è un successo e i commenti estasiati del pubblico lo confermano.
–Guarda come stanno dritte dritte, mamma!
–Sono eccezionali!
–Ma come diavolo fanno?
–Papà, e se adesso cadono?- esclama una bambina in prima fila, coprendosi gli occhi.
–Tranquilla, tesoro, non cadranno: si sono allenate tanto!
Finita la loro esibizione, le luci si riaccendono, Yuka e Sayuri saltano giù con grazia, atterrando in equilibrio sulle mezze punte.
Il pubblico applaude ed urla eccitato “Siete bravissime!”, “Sincronia perfetta”, “Siete un portento!” e loro per tutta risposta, tenendosi le mani si inchinano a mezzo busto allargando gli angoli della bocca in un sorriso a trentadue denti, dopodiché le luci si abbassano e le due giocoliere tornano dietro le quinte. Seguono i commenti estasiati di tutti gli artisti e in particolare quelli di Hiroshi e Daisuke (qui gatta ci cova!), smorzati quasi subito dalla voce del direttore.
–E dopo l’esibizione wonderful di quelle che ci piace definirle “gemelle siamesi”, è il turno di Ryoga e della sua cagnolina ninja Biancanera! Come on guys, fatevi avanti!
Attimi di silenzio. I riflettori vagano alla ricerca dell’artista nominato, ma di lui non c’è traccia. Di Ryoga e Biancanera nemmeno l’ombra. –E’ la fine! Siamo perduti!- esclama qualcuno. 
–Stava procedendo tutto troppo bene!- si lamenta una voce femminile.
–Oh, se solo avessi mostrato prima al mondo il mio talento nel tirare le spade!- vaneggia Kuno, piagnucolando. In un altro momento magari gli avrei tirato volentieri un pugno in pieno naso, ma stavolta no. Ho ben altro a cui pensare. Stavolta il pugno in piena faccia se lo beccherà Ryoga, se non compare entro cinque secondi. 
–Ryoga, ma che fine hai fatto!- mormoro affranta, portandomi una mano sulla faccia, già presumendo il disastro che ne sarebbe seguito.

  
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