Li guardo allontanarsi verso il sole
al tramonto di giugno,
così, mano nella mano, insieme. Davanti al cancello
principale un corteo di
artisti circensi sosta per dare l’ultimo saluto al compagno.
Incredibilmente ci
sono tutti: il folle direttore, Ranma, Akane, Ryoga, Kodachi, Kuno,
Hiroshi,
Daisuke, Yuka, Sayuri, Azusa, Mikado, Tsubasa (immagino sia lei, quel
tipo
vestito cassetta delle lettere), Ren, Ukyo… e persino
Biancanera, la cagnolina
di Ryoga, con al seguito i suoi cinque cuccioli!
Sì, c’erano proprio tutti. Tranne
me. Certo, cosa vi aspettavate? Che
dopo la conversazione – o quella che doveva essere una
piacevole conversazione
– avuta con Mousse la sera prima, io mi presentassi
allegramente davanti a lui
e a Xiwan congratulandomi con loro e augurandogli felicità
di tutto cuore?
Ipocritamente, per giunta? Non che l’ipocrisia e la
sfacciataggine, detesto
ammetterlo, siano qualità, se così si possono
definirle, a me sconosciute, ma
qui stiamo parlando di rimetterci la faccia , è un discorso
ben differente.
O,
semplicemente, non
avevi il fegato di guardarlo in faccia dopo ieri sera. Già,
tu non hai il
fegato per fare niente, eh Shan-Pu?
Ignoro il commento sarcastico della
mia coscienza: in questo
momento non ce l’ho proprio la forza di intavolare una
discussione animata con
me stessa.
Il piccolo corteo si scioglie dopo qualche minuto, tra le lacrime di
alcune, i visi dispiaciuti di altri e i
commenti eccitati di altri ancora riguardo l’imminente
serata. Con un
sospiro mi allontano dalla finestra,
prendo un bicchier d’acqua dal minifrigo del camerino,
afferro le chiavi dal tavolino e apro la porta per
raggiungere gli altri nel tendone.
Sto
richiudendo la porta quando una voce nota emette un piccolo colpo di
tosse per
avvertire la sua presenza, da me già oltremodo percepita dal
rumore dei passi
sull’erba e dall’ombra proiettata sulla porta.
–Adesso tu ci spieghi per quale
oscuro motivo non ti sei nemmeno degnata di venire a salutare Mousse
per
l’ultima volta. – sbotta Ukyo con le mani sui
fianchi e un piede che batte
nervosamente per terra.
–E da quando io e voi saremo così in confidenza,
se è lecito saperlo? –
replico incrociando le braccia al petto e inarcando un sopracciglio
come a
voler dire: “E adesso che diavolo volete voi due da
me?”.
–Oh, al diavolo
la confidenza! Il tuo è stato un comportamento vile e
irrispettoso nei
confronti di Mousse. Non dico che dovevi per forza congratularti con
lui e
Xiwan, ma almeno uscir fuori a salutarlo questo sì!- esclama
Akane,
sorprendendo sia me che la cuoca, nessuna delle due preparata ad una
reazione
del genere da parte della mite e dolce Akane Tendo.
–La verità è che
Mousse ci è rimasto molto male del fatto che tu non ti sia
fatta viva… avrebbe
tanto voluto vederti un’ultima volta.- aggiunge Ukyo con
dolcezza, quasi a
voler rimediare alla sua sparata di prima.
–E
voi che ne sapete? Cosa sapete di quello che voleva o non voleva Mousse
al
momento di andare via? E se invece fosse stato meglio così,
non farmi vedere e
rimanermene chiusa nel mio camerino a guardarlo andare via con Xiwan?
Smettetela di fare le saputelle della situazione, perché la
verità è che non
avete capito niente!
–Sei
tu che invece non hai capito niente!- sbotta nuovamente Akane,
esasperata.
–Se
tu ti fossi degnata di venire, avresti sicuramente visto come Mousse ti
cercava
con gli occhi.
–Tsk,
avrete preso una abbaglio: che cosa volete che vedano quei due fondi di
bottiglia?- ribatto ironicamente superandole con due grandi falcate,
nel
tentativo di troncare la conversazione seduta stante.
–Sai,
Shan-Pu?- La voce di Ukyo mi costringe a fermarmi, ma non a voltarmi.
– Non è
poi così difficile vedere attraverso quei fondi di bottiglia.
Attendo
immobile qualche secondo come per
metabolizzare la frase della cuoca, ma ben presto decido di ignorare
tutto:
lei, Akane, quella frase, quella conversazione. Come se non mi avesse
detto
nulla, riprendo a camminare fino a sparire nel tendone.
–Mamma mia quanta
gente!- esclama Yuka con la sua vocetta fastidiosamente stridula,
sbirciando
fuori dalla tenda che separa l’area di esibizione dalle
quinte.
–Cielo,
adesso svengo! No, io non ce la faccio a uscire lì fuori,
c’è troppa gente!- si
lamenta Sayuri, facendosi aria con una mano.
La
tensione è al massimo: Kuno tenta di acquietare gli animi
delle due ragazze
decantando la sua abilità nel mantenere il sangue freddo
anche in una
situazione del genere, ricevendo in tutta risposta calci e pugni sia
dalle due
fanciulle in questione sia dai loro rispettivi partner, Hiroshi e
Daisuke, già
nervosi per via dello spettacolo, figurarsi poi se ci si
mette Kuno con i
suoi vaneggiamenti; Akane continua imperterrita a intavolare lunghe
conversazioni con i suoi felini, pregandoli di obbedirle almeno sulla
scena e
promettendo loro come ricompensa succulente bistecche di vitello,
rigorosamente
al sangue, come piacevano a loro; Ryoga scongiurava tutti gli dei
possibili e
immaginabili che non lo facessero perdere per i meandri del tendone,
sotto lo
sguardo confuso e preoccupato di Biancanera e dei suoi piccoli; Ren
continuava
a esercitarsi nelle sue trasformazioni con il mantello, ma
l’agitazione era
tale che spesso finiva con il copiare contemporaneamente
l’aspetto di persone
differenti; Ranma cercava un angolo tranquillo dove poter eseguire le
sue
trasformazioni, possibilmente al riparo da quella furia scatenata di
Kodachi
che non perdeva occasione per saltargli addosso, vuoi per
strusciarglisi
addosso come una gatta in calore, vuoi per stritolargli la gola fino a
fagli
cessare il respiro ( questo a seconda se lo vedesse in versione uomo o
in
versione donna). E se ve lo state chiedendo, sì, abbiamo
provato in tutti i
modi a far capire a lei e a suo fratello che Ranma e “la
ragazza col codino”
sono la stessa persona, anche con dimostrazioni pratiche, ma niente,
sono due
teste quadre.
Gli
unici che apparentemente sembrano non
avvertire minimamente la tensione siamo io , che me ne sto a braccia e
a gambe conserte seduta su una cassapanca,
Mikado ,che continua a ravvivarsi il ciuffo e a sfoggiare il suo
migliore
sorriso davanti ad un piccolo specchietto, e Azusa, che non la smette
di
saltellare in giro raccattando gli oggetti più disparati e
dando loro un
nome.
–Oh ma che grazioso nastro
lilla! Ti chiamerò Marceline!
–Ehi, smorfiosa, molla il mio nastro!
–E’ il mio nastro: si chiama Marceline!
–Scrollati
immediatamente dal mio preziosissimo nastro!
Magnifico: ci mancava solo una disputa tra le due circensi
più oche che
abbia mai conosciuto. Alzo appena lo sguardo per vedere Azusa e Kodachi
contendersi il suddetto nastro: la prima lo tira tramite la striscia di
stoffa,
la seconda tramite la bacchetta. Con la coda dell’occhio noto
che Ranma tira un
sospiro di sollievo asciugandosi la fronte col bordo di una manica e
non posso
far altro che sorridere pensando che quel ragazzo è proprio
nato con la
camicia.
–Ragazzi,
ci siamo!- esclama Daisuke agitato.
Le luci si spengono, i riflettori vengono puntati su un uomo al centro
del palco.
–Welcome to everybody ! Benvenuti,
signore e signori, al più grande spettacolo che si sia mai
visto in tutta la
storia del circo! Solo qui potrete ammirare numeri di magia a tempo di
musica, giocolieri
in equilibrio su un filo di nylon, trapezisti volteggiare in aria
perfetta
sincronia, pattinatori su ghiaccio, belve feroci ammaestrate con il
semplice
sguardo o con un gesto della mano, piramidi di contorsionisti e in
ultimo, ma
non per importanza, trasformisti che cambiano aspetto coprendosi con un
mantello o versandosi addosso acqua ghiacciata! Tutto questo solo per
voi!
Tutto questo è il Big Show!
Rullo
di tamburi. Ci siamo: la scaletta prevede che tutti gli artisti entrino
in
scena per il benvenuto.
Montiamo in groppa ai cavalli bianchi che sono stati disposti e bardati
per noi con copricapi piumati e nastri colorati.
3…2…1…Che lo spettacolo abbia inizio!
Entriamo in equilibrio sui cavalli al galoppo, chi tenendosi con una
mano sulla testa dell’animale, chi in piedi sul dorso. Le due
file si
dispongono in modo da formare due cerchi, uno esterno e
l’altro interno, poi,
ad un comune segnale, gli della fila esterna con un balzo e una
capriola
atterrano sui cavalli che galoppano nel
cerchio interno e lo stesso fanno gli acrobati della fila interna.
Tutto in
perfetta sincronia. E’ un vortice di
piume, salti, capriole.
Il
pubblico esulta e applaude letteralmente incantato. E siamo solo
all’inizio!
Dal centro del palco si erge una piattaforma circolare sulla quale
capeggia la
figura del direttore. La sfrenata corsa in tondo si placa
all’istante per
incentrare l’attenzione sulla figura al centro del palco e
per permettere a noi
artisti di riprendere fiato.
–Ladies and gentleman vi
chiedo un
caloroso applauso per la nostra strabiliante compagnia di artisti
circensi!
Avete visto anche voi quanto sono in gamba, no? Ebbene sappiate che this is just the beginning…insomma,
come
dire.. ne vedrete… di tutti i
colori!
Le
luci si spengono. Il direttore sparisce sotto la piattaforma dal quale
era
emerso e anche noi tutti spariamo dietro le quinte al trotto dei nostri
cavalli.
–Ce l’abbiamo fatta!- esclama Sayuri eccitata, ma
Hiroshi prontamente le
preme una mano sulla bocca.
–Ssssh, parla piano,
fuori si sente tutto!
–Santo cielo che emozione! Avete visto quanta gente ci
guardava?
–Piuuf, e questa è fatta!
–Non
cantiamo vittoria troppo presto- interviene Ranma. –Siamo
solo all’inizio, il
bello deve ancora venire! –Ranma ha ragione- concorda Daisuke
– è ancora troppo
presto per rilassarci!
–E ora, gentile pubblico, è il turno delle nostre
giocoliere equilibriste
sincronizzate: ecco a voi Yuka e Sayuri! Un applauso di incoraggiamento, please!
–In bocca al lupo, ragazze!
–Crepi!-
risposero loro all’unisono.
Yuka e Sayuri fanno
un’esibizione a dir poco eccezionale, in una sincronia che
credo nemmeno i
migliori acrobati del mondo, se anche si mettessero d’accordo
sui tempi,
riuscirebbero ad equiparare. Ritte come statue, si passano a vicenda
due, tre,
quattro birilli alla volta senza mai tentennare sul sottile filo di
nylon che
le sostiene.
L’esibizione è un
successo e i commenti estasiati del pubblico lo confermano.
–Guarda come stanno dritte dritte, mamma!
–Sono eccezionali!
–Ma
come diavolo fanno?
–Papà,
e se adesso cadono?- esclama una bambina in prima fila, coprendosi gli
occhi.
–Tranquilla, tesoro, non cadranno: si sono allenate tanto!
Finita la loro esibizione, le luci si riaccendono, Yuka e Sayuri
saltano
giù con grazia, atterrando in equilibrio sulle mezze punte.
Il
pubblico applaude ed urla eccitato “Siete
bravissime!”, “Sincronia perfetta”,
“Siete un portento!” e loro per tutta risposta,
tenendosi le mani si inchinano
a mezzo busto allargando gli angoli della bocca in un sorriso a
trentadue
denti, dopodiché le luci si abbassano e le due giocoliere
tornano dietro le
quinte. Seguono i commenti estasiati di tutti gli artisti e in
particolare
quelli di Hiroshi e Daisuke (qui gatta ci cova!), smorzati quasi subito
dalla
voce del direttore.
–E dopo l’esibizione wonderful
di quelle che ci piace definirle “gemelle siamesi”,
è il turno di Ryoga e della
sua cagnolina ninja Biancanera! Come on
guys, fatevi avanti!
Attimi di silenzio. I
riflettori vagano alla ricerca dell’artista nominato, ma di
lui non c’è
traccia. Di Ryoga e Biancanera nemmeno
l’ombra. –E’ la fine! Siamo perduti!-
esclama qualcuno.
–Stava procedendo tutto troppo bene!- si
lamenta una voce femminile.
–Oh, se solo avessi mostrato prima al mondo il mio talento
nel tirare le
spade!- vaneggia Kuno, piagnucolando. In un altro momento magari gli
avrei
tirato volentieri un pugno in pieno naso, ma stavolta no. Ho ben altro
a cui
pensare. Stavolta il pugno in piena faccia se lo beccherà
Ryoga, se non compare
entro cinque secondi.
–Ryoga, ma che fine hai fatto!- mormoro affranta,
portandomi una mano sulla faccia, già presumendo il disastro
che ne sarebbe
seguito.