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Autore: sihu    02/03/2008    5 recensioni
una storia a cavallo tra due tempi che si incontrano, quello dei Malandrini e quello dei nostri eroi. Harry, Ron, Hermione e Ginny si trovano a passare il settimo anno insieme ai Malandrini. il risultato? un continuo susseguirsi di colpi di scena, amori che nascono, gelosie, paranoie e molto altro ancora. DALL'ULTIMO CAPITOLO: “Remus, sei suo padre..” esclamò Ron alla fine. A Sirius e James mancò l’aria mentre Remus impallidì all’improvviso. Lily non poteva credere alle sue orecchie. Remus era padre, ma di chi? Di Harry? Di Teddy forse?
Genere: Commedia, Malinconico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Il trio protagonista | Coppie: Harry/Ginny, James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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avevo promesso a me stessa che avrei pubblicato il secondo capitolo solo se fossi stata sicura che a qualcuno la mia storia piaceva e dopo aver passato le 100 visite. Grazie mille a Riddikulu e a Vale Lovegood per l'incoraggiamento ad andare avanti, e anche agli altri che hanno letto, o perlomeno cliccato sul titolo della mia storia.!
Spero il secondo capitolo non vi deluderà, a me piace molto più del primo! 
Buona Lettura!

CAPITOLO 2  

NESSUNO HA VOGLIA DI ALZARSI!


Mentre il castello si colorava di suoni e colori e tutti, Lily e Alice comprese, correvano a lezione, una stanza nella torre di grifondoro restava immersa nel silenzio più totale.
I suoi occupanti erano ancora tra le braccia di Morfeo, o cosi credeva Frank Paciock quando era sceso a fare colazione insieme a Peter Minus.
FRANK “ non dovremmo svegliarli? Stanno facendo tardi per la colazione e anche per le lezioni se non si alzano..”
PETER “fidati, potrebbe essere pericoloso.. Lasciamoli dormire, avranno combinato qualcosa ieri sera”
Nella voce di Peter c’era una nota di amarezza, per non essere messo a parte di qualsiasi cosa avessero fatto la sera prima. Lui aveva passato la serata a parlare con dei ragazzi del quinto anno nella sala comune, insieme a Frank, che a un certo punto della serata era andato in camera a dormire, e quando era tornato in camera anche lui l’unico che era li e dormiva come un angioletto era solo Frank, degli altri nessuna traccia. Non li aveva nemmeno visti uscire dal ritratto, probabilmente erano nascosti sotto il mantello di James. Voleva aspettarli svegli per sapere che fine avevano fatto, ma alla fine era crollato dalla stanchezza dopo ore di inutile attesa. Adesso era almeno in parte arrabbiato con loro, e anche se si rendeva conto che era un atteggiamento infantile, voleva pareggiare i conti non svegliandoli e facendoli arrivare tardi.
Si sentiva tradito soprattutto da Remus, non era da lui fare cose del genere, ma era anche e soprattutto curioso di sapere che era successo, e perché le tende del letto di James erano chiuse. In sette anni che condividevano la stanza non era mai successo.
Frank si girò verso i compagni che erano beati e immobili sotto le coperte e li fissò per qualche attimo mentre decideva il da farsi.
FRANK “ si, ma non è da Remus…”
PETER “ eddai, muoviamoci.. Vedrai che tra un po’ arrivano!”
Tagliò infine corto Peter, dirigendo le corte gambe grassocce verso la porta, seguitò da Frank che infine si decise scrollando le spalle.
FRANK “alla fine sono affari loro.. E poi se anche Peter dice di scendere..”
Pensò scrollando le spalle.
La stanza piombò di nuovo nel silenzio, si poteva sentire il respiro regolare dei ragazzi che ì dormivano, o almeno così sembrava.
Nel letto più vicino alla finestra infatti, Remus Lupin contava le gocce di rugiada mattutina che colavano sul vetro cercando di fingere che tutto andasse bene. Continuava a ripeterselo in mente, come una litania, sperando che si avverasse. Si sforzava di ricordare gli incantesimi più difficili che avesse mai sentito giusto per tenere la mente impegnata, ma con scarsi risultati.
Non sapeva nemmeno lui perché non si fosse ancora alzato, andato a preparare e sceso a fare colazione come Frank e Peter, che se ne era andato sbuffando. Sapeva che avrebbe fatto tardi sia per la colazione che per le lezioni, ma per la prima volta nella sua vita non gliene importava nulla.
Quello che era successo la sera prima era molto più importante e preoccupante. E ancora più grave, non sapeva come comportarsi. Per la prima volta nella sua vita non sapeva come affrontare una situazione.
Dall’altra parte della stanza anche Sirius Black si rigirava nel letto, fingendo di dormire, e nemmeno lui aveva intenzione di alzarsi, almeno non per primo. Anche la sua mente era fissa sulla sera prima.
Avrebbe voluto parlare con Remus in privato, ma non riusciva a capire se anche lui stesse fingendo, o se forse era addormentato davvero, e poi c’era James. Dopo la sera prima non sapeva come comportarsi con lui, improvvisamente il suo migliore amico non gli era sembrato più lo stesso.
Sembrava tutto così uguale, Sirius e James erano appena tornati dopo aver scontato la punizione che aveva dato loro la Evans, e avevano trovato Remus ancora sui libri mentre Peter e Frank stavano parlando con dei ragazzini più piccoli giù nella sala comune. Tutto come di solito.
All’improvviso si era girato e James era letteralmente sparito nel nulla, senza una ragione né una parola. Né lui né Remus lo avevano sentito andarsene, e alla fine dopo ore di ricerche lo avevano trovato solo in un angolo della Torre di Astronomia. La loro rabbia, dovuta alla preoccupazione era sfumata all’improvviso quando avevano visto lo sguardo di James. Era sperduto, disperato e piangeva. Sirius non aveva mai visto James piangere. Remus non era mai riuscito ad immaginare un James che non fosse sorridente e spensierato. Entrambi furono scandalizzati da quella visione, come quando scopri i tuoi a letto insieme che fanno l’amore. La cosa che più li lasciava increduli è che non c’era nessuna ragione che giustificasse il comportamento di James, fino a poche ore prima era felice, rideva, scherzava, parlava del più e del meno e faceva occhiolini alle ragazze.
E ora, nei loro letti erano ancora sconvolti per quella visione, che non riuscivano a spiegarsi in nessun modo. O almeno, avevano mille teorie, una più improbabile dell’altra.
James appena li aveva visti si era voltato e si era asciugato le lacrime, provò ad abbozzare un sorriso che però non era credibile e cercò una battuta per smorzare la tensione e fingere che tutto andasse bene, senza però riuscirci. Poi erano tornati in camera, senza una parola.
 Remus e Sirius non sapevano cosa dire, come iniziare il discorso, e James non sembrava incline a dare spiegazioni.
SIRIUS “James, beh, ecco.. Vuoi parlare?”
Iniziò alla fine Sirius. James camminava davanti a loro, dandogli le spalle, e rispose velocemente, senza che gli amici riuscissero a guardarlo in faccia.
JAMES “ va tutto bene, stavo solo cercando.. Beh, volevo andare nelle cucine e devo avere sbagliato passaggio segreto..”
La sua voce tremava. Non si era nemmeno sforzato di trovare una scusa credibile, sapeva non sarebbe servito.
Remus guardò Sirius, quest’ultimo sembrava stesse per replicare qualcosa, ma poi preferì tacere, rimanendo a bocca aperta.
Dopo un tragitto che sembrava non finire mai erano arrivati nella loro stanza, e James si era infilato a letto chiudendo dietro di se le tende dopo un velocissimo “BUONA NOTTE”.
Ancora una volta Sirius e Remus si guardarono senza riuscire a dire nulla, rimandando al giorno dopo il momento di affrontare James e capire che gli stava succedendo.
Nel frattempo nel letto al centro della stanza James fissava le tende chiuse del suo letto.
Erano color porpora. Le aveva fissate tutta la notte, sperando che alla fine sarebbe riuscito a prendere sonno, ma non era servito ed ora aveva due occhiaie profonde sotto i bei occhi color nocciola e tanta paura di affrontare gli amici. Si sentiva come un bambino scoperto dalla propria mamma con le mani nella marmellata. Era stato scoperto. Sapeva che prima o poi Sirius e Remus si sarebbero accorti delle sue sparizioni, che magari lo avrebbero seguito e lo avrebbero visto li da solo, immerso nel suo dolore che invano cercava di reprimere e nascondere agli altri. Per anni era riuscito a nascondersi, e ora era stato scoperto.
Aveva sentito Frank e Peter alzarsi, prepararsi e infine scendere a fare colazione.
Aveva sentito il tono scocciato di Peter, era arrabbiato per la sparizione della sera prima, pensava lo stessero tenendo all’oscuro di chissà cosa. Avrebbe voluto rassicurarlo, dirgli che non gli stavano nascondendo proprio nulla, ma non ne aveva la forza.
Aveva sperato che anche Remus e Sirius si alzassero, che lo lasciassero da solo, senza fargli nessuna domanda. Ma loro non si erano mossi, erano rimasti nei loro letti.
Sapeva bene che avrebbero aspettato che si alzasse, che fosse pronto per parlare, che avrebbero saltato tranquillamente le lezioni per aspettare quel momento. Una parte di lui gli era grato per questo loro rispettare i suoi tempi e non forzarlo ma era tutto così difficile in quel momento.
Era stato scoperto.
Ormai doveva essere molto tardi, non sapeva quando tempo fosse passato, forse ore, forse addirittura giorni, la notte prima gli sembrava un secolo fa.
E alla fine si decise. Si fece forza, fece un lungo respiro come se avesse dovuto andare sott’acqua e spostò le tende rosse del baldacchino.
Remus e Sirius sentirono le tende aprirsi e videro uno stravolto James Potter emergere dalle coperte, con due profonde occhiaie scavate sotto gli occhi che si sforzava di comportarsi normalmente.
SIRIUS”James, possiamo parlare un attimo?”
Il tono di Sirius sembrava non voler ammettere repliche.
JAMES “ma.. le lezioni.. Lumacorno.. siamo in ritardo..”
Tentò una debole difesa, anche se sapeva bene che non sarebbe bastata a fare cambiare idea gli amici. Non sapeva se voler loro bene o odiarli per questo.
REMUS “ ormai la lezione è cominciata, per un giorno di assenza non ci dirà niente nessuno..”
Non aveva mai sentito Remus più deciso che in quel momento.
James abbassò gli occhi, era il momento della verità.
  
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