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Autore: slanif    28/08/2013    2 recensioni
Aragon/Legolas, Eomer/Arwen
Quetsa Fan Fiction su "Il Signore Degli Anelli" è una personale visione del Secondo Film, esattamente nel punto in cui gli orchi attaccano gli abitanti di Rohan, diretti al Fosso di Helm, spalleggiati dai lupi mannari. Da quella scena, l'inserimento di personaggi che appaiono nel Libro solo nell'Appendice! XD! +sviene+ Buona lettura!
Genere: Angst, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Aragorn, Arwen, Eldarion, Eomer, Legolas
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Thank you
di slanif

**

Cado giù dal dirupo, dentro l’acqua che porta alle cascate… Addosso alle rocce dove l’acqua si frantuma. Chiudo gli occhi. Che anche a mi tocchi quella fine? Valar, spero di no…
Valar, vi prego, fate che io ne esca vivo e che troni da Lui… Proteggetemi con la vostra grazia infinita, vi prego…

“Eomer! Dov’è Eldarion?” si sentì urlare.
“Aragorn… Io non so come dirtelo, ma…” e l’uomo dai chiari capelli castani indicò il dirupo. L’uomo dai meravigliosi occhi azzurri si avvicinò al crepaccio e guardò giù solo per un attimo prima di chiudere gli occhi: “Valar…” disse con angoscia.
“Mi spiace…” sussurrò Eomer mettendogli una mano sulla spalla. Ma non era l'uomo moro a dover essere sorretto e al quale bisognava far coraggio, no... Era un Elfo biondo al quale serviva aiuto... Un Elfo che stava rovinando la sua bellezza eterna per far scivolare dai suoi occhi blu delle lacrime in memoria del ragazzo...: “Aragorn...” chiamò. L'uomo si girò e vide quello che mai avrebbe voluto vedere negli occhi della sua metà. Si fece coraggio e disse: “Legolas... Non è il momento delle lacrime... Dobbiamo tornare a Edoras da Arwen e Elfwine... Fatti forza... So che, anche se  sembra impossibile, lui ce la farà...”.
 
A pomeriggio inoltrato arrivarono a Edoras dove le loro spose li attendevano. Ma le notizie che portavano con loro non erano buone...
“Cos'è successo a Eldarion?” chiese Arwen “Perchè non è con voi?”
“Siamo stati attaccati da degli orchetti, la battaglia è stata dura e non so come... Eldarion... E' finito giù da un dirupo... Nelle acque... Mi dispiace...” spiegò il Re di Rohan. Arwen spalancò gli occhi mentre questi si riempivano di lacrime ma Aragorn gli disse: “Non piangere... C'è ancora speranza...”
“Dov'è? Io non riesco a vederla, Aragorn...” disse la donna mentre cercava di trattenere le lacrime.
“C'è sempre speranza... Me lo dissi te tanto tempo fa... Ora è giunto il momento che tu stessa ci creda... Non so perchè ma, come ho già detto a Legolas e Eomer, sento che lui si è salvato...”
“Come puoi esserne sicuro?” chiese Eomer.
“Il calore che mi riscalda il cuore quando lui è con me non si è spento... Non si neanche affievolito... E' sempre qui...” spiegò mettendosi una mano sul petto, all'altezza del cuore. Le persone nella stanza stavano per ribattere quando: “Padre!” si sentì “Siete tornati!” e un bel ragazzo dai lunghi capelli biondi e dai profondi occhi verdi entrò correndo nella stanza.
“Elfwine...” sussurrò l'uomo interpellato. Il ragazzo giunse di fronte agli uomini e alle donne e cominciò a far vagare il suo sguardo alla disperata ricerca di qualcosa...: “Dov'è Eldarion?” chiese con un tremito di voce. Gli adulti si guardarono... Come dire a Elfwine, ragazzo sensibile com'era, che il suo migliore amico non c'era più? Certo, non potevano tacere... Lo avrebbe scoperto comunque, in un modo o nell’altro, e gli occhi impauriti di Elfwine era un chiaro segno che stava cominciando a capire... “Dov'è Eldarion?” ripetè con la voce più forte.
“E' caduto...” fu sua madre a parlare. Gli occhi del giovane si allargarono ancora di più e si inumidirono di lacrime, ma le lacrime non uscirono dai suoi occhi; si voltò e corse verso la sua stanza buttandosi sul letto...
Intanto, nelle acque salate, Eldarion scivolò giù dalla cascata privo di sensi. Sentiva l’acqua avvolgerlo dolcemente in un abbraccio senza fine fino a quando senti tutti il corpo pungergli e bruciargli per l’impeto col quale era caduto nelle acque agitate.
Il suo corpo galleggiava placidamente nell’ormai piccolo torrente…  Sentiva chiaramente la sabbia e i sassi sotto le sue dita. Sapeva di essere vivo e in salvo, ma non riusciva ad aprire gli occhi e ad alzarsi per tornare da Lui… Desiderava vederlo sopra ogni cosa… Ma le forze gli venivano meno e la ferita sul braccio pungeva dolente mentre apatica e lenta versava sangue… Sotto la sua testa avvertì la morbida sabbia e sentì il suo corpo cominciare a riscaldarsi sotto il tepore dei raggi del sole… Anche la ferita sembrava bruciare di meno…  
Intanto Elfwine era sdraiato sul suo letto a pancia in su a pensare: - Che la grazia dei Valar ti protegga… - e mandò un bacio pensando a Eldarion… 
Bacio che giunse al destinatario che sentì due labbra morbide e conosciute sfiorarsi con le sue mentre la muta richiesta del ragazzo ai Valar nasceva e moriva nell’aria del tardo pomeriggio. Mosse piano le labbra ma baciò il vento… Socchiuse gli occhi e sorrise pensando a Elfwine e alla sua preghiera; richiuse gli occhi e attese.
La sua attesa fu breve perché sentì chiaramente della bava viscida e umida sul naso e si rese conto di avere di fronte un cavallo bruno e forte che lo invitava a salire sulla sua groppa… Lo fece e, traballando un po’ per lo stordimento che avvertiva, il cavallo cominciò a cavalcare.
“Elfwine… Ti prego, esci di qui… Devi mangiare…” era sua madre che, pacatamente, entrò nella stanza…
“Non ho fame, madre…” rispose senza neanche voltarsi, continuando a guardare il cielo.
“Elfwine…” lo implorò.
“Mamma ho detto che non ho fame, esci di qui!” aveva alzato un po’ la voce e se ne pentì subito vedendo il dispiacere negli occhi della madre. Subito si alzò e la andò ad abbracciare: “Scusami…”
“Non fa niente…” rispose lei. Lo strinse forte a se e disse: “So che per te Eldarion era un amico speciale… Ma devi farti forza…” “Non era solo un amico speciale, madre…” la interruppe lui “Era molto di più… Era il mio amico, il mio confidente, il mio compagno, il mio amante, tutto il mio mondo…!”
La donna sgranò gli occhi sotto la confidenza del figlio: possibile che tra lui e Eldarion ci fosse un rapporto diverso dall’amicizia? Dalle parole del figlio sembrava proprio di si…: “Tu e Eldarion…?” cercò di dire ma le parole non gli uscivano, non riusciva a trovare la parola adatta per definire tutto quello.
“Siamo compagni, madre…” il giovane sciolse l’abbraccio e si rimise sdraiato sul letto mentre diceva: “Ora esci, madre… Per favore… Voglio restare solo…”
 
Eldarion cavalcava ormai da ore ed era stanco, ma non poteva fermarsi… I suoi amici e parenti erano in pensiero… Per non parlare di Lui… Chissà cosa stava provando…?
Sentì il nitrito del cavallo che gli annunciava che erano finalmente giunti a Edoras e infatti, davanti ai suoi occhi, si scorgeva tra le montagne il Palazzo D’Oro di Re Eomer…
Spronò il cavallo ad andare veloce cosi che in poco tempo fosse giunto a Palazzo. 
Intanto gli appartenenti alla famiglia reale discutevano su quanto appreso dalla regina di Rohan con la conversazione avuta col figlio…
“Non posso crederci…” sussurrò Aragorn “Elfwine e Eldarion… Insieme?”
“Sembra proprio di sì…” rispose Eomer “Devo ammettere che non mi dispiace se è Eldarion ad amare mio figlio…”
“Sì, infatti…” assentì Arwen.
“Già, così i vostri due popoli sono uniti sotto ogni punto di vista, non vi pare?” chiese Legolas con un sorriso.
“Effettivamente…” disse Eomer.
Aragorn stava per dire qualcosa ma sentirono la porta spalancarsi e una figura oscurata dal sole alle sue spalle entrare nella stanza…
“Chi sei?” chiese Eomer.
“Ma come?” si sentì la voce beffarda dell’ombra “Non riconoscete più nemmeno me?”
“Eldarion!!” urlò Arwen correndo in contro al foglio e abbracciandolo di slancio. Il ragazzo ricambiò l’abbraccio per un po’, poi si staccò e disse: “Una sedia, vi prego…”. Tutti risero allo sguardo e alla voce implorante del ragazzo e gli porsero la sedia dove subito lui si sedette massaggiandosi i muscoli indolenziti.
“Credevamo fossi morto…” disse Eomer.
“Anche io lo credevo… L’ho creduto fino a quando non ho sentito una voce pregare i Valar…” spiegò rimanendo volutamente sul vago.
“Hai riconosciuto la voce?” chiese Aragron.
“No…!” mentì spudoratamente Eldarion. Aragorn curvò leggermente le labbra, sapeva che la voce era quella di Elfwine… Nessuno avrebbe potuto salvarlo se non lui…
“Elfwine?” chiese e i reali per poco non morirono per trattenere le risate.
“E’ nella sua stanza…” spiegò Legolas, l’unico che riusciva a controllarsi e quindi l’unico che riusciva a parlare normalmente…
“Okay, grazie…” e così dicendo si alzò dalla sedia e si diresse verso l’altra stanza, quindi tutti scoppiarono a ridere: “O Valar… Stavo per morire dal ridere… Come abbiamo fatto a non accorgercene? E’ così evidente!!” rise Aragorn.
 
Eldarion era giunto fino alla stanza di Elfwine e bussò piano alla porta avendo in risposta un silenzio di tomba così Eldarion aprì la porta: chi tace acconsente!! .
Elfwine si girò e sgranò gli occhi: “S… Sei veramente tu…?” chiese avendo paura della risposta. Ma fortunatamente i suoi timori non si avverarono perché Eldarion annuì col capo quindi Elfwine si alzò di scatto dal letto e gli si buttò addosso stringendolo forte per le spalle e il collo e cominciò a piangere silenziosamente mentre Eldarion lo stringeva forte a se facendo forza sulle braccia per continuare a tenerlo sollevato… 
Intanto dal corridoio, dietro l’angolo, cinque paia di occhi indiscreti osservavano la scena…
“Sei vivo…” mormorò il ragazzo biondo.
“Grazie a te… La tua preghiera mi ha raggiunto e i Valar hanno ascoltato la tua preghiera mandandomi un cavallo che mi ha condotto fin qui…” spiegò. Elfwine scese dalle sue braccia e gli circondò il viso con i palmi delle mani che cominciarono a vagare sul suo volto e tra i suoi capelli: “Sei tutto sporco…” sorrise appena…
“Abbastanza…” ma poi un lampo di finto panico passò nei suoi occhi “Non è che, visto che sono lercio, non mi merito neanche un bacio!!?” scherzò. Elfwine sorrise sorgnone e posò le sue labbra su quelle dell’altro giovane muovendole piano…
Quando Eldarion cominciò a chiedere accesso alla sua bocce Elfwine si staccò di scatto e lo guardò maliziosamente: “Stasera… Forse…” sussurrò all’interno del suo orecchio… In modo tale che solo lui potesse sentirlo…
Eldarion gli accarezzò una guancia con sguardo dolce: “Grazie…” ripetè ancora “Grazie alla tua preghiera… Solo grazie al tuo amore ho potuto salvarmi…” ma Elfwine scosse la testa: “Se tu non mi amassi al medesimo modo la mia preghiera non avrebbe mai potuto raggiungere il tuo cuore… Se tu non credessi in Noi come ci credo io, tu saresti morto…” spiegò mettendogli una mano sul cuore. Eldarion poggiò la sua sopra quella del compagno e sorrise dolcemente depositando un leggero bacio sulla punta del naso di Elfwine che rise.
“Andiamo in camera… Devi riposare…” gli sussurrò Elfwine sulle labbra poi alzando la voce e sporgendosi oltre le spalle del compagno disse: “E voi cinque, quando avete finito di farvi i fatti nostri potete anche andarvene!!”
A Eldarion prese un colpo quando si girò e vide tutti i suoi cari: “Non posso crederci…” 

**FINE**

   
 
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