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Autore: L_Fy    03/03/2008    31 recensioni
Una ragazza nuova e i due fratelli più contesi della scuola: Verena, Teo e Dieci. Cos’altro se non il classico triangolo? Ma non dimentichiamo Oleana, la nuova, frizzante amica di Verena: quindi, un insolito rettangolo. E il cattivo di turno, Scaturro il Terribile, non lo consideriamo come vertice? Vediamo, così dovrebbe essere un pentagono: ma se ci aggiungiamo anche una pseudo-fidanzata pseudo-aristocratica, una madre finlandese, un cane formato roditore, un diario segreto e un bel po’ di fantasia, che figura geometrica salta fuori? Forse una così articolata che può calzarle un solo nome: adolescenza!!
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Recensione di Fante, fatta il 01/03/2008 - 12:31PM sul capitolo 21: Capitolo 20 : Principesse e Pippi - Firmata

Capitolo 21 : Siamo uomini o savusilakke?

 

“Insomma, non ti ha detto niente?”

“No, niente di niente. Adesso frena, per favore.”

Teo, alla guida della Teo-mobile, inchiodò e la macchina si fermò a un millimetro dal parafango della vettura davanti.

“Ma non hai insistito?” continuò lui imperterrito.

“No, non ho insistito: ero molto impegnata a scodellare bile verdastra ai poveri affamati e non c’è stato tempo per le domande intime.”

“Intime?” sbuffò Teo partendo in sgommata al semaforo verde “Mica dovevi chiederle la frequenza del suo ciclo mensile! Dovevi solo chiederle perché si è incontrata con Scaturro, era così difficile?”

“Perché non glielo hai chiesto tu, allora?” sbuffò Verena “E che cazzo, frena! Le vedi quelle due lucine rosse ai lati del lunotto posteriore? Quando si illuminano non è per farti ciao ma per dirti che devi frenare!”

“Non sopporto quelle lucine” brontolò Teo di malumore “Mi feriscono gli occhi!”

“Davvero! Perché non avvisi il conducente che se è costretto a frenare deve prima mandarti un fax?”

“Insomma, e adesso come la mettiamo?”

“Con le luci posteriori? Al prossimo semaforo posso romperle con una mazza da baseball, se ti danno così fastidio.”

“Spiritosa. Dicevo con Mariacarla e Scaturro. Suor Giacinta non l’ha nemmeno visto passare, Scaturro… sciroccata com’è e coi fondi di bottiglia che ha per occhiali, mi ha scambiato per una emanazione terrena dell’arcangelo Gabriele; dubito di poter sperare in qualcosa di più. Quindi, che facciamo?”

“Sinceramente non lo so” rispose Verena corrucciata “E non me ne frega niente. Il mio dovere l’ho fatto, ora tocca a te.”

“A me?” domandò Teo spalancandole gli occhioni azzurri in faccia.

“Devi darmi il diario, ricordi? Cazzo, Teo, guarda la strada!”

Erano arrivati a casa Ferri e chissà per quale miracolosa congiunzione astrale Teo riuscì a non finire di nuovo sui vasi di fiori all’ingresso ma parcheggiò tutto sghembo nel cortile.

“Lasciatelo dire” grugnì Verena scendendo adagio dalla macchina “Guidi come una savusilakka!”

“Non è vero! E poi nemmeno sai cos’è una savusilakka!”

“Il fatto che tu ti sia offeso, però, qualche indizio me lo dà: di sicuro non vuol dire meraviglioso e aitante pilota. E comunque Tellu mi ha concesso i diritti d’autore e io nomino le savusilakke ogni volta che voglio.”

Entrarono in casa dalla cucina: la stanza era vuota e silenziosa, nonché al buio vista l’ora. Verena si avvicinò istintivamente a Teo che, come da ceppo di famiglia, si era già tolto la giacca e fischiettava verso il frigo rimboccandosi le maniche della camicia.

“Non dirmi che hai fame” borbottò Verena “Ti ho visto, sai, che spezzavi il femore di un senzatetto per rubargli l’ultima razione di patate.”

“Erano buone” si difese Teo infilandosi nel frigo e riemergendo con un piatto con sopra una specie di involtino scuro e bugnoso “Mmmm, che meraviglia!”

“Cos’è?” si informò Verena sospettosa.

“Kalakukko.” rispose Teo addentando estasiato l’involtino.

“Ma dai. Da vedere sembrava che fosse lontra salmistrata. Poi il kalakukko non è la mossa di briscola quando cali l’asso?”

“E’ pane integrale con pancetta e pezzi di pesce.”

“Leggerino. Da berci dietro il gasolio non raffinato, vero?”

“E guarda cosa c’è qui… un pezzo di korvapusti!”

“Oddio, che suono orribile. Cos’è, concentrato di pustole di corvo?”

“Un dolce alla cannella. Buonissimo, io lo adoro! Dai, assaggialo.”

“Fossi matta. Vado a recuperare la mia roba e a cambiarmi. I jeans te li restituisco, ma la maglietta con sopra lo zio Timo la tengo ancora un po’, se non ti spiace: sai, stiamo diventando intimi…”

“Ti credo” pensò Teo ammiccante “Scommetto che lo zio Timo non vorrebbe essere da nessun’altra parte, se non sulle tue tette.”

“Per quando torno, tu fammi trovare pronto il diario.” ordinò Verena incamminandosi verso il corridoio.

Teo masticò per qualche secondo in silenzio: poi, trascinando svogliatamente i piedi, raggiunse un mobiletto straripante riviste e Settimane Enigmistiche dal quale tirò fuori con tranquilla precisione un quaderno nero e bisunto. Lo osservò per un po’ cogitabondo, soppesandolo sulla mano come a vagliarne il valore, finché con un sospiro se lo infilò sotto l’ascella.

*          *          *

Seguendo un impulso alieno e piuttosto stupido, Teo si avvicinò in punta di piedi alla propria stanza e si mise a spiare Verena mentre si muoveva ignara. Spiare le persone era sempre stato uno dei passatempi preferiti di Teo: si imparavano un sacco di cose interessanti sulla gente che non si rendeva conto di esser osservata. Per esempio, Tellu aveva l’abitudine di canticchiare orribili canzoncine finlandesi e di arrotolarsi le ciocche di capelli sulle dita; Enrico faceva puzzette a tutto spiano; Luca borbottava da solo e aveva un tic a una spalla; Marco invece si specchiava in ogni superficie vagamente riflettente e si aggiustava il ciuffo.

Piazzandosi comodamente contro lo stipite, Teo osservò dalla porta socchiusa Verena che stava raccogliendo i vestiti: la vide fissare con aria critica la propria camicia storcendo la bocca nella sua tipica smorfietta Questacosafaschifo. Adorabile, pensò Teo con insolita tenerezza. La vide ripiegare l’indumento con cura e posarlo sulla scrivania: era proprio una precisina, nonostante l’aria cazzuta e i vestiti di gomma, sogghignò esilarato. Con una compunta faccetta curiosa, Verena trotterellò in giro e si fermò guardare le foto sul muro che ritraevano i gemelli Ferri in varie fasi della loro crescita. Teo trovava affascinante il suo modo di osservare le cose: inclinava la testa a sinistra e si faceva venire una rughetta tra le sopracciglia che era davvero carina. Sul muro c’era una fotografia storta e asimmetrica: “Adesso la raddrizza”, pensò Teo e subito dopo vide Verena allungare la mano per  raddrizzare la cornice. “Una precisina fatta e finita!” sorrise Teo tra sé e sé, provando uno strano calore nel petto. Raddrizzata la cornice, con aria un po’ colpevole, Verena tornò al centro della stanza e raccolse la camicia gialla di Teo; la fissò truce per un bel po’ e a Teo sembrò che la giudicasse molto antipatica; poi rapidamente, se la portò alle narici e ne aspirò il profumo, socchiudendo gli occhi. Teo rimase con un boccone di korvapusti a metà strada con aria vagamente basita: che diavolo stava facendo?

“Ehm.” gorgogliò con severo rimprovero aprendo definitivamente la porta.

Verena sobbalzò e scagliò la camicia il più lontano possibile, girandosi verso la porta rossa come un gambero.

“Non si bussa prima di entrare?” quasi strillò al suo indirizzo.

“Questa è camera mia” precisò Teo riprendendo a masticare “Che stavi facendo?”

“Niente” mentì Verena in fretta e malissimo “Ma adesso tu e le tue pustole di corvo uscite di qui che mi devo cambiare.”

Teo inarcò sornione le sopracciglia e si accomodò meglio contro lo stipite della porta.

“Se vuoi possiamo darti una mano.”

“No. Fuori.” rispose Verena arrossendo ancora di più.

“Tecnicamente siamo già fuori” annunciò Teo con aria didattica “E comunque sotto lo zio Timo non c’è niente che io e il mio korvapusti non abbiamo già visto.”

“Allora, visto che non c’è niente di interessante, a che pro vederlo ancora? Fuori, svelto.”

“Io non ho mica detto che non era interessante” puntualizzò Teo “A dire il vero non ho visto bene se sul seno destro hai Bloom o Flora…”

“Teo, piantala. E prima che mi incazzi, dov’è il diario? Lo sai che ti ficco una fornitura annuale di korvapusti nel retto, se non mantieni la promessa.”

Teo allora esibì il quaderno nero e bisunto facendo un gran inchino e un teatrale svolazzo con le mani.

“Come Vossignoria ha comandato” dichiarò pomposo “Era questo il manufatto cartaceo che tanto agognavate, madamigella?”

Era quello, Verena lo riconobbe al primo sguardo: sospettosa, fissò Teo negli occhi e studiò a lungo le sue divertite iridi turchine.

“Mi sembra che stia andando tutto troppo liscio” commentò guardinga “Dov’è la fregatura?”

“Nessuna fregatura” rispose Teo compunto “Anzi, dovrei offendermi per le tue sibilline illazioni. Ma non mi offenderò per questa volta, visto che mi hai dato l’opportunità di usare la parola illazioni, che è tanto carina e tanto difficile da piazzare.”

Verena, doverosamente dubbiosa, si allungò lentamente per prendere il diario: Teo le sorrise, candido e solare come un serafino, e Verena afferrò di scatto il quaderno e si allontanò di un passo, stringendolo al petto come se si aspettasse un attacco armato.

“Che sospettosona” gorgogliò Teo fingendo di imbronciarsi “Non è affatto carino da parte tua dimostrare tanta sfiducia. Ferisci il mio animo sensibile.”

“Così sensibile che sembra il carapace di una tartaruga” ribatté Verena “E poi non ci credo nemmeno per un secondo che tu non abbia mai letto un solo rigo di… ehi!”

Mentre parlava, aprì il quaderno su una pagina a casaccio e quello che vide non le piacque affatto: nella bella calligrafia ordinata di Tellu, la pagina esordiva con un chiaro “Sugo per maccheroncini alla boscaiola”. Non ci mise nemmeno due secondi a capire cosa rappresentava il quaderno e a infuriarsi di conseguenza.

“Tu!” strillò puntando un dito accusatore contro Teo.

“Matteo Raafael Ferri, ramo italiano e ceppo savusilakka, per servirvi!” scattò lui sull’attenti senza smettere di sghignazzare.

“Questo non è il diario di Scaturro!! E’ il libro di ricette di tua madre!”

“E tu che nemmeno credevi che esistesse.” approvò estasiato Teo ingoiando l’ultimo pezzo di korvapusti.

“Mi hai imbrogliato!! Hai detto che mi avresti dato il diario!”

“Io non ho affatto imbrogliato” ribatté Teo compunto “Ti ho detto che ti avrei dato il quaderno nero che avevi visto in cucina… e questo è esattamente quel quaderno. Di cui, ribadisco, non ho mai letto nemmeno un rigo.”

Verena, pugni stretti e vene pulsanti sul collo, vibrava di rabbia feroce e puro sdegno.

“Tu… tu sei…”

“Purissimo? Altissimo? Bellissimo?”

“Stronzo!”

“Che peccato che non finisca per issimo, così non fai la rima.”

“Stronzissimo!”

“Ah, ecco.”

Piena di sacrosanto livore, Verena gli tirò addosso il quaderno, centrandolo in petto: Teo scoppiò a ridere, perfidamente deliziato.

“Oh, Verena cara, vedessi la tua faccia!”

“Vedrai la tua quando te l’avrò ridotta in poltiglia! Subdolo e meschino bugiardo!”  

Si avvicinò minacciosa e Teo, a titolo preventivo, fuggì saltando in piedi sul letto.

“Oh-oh, la signorina Verena cara dalla Clava è arrabbiata?” canticchiò irridente e Verena, se possibile, nel sentire tutto quelle erre rotolose si infuriò ancora di più.

“Vieni qui, sporca savusilakka!” strillò inseguendolo.

Teo smontò dal letto con due lunghe sgambettate e raggiunse il corridoio.

“Aiuto!” gorgogliò ridendo “C’è una tizia equivoca con la faccia di Berlusconi sulle tette che mi sta inseguendo!”

“Tanto ti prendo, deficiente!” ruggì Verena guadagnando terreno.

Arrivato in prossimità del divano, Teo si girò per controllare la situazione, ma aveva sottovalutato la rapidità di Verena che gli fu addosso, placcandolo con la ferocia di un di un giocatore di rugby. Rotolarono sul divano quasi sfondandolo, tra le risate di Teo e gli strepiti furiosi di Verena.

“Touchdown per Verena dalla Clava!” gorgogliò Teo difendendosi senza troppo impegno dalle pacche che lei tentava di rifilargli.

“Adesso ti gonfio come una mongolfiera!” ruggì Verena montandogli a cavallo mentre Teo, rapidamente, le bloccava i polsi senza smettere di ridere.

“Promesse, promesse, e intanto non agisci mai!” ghignò poi con gli occhi luccicanti “Comunque me lo potevi anche dire…”

“Cosa?”

“Che ti piace stare sopra.”

Fu questione di un millisecondo: un attimo di assoluta immobilità prima di capacitarsi della posizione più che compromettente che avevano assunto su quel divano. Come se si fosse improvvisamente rotta una diga, Verena sentì un’onda anomala e infuocata salirle dai piedi all’inguine, bloccandole le vie respiratorie e per reazione fece per buttarsi giù dal divano. Ma Teo le teneva ancora i polsi saldamente immobilizzati e Verena sgroppò inutilmente, con l’unico e assolutamente imbarazzante risultato di finirgli ancora più addosso.

“Lasciami!” strillò in preda al panico più puro.

“Ma come, non dovevi gonfiarmi come una mongolfiera?” la stuzzicò Teo senza cedere di un millimetro.

Verena chiuse gli occhi per un attimo cercando senza successo di non respirare il profumo di more (ma ne era completamente avvolta, con l’aggravante della cannella proveniente da quel maledetto korvapusti) e di non toccare Teo (ma ogni centimetro a contatto, vestiti o non vestiti, jeans o non jeans, bruciava come se stesse andando a fuoco). E d’improvviso eccolo lì, il DJ impazzito: aveva piazzato sul piatto “Save a prayer” dei Duran Duran che ora rombava a tutto volume dalle parti del cervelletto, mandandoglielo in pappa come da copione.

“Teo, la-scia-mi!” strepitò di nuovo affannata, strattonando i polsi.

“Dai che scherzavo, Verena cara! Non c’è niente di malizioso in quello che ho detto.”

“Ah, no?” ringhiò Verena ansimando come una locomotiva e azzardando una sbirciatina. Errore: Teo stava ancora sogghignando e il suo sorriso era ancora troppo diabolicamente perverso.

“No, certo. Sono finlandese io, che diamine! Anzi, per dimostrartelo staremo qui un po’ a chiacchierare. In fondo è così piacevole farti da pony…”

Verena sgroppò di nuovo con forza tentando di scappare, ma con un deciso colpo di reni Teo invertì le posizioni e Verena si trovò distesa sul divano con Teo sopra che sghignazzava tenendole ancora i polsi bloccati.

“Lasciami andare, ti ho detto!” ragliò Verena in preda al panico.

“Ah, Verena cara, sei proprio uno spasso!”

“E tu… sei proprio meschino ad approfittarti così di… del… insomma, dove diavolo vuoi arrivare?”

“Ohibò, eravamo partiti?” si informò Teo spalancando due irridenti occhioni turchini.

Verena non aveva voglia di rispondere a tono: non voleva pensare, non voleva sentire, non voleva niente di niente! Desiderava solo andare a casa, farsi una doccia ghiacciata e ammazzare il fermento ormonale rileggendo con furiosa concentrazione “Cinque conferenze sulla psicoanalisi” di Freud.

“Teo, sei uno stronzo!” borbottò con voce rotta evitando il suo sguardo.

Teo nemmeno si scompose.

“Di nuovo!” gorgogliò lui salottiero “Quando sei sotto pressione il tuo vocabolario si riduce drasticamente a ben poche e misere locuzioni.”

“Crepa.” ribadì Verena sottovoce: il frastuono musicale nella sua testa era così assordante che sembrava le stesse per scoppiare la scatola cranica.

“Dopo. Perché prima annusavi la mia camicia?” buttò lì Teo a bruciapelo.

“Merda secca!!”

“Perché aveva un buon profumo” rispose Verena aggressiva rinunciando a scalciare inutilmente “E tu perché mi hai suc-succhiato la cioccolata dal d-dito?”

Teo, finalmente, sembrò preso in contropiede.

“Avevi un buon sapore.” rispose con voce neutra e sincera.

“Ancora merda secca!!”

“Ero ricoperta di Nutella.” fece notare Verena con voce rotta.

“Non era la Nutella.”

“Merda secchissima!!”

“Lasciami andare, Teo. E vaffanculo.”

“Perché quando non sai cosa fare mi mandi a fare in culo, Verena cara?” sospirò lui con un sorriso.

“Perché sei un bastardo” si decise a dire Verena esausta, mandando al diavolo vocette e remore, orgogli e pregiudizi: non aveva più la forza per gestire la baraonda circense che le si agitava nello stomaco, quindi mollò gli ormeggi senza rimpianti “Perchè declami tanto l’amicizia senza ormoni e bla bla bla e poi provochi in ogni occasione. Non tutti sono fatti di merdoso ceppo finlandese come te! C’è gente qui in Italia che è fatta di carne e sangue che prima o poi ti farà arrivare una sberla come si deve per il tuo comportamento da subdola vipera provocatrice.”

“Ci avrei giurato” cinguettò Teo esilarato “Davvero vorresti darmi una sberla?”

“Non era esattamente alle sberle che stava pensando…” mormorò Vocetta1 sovrastando per un attimo la musica nel cervello di Verena (Mike Oldfield, per la cronaca).

“Sì” rispose in un soffio “Vorrei prenderti a sberle da adesso fino a stanotte.”

C’era uno nota decisamente liquida nella sua voce, una nota stonata che fece finalmente tacere Teo. Tacque per un bel pezzo, mentre i secondi rotolavano via, pesanti come macigni e sempre più carichi di bruciante significato. Verena non osava nemmeno respirare, figurarsi muovere un muscolo: rimase immobile con gli occhi chiusi, il viso girato di lato come a voler sfuggire allo sguardo di Teo, i capelli arruffati e le guance rosse come mele. Era bellissima, pensò Teo remotamente. E non sembrava affatto che stesse pensando alle sberle. Uhm…

Doveva dire qualcosa, pensò risoluto: e l’avrebbe anche detto, probabilmente qualcosa di stupido o ridicolo, qualsiasi cosa pur di far finire quel momento imbarazzante. Ma non fece in tempo: dall’ingresso si sentì qualcuno che armeggiava con le chiavi per entrare e Teo pensò bene che fosse arrivato il momento di lasciare i polsi di Verena e smontare dal divano.

*          *          *

Erano Enrico e Tellu in compagnia del loro primogenito e del topocane mutante. In men che non si dica, Teo era schizzato in piedi con tanta foga che si era quasi spiaccicato contro il muro opposto; Verena era ancora in fase di sollevamento quando si trovò di colpo puntati addosso gli sguardi dei Ferri.

“Teo!” esclamò Tellu a voce altissima “Verenna!”

“Non stavamo facendo niente sul divano.” pigolò precipitosamente Teo mentre Marco, lasciando Verena completamente di sasso, le si avvicinava, la prendeva da sotto le ascelle come se fosse una poppante e la sollevava a sufficienza per stamparle un bacio in fronte.

“E brava la nostra Verena dalla Clava!” ammiccò poi serafico posandola a terra mentre Verena diventava tricolore come una bandiera.

“Tutto questo entusiasmo perché eravamo sedute sul divano?” protestò Vocetta1 incerta “E se ci sdraiavamo sul tappeto, ci davano una medaglia?”

Dopo il primo attimo di mutismo iniziale, il salotto si riempì delle voci della sacra famiglia Ferri (con base ritmica data dai waffeggiamenti di Otello); Marco, baciata Verena, marciò da Teo posizionato stranamente in castigo nell’angolo più lontano del salotto, lo sollevò e lo agitò come se fosse una manica a vento.

“Stramaledetto canarino!” tuonò radioso aprendosi in un sorriso a duecento denti che abbagliò gli astanti “Era ora che ti decidessi a farti la ragazza!”

Prima ancora di poter aprire bocca per spicciare una parola, Verena si trovò avvolta dal caldo abbraccio di Tellu, con Otello che approfittava del disinteresse generale per tentare di masticarle l’anfibio destro senza gran successo.

“Verenna karra!” cinguettò estasiata la donna stampandole due baci sulle guance “Ke meravigliossa nottizzia!”

“Qu…?” gorgogliò Verena mentre Enrico Ferri prendeva il posto di sua moglie e la abbracciava entusiasta.

“Io lo sapevo che tra voi due c’era qualcosa!” esclamò felice come una pasqua, con le guance rubizze così rosse e rotonde da farlo sembrare la caricatura di un nano di Biancaneve.

Verena, completamente confusa, lanciò un breve sguardo verso Teo che, al momento, si stava sorbendo le micidiali pacche sulla schiena del fratello Marco e gli abbracci affettuosi di Tellu. Quell’esagerata emozione generale non poteva essere nata solo dal fatto di aver beccato lei e Teo sul divano, meditò confusa. Posto che li avessero visti, poi… E anche se fosse stato così, non potevano saltare così di punto in bianco alle conclusioni! A meno che… Un pensiero rapido come una meteora le passò nel cervello senza riuscire ad ancorarsi per bene.

“Mariacarla…?” tentò di dire con la bocca secchissima e Tellu annuì con entusiasmo.

“Ci ha kiamatto subitto, kuando siette andatti via dal centro di akkoglienza, e ci ha datto la bella nottizia.”

“Io l’avevo già capito.” puntualizzò Enrico trascinando Teo e Verena a sedere sul divano. Non gli fu molto difficile: i due si muovevano con la meccanica docilità degli automi.

“Sì, papà, sappiamo che sei tu l’indovino della famiglia.” lo prese in giro Marco ammiccando.

“Veramente…” iniziò a dire Teo, ma nessuno lo lasciò parlare.

“Kuando è successo?” si informò Tellu con gli occhi luccicanti.

“C…cosa?” balbettò Verena senza assolutamente sapere come affrontare la situazione: stava ancora tentando di capire se era finita in una dimensione parallela o se stava avendo un incubo post-abbuffata di peperoni.

“Che casinooooo!” ululò Vocetta1 sull’orlo della crisi isterica.

“Kuando vi siette innamoratti!” eslcamò Tellu entusiasta.

Era evidente che Mariacarla della Mirandola MiFaccioICazziDegliAltri aveva sparso in giro la balla che lei e Teo si erano messi insieme.

“Quella vipera!” pensò Verena con fulminea furia “Se la prendo le faccio un peeling senza nemmeno passare dall’estetista!”

“Questa è la giusta punizione per aver peccato di menzogna e apostasia” commentò Vocetta2 lapidaria “Adesso però voglio vedere con che faccia di bronzo tu e Teo dite loro la verità!”.

“Rakkontattemi! Ho il diritto di saperre, sonno la madre! Kuando avette decisso?”

“Io sono il padre!” si intromise Enrico giulivo “E ho il diritto di sapere se è stata la mia asta pubblica dell’altra sera a far scattare la molla!”

“Io che sono il fratello maggiore dovrei invece farmi i cazzi miei, ma devo assolutamente sapere se è davvero lo zio Timo quello addosso a Verena o se è Berlusconi!”

“E’ lo zio Timo” confermò Enrico dopo una rapida occhiata “Beato lui. Ci starei volentieri anche io addosso a Verena.”

“E quelli non sono i jeans di Teo?” si informò Tellu vagamente sorpresa.

“La… ehm, la gonna di Verena è in camera mia…” balbettò Teo, spargendo involontariamente ancora più letame di quello che già stava sommergendo tutto.

Il sangue defluì completamente dalle guance di Verena che cominciò a vedere tutto appannato.

“Verena cara, mantieni il sangue freddo e ce la farai.” la incoraggiò Vocetta2, pochissimo convinta.

“I-io… no-noi…”

“Io non sono la ragazza di Teo? Noi non stiamo insieme? La mia gonna è di là per sbaglio? Finisci almeno una frase, santiddio!” berciò Vocetta2 piena di rimprovero.

Sembrava facile, ma la lingua, divenuta di colpo pesante e ruvida come lana di vetro, non ne voleva sapere di funzionare. Verena annaspò intorno, supplicando aiuto con lo sguardo: lo trovò sorprendentemente negli occhi celesti di Teo, che per quanto attonito e sbatacchiato sembrava molto più lucido di lei, in quel momento.

“Ehm” esordì con insolita decisione “Siete davvero molto carini e tutto questo entusiasmo… wow, non me lo aspettavo… cioè, non ce lo aspettavamo…”

“Tesorro” cinguettò Tellu sprizzando felicità da tutti i pori “Verenna ci è piaciutta subitto dal primmo giorno ke l’abbiammo konosciutta! Vedervi insiemme è una verra gioia!”

Suo malgrado, nonostante la situazione agghiacciante e pirotecnica, l’innegabile affetto della voce di Tellu arrivò al cuore di Verena che, se possibile, si sentì ancora più gobba e sudicia come un piccolo papero nero e puzzolente in mezzo a un branco di meravigliosi cigni dorati.

“Oh, Tellu… gr-grazie…”

“Per favore contieniti” supplicò Vocetta1 allarmata quando la vista di Verena si appannò “Ci manca solo che apri le cateratte qui in mezzo a tutti!”

“Beh, ecco, io e Verena cara siamo molto… ehm, contenti…”

“Lascia a dopo i ringraziamenti per aver ricevuto l’Oscar” tagliò corto Marco esilarato “Mi spieghi la faccenda di zio Timo sì o no?”

“E anche la storia del divano, se non vi spiace.” aggiunse Enrico con aria complice.

Verena guardò Teo. Teo guardò Verena.

“Uno dei due dirà bene la verità!” sospirò rinfrancata Vocetta2.

“A dire il vero è successo tutto molto in fretta.” disse Teo rivolgendo un rapido sguardo da cucciolo a Verena: “Non posso farlo!” diceva accorato quello sguardo.

“Teo, no!” piagnucolò Vocetta1 affranta riflettendosi negli occhi di Verena.

“Noi… non avevamo preventivato che succedesse.” continuò Teo con un sospiro.

“Quella fregnaccia dell’amicizia senza ormoni” ricordò Enrico “Mai capito da dove ti fosse saltata fuori.”

“Sonno kossì felice per te, karas” annunciò Tellu con evidente sincerità “Sapevvo ke nonostante i tuoi makkeggi ti sarresti akkorto ke Verenna non erra adatta a Lukka, ma a te. E’ da tanto ke desidderro una compagnia femminille. Mariakarla è kossì riservatta…”

“…e ha così pochi argomenti di conversazione.” aggiunse Marco sottovoce.

“Addesso kon Verenna avrò finnalmente kualkunno kon kui parlarre di kosse da donne…”

“Cose da donne? Con Verena?” si informò scettico Teo, accantonando per un attimo il braccio di ferro di sguardi con la presunta fidanzata.

“A proposito di cose da donne” si intromise di nuovo Marco malizioso “Voglio una risposta sincera: che ci fa zio Timo sulle tette di Verena?”

“Ma sti finlandesi i cazzi propri non se li fanno mai?!” grugnì Vocetta2 affranta.

“Mi ero sporcata i vestiti.” rispose Verena in fretta: unica verità in quell’alta marea di panzane in cui stavano galleggiando.

“L’avevvo detto io ke li disturbavammo.” borbottò Tellu con aria di rimprovero e Verena si decise ad arrossire come un’intera coltivazione di pomodori.

“No, non avete capito! E-ero sporca di Nutella, prima del divano… noi, ehm…”

“Eravamo in cucina…”

“Ha cominciato lui a provocare!”

“In kucinna?” domandò Tellu leggermente più fredda.

“Sul tavolo…”

“Ma non abbiamo toccato il muro.”

“E meno male.” borbottò Enrico trattenendo a stento una risata.

“Con la Nutella?” si informò Marco ridanciano.

“Sì, ehm… abbiamo finito il vasetto.” rispose Teo contrito.

Marco e Enrico lo guardarono a lungo con aria vagamente ammirata.

“Ed era quello da un chilo!” esclamò Enrico, al colmo della gioia.

“Un intero vaso di Nutella!” gorgogliò Marco sottovoce “Fratellino, sei un grande!”

“Oddio, chissà che hanno capito questi!” inorridì Vocetta1

“N-noi non stavamo facendo nulla di male…”

“Ma certto, karra” sorrise Tellu materna “Ti assikurro ke per noi non c’è nessun problemma se tu e Teo fatte sesso, sai? Certo, sarebbe meglio in kamerra e non nella mia kucinna…”

Verena si sentì morire, lentamente e dolorosamente.

“Mamma!” scattò Teo e per un attimo, con la giusta qualità di luce, poté persino sembrare che fosse arrossito “Piantala di fare la genitrice nordica e emancipata! Io e Verena non abbiamo fatto sesso!”

“Lo so, lo so, si dicce farre l’amorre.” si corresse Tellu.

Stavolta saggiamente Verena decise di tenere il becco chiuso: ogni parola che aggiungeva, volente o nolente, peggiorava solo la situazione!

“Allora, rimanni a cenna, verro Verenna karra? Dobbiammo festeggiarre!”

Come se per quel giorno non avesse già passato abbastanza orrori senza metterci in mezzo la cucina finlandese di Tellu.

“A dire la verità, io…”

“Ma certo che rimane!” esclamò Marco mollando una nuova portentosa pacca sulla schiena di Verena, prosciugandole così il fiato e la conseguente negazione “Devo farle una bella sfilza di domandine imbarazzanti prima di cena. Per esempio…”

“Marko… non esagerarre…”

“Ma no, äiti, sarò un cherubino. Allora, avete davvero fatto sesso anche sul divano?”

“Marko!”

“E’ una domanda scientifica, mamma! Mica le ho chiesto se le è piaciuto o se è rimasta soddisfatta.”

“Fatte sempre la figurra dei maledukatti, voi figli debosciatti. Almeno aspetta ke io e tuo paddre siammo uscitti!”

“Ok, allora smamma.”

“Veramente io devo andare a casa.” mormorò Verena con un filo di voce.

Era vero: si sentiva sul punto di vomitare da un momento all’altro e non voleva infierire sul povero parquet dei Ferri, già così duramente provato.

“Perché?” piagnucolò Marco offeso “Stavo elaborando l’intervista più imbarazzante della storia…”

“Devo andare assolutamente” replicò Verena racimolando una sicurezza che non sentiva minimamente “C’è… mia nonna che è malata.”

Era vero. Aveva l’Alzheimer da decenni, ormai.

“Se proprio devvi… Teo, la akkompagni tu?”

“Non ce n’è bisogno.” dissero in coro Teo e Verena con perfetto sincronismo: il pensiero di rimanere da soli aveva su entrambi un effetto altamente disturbante.

“Ti porta Teo a casa” decise il signor Ferri “Non tanto per te, Verena cara, ma capisci… Teo deve assolutamente allenarsi per migliorare la sua guida kamikaze.”

“O morire nel tentativo.” aggiunse velenoso Marco.

“Ho lo scooter qui fuori.” si ricordò di colpo Verena, ripromettendosi al più presto di genuflettersi in ringraziamento davanti al proprio ciclomotore.

“Te lo può portare a casa Teo domani.” tentò coraggiosamente Enrico.

“No, ah… devo andare subito dalla nonna…”

“Se deve andare lasciatela andare, no?” borbottò Teo, burbero come mai in vita sua mentre Enrico e Tellu lo fissavano stupefatti.

“Skusacci, karra” capitolò infine Tellu prendendo Verena a braccetto e scortandola verso l’uscita “Vuoi ke ti dia qualkossa di mio da metterti o preferrisci tenerre lo zio Timo?”

“Come se ormai facesse qualche differenza.” mugugnò Vocetta1 acida.

“Tengo lo zio Timo.” rispose Verena senza alzare gli occhi da terra: il calore invadente e impudico della famiglia Ferri, nonostante l’imbarazzo fumante e l’evidente pazzia genetica, l’aveva lasciata spossata e incapace di affrontare lo sguardo abbagliante di Tellu.

“Ciao, Verena” la salutò Enrico appassionato “Fai attenzione in strada!”

“E ricordati di indossare la tua bella mantella rossa, quando passi per il bosco!” sghignazzò Marco con occhi scintillanti.

Verena non raccolse la provocazione e salutò incerta con un gesto della mano: ormai era talmente stremata da non riuscire nemmeno più a parlare. Non riuscì però a trattenere un ultimo sguardo al suo presunto fidanzato che fingeva con accademico impegno di essere da un’altra parte. Ci riusciva anche bene: l’espressione rarefatta e remota del suo viso la fece infuriare e deprimere ancora di più.

“Ciao, savusilakka.” ringhiò sottovoce.

Teo nemmeno si degnò di girare il viso verso di lei: continuò a tenere il musetto basso e imbronciato, coi ricciolini sulla nuca in bella vista, in attesa solo di essere baciati.

“Moi, suloinen.” mormorò pianissimo.

Chissà che diavolo voleva dire. “Probabilmente crepa” meditò Vocetta1 ottimista come al solito.

Verena uscì senza aggiungere altro.

“Ah, Verenna…” la richiamò all’ordine Tellu aiutandola a infilarsi la giacca “Skussa se Marko si komporta da kavvernikkolo… è solo tanto felicce per Teo.”

Doveva proprio usare quel tono di voce pieno di amore e di armonia universale? “Non siamo mica a Woodstock, per l’amor del cielo!” si stizzì Vocetta1.

“Non fa niente, Tellu” mormorò Verena demoralizzata “Siete tutti davvero molto carini, anche se un po’, ehm… finlandesi.”

“Mankiammo kompletamente di tatto” approvò Tellu con semplicità “E facciammo un kasinno ke sembriammo a San Sirro il giorno del derby. Mi dispiacce, sul serrio. Ma sai una kossa? Ti vogliammo già benne davverro, Verenna carra.”

Le baciò una guancia, rapida e affettuosa. Ecco, ci voleva solo quel tono materno e dolce per ributtare Verena di nuovo pericolosamente vicino alla liquefazione in lacrime.

“Coraggio” gorgogliò Vocetta2 mentre Verena usciva precipitosamente dalla porta “In fondo non siamo né uomini né caporali… forse siamo davvero solo savusilakke.”


 

 

 

 

 

 

NOTE DELL’AUTRICE:

Primo capitolo post raduno… pubblicazione per grazie divina, tempo zero ma gente, vi amo tutti!!!  

 

 

Roby: Scusami, carissimo, non ne so niente di nuove politiche del sito… anzi, anche con le vecchie politiche me la cavo piuttosto male!! In realtà sono un’anarchica, dentro di me. Non è vero, sono solo pigra!! Per la marmellata sulle piate, coraggio, dicono che domani torna a nevicare!!! Baci sparsi, caro, a presto!!

Kyaelys: Ora voglio la telecronaca dettagliata dell’incontro/scontro… sempre se sei ancora viva!! Ho visto Teo partire piuttosto battagliero… Voglio prorio sentire chi dei due ha avuto la meglio! O alla fine ha vinto la Nutella…?

Silver star aka Aprril: Mia carissima Aprril!! Che succede? Dovè finito il tuo nick? Te l’hanno rubato? Sporche savusilakke!! Spero che il periodo escrementizio sia solo passeggero... intanto, beccati i miei sbaciuzzi e i soliti ringraziamenti!! A presto!

Lauraroberta87: Carissima!!!! Prima che mi scordi, a casa mia è rimasto un astuccio con dentro delle cartine di sospetta natura… non starò certo qui a ventilare l’ipotesi che sia MATERIALE PER CANNE, sono una personcina troppo discreta per queste cose… comunque, se cerchi il tuo MATERIALE PER CANNE è a casa mia. Anzi, se ti dovesse servire il tuo MATERIALE PER CANNE, sappi che lo conserverò fino al prossimo incontro. Per il bagno, io andrei in quello dei maschi a prescindere dalla voce o dal resto, così, giusto per vedere cosa offre la fauna locale… ti sbaciuzzo tutta, mia dolce, e ancora grazie grazie grazie di essere venuta e di far parte del neonato Elfie Football club!!

ReaderNotViewer: Prima le ambasce ufficiali: DiDi e compagni ringraziano peri i Baci di Dama, che DiDi ha portato a scuola senza il mio permesso e che sono durati meno di due nanosecondi. Mi chiedono tutti quando torni, ma non credo che sia una domanda disinteressata… Forse quando ci siamo viste non te l’ho detto o non ho ribadito bene il concetto, così te lo ridico qui: sei eccezionale. E non solo per i tuoi Baci di Dama, anche se ammetto che la loro bontà un po’ incide sul giudizio… ti mandiamo (io DiDi e compagni di classe) un vagone di baci, grazie di tutto!!!

Piccola dea: Ehi, ci sei ancora? Devo ammettere che questo capitolo mi è costato un bel po’ di autocontrollo… con Teo spalmato sul divano mi era vento d scrivere cose che il rating non mi avrebbe affatto concesso… ehm!! Colpa anche tua, che mi hai suggerito il termine “icona sexy”. Da lì in poi, tutta discesa per il nostro canarino!! Un saluto alla “collega”, ovvero tua mamma: sono mamma anche io, quindi mi sento affine a lei! Ma dille anche che Johnny è mio… giù le mani e gli occhi dal mio cocco, o divento una belva!!

Dicembre: Effettivamente, era un po’ che non recensivi… cattiva, cattiva ragazza!! Ora stai in ginocchio sui ceci per penitenza… un paio d’ore basteranno. Mia cara!! Sono felice che ci sia qualcuno che apprezza Dieci nonostante il caratteraccio da plantigrado. Non so come finirà la storia, né chi sceglierà Verena, ma grazie per avermi dato una “diversa visuale”, che male non fa!! Baci baci, a presto!!

Erda: Aaaa, spreco in quel senso!! Certo che anche tu, Con Mariacarla AcquaDemineralizzataCheFaFarePlinPlin… mi hai fatto scompisciare!! Sei fortissima, mi sa che prenderò a prestito qualche tuo prezioso neologismo.. però spiegami cosa c’entra il prezzemolo con Teo…?

BambolinaRossa: Mia cara, che gioia la tua recensione!! Mi dispiace di averti provocato un’indigestione, ma sapessi che bella sensazione quando qualcuno ti sommerge di complimenti come hai fatto tu! Un toccasana, davvero, fossi in un medico lo prescriverei come cura: due recensioni al giorno, e la gotta sparisce!! Ma in che senso Teo ti ha fatto venire la carie? Troppo zuccheroso…? Un bacione e ancora grazie, mi hai reso davvero contenta!!

Teo: Senti, non per metterti fretta, ma qui tra un po’ la storia finisce e ancora non mi hai mandato l’MP3 con le tue erre… soprassiederò per l’accento emiliano, mi accontento di quello toscano, o romano, o svedese, o nepalese… insomma, va bene tutto! Però Verena in jeans e maglietta la vorrei proprio vedere….uhm, no, mi sa che qui abbiamo solo vestiti di gomma!!

Natalie_S: Tesoro di un amore mio bellissimo, come sarebbe a dire che io organizzo senza dire niente? Abbiamo fatto tutto alla luce del sole!! Se sapevo che saresti venuta, avrei mandato di sicuro un gufo anche a te, mia tesora!! Di preciso, dov’è che dovevo mandarlo…? A Londra o mi sono fumata anche l’ultimo dei mohicani neuronici? Ferri senior ringrazia e dice di dirti che somiglia a l cantante dei Cure… mah… per me somiglia al Grande Puffo…

Nenachan: Grazie grazie grazie!! Me commozza und felize und luzingatta… speriamo di continuare in questo modo, non ho ancora deciso come finire questa storia, help me!! Baci baci!

Kiss: Mariacarla un gamberetto…? L’immagine calza in maniera sorprendete! Scaturro come principe azzurro, invece, ha del fantascientifico. Ok che mi piace mischiare le carte in tavola, ma non così! Tesoro, mi dispiace che il finale di Ab Aeterno non ti sia piaciuto… purtroppo io l’avevo pensata così fin dall’inizio! Ma chissà che un giorno non mi venga l’ispirazione per un seguito?! Saverio ricambia i bacioni, ammiccando con quegli occhioni verdi… merda, che figo. Kiss anche a te, bellezza!!

Suni: Donna, tu mi fai morire!! Teo è venuto a casa la sera dell’appuntamento con te molto felice, tutto sporco di Nutella e con un paio di boxer con sopra una faccia strana… un incrocio tra Belfagor e Biancaneve… glieli hai dati tu?!? Comunque, sei davvero troppo forte, anche se non ti piace MC (la poveretta è prostrata dal dolore… gof gof, grazie!!). Gustose sono le tue recensioni, non i miei capitoli: giusto per rimanere in tema gastronomico, ti prego, non smettere di sfornare delizie del genere!!!!

Kokky: Povera donna provata dallo studio!! Tieni buono il tuo neurone… io non l’ho fatto e guarda adesso, sono cerebrolesa come una ottantenne e non ho ancora quarant’anni!! Kiss kiss

Londonlilyt: Ma ceeeerto che la principessa Aurora è la Bella Addormentata nel Bosco! Quale altra principessa Aurora conosci, o donna dalle mille conoscenze? Amora, ho ben presente il tuo fine settimana uccellesco, com’è andato il ritorno a Londra? Oh, ho bisogno della tua consulenza sul posto per alcune questioni londinesi, posso permettermi di romperti i maroni via mail? Niente di prolisso né procace (purtroppo), ma solo alcune cosucce sulla Oystrer Card (non ho ancora capito se mi conviene farla o no!!)  e una dritta su dove andare a festeggiare il compleanno di mia sore, mentre siamo lì (in bolletta completa ma desiderose di british glamour). Ti voglio bene, donna, mi manca già la tua risata!!!!!

Kabubi: Ah ah ah, ma non che Verena non è così odiosa!! Quando le è capitato sotto tiro il barbone era un po’ incazzosa, così… ma in fondo è una brava ragazza, sai? Dolce (ehm….), generosa… ok, basta balle. Ma non sapevo che esistesse un movimento dei genitori, posso associarmi anche io? Per censurare Sailor Moon ci devono essere tipi ben sciroccati! Per farti capire, io invece ho portato mia figlia a vedere Sweeny Todd, che è vietato ai 14… per poco mi arrestavano!! Chiedevo se i bassotti erano vivi perché se sono simpatici come Otello, a casa mia durerebbero poco! Come sono, invece?

Queen of night:  Mia carissima!! Benvenuta in questo covo di menti malate e di anime perverse! So già che ti troverai bene, regina della notte… un nome un programma! Che dire, sono imbarazzata e lusingata per i complimenti… grazie, davvero, da profondo del cuore. Ma dai, davvero anche Oscar Wilde portava camicie frou come il mio Teo? Quando si chiamano coincidenze… Non ti preoccupare per la “diarrea verbale”, qui nessuno mi batte in prolissità inutile! Anzi, abbundare è meglium quam deficere, giusto? Baci baci baci!!

Maharet: Mia diletta, sono felice di saperti entusiasta del capitolo e anche di riuscire a stupirti… ormai diventa sempre più difficile! I miei lettori alla fine mi hanno sagamato e sorprenderVi non è più così semplice come quando bastavano un po’ di begonie… ora mi servono effetti speciali, savusilakke e biondini da infarto… eh, che vita dura che mi aspetta! Tu però non mi abbandonare, eh?

S.: Mamma mia, che nick pieno di pathos emotivo… fa venire in mente V per vendetta… Mr. T… quella S sta per Savusilakka, vero? Ti ringrazio per i complimenti e spero davvero di poter continuare a divertirti e a deliziarti… effettivamente, nomi strani e personalità contorte sono il mio pane, forse perché mi somigliano (le personalità contorte, eh). Grazie per l’in bocca al lupo (crepi? Poveri lupi, sono così carini…) e spero di risentirti presto su queste reti! Ciao!!

Krisma: Ciao bellezza!! Che bello sentirti parlare così dei lunedì! Sai che pubblico in questo giorno apposta perché anche per me è il giorno più di  merda della settimana? Leggere le vostre recensioni mi da la carica per affrontare il martedì… la donna lombrico nel suo humus mi fa impazzire, posso usare questa terminologia aulica nella storia? Scusa se non ho pubblicato in anticipo, quando avrò scritto la fine vedremo. Oh, grazie anche per la doppia recensione, gioia, che scorpacciata!! Se vuoi farne anche tre o quattro alla volta, sappi che io apprezzo!!!! Per adesso, Teo ricambia con entusiasmi i bacetti e anche io!!

Arendhel Minyatur: Devo dire che la lunghezza e la complessità del tuo nick merita una menzione speciale… MC riserva molte sorprese, sai? Ma tutti i miei personaggi. Anche Otello ha qualcosa in serbo, e non è tutto vomito! Spero anche io che Teo si decida a confessare le sue malefatte a Dieci, ma qui succedono tante cose tutte in una volta che non so… non so… bazi bazi, a presto!!

Black_Moody: Mia carissima flautista bionda shoppingara, le somiglianze tra te e MC sono davvero inquietanti. Non fosse che tu non hai affatto l’aria snob e cerebrolesa vi scambierei l’una per l’altra come si fa con Teo e Dieci. Ora però voglio una MAIL in cui mi spieghi la stoira degli akkompagnatorri… se te ne avanza uno magari biondo e magari carino, che ne dici di passarlo a questa povera autrice tutta sola come una savusilakka? In cambio posso tentare di convincere il Vero Amore del Tuo Cuore che tu sei la donna della sua vita… quando hai in mano un machete, succedono miracoli, sai? Fammi sapere.

__Miriel__: Ma dai, lo sapevi che Teo era un ficcanaso!! Adorabile e bellissimo, ma una comare, fatta e finita. M.C. invece è davvero un donnino pieno di sorprese, vero? E ancora non ha tirato fuori il suo lato sadomaso… gli equivoci tra gemelli dovevano succedere, altrimenti che avrei scelto due gemelli a fare?!? Ti mando un mondo di sbaciuzzi, dolcezza, ciao!!  

MarzyPappy: Come per Rik, così le mie prime parole sono di entusiastico apprezzamento per Osvy, il piccolo bonsabufalo. Certo che però, è così grigio… io lo immaginavo di un colore più vivace, che so… verde pisello o giallo limone o fucsia… Il menage a trois con il limoncello è finito molto presto, quello con la pastiera è durato un po’ di più… ma con la settimana di mmmerda che ho avuto, quello che è finito definitivamente è il mio teeeeempoooo… spero di mandarti qualcosa di meglio sulla cosa-che-tu-sai (che non è la moglie di Voldemort…). Un bacione, e grazie di tutto, piccola!!!

Rik Bisini: Stamattina collegandomi ho ricevuto l’immensa gioia di poter vedere un’immagine del sudato frutto dei tuoi lombi (e di quelli di MarzyPappy, anche se così la cosa mi sembra vagamente incestuosa…): il Bonsabufalo che mangia le puffbacche sotto il baobab!! Non potevo credere ai miei occhi… è esattamente come lo immaginavo!! Io e DiDi ricambiamo con affetto i saluti, sapessi che settimana “busy” che c’è stata!! Un abbraccio a te e uno più grosso a Osvaldo (dovrò chiedere al vero Osvaldo (il contadino dei salami) se vuole fare da padrino…?)

 

  
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