Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: SunliteGirl    28/08/2013    5 recensioni
Tutto inizia con un treno, e con una fuga.
Hinata è in partenza per Tokyo, decisa a realizzare il suo sogno più grande, anche a costo di scontrarsi con il volere del padre: suonare il basso nella band che tanto ama. Pur di raggiungere il suo obbiettivo, è pronta anche a fingersi un ragazzo per tutto il tempo che sarà necessario. Eppure, quando un ragazzo solare e che condivide il suo stesso sogno entrerà nella sua vita, Hinata si ritroverà a riconsiderare ogni cosa.
A volte basta una sola persona, un unico sorriso, per essere liberi.
Ma il Destino è imprevedibile, come imprevedibile è il modo in cui, all'improvviso, cambia le sue carte.
_________
Buonsalve (?) :D Eccomi con la mia nuova storia NaruHina, fresca-fresca dopo i risultati del "NaruHina contest V edizione: La nostra Leggenda", indetto da Mokochan, Yume-no-Namida e ValeHina sul forum di Efp! Sarà di soli quattro capitoli, perciò non spaventatevi (?). Spero la leggerete in molti ^^ (e che non fuggirete a gambe levate di fronte alla mia schif-... introduzione ;_;)
(completa ♥)
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Hinata Hyuuga, Ino Yamanaka, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Twist of Fate

Twist of Fate

 

Capitolo secondo

 

 

 

«E così sono salito sul primo treno per Tokyo! Non mi aspettavo una proposta del genere dal Teme, ma a quanto pare quelli che suonavano la chitarra e il basso prima di noi hanno dovuto lasciare il gruppo e così Shikamaru ha proposto al Teme la storia dei volantini… Però sono contento, così adesso tutti e due possiamo fare quello che più ci piace! Guarda, i ragazzi sono simpatici, ti troverai benissimo!». Hinata pensa che Naruto somigli terribilmente ad un cagnolino scodinzolate, mentre continua a girarle intorno e a stordirla con le sue mille parole. Una parte di lei vorrebbe implorarlo di smetterla di parlare così velocemente, ma la situazione la diverte e la rassicura, allo stesso tempo. Con Naruto accanto a lei, l’atmosfera sembra meno rigida e pesante in quella sala prove. Sasuke, però, non sembra pensarla allo stesso modo.
«Baka, non vedi che lo stai intontendo a forza di sparare le tue minchiate?».
«Stupido Teme! Stavo solo cercando di essere amichevole, quello che tu non sei mai!».
Hinata osserva Naruto litigare con Sasuke con sguardo allibito, cercando di capirne il perché. I due non dovrebbero essere migliori amici? E poi, tutta quella confusione comincia ad agitarla un bel po’. A casa sua non ci sono mai stati rumori molesti, o persone che alzano la voce. Su questo suo padre è molto fiscale: i pasti venivano consumati principalmente in silenzio, inoltre, anche quando invitava degli amici a casa, Hinata era rimproverata se si alzava troppo il tono di voce. Per questo lei, Ino e Kiba preferivano sempre incontrarsi fuori dalla villa della ragazza, per non disturbare il signor Hyuga, e possibilmente evitare i suoi severi rimproveri. Tutto ciò è completamente nuovo per lei, eppure molto affascinante. Le trasmette un senso di libertà, di vivacità.
«Non preoccuparti, fanno sempre così. Presto ci farai l’abitudine». Hinata si gira leggermente, quel che basta per vedere Shikamaru accanto a sé, i capelli raccolti in un codino e un’aria annoiata sul viso. Hinata sorride, prima di voltarsi nuovamente verso i due ragazzi, che ora hanno cominciato una piccola zuffa.
«Immagino di sì».

I giorni si susseguono velocemente.
Hinata, o per meglio dire Kiku, si abitua in fretta alla sua nuova vita a Tokyo; senza molte difficoltà trova lavoro in un bar, dove può racimolare qualche risparmio per contribuire alle spese dell’appartamento. Ogni giorno, finito il turno di lavoro mattutino, fa appena in tempo a prendere il tram che la porta un po’ fuori città, dove gli altri ragazzi la aspettano per cominciare le prove. Passano ore a suonare insieme, che sia per delle cover o per comporre nuove canzoni, tanto che a volte tardano fino a notte fonda. La voce di Sasuke è incredibilmente bella, e spesso si stupisce di come un ragazzo tanto freddo possa possedere una voce talmente calda e profonda; si è trovata sin da subito a suo agio con il batterista e il tastierista, che da quel che ha capito hanno studiato musica per molti anni, per arrivare a quel livello. Naruto, invece, è un chitarrista eccezionale. Hinata non avrebbe potuto sperare in compagno migliore, per il suo basso; sin dal primo momento, fra loro si è instaurata una chimica tale da spingerli a dare il meglio di loro e a creare un’unione eccezionale fra i due strumenti. Però, a volte è così difficile concentrarsi con lui accanto. I suoi occhi azzurri sembrano sempre voler catturare i suoi, traditori, e il suo viso si trasforma in un’espressione talmente seria e assorta quando suona, che a volte Hinata proprio non può smettere di fissarlo, con il cuore a mille.
Ora convive con i quattro ragazzi che, da circa un paio di settimane, sono suoi compagni e amici. Potrebbe sembrare quasi strano il modo semplice con cui si è creato un legame indissolubile fra loro, quasi condividessero anche lo stesso sangue, invece di un appartamento e una band rock. Il vivere insieme a quattro ragazzi non aiuta però Hinata a mantenere il suo piccolo segreto, tanto che più di una volta ha rischiato di essere scoperta; la doccia è il problema più grande, oltre agli abbracci invasivi di Naruto e al suo poco senso del pudore che lo spinge ad entrare in bagno ogni volta senza bussare. Inoltre, è stanca di indossare in continuazione abiti di taglie più grandi. Come se non bastasse, a preoccuparla ulteriormente c’è Sasuke. Sempre freddo e altero, da quando ha deciso di farla entrare nel loro gruppo come bassista non ha smesso di studiarla. Sembra quasi che lui abbia capito qualcosa, e che aspetti solamente di vedere se i suoi dubbi sono fondati. Ciò non tranquillizza affatto la ragazza che, anzi, ha sempre il terrore di rimanere sola con lui. E poi c’è Naruto. Hinata cerca spesso la sua compagnia, perché semplicemente ama trascorrere del tempo con lui, che sia per esercitarsi ad un pezzo, o per chiacchierare. Si ritrova a guardarlo di nascosto, incapace di staccare gli occhi da quel sorriso contagioso, o da quegli occhi celesti terribilmente luminosi, e ogni volta che lui l’abbraccia –anzi, ogni volta che abbraccia il suo amico Kiku-, Hinata può sentire chiaramente il cuore impazzire nel suo petto e il fiato mancarle per il troppo imbarazzo, la troppa emozione.
Quei sentimenti confondono terribilmente Hinata, tanto da chiedersi cosa realmente provi per lui. Non comprende appieno cosa la leghi a quel ragazzo talmente diverso da lei, con cui non ha nulla in comune se non l’amore per la musica.
Anche questa notte, seduta sul divano, osserva Naruto impegnato a giocare ad un video game con Shikamaru. Le sue labbra si aprono in un sorriso ogni volta che il ragazzo, dopo aver vinto una partita contro l’amico, alza le braccia al cielo e comincia a lanciare dei gridolini entusiasta. Poi, quando lui si volta verso di lei ed esclama «Kiku, hai visto?! Dico, sono troppo grande!», non può trattenere il rossore che si espande sulle sue guance. «Sì, sei stato davvero bravo» dice, con un tono tranquillo, e queste poche parole bastano per far allargare ulteriormente il sorriso sul volto di Naruto. Anche questa volta, Hinata non può che sentirsi felice nel vederlo così allegro e rilassato, nel sentirsi vicina a lui, in qualche modo, ma soprattutto di essere la causa di quel sorriso. «Ehi, baka! Hai giocato anche troppo, ora tocca a me!» esclama Suigetsu, seduto sul divano accanto a lei, dando un leggero colpo sulla nuca di Naruto. Il ragazzo fa la linguaccia all’amico, prima di passargli il joystick ed alzarsi per lasciargli il posto; si siede sul divano accanto a Hinata, con il broncio e le braccia incrociate. La ragazza si sente improvvisamente agitata nel sentire il suo braccio appoggiato a quello di lui, come il resto del suo corpo; è talmente caldo che deve frenarsi, prima di avvicinarsi ancora di più a lui. «Ehi, Kiku» dice Naruto, ad un tratto, obbligando Hinata a voltare la testa verso di lui. «Per caso hai una qualche cugina, o parente, che si chiama Hinata?» le chiede, gli occhi azzurri che la fissano curiosi. La ragazza si sente mancare, specialmente nel momento in cui si accorge di avere lo sguardo di Sasuke su di sé, oltre quello del biondo. Deglutisce, prima di mostrare un sorriso tirato e rispondere, cercando di essere convincente. «N-no, mi dispiace… Ma perché me lo chiedi? C-chi è questa Hinata?».
L’espressione di Naruto sembra quasi delusa e per un attimo il cuore di Hinata si riempie di… speranza? «Nessuno, non preoccuparti» dice, solo, prima di tornare a concentrarsi sulla partita di Shikamaru e Suigetsu. La ragazza fa in tempo a tirare un sospiro di sollievo per il mancato interrogatorio, quando Sasuke si avvicina a loro, sedendosi accanto a Naruto.
«Baka, allora l’hai più sentita Sakura?» chiede un attimo dopo a Naruto, con un sorriso tirato sulle labbra. Hinata si rende conto, però, che gli occhi neri sono puntati su di lei. Si  accorge delle guance improvvisamente rosse del ragazzo al suo fianco e un sospetto si fa spazio dentro di lei, facendole dimenticare lo sguardo insistente di Sasuke. «B-beh, magari. Insomma, non penso di piacerle, perciò ho deciso di lasciarla perdere» sussurra imbarazzato e Hinata per un momento sente il cuore calmarsi, allontanando quella sensazione di inquietudine. «Sì, ma lei ti piace ancora, non è così?» insiste Sasuke, senza staccare gli occhi dal volto di Hinata. «P-penso di sì, mi è piaciuta per tanto di quel tempo… Certi sentimenti non passano in un giorno» esclama Naruto, senza alzare lo sguardo dal suo ginocchio.
Hinata  senza proferire parola si alza dal divano e si dirige verso la portafinestra, che da sul balcone. «Kiku, dove vai?». Naruto continua a chiamarla, a chiamare il suo amico, ma Hinata non si volta.
Non può affrontare quegli occhi azzurri, non adesso. Subito viene colpita dall’aria autunnale, che le causa un brivido freddo lungo la schiena. Si appoggia al corrimano, chiude gli occhi e cerca di riprendere lucidità, di calmarsi una buona volta e riprendere in mano la situazione; con una mano si asciuga le lacrime che traditrici escono dai suoi occhi, dandosi mentalmente della stupida. Non è possibile che possa davvero stare così male per uno stupido ragazzo che conosce da nemmeno due settimane, non è un tempo ragionevolmente lungo per poter pensare di essere innamorata di qualcuno. Non così.
Un rumore alle sua spalle la distoglie dai suoi pensieri, spingendola a riprendersi il più velocemente possibile. Rimane immobile, senza voltarsi, in attesa di una parola o di qualsiasi rumore. Invece una figura si affianca a lei, senza degnarla di uno sguardo o di una parola. Sasuke inspira una boccata di fumo dalla sigaretta che tiene fra le labbra, per poi liberarlo un attimo dopo. Hinata osserva affascinata quella nuvola bianca che lentamente si dissolve nella notte, volteggiando nell’aria.
Sasuke le porge la sigaretta. «Vuoi un tiro?». Hinata scuote la testa e allora il moro fa spallucce, prima di rimettersi la sigaretta in bocca. Rimangono in silenzio per lunghi minuti, che a Hinata sembrano infiniti a causa della pesantezza nell’aria, finché Sasuke non decide di parlare. «Mi dispiace per prima, ma sono stato obbligato. Dovevo risolvere dei dubbi che ho sin dal momento in cui ti ho visto… o dovrei dire vista?».
Hinata sussulta a quelle parole, sentendo un groppo formarsi in gola. Accidenti.
«N-non so di che parli, Sasuke…».
«Non preoccuparti, il tuo segreto è al sicuro con me».
Hinata si volta a guardarlo, gli occhi spalancati per la sorpresa. Sasuke si volta leggermente verso di lei, gli occhi neri a mostrare un’espressione divertita. «Pensavi davvero che non me ne sarei accorto? Non sono stupido come Naruto… Ma sei brava». È un sorriso gentile quello sulle sue labbra? «Suoni il basso con una passione che non avevo mai visto in nessun’altro, o, almeno, non da quando mio fratello è morto» sussurra, voltandosi di nuovo a guardare il panorama sotto di loro. Tira un'altra boccata di fumo, gli occhi improvvisamente tristi e malinconici. Hinata guarda con stupore crescente quel ragazzo che ha sempre ritenuto freddo e altero, rendendosi conto di quanto lo abbia giudicato male, in parte, per tutto questo tempo. Certo, non rimane propriamente l’espressione della simpatia o della gentilezza, ma rimane comunque un bravo ragazzo. Ed è con sincerità che sussurra quel «Mi dispiace per tuo fratello», senza smettere di osservarlo.
«Non mi serve la tua compassione. Ormai sono passati molti anni, non importa più». Hinata si accorge di quella bugia sussurrata dal ragazzo, e legge nella sua espressione che, per quanto tempo possa essere passato, il dolore per quella morte ancora lo fa soffrire, ma decide di rimanere in silenzio. Qualcosa le dice che è quello di cui Sasuke ha bisogno, in questo momento, più di qualsiasi parola o gesto di conforto.
«Qual è il tuo vero nome?» chiede il ragazzo, senza voltarsi.
«Hinata Hyuga».
Un sorriso beffardo si dipinge sul suo volto, mentre sussurra «Immaginavo… L’ho vista, prima, la tua espressione allarmata. Quindi avevi già avuto il piacere di conoscere Naruto?».
Hinata ignora la punta di sarcasmo nella sua voce, mentre sente le guance avvampare. «Ci siamo conosciuti in treno, il giorno delle audizioni».
«Capisco… Immagino sia stato un colpo di fulmine, allora?». Hinata sente ancora una volta una nota di derisione. Per una volta decide di lasciare perdere la sua timidezza, sentendosi presa in giro dal ragazzo.
«Dove vorresti andare a parare?» chiede, inarcando le sopracciglia. Sasuke si volta verso di lei, stupito dall’improvviso cambiamento nella sua voce. «Beh, si vede lontano un miglio che sei completamente cotta del baka. Poco comprensibile, a mio parere, ma non è difficile accorgersi di quanto arrossisci quando lui è nei paraggi».
Hinata si sente morire per l’imbarazzo, mentre abbassa lo sguardo e cerca di nascondere il suo viso con una mano. «N-non è vero, d-devi aver capito male!» esclama, poi, totalmente imbarazzata. Non si era resa conto di quanto fossero palesi i suoi sentimenti. E se anche Naruto se ne fosse accorto, come Sasuke?
«Non preoccuparti, Hinata, Naruto è troppo ingenuo per rendersi conto di una cosa simile». Sasuke la sorprende ancora, dicendole quelle parole.
«C-chi è questa Sakura?» sussurra Hinata, cercando di soffocare il suo imbarazzo. Sasuke le mostra un sorriso beffardo, prima di tornare a concentrarsi sul cielo notturno. «È una nostra amica. Io e Naruto la conosciamo dalle scuole medie, in poche parole, dato che tutti e tre eravamo compagni di classe. Il baka ha avuto una cotta per lei praticamente per anni, solo che Sakura non l’ha mai considerato un granché».
Forse non dovrebbe, forse è meschino ed egoista, ma non può che sentirsi sollevata nel sentire queste ultime parole, nel sentire che Naruto e Sakura non hanno mai condiviso nulla oltre l’amicizia.
Lo vede gettare la sigaretta per terra, prima di darle le spalle e allontanarsi lentamente.
«Ci vediamo domani mattina, Kiku» dice, prima di aprire la porta e chiuderla alle sue spalle. Hinata rimane per un attimo immobile, persa nei suoi pensieri, prima di tornare all’interno dell’appartamento.

Sono passati due mesi da quando Sasuke ha scoperto il suo segreto, e da quando si è resa conto di essersi innamorata di Naruto. Sono stati due mesi intensi e alquanto felici. Tra lei e il cantante del gruppo si è creato un legame d’amicizia molto forte, che li spinge a passare molto tempo insieme; tra l’altro, quello di fumare una sigaretta sul balcone dell’appartamento è diventato un rito che si ripete ogni sera. Abitudinari entrambi, traggono un’insolita sicurezza da ciò. Allo stesso tempo, ogni giorno si scopre ad amare Naruto sempre di più. A volte ha sfiorato l’idea di chiedergli ancora di quella Sakura, o se si ricorda ancora dell’altra Hinata incontrata un giorno su un treno, ma ogni volta decide che non c’è bisogno di rendersi ulteriormente ridicola. Sa che se lui scoprisse quanto lei abbia mentito per tutto questo tempo, non la perdonerebbe mai.
«Kiku, potrei chiederti una cosa?».
«Sì, Naruto» sussurra, al buio. Da qualche tempo condivide la stanza con il ragazzo, che spesso ha l’abitudine di venirsi ad infilare nel suo letto, senza una ragione precisa.
«Perché non parli mai della tua famiglia?».
Hinata sussulta, poi cerca di evitare il suo sguardo.
«I-io… Perché me lo chiedi?».
«Perché i ragazzi mi parlano spesso dei loro genitori o fratelli, anche Sasuke tiene una foto della sua famiglia in camera sua –ma non dirgli che te l’ho detto-, eppure tu non lo fai mai».
Hinata rimane per un attimo in silenzio, pensierosa, ma soprattutto indecisa. Non sa se dovrebbe dirgli la verità, o tacere. Infine sospira, chiudendo gli occhi.
«I-io sono scappato di casa. Mio padre è un uomo molto severo e non avrebbe mai accettato che io inseguissi questo sogno, ma d-dovevo farlo, mi capisci?» sussurra, incapace di frenare la nostalgia che all’improvviso sembra averla assalita. Quando riapre gli occhi scorge Naruto sorriderle, a pochi centimetri da lei.
«Certo, ti capisco. Immagino la tua non dovesse essere una situazione facile».
«No. Mio padre ha già deciso tutto della mia vita: studi, amicizie, lavoro. Lui vuole solo il meglio per me, e io lo capisco, ma non potevo più sopportare tutto quel peso sulle spalle, nonostante il bene che possa volergli. Lui mi ha cresciuto da solo, prendendosi carico di ogni responsabilità, da quando…».
Hinata rimane in silenzio, incapace di terminare quella frase. È Naruto a rompere il silenzio, incitandola a continuare con la sua voce profonda e calma, che ogni volta sa infonderle subito la serenità di cui ha bisogno.
«Mia madre se ne è andata di casa quando ero molto piccolo, abbandonando me e mia sorella. Mio padre non è più stato lo stesso, da allora... Ha lasciato solo una lettera, per spiegare che non sarebbe tornata e che le dispiaceva… L’ho aspettata per tanti anni, ma non l’ho più rivista». La ragazza chiude gli occhi, forse per impedire loro di formare delle lacrime. Non deve piangere di nuovo per quella donna, l’ha già fatto troppo in passato chiusa nella sua stanza, quando era sicura che né Hanabi, né suo padre, l’avrebbero sentita.
«Mi dispiace» sussurra Naruto, senza smettere di guardarla. Hinata mostra un debole sorriso, pensando al dolore provato in quei giorni di tanti anni fa. A volte quella cicatrice brucia ancora, nel suo cuore.
«E tu, Naruto? Perché non mi parli della tua famiglia?» chiede Hinata, osservando gli occhi di lui illuminarsi d’entusiasmo.
«Beh, il mio padrino è un pervertito e spesso mi tocca andarlo a riprendere ubriaco in qualche locale, ma gli voglio bene. Mi ha cresciuto come fossi suo figlio. È lui che mi ha regalato la mia prima chitarra, sai? Era così bella. Ricordo di aver sorriso tutto il giorno per la troppa felicità e mi credevo già un magnifico musicista, anche se mi limitavo a pizzicare le corde a caso». Hinata e Naruto ridono, di fronte a quell’immagine tanto simpatica e innocente, allo stesso tempo. La ragazza osserva il viso di Naruto, illuminato leggermente dal chiarore della luna, e proprio non riesce a soffocare le farfalle allo stomaco. È così bello.
«E i tuoi genitori?» chiede Hinata, dopo qualche attimo di silenzio. L’espressione di Naruto, all’improvviso, si fa più triste.
«Loro sono morti quando ero molto piccolo. In realtà non li ho mai conosciuti». Hinata prova un profondo dolore, sentendo queste parole, miste a senso di colpa. Lei si è lamentata della sua condizione, quando lui probabilmente non ha fatto altro che sentire la mancanza di una famiglia per tutta la vita. Si stupisce di come possa sorridere tanto, nonostante il dolore che si porta nel cuore.
«M-mi dispiace tanto… Non ho fatto altro che lamentarmi della mia situazione, quando tu…». Le parole le muoiono in bocca, non appena sente Naruto avvicinarsi ancora di più a lei, scuotendo la testa. Ringrazia silenziosamente l’oscurità, che fortunatamente impedisce al ragazzo di scorgere il suo rossore. «Non dirlo neanche per scherzo, Kiku! Io ho passato una vita davvero felice insieme al mio tutore e non rimpiango nulla. So che i miei genitori mi hanno amato con tutto il cuore e questo mi basta, davvero… Ma che fai?! Perché piangi, adesso?».
«M-mi dispiace».
Hinata nasconde la testa nel cuscino, colta in fallo. Non avrebbe mai voluto che lui si accorgesse delle lacrime che, alle sue parole, non era più riuscita a trattenere. Infondo, entrambi in un modo o nell’altro sono cresciuti senza una vera famiglia, soli contro il mondo intero. Per un attimo, immagina come sia stata la sua vita, cosa l’abbia portato a lasciare tutto per diventare un chitarrista. Per un attimo, immagina come sarebbe stata diversa la sua, di vita, se l’avesse incontrato qualche anno fa, invece che su un treno in corsa per Tokyo. All’improvviso percepisce le braccia di lui avvolgerla e si irrigidisce, sentendo quell’improvviso calore a contatto con il suo corpo. Sente la risata di Naruto, contro la manica del suo pigiama, e un brivido corre lungo la sua schiena. «Sei una persona talmente sensibile, Kiku» sussurra, una volta aver smesso di ridacchiare. «Sei terribilmente silenzioso e timido, tanto che spesso ti trovo strano e impacciato. Ma mi piacciono davvero le persone come te».
Hinata sente il cuore impazzire, nell’udire queste parole. Indecisa fra il voler soffocare in quel cuscino e il girarsi per abbracciarlo di rimando, rimane immobile, il rossore improvvisamente più fastidioso sulle sue guance e un sorriso ampio sul suo volto. È terribilmente felice, quanto mai lo era stata. Davvero Naruto ha detto che gli piace?
«Vorrei rimanessi per sempre mio amico, Kiku, ho bisogno di te». Bastano quelle poche parole sussurrate, per farle cadere la verità addosso. Ma certo. A lui piace Kiku, non Hinata. Lui la considera un prezioso amico, forse tanto importante nella sua vita quanto lo è Sasuke. «Certo, Naruto. Non ti lascerò mai». Ed è vero, eppure terribilmente falso. Un giorno non riuscirà più a mantenere quel segreto, e allora sarà proprio Naruto a lasciarla. Lo sente sbadigliare, accanto al suo braccio. Alcuni secondi, e ha già preso a russare. Hinata sorride dolcemente, passandogli le dita fra i capelli biondi, che sin da subito l’hanno colpita. Prima che se ne renda conto, ha chiuso gli occhi per abbandonarsi al sonno, sperando di trovare almeno nei suoi sogni una realtà diversa da quella della vita reale.

 
«Blood in the streets in the town of New Haven, blood stains the roofs and the palm trees of Venice».
Hinata batte le mani a ritmo, mentre non può trattenersi dal ridere. Naruto è seduto al suo fianco, una chitarra acustica in mano e le dita impegnate a riprodurre le note di “Peace Frog”. Sasuke, finita la sua strofa, passa il mestolo a Shikamaru, che subito comincia a cantare usandolo come microfono improvvisato.
«Blood in my love in the terrible summer, bloody red sun on fantastic L.A.».
Il mestolo passa a Suigetsu, che si alza in piedi e comincia ad atteggiarsi a cantante rock sul palco, in un tentativo riuscito di imitare Sasuke; tentativo, quello, che gli fa aggiudicare subito un’occhiataccia dal moro.
«Blood screams her brain as they chop off her fingers, blood will born in the birth of a nation, blood is the rose of mysterious union».
Il tastierista le mostra un sorriso a dir poco inquietante, a causa della sfilza di denti appuntiti, e Hinata deglutisce mente afferra l’oggetto fra le mani.
«There’s blood in the streets, it’s up to my ankles; blood in the streets, it’s up to my knee; blood in the streets of the town of Chicago, blood on the rise, it’s following me».

Si sforza di rendere la sua voce più maschile possibile, ma alla fine comunque la sua risulta essere una voce bianca, quasi infantile, che la fa vergognare non poco. Non ha mai amato la sua voce, tanto che le è stato richiesto un grande sforzo per cantare di fronte a quel piccolo “pubblico”. Naruto non sembra essere però dello stesso parere, tanto che non appena Hinata passa quello strano microfono a Sasuke, il biondo si alza in piedi con ancora la chitarra alla mano e comincia a parlare a raffica, esaltato come sempre. «Accidenti Kiku, sei bravissimo! Dico io, potresti tranquillamente prendere il posto di Sasuke!».
Hinata arrossisce come un pomodoro troppo maturo, mentre Sasuke si alza in piedi ed esclama un «Ehi!» contrariato. Suigetsu comincia a ridacchiare, mentre Shikamaru annuisce, dando corda a Naruto. «Concordo con lui. Kiku ha tutte le carte in regola».
Sasuke si volta lentamente verso di lui, perplesso e incapace di capire se si tratta di una presa in giro o se le sue parole sono serie.
«Tranquillo, Sasuke. Tu attiri le pollastre, non potremmo mai liberarci di te, specialmente quando la data del concerto è così vicina». Ma certo, il loro primo, vero, concerto. Si esercitano da giorni, in vista di quella data e Hinata è così felice che il cuore potrebbe esploderle da un momento all’altro.
Le parole di Suigetsu fanno scoppiare Naruto e Hinata in una risata, mentre fanno incupire ulteriormente l’espressione sul volto di Sasuke. «Questa me la pagate, bastardi».
Suigetsu impallidisce e fa in tempo a deglutire, prima che la scena venga interrotta dallo squillare del telefono. Rimangono per un attimo immobili, ma infine Sasuke da loro le spalle, congedandosi con un «Ringraziate i Kami. Il telefono vi ha salvato la pelle».
Suigetsu rilascia un sospiro di sollievo e Hinata soffoca una risatina nella sua mano, appoggiata alla bocca. Sul divano Shikamaru rilassa le spalle e poi allunga il braccio per prendere la bottiglia di birra appoggiata per terra, al suo fianco; ne beve un lungo sorso, prima di chiedere, a nessuno in particolare «Dite che sia Sakura?». Hinata sussulta, nel sentire di nuovo pronunciare quel nome. Si volta a guardare Naruto, aspettandosi forse di vedere una qualche espressione diversa sul suo volto, ma si stupisce nel trovare invece un enorme sorriso. «Quei due non me la raccontano per niente giusta» esclama Naruto, prima di mettersi a ridacchiare insieme agli altri due ragazzi. Hinata non si unisce alle risate, invece, ancora perplessa. «Ma, Naruto, a te non piaceva quella ragazza?» chiede alla fine, incerta. Naruto spalanca la bocca per rispondere, ma Suigetsu lo precede.
«In realtà gli piaceva, ora il nostro Narutino ha qualcun altro per la testa! Mi stupisce che tu non lo sappia». Le guance del biondo si chiazzano di un rosso intenso, mentre la sua espressione muta in una molto nervosa. Hinata deglutisce, distogliendo lo sguardo dalla scena. Immaginava che prima o poi sarebbe accaduto qualcosa del genere, perciò in qualche modo pensava di essere preparata a questo, di aver preparato una difesa abbastanza forte. Ma si sbagliava, perché fa male, anche così.
«Ah, è una storia talmente romantica!» esclama di nuovo Suigetsu, con aria sognante, «L’ha incontrata un giorno su un treno e da allora non è più stato in grado di togliersela dalla testa! Il mio cuore si riempie di commozione nel sentire di questi colpi di fulm-».
«Sta zitto, brutto idiota, non sono affari tuoi!».
Hinata spalanca gli occhi, puntandoli immediatamente su Naruto, che ha cominciato a cercare di soffocare un Suigetsu che si sta decisamente sbellicando dalle risate. Ripensa alle parole appena pronunciate dal ragazzo, incapace di capirne appieno il significato; è tutto così improvviso, così irreale. Il suo cervello impiega qualche attimo per imprimerne per bene il significato, per capire appieno cosa Suigetsu intendesse dire. Io piaccio a Naruto. Ed è naturale che le guance assumano una colorazione rossiccia, che il cuore impazzisca nel suo petto e un enorme sorriso si allarghi sul suo viso. Io piaccio a Naruto.
Quando Sasuke rientra nella stanza, il telefono in mano, per un attimo Hinata non nota nemmeno la sua espressione preoccupata.
«Kiku, ti vogliono al telefono». È il suo tono di voce a farla sobbalzare. Non l’aveva mai sentito così timoroso e concitato, quasi a tradire la sua apparente freddezza. Hinata si alza, improvvisamente colta da un giramento di testa e da un brivido freddo, che percorre la sua colonna vertebrale. Lo guarda allarmata, mentre lui le passa il telefono, incitandola a chiudersi nell’altra stanza, sola. Quando gli passa affianco, per oltrepassare la porta, sente improvvisamente la sua bocca vicina all’orecchio.
«Attenta, è tuo padre» sussurra, prima di avanzare con una certa velocità e raggiungere gli altri ragazzi, ora in silenzio ed osservatori perplessi della scena.
Hinata stringe i pugni e chiude gli occhi, prima di entrare nel corridoio e chiudersi la porta scorrevole alle spalle.

 

 

«P-pronto»

 Deglutisce a vuoto, cercando di mantenere ferme le braccia, che hanno cominciato ad essere colte da degli spasmi di paura.

 
«Hinata, sei tu?»

 La voce di suo padre le arriva fredda, severa. Sa che non preannuncia nulla di buono.

 «S-sì»

  «Sono felice che tu abbia ancora il coraggio di parlarmi con tanta sicurezza,

pensavo  saresti fuggita con la coda fra le gambe non appena

 il tuo amico ti avesse detto chi c’era al telefono. Mi stupisci, Hinata.

Anche se forse non dovrei stupirmi più di nulla, non dopo quello che hai fatto»

 «P-posso spiegarti…»

«Non mi interessa, so già tutto. La tua amica mi ha detto ogni cosa»

 Le sue parole sono come un pugno allo stomaco, per Hinata. Non pensava che Ino sarebbe stata in grado di fare una cosa simile a lei, ma questo spiega ogni cosa, anche come suo padre sia entrato in possesso del numero di telefono del loro appartamento.

 «M-mi dispiace tanto, non avrei mai voluto deluderti»

«Non preoccuparti, ho già deciso di perdonarti. Sei giovane e probabilmente ancora immatura, è ovvio che tu abbia agito in modo impulsivo e posso capire, in qualche modo»

 Hinata rimane immobile e senza fiato, incapace di rispondere. Forse il padre ha deciso di accettare la sua scelta e le sue parole in qualche modo dovrebbero darle sollievo, ma qualcosa nel suo tono le fa credere che non sia affatto così.

 «Torna a casa, ho già preparato l’autista. Verrà a prenderti domani in stazione»

 Improvvisamente, la ragazza sente il mondo crollarle addosso. Sapeva che suo padre non avrebbe mai ceduto e ancora una volta sta cercando di decidere della sua vita, di obbligarla a fare ciò che lui vuole. Ma questa volta Hinata sente qualcosa di diverso dentro di lei, qualcosa che la spinge a trarre un lungo respiro e a ribellarsi.

 «Mi dispiace, ma non ho alcuna intenzione di farlo. Questo è il mio sogno, papà, e io non voglio separarmene, che tu accetta la cosa oppure no»

«Come osi rivolgerti in questo modo a tuo padre?!

Che tu lo voglia o no tornerai a casa e farai quello che ti dico, mi hai capito?»

«Non puoi obbligarmi, non sono più una bambina»

«Sì, invece, ti ricordo che sei ancora minorenne»

«Solo per un paio di mesi ancora!»

 «Certo, ma fino ad allora sarai sotto la mia tutela

e se non verrai a casa con le buone, la polizia lo farà con le cattive»

 Hinata perde un battito, realizzando che suo padre ha ragione. Lei ha ancora diciassette anni, è ancora una ragazzina dipendente dalla famiglia, ancora incapace di vivere la sua vita in libertà. Capisce anche che, se necessario, suo padre ricorrerà davvero alla polizia. Immagina la notizia in prima pagina, il suo onore macchiato per sempre. Naruto. Naruto la vorrebbe ancora, dopo una simile onta?

  «L’autista ti aspetta domattina. Hanabi ti saluta, le manchi molto»

 È con un tono di voce stranamente dolce, che suo padre pronuncia queste parole. Ma non le lascia il tempo per ribattere, semplicemente abbassa la cornetta, interrompendo la conversazione. Hinata rimane immobile, la cornetta del telefono ancora attaccata all’orecchio, per quelli che le sembrano lunghi minuti. Alla fine, è la mano di Sasuke a stringere la sua ancora aggrappata al telefono, spostandola verso il basso. Hinata si volta verso di lui, improvvisamente impassibile e fredda, incapace di reagire o mostrare qualche emozione.
«Torno a casa, domani» sussurra soltanto, prima di dargli le spalle e avviarsi nella sua stanza.

 Hinata rimane seduta sul sedile dell’auto, come se fosse rimasta incollata. Non ha il coraggio di alzarsi, di affrontare quella situazione o di ripetere quei riti di circostanza, addii lacrimevoli e abbracci soffocanti. Forse è perché ancora non vuole salutare la vita che ha vissuto in questi due mesi, per quanto brevi, o i ragazzi che sono stati suoi compagni di avventure, i suoi veri amici. Non sa più se può considerare tale Ino, non dopo quello che le ha fatto. Non sa nemmeno se vuole ascoltare le sue scuse o cercare delle motivazioni, nascoste dietro quel comportamento.
«Kiku, dobbiamo scendere» dice Sasuke, spegnendo il motore della macchina. Già, il suo piccolo segreto. Ancora non l’ha detto, a Naruto, che in realtà non è un ragazzo di nome Kiku Honda, ma una ragazza, di nome Hinata Hyuga. E probabilmente non lo farà mai. La ragazza annuisce, prima di aprire la portiera e uscirne, sbattendola dietro di sé con forza. Sasuke imita i suoi gesti, seguito da Naruto, che stranamente è rimasto silenzioso durante tutto il breve viaggio in auto. Hinata ha salutato Shikamaru e Suigetsu prima di partire, mentre gli altri due hanno insistito per accompagnarla. Sasuke la guarda in silenzio, con quegli occhi neri tanto impenetrabili, prima di rivolgersi a Naruto. «Baka, prendi le sue valigie nel bagagliaio» esclama con tono nervoso. Il biondo non ribatte nemmeno, semplicemente si volta e ubbidisce, silenziosamente. Hinata si sente morire. Avrebbe tanto voluto vederlo sorridere di nuovo, prima di dirgli addio.
I ragazzi l’accompagnano fino ai binari, dove il treno di linea è già fermo ad attenderla per riportarla nella sua gabbia dorata. Con il suo basso sulle spalle e la valigia in una mano, Hinata trova buffo che lei stia per tornare indietro esattamente nello stesso modo in cui è arrivata. Ha ancora il volantino, nella tasca dei jeans, con le parole di Naruto scritte sopra. «Kiku, buon viaggio. Spero ci rivedremo». La voce di Sasuke la distoglie dai suoi pensieri e si stupisce, nel momento in cui si volta nella sua direzione per vedere che, beh, le sta porgendo la mano. Hinata lo fissa perplessa, finché un sorriso non si apre sulle sue labbra. Prima che il ragazzo possa anche solo parlare, lei lo ha già avvolto con le sue braccia, appoggiando il viso sulla sua spalla. Sasuke rimane immobile per alcuni attimi, prima di rispondere in qualche modo all’abbraccio. Con delle pacche sulla schiena le fa capire che ne ha avuto abbastanza per quel giorno e Hinata ride leggermente, prima di dirgli «Ti voglio bene. Mi mancherai». Si stacca da lui in fretta, notando il suo evidente imbarazzo. «Sì, sì, ora vai altrimenti il treno parte senza di te» dice con tono piatto, cercando di mascherare il dispiacere per la sua partenza. Hinata glielo legge negli occhi, che davvero lui ci tiene a lei, e questo è importante più di ogni  parola.
Naruto si schiarisce la voce, attirando la sua attenzione. Hinata si volta lentamente nella sua direzione, trattenendo il respiro nel momento in cui incontra quel paio di occhi celesti, tanto tristi da causarle un groppo in gola. «Io torno in macchina, ti aspetto là, Naruto» dice Sasuke, prima di dare loro le spalle e allontanarsi verso l’uscita della stazione di Tokyo. Hinata e Naruto rimangono soli, fra il via vai dei passeggeri che si dirigono al loro treno. La ragazza non sa cosa dire, all’improvviso, del tutto presa dall’imbarazzo e da quel sentimento di malinconia che sembra aver occupato ogni singolo spazio del suo corpo, causandole un leggero dolore allo stomaco. Naruto si passa una mano fra i capelli biondi, lo sguardo basso e un sorriso triste in volto; dopo un po’ alza il viso, in modo da poterla guardare e Hinata in questo momento non può fare a meno di odiarlo. Smettila di guardarmi così, non vedi che rendi tutto più difficile?
«I-io volevo solo dirti che mi mancherai, Kiku».
«Anche tu mi mancherai, Naruto».
Il ragazzo allarga il suo sorriso e quasi ride, mentre esclama «Non sono mai stato bravo negli addii, penso tu lo abbia notato». Si accorge però dell’espressione seria sul viso del suo amico, perché subito smette di ridere e abbassa di nuovo lo sguardo ai suoi piedi.
«Kiku, se ci penso meglio, credo che non sia necessario dirci addio. Credo, ma questo vale per me, che ci sarà sempre un posto per te se deciderai di tornare. Io non voglio che ci salutiamo per sempre, ci tengo davvero troppo alla tua amicizia».
Hinata spalanca gli occhi sentendo le sue parole. Occhi che subito si riempiono di lacrime. Deve trattenersi dall’urlargli che è uno stupido, che non si rivedranno mai più, perché lei è solo una stupida ragazzina che per un sogno irrealizzabile si è comportata da ingenua, innamorandosi tra l’altro dell’ultima persona al mondo di cui avrebbe dovuto. Si morde la lingua, pur di trattenersi. «Mi dispiace solo che non ci potrai essere al concerto, penserò a te quella sera» sussurra il ragazzo, distogliendola dai suoi pensieri.
«Io ci sarò, quella sera» esclama Hinata, prima di rendersene davvero conto. Gli occhi azzurri di Naruto la guardano improvvisamente più luminosi, e speranzosi. «È-è una promessa, c-ci sarò. Sono curioso di vedere chi sceglierete come mio sostituto». Ed eccolo apparire, con grande meraviglia di Hinata, il sorriso di Naruto, così vivace e solare, in grado di illuminare quest’intera giornata, nonostante sia orribile e terribilmente triste. Hinata si sente ancora più bugiarda e meschina, perché non è sicura sarà in grado di mantenere quella promessa, ma doveva farlo. Aveva bisogno di rivedere almeno un’ultima volta il viso del ragazzo di cui si è innamorata felice, aperto nella sua solita espressione entusiastica. E non può fare a meno di sorridere, senza imbarazzo, forse sperando di sentire ancora una volta le parole che lui le aveva detto quel giorno, su un treno diretto nella metropoli.
Hinata si rende conto che il treno è in partenza solo quando arriva l’annuncio degli altoparlanti e subito afferra la valigia, pronta a partire.
Prima di allontanarsi, però, si avvicina a Naruto e velocemente gli da un bacio sulla guancia. Scappa via un secondo dopo, senza mai voltarsi e soprattutto cercando di nascondere il rossore sulle sue guance, un attimo fa ancora pallide. Naruto rimane invece immobile, sulla banchina, e osserva Kiku sparire dalla sua vista.
Rimane lì anche dopo che il treno è ormai partito, gli occhi fissi sul punto in cui un attimo fa si trovava l’amico, così strano, eppure… dolce. Gli ricorda terribilmente qualcuno che ha già incontrato, ma davvero non capisce chi. Si gratta la testa, pensieroso e leggermente malinconico, prima di voltarsi e raggiungere Sasuke, che probabilmente si sarà arrabbiato per la lunga attesa.
Come pensava, l’amico lo aspetta nel posto del guidatore con le sopracciglia aggrottate ed un’espressione infastidita sul volto.
«Alla buon’ora» esclama, non appena lo vede aprire la portiera dell’auto, ma il biondo lo ignora bellamente. Quando Naruto si siede affianco a lui, tirando fuori  sigaretta e accendino dalla tasca dei jeans, Sasuke si decide ad accendere il motore dell’auto e a premere sulla frizione, manovrando per uscire dal parcheggio.
I due rimangono in silenzio per un po’, Naruto impegnato a fumare e Sasuke a guardarlo di sottecchi, incapace di interpretare la sua espressione e l’innaturale silenzio. Naruto fuma solo quando è estremamente nervoso, il che significa che deve essere successo qualcosa.
«Che ti prende oggi, baka?» chiede, dopo qualche attimo, incapace di sopportare ulteriormente quell’atmosfera pesante.
Naruto sospira prima di rispondere e Sasuke si preoccupa ancora di più. Non l’ha mai visto così.
«C’è qualcosa che mi impensierisce. Stavo pensando…»
«Sei capace di pensare?»
«Ah ah, divertente, stupido Teme! Comunque, dicevo… Stavo pensando che c’è qualcosa che non mi convince. Kiku ha un’aria familiare, come se l’avessi già visto da qualche parte. In realtà mi fa venire in mente terribilmente Hinata, - ricordi la ragazza di cui ti parlavo?-, ma lui sostiene di non conoscerla».
Sasuke rimane in silenzio, sconvolto dalla stupidità di Naruto. È talmente ingenuo e sciocco che a volte gli fa quasi tenerezza; sarà per questo che Hinata se ne è innamorata, questa sua caratteristica deve averla colpita in qualche modo.
«Hai intenzione di vivere nel ricordo di quella ragazza per tutto il resto della tua vita?» sbuffa, rivolto all’amico. Naruto arrossisce per l’imbarazzo, prima di bofonchiare un
Non sono affari tuoi». Sasuke sospira rassegnato, prima di prendere la sua decisione. Spera che Hinata non gliene vorrà, ma se nessuno dei due si decide a fare qualcosa, sarà costretto a mettersi in mezzo. Ovviamente non lo fa per Hinata, né per Naruto, men che meno perché vuole la loro felicità. Lo fa semplicemente perché è stanco delle loro lagne. Autoconvintosi di questa spiegazione, si rivolge a Naruto, parlando lentamente.
«Ovvio che ti ricorda Hinata. Vedi, baka, Kiku non è la persona che tu credi».
Gli occhi azzurri si spalancano per la sorpresa.
«Che intendi dire?».

 

 

Spazio Soleggiato dell’Autrice:

Salve a tutti! : )
Ed eccomi ad aggiornare Twist of Fate con il secondo capitolo, come promesso ^^
Diciamo che, da quel che mi ricordo, avevo trovato qualche difficoltà nel scriverlo. Il fatto è che dovevo descrivere in un solo capitolo la nascita di un legame non solo fra Kiku e Naruto, ma anche fra Hinata e Sasuke, e non sono sicura del risultato ^^” ma io non sono mai sicura di niente … Anyway, ci tenevo a precisare anche che il povero Hiashi non è una bestia di Satana, e che davvero ci tiene a sua figlia; il problema è che ha qualche problema nel dimostrarlo, ed è convinto che quello che lui ha deciso per lei sia la cosa migliore. O almeno, questa è l’idea che ho in testa, poi ogni interpretazione è ben accetta! xD
Spero mi farete sapere cosa ne pensate di questo capitolo: dubbi, critiche, riflessioni, complimenti (*^* xD), previsioni… Perdonatemi se sarà presente qualche orrore errore grammaticale o di battitura, ma la mia mente bacata ha molte difficoltà nel concentrarsi e riconoscerli tutti ;_;
Ci tengo anche a ringraziare i masochisti le anime pie che hanno inserito questa raccolta fra i preferiti, le seguite e le ricordate, oltre che coloro che recensiscono o che semplicemente seguono questa storia silenziosamente. Davvero, vorrei spupazzarvi tutti di abbracci *^* *tutti smettono di seguire la storia per evitare quella pazza di SunliteGirl*
… come non detto, possibile che non riesca mai ad essere seria? ;_; Uccidetemi!
Dopo questo sclero, voglio dire ancora un abnorme grazie a tutti! :D Spero mi farete sapere che ne pensate della storia, perché mi rende sempre talmente felice e motivata leggere le recensioni *^*
Baci, e a lunedì con il terzo (e penultimo) capitolo : )  

Peace Frog, The Doors: adoro questa canzone fino all’estremo. Eccovi il link, nel caso non la conosceste: http://www.youtube.com/watch?v=QaoryEO1h4U

  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: SunliteGirl