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Autore: Aryuna    03/03/2008    7 recensioni
Kagome e Inuyasha, odiati compagni di classe e di banco da tre lunghissimi anni. Kagome, stanca di venir presa di mira dal mezzodemone, organizza una vendetta con sua cugina Kikyo, ex-fidanzata del ragazzo. L'ho scritta assieme ad Emiko92. La storia, il progetto e l'ambientazione sono mie, gli sviluppi e i dialoghi li abbiamo scritti assieme! E' la mia prima fanfict, speriamo bene! (siate indulgenti, è pure abbastanza lunga)
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La vendetta

La vendetta




Kagome fissò tristemente il suo voto sul foglio di biologia.

Come temeva, era pessimo. Tutta colpa di Naraku che l’aveva terrorizzata… e di Inuyasha. Lanciò il compito nella cartella, e prese il bento da sotto il banco. Chiuse le mani sul vuoto, e il suo sguardo raggiunse l’hanyou, che usciva tranquillamente dalla classe con il suo pranzo.

Alla mensa, il suo umore era nero. Ayame non le si avvicinò nemmeno, mentre Sango e Kikyo avevano l’impressione di essere sedute vicino ad un demone.

<< Ehm… Kagome, vuoi un po’ del mio pranzo? >> chiese Miroku, cercando di migliorarne l’umore, ma ottenne solo un brontolio sommesso di diniego. Al suono della campanella, lui e Sango si avviarono in classe assieme a Sesshomaru.

All’uscita, Kagome incontrò Kikyo alla stazione. Era un fatto insolito, perché lei solitamente tornava a piedi.

<< Devo chiedere una cosa al nonno >> si giustificò la ragazza, salendo sulla metro.

Kagome rimase in silenzio per tutto il viaggio, e Kikyo gli fece solo un paio di domande su come fosse andata la giornata. Ottenne per risposta un ringhio minacciosa, che la spinse a tacere.

<< Oh, Kikyo! Che piacere vederti >> la salutò Sota, mentre inseguiva Bujo, il gatto, per il giardino.

<< Dov’è il nonno? >> chiese la ragazza, acchiappando al volo il micio e rendendolo al cugino.

<< E’ andato con mamma a fare la spesa. Kagome, posso andare a casa di Kanna a fare i compiti? >>

<< Si, avvertirò io mamma >> rispose la sorella, mentre guardava il sorriso soddisfatto di Kikyo. Qualcosa non andava, il nonno non c’era eppure la ragazza non sembrava affatto dispiaciuta.

<< Kagome, accompagnami a vedere una cosa> > disse la cugina, trascinandola in uno dei depositi del tempio. Si mise a frugare negli scatoloni.

<< Ehm, forse e meglio aspettare il nonno. Lui saprà di certo dov’è la cosa che stai cercando >> propose Kagome perplessa.

<< No no, se glielo chiedessi dovrei spiegargli anche a cosa mi serve. Ah, l’ho trovato! >> disse alla fine soddisfatta.

Stringeva tra le mani un rosario di pietre nere, separate a gruppi da pietre bianche a forma di artigli. Kagome non ricordava di averlo mai visto.

<< Un rosario? Che te ne fai di un rosario? >>

<< Non è un semplice rosario, ovvio! Reggilo un momento, devo cercare un’altra cosa >> aggiunse frettolosa, mettendosi nuovamente a frugare.

Kagome lo osservò da vicino. Le sembrava un normalissimo rosario, certo un po’ originale, ma non aveva nulla di strano.

<< Trovato! >>

<< Che cosa? >> chiese distratta dai suoi pensieri.

<< Ora ti faccio vedere, andiamo in camera tua. Se il nonno ci trova qui sono guai >>

Kagome fece strada. Arrivate a casa, mise su l’acqua per il tè, e si tolse la divisa, mettendosi una semplice tuta.

Kikyo la aspettò, seduta sul letto, ammirando con lo sguardo la stanza della cugina, semplice, sulle tonalità rosee. La scrivania era in disordine, ma l’effetto generale era quello di una stanza ordinata.

<< Ecco, ho fatto del tè >> disse Kagome entrando nella camera con il vassoio.

<< Grazie >>

Le porse la tazza e qualche biscotto, e rimasero in silenzio per un po’.

<< Senti >> cominciò infine Kagome << mi dici a cosa ti serve quel rosario? >>

Kikyo non rispose. Le porse un rotolo ingiallito.

<< Leggi. Sono le istruzioni >>

<< Le istruzioni per cosa? >> chiese lei srotolandolo e leggendo le poche righe. La fine era rovinata, e non si riusciva a distinguere nemmeno una parola, ma le prime righe erano chiare e definite, scritte con una grafia elegante e tradizionale.

<< “Questo documento è allegato al rosario che intendo lasciare in eredità al mio figlio primogenito, in modo che possa difendersi dai demoni durante i suoi viaggi. Il rosario, se posto al collo di una creatura demoniaca, è in grado di renderla docile con la prima parola pronunciata da colui che lo pone. Il suo effetto è devastante, poiché è in grado di addomesticare i demoni. Dopo aver pronunciato la formula, il rosario…” >> Kagome si interruppe nel punto dove i kanji si facevano illeggibili << non capisco, Kikyo, che te ne fai di questo aggeggio? Vuoi addomesticare Koga? >>

<< Ma cosa dici? Senti, io e te abbiamo un problema, giusto? >>

Kagome la guardò perplessa.

<< Lo abbiamo? >>

Kikyo alzò gli occhi al cielo.

<< Non fra me e te! Abbiamo lo stesso nemico. Perché non vendicarci? >> disse con un luccichio speranzoso negli occhi.

Kagome collegò la parola nemico a una sola persona.

<< Parli di Inuyasha? >>

<< E di chi, altrimenti? Dopo quell’incidente non mi ha più rivolto la parola, come se fosse stata colpa mia. E poi non smette di farti passare una vita d’inferno a scuola >>

Kagome annuì. Cominciava a vedere il progetto di Kikyo come se fosse stata lei a elaborarlo.

<< Ho capito, vuoi mettergli il rosario >> concluse Kagome << ma come facciamo? Prendere un hanyou di sorpresa è impossibile. Dovremmo ingannarlo >>

Kikyo si fece pensierosa, riottenendo la sua espressione di tutti i giorni. Fissava i tatami sul pavimento con occhi spenti.

<< Dovremmo sedurlo >> concluse infine << ma sarà dura. Ormai non ci parliamo da più di un anno >>

Kagome frugò nella sua testa alla ricerca di un’idea migliore, ma senza successo. Alla fine, si accese una lampadina.

<< E se lo facessi io? >> domandò di slancio, senza pensarci troppo.

Kikyo rimase perplessa. La sua innocente cuginetta si offriva di sedurre e tradire un hanyou per vendetta?

<< Ehm, Kagome, non penso sia una buona idea. Tu sei presa di mira da Inuyasha ogni giorno. Se lo fai arrabbiare… >>

<< Se riesco a mettergli il rosario non potrà più maltrattarmi. E poi, dato che lo vedo ogni giorno, sarà più facile >> propose Kagome, ormai già convinta dalla sua idea. Alla fine, anche Kikyo si convinse che andava bene.

<< Ma se vedi che non funziona, lasciamo perdere >> la fece promettere la ragazza.

<< Non ti preoccupare. Tanto, peggio di così >> rispose Kagome facendo spallucce << Ora dobbiamo solo scegliere la parola da dire per la formula >>

Le due si guardarono, sicure che stessero pensando alla stessa parola.

<< Stupido >>

Kagome aprì la porta della classe di scatto, e trovò Kagura che la squadrava.

<< Ma bene Higurashi, arrivi in ritardo. Non ti spiace passare il resto dell’ora fuori dalla porta, presumo >> disse gelida fissandola con gli occhi rossi.

La ragazza annuì borbottando un “si”, e chiuse la porta. Dall’ultimo spiraglio, scorse Inuyasha che rideva sotto i baffi. Sbuffò scocciata, e si sedette sul davanzale della finestra. Da oggi, cominciava il piano per la vendetta.

Rientrò in classe alla fine dell’ora, sedendosi come al solito al suo posto.

<< Ehi, Kagome, sembra che il professor Sengoku si sia sentito male. Meno male, ieri non ho avuto tempo di fare matematica >> disse Eri avvicinandosi al banco.

Kagome rimase perplessa.

<< Perché, che hai fatto? >>

<< Ho studiato storia. Ieri girava la voce che oggi avrebbe fatto un compito a sorpresa, non lo sapevi? >>

Kagome congelò, e accanto a lei Inuyasha. Le ragazze rimasero sorprese della reazione di entrambi.

<< Ehm… non lo sapevate? >> chiese Yuka preoccupata. Kagome stava decisamente per svenire. Meglio svenire che affrontare un compito di storia con Naraku, senza aver aperto libro.

Inuyasha intuì l’idea di Kagome, e si sedette sul banco con un movimento fluido. La ragazza rimase impietrita.

<< Ma insomma, Inuyasha! >> scoppiò alzandosi in piedi << Anche tu non hai ripassato, no? Perché ti comporti così? >>

<< C’è qualche problema? >> chiese il ragazzo << Tanto ho tutta la vita per recuperare >>

Kagome gli lanciò l’astuccio, ma l’hanyou lo schivò prontamente. Quando Inuyasha tornò a guardare Kagome, stava in un angolo, imbronciata, a parlare distrattamente con Hojo.

All’ora di pranzo, Kagome filò dritta verso la mensa, senza degnare di uno sguardo né il banco, né Inuyasha. Il ragazzo scoprì subito dopo, che non c’era traccia del pranzo di Kagome.

<< Sango! >> chiamò la ragazza alla mensa, raggiungendo l’amica. Sentiva aria di tempesta. Sango si era seduta sul bordo della panca, al posto di Kikyo, e fece sedere Kagome tra loro due. Era chiarissimo, lei e Miroku avevano litigato. Di nuovo.

<< Ehm, hai ancora il mio pranzo? >> chiese Kagome cercando di distrarla.

<< Sicuro >> disse lei porgendogli il bento << spero che tu non sia arrivata tardi a lezione per portarmelo >>

<< No, figurati >> mentì lei, aprendo il fazzoletto e impugnando le bacchette. Per una volta, poteva mangiare in pace.

Kikyo faceva la sua funzione separatrice senza parlare, mentre Miroku sentiva una specie di scossa sulla schiena. Era lo sguardo di Sango.

<< Cosa ha combinato? >> chiese in un sussurro Kagome a Kikyo.

<< Sembra che abbia corteggiato una certa youkai di nome Abi, dell’ultimo anno. Sango l’ha colto sul fatto. Se guardi bene, vedrai che Miroku ha un bel bernoccolo >>

<< Abi lo ha picchiato? >>

<< No, Sango gli ha tirato una sedia >> spiegò Kikyo, prendendo un nuovo boccone.

<< Uhm, capisco >> mormorò la ragazza alzandosi.

<< Dove vai? >> chiese Sango perplessa.

<< A nutrire il cane prima che muoia di fame >> disse lei ironica.

Inuyasha, che l’aveva sentita grazie al suo ottimo udito, la fulminò con lo sguardo. Lei gli passò davanti, lasciandogli il resto del pranzo sul tavolo. Lui fece una smorfia, ignorandolo. Invece, i compagni di classe di Kagome, la guardarono allibiti. Kagome, che non riusciva mai a mangiare a causa di Inuyasha, gli stava lasciando parte del suo pranzo?

Lei si allontanò soddisfatta, andando a sedersi accanto a Koga e Ayame.

Nessuno vide Inuyasha mangiare, ma quando la campanella squillò, Kagome andò a riprendere il contenitore, dopo che il tavolo si era svuotato, e lo trovò vuoto.

Quando entrò in classe, fu accolta da un malvagio “Kuhuhuhuhu”, che la congelò.

<< Signorina Higurashi, vuole farci il piacere di prendere posto? >> chiese Naraku, con un ghigno dipinto sul volto.

La ragazza si avviò rapida al suo banco, inciampando in un paio di cartelle. Inuyasha rideva di nuovo sotto i baffi.

<< Molto bene, il compito è ad otto file, quindi vi sconsiglio vivamente di copiare dai vostri compagni >> spiegò mentre camminava avanti e indietro distribuendo i fogli.

Kagome lesse rapidamente le domande. Aveva la mente abbastanza lucida, nonostante il terrore, e si accorse di saperne alcune. Meglio di niente, contando che non aveva ripassato. Inuyasha, invece, sembrava parecchio agitato.

Naraku stava tranquillamente seduto alla cattedra, e nella classe si sentiva solo il rumore delle penne sui fogli.

Inuyasha si era inceppato alle scoperte del Portogallo nel quindicesimo secolo, e fissava il foglio scervellandosi.

<< Le isole di Capoverde >> sibilò Kagome, in modo che solo le sue orecchie potessero sentirla << poi Madera, le Azzorre e il Golfo di Guinea >>

Inuyasha cominciò a scrivere rapidamente, numerando la risposta.

<< Poi? >> sussurrò lui a sua volta, rimanendo immobile a fissare il foglio.

<< Poi il Tropico del Cancro e il Cap… >> ma Kagome si zittì, congelando. Otto occhi la stavano fissando dal bordo del banco.

Inuyasha, sentendola interrompersi, si voltò verso di lei, e vide il ragno sul bordo. In quel momento si rese conto che l’odore di Kagome aveva coperto quello dell’emanazione di Naraku.

L’originale, dalla cattedra, emise la sua oscura risata.

<< Kuhuhuhuhu, Higurashi e Inuyasha. Che ingenuità credere di poter suggerire durante il mio compito. Portate qui i fogli, è annullato. E andate di fuori >>

I due si alzarono, l’una rassegnata, e l’altro come se nulla fosse. Ma appena si chiusero la porta alle spalle, Inuyasha ringhiò.

<< Ehm… mi dispiace >> disse Kagome di slancio. Perché si scusava? Aveva solo cercato di aiutarlo.

<< Scema, perché mi hai suggerito? Ci hai rimesso anche tu >> disse lui scontroso poggiandosi al muro e guardando fuori dalla finestra.

<< Bè, perché mi sembravi in difficoltà >> disse lei, ma si pentì subito. Temeva che Inuyasha si arrabbiasse ancora di più. Ma lui rimase in silenzio, con lo sguardo fisso sul vetro.

<< Sei arrabbiato? >> chiese lei. Aspettava il momento in cui Inuyasha le dicesse di non impicciarsi.

<< Non voglio essere bocciato >> disse lui secco, rivolgendogli un’occhiata fulminante. Era un avvertimento?

<< Bè, che ti importa? Hai tutto il tempo per recuperare, no? E poi, così non dovrai più stare in classe con me >>

Inuyasha assottigliò gli occhi, come per leggere il suo pensiero. Poi, distolse lo sguardo. Kagome si stava comportando in modo strano. Non gli piaceva questa cosa.

Anche Kagome rimase sorpresa. Strano che l’hanyou non sfruttasse l’occasione per canzonarla.

Meglio così. Se il piano andava in porto, lei avrebbe messo il rosario al collo di Inuyasha. E a quel punto, avrebbe vinto lei.




Ecco il secondo capitolo! Sto pubblicando velocemente, perché ho già una parte scritta. Vi ho avvertito, è parecchio lunga, quindi pazientate e sopportate le mie pazzie (come Naraku professore infame che fa il compito a 8 file XD).

Sono contenta che la prima parte sia piaciuta a qualcuno, mi ha aiutato a superare il terrore per i commenti negativi! Grazie mille per avermi letto! XD

Il seguito a domani! (spero!)





Rieccoci con il Progetto profumo ^^
Stavolta è stato parecchio divertente, perchè i personaggi in gioco erano tanti, e con espressioni non molto semplici.
Iniziamo con Sango. A:"Emy, mi trovi un'ammagine di Sango arrabbiata?"
E:"Oh, ce ne sono tante"
Inizia la ricerca, mentre contemporaneamente crechiamo Kagome depressa. Poi lei mi dice:
E:"Guarda, qua ho un set di Kagome arrabbiata". Cinque pagine di Kagome con ogni genere di espressione che ispiri rabbia o depressione O.O Continuo a ripetere, Emiko è un mostro. Cerchiamo Miroku. Avete presente l'espressione che ha sempre nel cartone? Ebbene, non è così facile trovarla nel manga! Sta sempre dannatamente di profilo! Meno i capelli, quelli Emiko l'ha trovati al volo (non avevo dubbi al riguardo). Kikyo è stata la più semplice in questo disegno, tranquilla come suo solito ù.ù.
Naraku. L'immagine della cattiveria, il sol pensiero di doverlo disegnare mi fa rabbrividire. Ma è stato necessario ù.ù Ci abbiamo messo più tempo a fare lui che altro, perchè non sghignazzava mai decentemente e quegli stupidi capelli non stavano mai in una posizione umana! è.é
Ho avuto problemi a pulirla (i miei programmi per immagini fanno schifo), quindi Miroku è terribilmente dark >.> Se riesco a sistemarla meglio, magari la riposto ^^'
Alla prossima immagine! ;-)

Aryuna
  
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