Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: Aster_Nepthys    03/03/2008    4 recensioni
Cosa succederebbe se il Diavolo decidesse di esaudire il più importante desiderio di una ragazza e lei accettasse?
Quale sarebbe il suo destino e quello della persona che ama più al mondo? [Sto sistemando i capitoli]
Genere: Romantico, Dark, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Capitolo Tre – Ciò che è, ciò che sembra

Evee non si fermò finché il rumore della città non scomparve alle sue spalle. Il paesaggio cambiò velocemente dal grigio dei palazzi a un color giallo-oro, spruzzato qua e là dal verde di qualche chioma, che risaltava contro il cielo terso e immacolato in un quadro di singolare bellezza. Planando dolcemente tra campi di grano e alberi di sughero, però, non fece attenzione a tutto questo ma solo a grande ulivo, isolato dal resto delle coltivazioni, dove corse appena ebbe toccato terra.

La giovane si appoggio al tronco nodoso, singhiozzando, con le lacrime che continuavano a cadere copiose e la rabbia che continuava a crescere, forte, inesorabile, come alimentata da quelle gocce salate. Rabbia contro Lucifer che l’aveva ingannata e contro se stessa perché aveva ceduto… Ora non aveva più nulla. Aveva perso la sua umanità, aveva perso la sua anima. Niente sarebbe mai più stato come prima.

< Hai conquistato la libertà in compenso, mia cara >

Al suono di quella voce l’angelo nero si rivoltò come un animale ferito, aggredendolo con una furia che non avrebbe mai immaginato di possedere.

< TU! Maledetto! Come puoi presentarti ancora davanti a me dopo quello che mi hai fatto! > urlò, cercando di colpirlo con tutta la forza che possedeva. Sapeva che avrebbe schivato facilmente in suo piccolo pungo, sapeva che quello che faceva era inutile, ma non le importava. Cos’altro poteva perdere tanto?

La sua rabbia crebbe ancora quando un sorriso di scherno si allargò sulle labbra dell’altro, prevedibile, freddo…Odioso. Quello che non aveva previsto era, invece, che lui le bloccasse il polso e la costringesse a guardarlo in quegli occhi di sangue, ad ascoltare la sua voce di miele.

< Il tuo disprezzo mi lusinga, Evee, la tua rabbia mi attrae. Non sono sentimenti provenienti dall’Inferno che è entrato nella tua anima ma dalla tua parte umana! Sono così intensi! > le disse come gustando un vino dal sapore unico e inimitabile < Io ti ho dato la libertà ragazza, ho esaudito il vero desiderio che tenevi segregato nel tuo cuore! Rifletti su questo, sui sentimenti che provi. Sei davvero convinta che tutto questo sia successo perché ami davvero quel ragazzo? Sei sicura che non sia stata la tua parte… come dire… selvaggia ad avere il sopravvento? >

Evee non riuscì a capire se fu la sua espressione a intimorirla o il discorso che aveva pronunciato. Lo sguardo del demone, contrariamente al solito, era serio: nessun sorriso malizioso increspava le sue labbra, nessuna frecciatina era uscita dalla sua bocca, anzi c’era nei suoi occhi qualcosa di completamente diverso, indefinito.

Si liberò indietreggiando di qualche passo, incerta, confusa. Non sapeva cosa rispondere… Aveva mentito a se stessa? Quello che provava per il suo ragazzo era solo una bugia? Aveva perso tutto per un capriccio?

< Menti! > urlò, dopo essersi riscossa, puntandogli contro un dito < Sei solo un dannato bugiardo! So cosa provo per lui, so che quello che ho fatto è stato unicamente per vederlo e per poter passare con lui il mio tempo! E tu mi hai tolto quest’unica possibilità che avevo! > continuò, stringendo i pugni. La rabbia montava nuovamente, il suo odio cresceva. Voleva ucciderlo, voleva con tutte le sue forze che quell’essere malefico sparisse dalla sua vita. Lei amava Aaron e non avrebbe permesso a nessuno di mettere in dubbio che tutto quello che aveva fatto, anche se era stato inutile, era per lui, solo per lui.

< Vuoi davvero uccidermi mia cara? > le sussurrò all’orecchio con voce suadente Lucifer, sfiorandole il collo.

La giovane si irrigidì a quel tocco, spaventata e incredula per la velocità dei suoi movimenti che non era minimamente riuscita a vedere e allo stesso tempo ipnotizzata da quel tocco caldo. Di nuovo mille domande tornarono ad assalirla, interrogativi inspiegabili che ancora, tuttavia, non si era posta talmente presa dai suoi desideri… Perché la trattava in quel modo? Perché le faceva questo?

< Non risponderò alle tue domande ragazza, lo sai. Come sai che posso leggere nel tuo cuore, oltre che nella tua mente. Tu brami la libertà più di ogni altra cosa, brami il cielo > continuò. Il suo respiro le carezzava il collo, la sua voce la ammaliava, impedendole di pensare. Riusciva solamente ad ascoltare quel suono talmente dolce che cancellava il resto della realtà.

< Ricorda cosa hai provato mentre volavi verso Lisbona, ripensa alle sensazioni, ai pensieri. Non erano incentrati tutti su quel ragazzo. Tu sapevi di essere nata per quello. Sapevi che era il tuo destino! >

Più l’angelo caduto proseguiva, più le sicurezze che la giovane aveva avuto fino a quel momento sembravano vacillare e incrinarsi, come fragili castelli di carte. Non voleva credere a quelle parole, non voleva dargli vinta una battaglia così importante, ma qualcosa metteva dentro di lei cominciava a mettere in dubbio le sue stesse emozioni, i suoi stessi sentimenti, insinuandosi nel suo cuore triste come la lama appuntita di un coltello, guidata da quelle carezze apparentemente tenere che lui le faceva nell’incavo della spalla.

Con calcolata lentezza Lucifer si staccò da lei e la fece girare, ammirando la sua opera in quegli occhi smarriti color del fumo, non senza che uno strano brivido l’attraversasse. Si chinò per lasciarle un premuroso bacio sulla fronte poi si voltò incamminandosi verso i campi di grano e sparì seguito solo da una parola appena sussurrata che gli fece nascere un leggero sorriso sulle labbra: < Ipocrita… >

Evee rimase sola in quella distesa di terra, facendosi forza per riordinare i suoi pensieri. Continuava a ripetersi che quello che aveva detto il diavolo era una menzogna, solo una menzogna, detta unicamente per farla star male e divertirsi ancora con il suo dolore. Ma allora perché questi dubbi? Cosa si muoveva nel suo cuore facendola stare così in pena?

Troppe domande le riempivano la testa senza trovare risposta e troppi pensieri si accavallavano uno sull’altro rischiando di farla ammattire. Voleva che quel flusso sconclusionato di idee si fermasse, almeno per un secondo così da poter avere il tempo di risolvere un problema per volta. Chiuse gli occhi sdraiandosi sulla terra secca, le grandi ali aperte sotto di lei. Un venticello fresco e leggero si alzò accarezzandole la pelle e donandole un po’ di calma. Rimase a godersi quella piacevole sensazione finché, piano piano, non cominciò a decidere il da farsi.

Lucifer le aveva detto che se l’avessero vista gli umani il loro patto sarebbe saltato. Eppure lui aveva bisogno del suo corpo, altrimenti non avrebbero stipulato quel patto. Tuttavia non sapeva a cosa servisse un semplice corpo umano al Signore degli inferi… e probabilmente non l’avrebbe mai saputo…

In quel momento, però, riteneva più urgente riuscire a capire cosa lei volesse veramente: se quello che aveva provato per Aaron fosse una semplice cotta passeggera o l’amore che aveva creduto fino a quel momento. I dubbi che le parole del Diavolo le avevano insinuato nel cuore la rendevano inquieta… Non sarebbe dovuto accadere nulla di simile se il suo sentimento era davvero così forte come pensava no? Eppure tutti possono avere un momento di debolezza… E questa incertezza era sicuramente acuita dalla distanza e da quell’assurda situazione…

A poco a poco, i pensieri divennero una nebbia leggera e confusa e lei cadde in un sonno ristoratore, dovuto più al bisogno di staccare la spina che all’effettivo bisogno di dormire… E cullata dal tepore di quel sole pomeridiano si addormentò sotto l’ombra dell’ulivo.

“Aaron!”

Correva, veloce, silenziosa, in un bosco di pini. La temperatura era molto diversa da come la ricordava, l’aria era pungente la pioggia batteva sulla sua pelle, ma non sentiva freddo. I suoi piedi nudi toccavano appena il terreno coperto da aghi di pino, passi così silenziosi che sembrava non toccasse neanche il suolo, solo il suo respiro che copriva i piccoli rumori della foresta.

Si sentiva euforica, in quella corsa sfrenata a contatto con la natura. La luna era quasi del tutto velata dalle grandi chiome, ma la cosa non la disturbava, aumentando anzi la sua eccitazione. Sapeva cosa cercava, sapeva come raggiungerlo e ora voleva solo divertirsi.

Finalmente sbucò in un minuscolo spiazzo, dove la aspettava un giovane uomo con una maglietta candida e un paio di jeans strappati. Aveva i capelli mossi, di un castano tanto scuro da sembrare quello dei tronchi degli alberi e gli occhi color nocciola. Anche a quella distanza riusciva a distinguere il suo sorriso dolce, il movimento dei sui ricci scomposti dal vento.

Avvicinandosi, gli sorrise a sua volta, e gli tese le mani, chiamandolo “Aaron!”

Il ragazzo indietreggiò di un passo, lo sguardo improvvisamente sconvolto dal dispiacere, il sorriso sparito dal suo viso. Si voltò, evitando di guardarla, come se avesse paura… O meglio come se si fosse reso conto che non c’era più speranza.

Evee si fermò in mezzo a quel prato illuminato dalla luna ma continuò a chiamarlo mentre, ancora una volta, le sue guance si rigavano di lacrime. Abbassando la testa sulle sue mani e le vide macchiarsi delle piccole gocce di sangue, sangue che ora le rigava le guance.




ECCOMI TORNATA! SCUSATE L'IMMENSO RITARDO E IL CASINO CHE STO COMBINANDO PER RISISTEMARE I CAPITOLI PRECEDENTI MA IL VIAGGIO DI STUDIO IN FINLANDIA MI HA FATTO CAMBIARE IDEA SU PARECCHIE COSE, OLTRE A FARMI NOTARE CHE IL CARATTERE CHE AVEVO SCELTO LO VEDONO SOLAMENTE 2 O 3 PERSONE xDxD
RINGRAZIO Hachico91, Pluma, Lady Alexandra e Niis PER I COMMENTI, CON LA SPERANZA CHE QUESTO TANTO ASPETTATO CAPITOLO SIA DI VOSTRO GRADIMENTO!!!
   
 
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