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Autore: Anaire_Celebrindal    28/08/2013    3 recensioni
Anno 455 della Prima Era della Terra di Mezzo: Fingolfin, il Re Supremo dei Noldor ha appena sfidato Morgoth... e lo ha quasi sconfitto: il Signore Oscuro si è ritirato nella sua fortezza e ha affidato la guerra al suo luogotenente Sauron, scomparso nel nulla; ma nel Beleriand cresce una nuova minaccia che non viene da Angband. Si susseguono misteriosi attacchi ai danni dei principi dei Noldor, a opera di sicari provenienti dal Doriath... ma chi si nasconde dietro il nome e l'identità di un semplice elfo grigio?
Dal testo:
"Aveva perso la cognizione del tempo e dello spazio quando riuscì a vedere di nuovo uno squarcio di cielo.
Ormai allo stremo delle forze, Ereinion si accasciò sul suolo erboso, a pochi metri dagli ultimi arbusti di quella foresta scura. Tossì a ripetizione, sputando fiotti di sangue. Si sforzò per tenere gli occhi aperti. Sentì altri passi, rumore di voci che si chiamavano tra loro, ma sentì che non sarebbe riuscito più a combattere.
È la fine.
Ereinion chiuse gli occhi e respirò profondamente.
Questa è la fine di Gil-galad."
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Gil-galad, Melkor, Sauron, Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'L'ombra del Doriath '
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 -Varda Elentári e Manwë Súlimo, aiutatemi, se esistete!- esclamò Maeglin, furente.
Non accadde nulla. Non che lui credesse il contrario, anzi.
Erano passate svariate settimane dalla sua fuga da Gondolin: aveva viaggiato giorno e notte, senza fermarsi, fino allo Hithlum, per poi scoprire che Fingon era stato rapito da Mithor e che di Ereinion non c’era traccia.
Si era spinto fino alla Marca di Maedhros, e l’aveva trovata assediata da orchi e Balrog che marciavano da Angband.
Avrebbe avuto bisogno di altre due settimane per raggiungere il Nargothrond, un ulteriore luogo dove Ereinion avrebbe potuto rifugiarsi, ma era sicuro di non disporre di tanto tempo.
 -Oh, Varda Elentári... -invocò nuovamente, voltando il cavallo lontano dal colle di Himring, al galoppo verso la pianura -se esisti, indicami la direzione giusta! Dimmi dove si trova Ereinion! Manwë Súlimo, mostrami la strada che devo intraprendere!-
Maeglin tacque, sospirando. Solo due settimane prima, una violenta tempesta aveva battuto le regioni settentrionali del Beleriand, rallentando il suo viaggio attraverso lo Hithlum.
Il sole splendeva ormai da giorni con poche interruzioni dovute a piogge sottili: sulla testa di Maeglin fitte nubi si addensavano e si arricciavano in cumuli candidi, ingombrando il cielo, che poco prima era appena velato.
Un tuono sorprese profondamente Maeglin. L’elfo scrutò il cielo. Le nubi erano parecchio fitte, ma il tempo non era tanto scuro da minacciare pioggia. Un secondo tuono fece tremare la terra. A questo se ne aggiunse un terzo, a pochi secondi di distanza.
Incuriosito, Maeglin fece rallentare il cavallo, conducendolo al passo. Si alzò un vento violentissimo, che spazzò il cielo, facendo turbinare le nuvole.
L’elfo dovette trattenere un’esclamazione di gioia e sorpresa: nel cielo era apparsa la sagoma di un’aquila, disegnata dal contorno delle nubi temporalesche. Le sue ali erano spalancate nel volo e la sua testa volgeva verso sud.
 -Il Doriath... -mormorò Maeglin, spronando il cavallo -... grazie, oh Manwë Súlimo.-
La strada gli era stata indicata.
 
***
 
 -Non sai, dunque, come potremo raggiungerlo?-
 -No, mio signore, e assai me ne duole.-
 -Sono del parere che cercarlo non sia una mossa saggia. Sono convinta che presto lo incontreremo.-
 -Non so se sperarlo, mia signora... -disse uno degli elfi, con un sospiro -dubito persino che venire qui senza alcun aiuto sia stata una mossa saggia-.
 -Io sono convinto di sì, invece. Nella mia opinione la segretezza è fondamentale per la riuscita della nostra missione.-
 -Non ne dubito, ma penso che la prudenza non sia mai troppa... -
I tre continuarono a camminare, attraverso la foresta.
 -Non ho più memoria della strada- commentò l’elfo alto con i capelli chiari -non riconosco più queste contrade. Beleg, ricordi la direzione che hai intrapreso, una volta lontano da Menegroth?-
 -No, Felagund- rispose Beleg -Sono giunto nel Nargothrond per un puro caso e sono convinto che se avessi conosciuto la strada non sarei stato altrettanto fortunato. Tuttavia, secondo i miei calcoli, Menegroth è vicino. Sento che Elbereth mi sta indicando la strada.-
 -Stiamo giungendo da nord- commentò l’elfa avvolta in un mantello blu scuro -questo è un bene: il vento spira da est e Sauron sentirà troppo tardi la nostra presenza. Soltanto se giungiamo celati ai suoi occhi, possiamo sperare di liberare il Doriath dalle tenebre-.
 -Fermatevi- esclamò Beleg, improvvisamente -sento qualcosa-.
Finrod si arrestò, sguainando silenziosamente la spada. Beleg mosse qualche passo, lentamente, verso il folto del bosco. La fanciulla fece per seguirlo, ma Finrod la bloccò.
 -No, Lúthien. Rimanete qui- sussurrò. Contrariata, Lúthien si accostò a Felagund.
Si sentì un rumore metallico, tra le fronde della foresta. Beleg estrasse l’arco e incoccò una freccia.
 -Chi è la?-
Non ci fu nessuna risposta. Ci fu un rumore, come un respiro sommesso. Era un essere umano.
 -Fatevi vedere!- insisté Beleg, tendendo di più la corda di Belthronding, il suo fedele arco.
Il trambusto aumentò. Si udì distintamente il rumore di passi lievemente attutiti dal sottobosco. Finrod strinse la presa sulla spada.
 -Pronti all’attacco... - bisbigliò Beleg, con un ringhio.
Improvvisamente, scoppiò una risata. La risata di un elfo. Una sagoma si delineò tra l’ombra scura degli alberi.
 -Quinta-polda, málo inya! Non mi riconosci?- osservò una voce, divertita.
 -Gil-galad!- esclamò Beleg, raggiante, riponendo l’arco e correndo ad abbracciare il giovane -Sei vivo!-
 -Chi è costui?- domandò Finrod, riponendo la spada nel fodero.
 -Lúthien?- disse allora Ereinion, attonito, riconoscendo la figlia di Melian.
 -Sei... sei tu?- chiese Lúthien, arretrando lentamente.
Poi una seconda figura emerse dal folto del bosco, e allora fu il caos più completo.
 -Nelyafinwë! Cosa ci fate qui?-
 -Felagund!-
 -Gil-galad?-
 -Cúthalion, sei tu?-
 -Voi siete Finrod!-
 -Maedhros?-
 -Ereinion!-
 -Chi è Ereinion?-
 -Nessuno, stavo scherzando.-
 -Sei tu Ereinion?-
 -Io sono Gil-galad.-
 -Certo che è lui Ereinion!-
 -Oh, no, Maedhros! Lui si chiama Gil-galad.-
 -Ma... - l’elfo, perplesso, fu zittito da una gomitata di Ereinion e da un’occhiata eloquente di Beleg.
 -D’accordo, scusami, Stella di Radianza.-
 -Allora piacere di conoscerti, Ereinion-.
 -Finrod, lui si chiama Gil-galad, non avete sentito?- disse Lúthien con un sorriso, ponendo particolare enfasi sul nome del giovane.
 -Oh, tanto è tutto inutile - disse Beleg, esasperato -vi presento Ereinion, l’elfo di cui vi parlavo... -
 -Molto piacere- disse Lúthien, con un sorriso -anche se io ti conosco già.-
 -Oh, beh, lo immaginavo. Parlavo con sire Felagund, infatti... - Beleg si bloccò, con lo sguardo fisso oltre gli alberi -... per Elbereth, lui chi è?-
 -Beleg, tutti sappiamo chi è Maedhros- ribatté Finrod, divertito.
 -Non parlavo di Maedhros, mio signore- rispose Beleg -parlavo di lui- aggiunse, prendendo nuovamente l’arco.
 
***
 
Tutti si voltarono verso la foresta. Poco lontano dagli alberi, Ereinion distinse una figura sottile e una chioma corvina. Era un elfo Noldor.
 -Chi siete, che errate in questa foresta oscura?- domandò Finrod ad alta voce.
 -Altrettanto potrei domandare a voi, che sostenete di agire nella segretezza ma producete tanto rumore da raggiungere i Valar oltre il mare- ribatté l’elfo, divertito.
 -Ci hai spiato, non è così?- disse Beleg, incoccando una freccia -Da quanto tempo ci segui?-
 -Da non molto, Cúthalion- rispose l’altro, avvicinandosi, disarmato, -vorrei solo scambiare qualche parola con Ereinion.-
Subito Beleg, Maedhros e Finrod si posero davanti a Gil-galad, come per difenderlo.
 -Cosa vuoi da lui?- domandò Maedhros, ostile, appoggiando la mano sull’elsa della spada.
 -Niente di pericoloso- disse l’elfo -cosa c’è, temete che io sia un alleato del nemico? Se questo contribuirà a rendervi più tranquilli vi dirò qual è il mio nome e da dove vengo- aggiunse, avvicinandosi ancora e giungendo al centro della radura dove Beleg, Finrod e Lúthien avevano incontrato Ereinion e Maedhros.
 -Il mio nome è Maeglin- disse allora l’elfo, lanciando a tutti loro uno sguardo penetrante -provengo da Ondolindë: mio padre era Eöl del Nan Elmoth e mia madre era Aredhel Ar-Feiniel dei Noldor. Siete soddisfatti, adesso?- aggiunse, con tono di sfida.
 -Non sapevo che Turgon avesse un nipote- disse Maedhros, allentando la presa sull’elsa della spada.
 -Perdonaci per l’atteggiamento ostile- continuò Felagund -non si è mai prudenti abbastanza, di questi tempi.-
 -Sii il benvenuto- disse Lúthien, alquanto sospettosa. Ereinion sorrise, incoraggiante, pur senza proferire parola. Beleg indugiò, abbassando leggermente l’arco e squadrando il Noldo con aria indagatoria.
 -Mae govannen, Maeglin- concesse infine.
 -Mae govannen, Cúthalion- rispose l’altro, con un leggero sorriso -porto notizie che vi recheranno un dolore assai grande.-
 -Che genere di notizie?- domandò Ereinion, parlando per la prima volta.
 -Riguardano Mithor. Egli altri non è che... -
 -... Sauron- lo interruppe Lúthien -lo sapevamo.-
 -Io lo sospettavo- commentò Maedhros, cupo. Ereinion rimase interdetto. Era l’unico a essere rimasto sorpreso da quella notizia.
 -Mithor... un servitore del nemico?- domandò. Maeglin annuì.
 -Sta cercando te, Ereinion- continuò l’elfo, imperterrito -vuole eliminarti. Inoltre ha mandato un esercito da Angband verso lo Himring e cinque giorni or sono l’ha preso d’assedio.-
 -Maglor... -mormorò Maedhros.
 -Ha rapito Fingon con il solo scopo di attirare voi, mio signore, a Menegroth- aggiunse, rivolto a Maedhros -e ha preparato una trappola oltre gli Echoriath per Fingolfin: da settimane attendeva che lui uscisse da Gondolin per eliminarlo.-
 -Il Re supremo dei Noldor è dunque morto?- chiese Finrod, angosciato.
 -Con ogni probabilità- rispose Maeglin, cupo -ho cercato di rallentare la sua partenza con ogni mezzo, finanche i più inutili, ma è servito a poco. Sono riuscito a ottenere quel minimo di ritardo sui piani del nemico che spero gli abbia salvato la vita.-
 -Come hai fatto a ottenere tante informazioni?- domandò Beleg.
 -Quando delle spie di Sauron sono penetrate nella città, hanno subito cercato di corrompermi- rispose Maeglin -sulle prime ne ho uccisi molti, poi ho capito che potevano essermi utili e mi sono finto loro alleato. In seguito, quando mi è stato proposto di collaborare per un attentato alla vita del re e quando pensavo di avere raccolto una quantità sufficiente d’informazioni, li ho eliminati, ma era troppo tardi- aggiunse, chinando la testa -avevano chiamato dei rinforzi e Turgon era stato ferito con delle armi avvelenate. Con l’aiuto delle guardie della città siamo riusciti a fermare tutti gli assassini, per fortuna.-
 -Turgon?- domandò allora Finrod -è morto anche lui?-
 -No, lui è vivo- lo rassicurò Maeglin -sta bene.-
 -Oh, Varda Elentári, grazie- mormorò Felagund, felice per la sorte dell’amico.
 -Come hai fatto a giungere qui in così poco tempo?- chiese Lúthien -sarebbero stati necessari dei mesi, per l’itinerario che hai descritto.-
 -Mi sono spostato a cavallo- rispose Maeglin -il mio destriero si è rifiutato di entrare nel Doriath e ho dovuto abbandonarlo al margine della foresta-.
 -Allora qual è il tuo scopo, Maeglin?- insisté Beleg -Non puoi essere certo giunto fin qui da Gondolin soltanto per avvertire Ereinion.-
 -No, infatti. Sono venuto anch’io come tutti voi per scacciare Sauron dal Doriath.-
 -è quindi destino che noi andiamo insieme!- esclamò Finrod -I Valar ci hanno condotti a incontrarci qui, poco distanti da Menegroth. Sarei lieto di affrontare il potere oscuro che ci opprime insieme a tutti voi.-
 -Anche io sono lieto di avervi conosciuto, Felagund- disse Ereinion, allegramente.
 -Bene, direi che ci serve un piano- commentò Maedhros. I suoi occhi brillavano per l’eccitazione. Ereinion aveva imparato a conoscere l’amore di Maedhros per la guerra e la sua attitudine per la strategia.
 -Hai un piano?- gli chiese Beleg.
 -Certo che ce l’ha- replicò Finrod -lui ha sempre un piano.-
 -Allora sentiamolo- esordì Maeglin -il tempo stringe... -
“... E nessuno lo sa meglio di me”.



Ebbene,
Signore e signori, mi duole annunciare che questa è la fine [cit. Bilbo Baggins]... della prima parte di questa fanfic. 
Ho deciso di farne due storie distinte e separate, perché dai capitoli successivi in poi ci saranno molti cambiamenti nello stile e nell'ambientazione della serie.
Inoltre, la serie avrebbe contato un totale di una quarantina di capitoli, davvero troppi, a mio parere. 
Insomma, voglio ringraziare tutti coloro che hanno seguito questa storia, che è anche stata la mia prima fanfic sul sito: ovvero Thiliol, Shiner LegolasOakenshield, _Quimelle_ e Haldiriel. Vi sono grata per aver messo la serie tra le seguite o tra le preferite e per aver recensito :) spero proprio che continuiate a seguire anche la seconda parte, che ancora non so come sarà intitolata ^_^ 
Arrivederci, dunque, a presto! E grazie ancora a tutti per aver sopportato la mia follia perversa e per avere letto questa fanfiction nonostante l'autrice sia un'autentica idiota patentata. 

Un bacio, 

Anairë
   
 
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