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Autore: CharlieIlvendicatore    29/08/2013    4 recensioni
"The Gate Control" o la "La teoria del cancello" è una teoria neurologica secondo la quale quando si prova dolore gli stimoli tattili, scatenati nello stesso luogo in cui esso ha sede, lo inibiscono. E' il motivo per cui sfreghiamo o comprimiamo la ferita quando ci facciamo male. E se fosse così anche per un dolore diverso? quello che viene dalla nostra testa, quello che non riusciamo a capire. Forse è per questo che ci ritroviamo mille volte a pensare e a pensare a chi ci ha ferito e che ci arrovelliamo e immaginiamo cosa sarebbe cambiato se avessimo agito in modo diverso. Forse è il motivo per cui sentiamo il disperato bisogno di parlarne. Sono i nostri modi per toccare, comprimere quel tasto dolente al fine di provare un po' meno dolore? Questo è ciò che crede Cloe, la protagonista, ma il suo imbarazzo a parlare di qualsiasi cosa di romantico, di confidarsi con qualcuno la blocca terribilmente e la porterà ad aprirsi veramente solo con un ragazzo conosciuto su internet. E se lui fosse una persona che in realtà conosce anche fin troppo bene?
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Finalmente raggiunsi il ragazzo, con la sciarpa ben al sicuro dentro la borsa, cercando  un qualsiasi modo per iniziare una conversazione. Fu lui a rivolgermi la parola per primo:
-Ehila Cloe, che si dice?-
- Niente di che, andavo a fare la spesa per mia mamma.- dissi estraendo la lista dalla tasca della giacca e sventolandogliela davanti al naso- E tu, come mai qui da solo? senza Rosalya o tuo fratello nei paraggi quasi non ti riconoscevo.-
Era davvero Alexy The_Gamer? Non me l'aspettavo, ero davvero sorpresa. Nonostante tutto non potevo dirmi dispiaciuta, anzi, mi era sempre stato simpatico. In effetti era gentile e cordiale come il ragazzo di internet.
-Niente di che, ho un appuntamento.- Era proprio lui... un attimo. Ricordai che The_Gamer mi aveva detto di avere un fratello a cui piacevano I ragazzi.. Questo voleva dire che Armin?.. per qualche strano motivo il pensiero mi infastidiva.
- E con chi hai quest'appuntamento?-
-Veramente non lo so... se vedi una ragazza con una sciarpa rossa dimmelo.-
-un appuntamento al buio?- Mi finsi sorpresa.- Se vuoi aspetto qui con te finchè non arriva, sono da sola.-
-Mi faresti un favore-Rispose con un gran sorriso. Passammo I dieci minuti successivi a esaminare tutte le ragazze che passavano, qualche volta ci scappava un commentino scarcastico del tipo “speriamo che non sia lei” o “ma è under o over 50?”. Alexy iniziava a pensare che la misteriosa ragazza avrebbe dato buca e  io non avevo voglia di stare tutto il pomeriggio seduta su quella panchina, gli feci una proposta.
-Ti va di bidonare la sconosciuta e andarci a fare un giro?- Volevo conoscerlo meglio, conoscere meglio il “ragazzo  dietro allo schermo”.
-Solo a una condizione.-Disse Alexy con un sorriso malizioso che non prometteva niente di buono.
-Spara.- Risposi un po' preoccupata.
-Per le prossime ore sei mia.-Quell'espressione un po' inquietante gli segnava ancora il viso. D'improvviso mi ricordai la scommessa del bacio e di come poteva essere pervertito quel ragazzo.
-Ma sei un maniaco o cosa?-
-Ahaha scema!! Non intendo questo! voglio portarti a fare shopping. Quanti soldi hai nel portafoglio?-
-Niente contanti, ho la carta di credito.- Sembrava stranamente esntusiasmato dalla mia risposta.
-uuuh... e che cos'hai su?- 
-3000 euro. Ma non se ne parla: ho lavorato duro per guadagnarmeli, non intaccherai I miei risparmi.-
-Daiiii, hai un bellissimo fisico sprecato a vestirti sempre con quelle maglie larghe, e poi Ambra smetterebbe di prenderti in giro se mostrassi di essere un po' femminile..- Questi discorsi non mi piacevano per niente: non avevo tempo e voglia di sprecare il tempo per qualcosa di stupido e superfluo come la moda, ma non mi andava che gli altri mi giudicassero male per come mi vestivo. 
-cosa?..cosa dice Ambra su di me?-
-Beh... ti chiama stracciona, lesbica, uoma e altre cose..- 
-Sei pappa e ciccia con Ambra?- 
-Con quella serpe? Assolutamente no, ma le sue parole riecheggiano per tutta la scuola.- Mi irritava terribilmente l'idea  che tutta la scuola mi prendesse in giro. A dire la verità avevo sempre pensato di essere rimasta pacificamente inosservata dal mio arrivo al liceo e questa notizia mi sconvolgeva. Decisi di accettare la sua proposta, forse la mia riluttanza verso queste  regole sociali era un po' troppo estrema.
-Ok, ci sto. Ma quando penso che abbiamo speso abbastanza chiudo I fondi.-
Non feci in tempo a finire la frese che Alexy mi afferrò vigorosamente per un braccio e mi trascinò verso il centro in mezzo alla folla. Facevo fatica a stargli dietro. Finalmente ci fermammo davanti a un piccolo negozio. Era un'estetista che in dieci minuti mi strappò baffetti e sopracciglia. Penso di non aver mai sentito così tanto dolore in vita mia. Alexy e la donna scherzavano e se la ridevano mentre soffrivo. Riuscii a farmi credere sulla fiducia di avere le gambe depilate, ma quando mi chiesero con cosa e risposi col rasoio mi risposero con due facce a dir poco inorridite. La seconda tappa fu il parrucchiere più famoso (e più costoso) della città. Era un ragazzo di bella presenza con una strana capigliatura metà rasata e metà piena di piccoli riccioli biondi. Dopo avermi fatto uno shampoo mi mise a sedere, Alexy era in piedi alle mie spalle, come un avvoltoio ansioso di nutrirsi della mia carcassa. 
-Ma quant'è che non vai da un parrucchiere?- Chiese il biondino fissando inorridito le mie doppie (o meglio quadruple o quintuple)  punte.
-Ehm circa due anni.-
-C'è un po' di lavoro da fare... bene...Come ti facciamo?- Non ebbi il tempo di rispondere che Alexy sovrastò la mia voce.
-Qualcosa di sexy... sperando che non si rileghi sempre in quella insulsa coda di cavallo.- 
Provai ad aprire la bocca per esprimere dissenso ma mi interruppe ancora.
-Non te ne pentirai.-
Potevo sentire lunghe ciocche di capelli cadere per terra. Quando uscii avevo un taglio corto a caschetto con un ciuffo scalato su un lato, stavo stranamente molto bene. Sembrava come se, modellandomi la chioma con le forbici,  mi avesse cambiato la faccia. Il nuovo taglio mi dava un aspetto “radioso” a parere dei due ragazzi, forse era l'aggettivo più adatto. Provai a toccarmi I capelli per riuscire a vedere se potevo legarli... niente. Sarebbe stata dura a morire quest'abitudine. Alexy mi prese la mano, mi sentivo a mio agio con lui era così  estroverso e allegro. Mi trascinò in qualche negozio dove selezionò accuratamente pochi abiti che mi stavano tutti d'incanto. Mi ero sempre vergognata del mio fisico allo specchio e del mio seno quasi inesistente, senza rendermi conto di quanto potesse starmi bene una maglietta attillata. Finimmo in un negozio, dentro al quale mi trascinò con più foga.  Al bancone c'era un ragazzo alto dai capelli neri e poco lontano c'era... Rosalya?
La ragazza mi vide e mi squadrò per qualche secondo. Poi mi corse incontro emettendo un urletto stridulo.
-Aaaaah... o mio dio  Cloe sei... sei davvero tu? Sei favolosaaaaa!!!- Si mise a saltare di gioia. Poi mi tirò per il braccio verso il ragazzo al bancone. Avevo il timore che, per I continui strattoni, a fine giornata mi si sarebbe lussata la spalla.
-Cloe, ti presento il mio fidanzato Leigh. - disse indicando il commesso con il capo.- Avrei voluto presentartelo quando non eri così bella, ma fa lo stesso.- poi guardò di sbieco il suo fidanzato.-Leigh questa è Cloe. Hai tempo di guardarla  qualche secondo, poi devo tornare il centro del tuo universo.- Continuò sbattendo le palpebre. Il ragazzo mi strinse la mano e aprì la bocca, ma fu interrotto, ancora una volta, dalla voce di Alexy.
-Rosa, hai qualcosa per lei?- dovevo assolutamente parlargli riguardo la sua mania di interrompere le persone. A quelle parole Rosalya si esaltò e corse tra gli scaffali raccogliendo pile di vestiti, che caricò sulle mie braccia. Infine mi spinse verso il camerino, incredibile come tanta forza potesse uscire da quell'esile corpicino.
-Tu intanto provali, io torno subito!- Disse Rosa uscendo svelta dal negozio. I vestiti che mi aveva proposto in realtà non mi convincevano per niente: o erano troppo corti o troppo trasparenti. A ogni abito esponevo i miei dubbi ai due ragazzi che erano del mio stesso parere.  Il commesso si lamentò dei gusti della propria fidanzata e di come ne fosse disperato. Mentre provavo l'ennesimo vestito che lasciava ben poco all'immaginazione, vergognandomi come una ladra, ritornò Rosa con due buste in mano. 
-Allora questi sono regali da parte mia per la tua trasformazione.- 
-Rosa non dovevi.- 
-Sì, che dovevo.-
-No, che non dovevi.- intervenne Leigh.- Non con la mia carta di credito.- Stavo per scusarmi da parte di Rosa ma la ragazza lo liquidò:
-Stai zitto tu!- Il ragazzo mise il broncio, quanta pazienza che doveva avere. Poi, scomparve dietro a una porta poco lontano.  Nel frattempo Rosa mi mostrò il contenuto delle buste: un set di trucchi per “un make-up nude skin” come lo chiamava lei (in sostanza varie polveri e un mascara che mi insegnò ad usare) e un completo intimo a dir poco imbarazzante. Era composto da un reggiseno imbottito ai limiti dell'indecenza e da una mutanda che si sarebbe meglio definita “filo”. Diventai rossa alla sola sua vista e, come se non bastasse, concluse con:
-Con questo farai sicusamente colpo su Castiel.-
-CooooSaaaa?!- Sbraitai incredula. Inoltre arrossii, se possibile, ancora di più . Riemerse Leigh che abbassò e scosse la testa. Aveva tra le braccia un vestito di maglia marrone intrecciato, penso fosse il più bello che avessi visto sin'ora.Tornai nel camerino e provai l'abito, che fu il mio unico acquisto dal negozio. A mio malgrado Rosa insistette per entrare con me e farmi provare l'intimo, che non avrei indossato per molto tempo. La situazione, che per me era a dir poco strana e imbarazzante, sembrava divertirla. Alexy nel frattempo riguardava gli acquisti fatti. Lo sentii dire.
-Manca ancora una cosa.- Sbirciai dal camerino e lo vidi comprarmi una borsa. Successivamente si avvicinò pericolosamente alla mia, appoggiata sul bancone. Da dietro la tenda del camerino, non potendo uscire perché ancora in intimo, lo vidi estrarre tutti gli oggetti dalla mia borsa per riporli in quella nuova. Rimase un po' stupito alla vista della sciarpa di seta rossa. Mi vestii con l'abito scelto da Leigh e uscimmo dal negozio. Lo guardai imbarazzata e vergognandomi per la sua scoperta, mi prese la mano. Mentre camminavamo in centro mi rivolse la parola.
-E così sei tu la misteriosa ragazza..-
-Ehm...si.- Abbassai lo sguardo.
-Sai che, per scommessa, ti dovrei baciare.- Rispose divertito.
Rimasi un attimo spaventata, mi guardai attorno per vedere se c'erano vie di fuga, ma il ragazzo mi teneva ancora la mano.
-Mi togli una curiosità? Perché hai accettato l'appuntamento con uno sconosciuto?- Continuò.
-Mi sentivo sola.- Pur non raccontando nulla stavo dicendo la verità. Era questo il motivo per cui era iniziato tutto, per cui mi ero confidata e avevo scherzato con quel ragazzo su internet.
-E tu? Perché hai accettato?-
-Beh... mio fratello ha promesso di farmi da schiavetto per una settimana in cambio di questo favore.-
Cosa? Questo vuol dire che era Armin a scrivere e Alexy a cui piacevano I ragazzi?a dire la verità, non è che mi stupii più di tanto. Le cose iniziavano a avere senso, Fu come se avessero girato un quadro che stavo ammirando al rovescio.
- Quindi non eri tu che quello che doveva presentarsi all'appuntamento?-
-No, ma Armin ha mandato me perché ci so un sacco fare con le ragazze. Ho avuto molte fidanzatine, sai?- Mi guardò sorridendo, era sempre così allegro. La sua vivacità era contagiosa e risposi al suo sorriso, non sentendomi più in imbarazzo per la situazione. -ti posso chiedere un'altra cosa?-
-Spara.-
-Hai mai baciato un ragazzo?- 
-Sì, ma non è stato granché.-
-Racconta.-
-Allora diciamo che ero in spiaggia e c'era questo tipo che ci provava con me: Dake. Era l'opposto del mio ragazzo ideale: spavaldo, con un cervello che può competere a stento con una nocciolina..Ma..-
-..Ma?-
- A sedici anni non avevo ancora baciato nessuno e volevo provare, in fondo era carino. Non mi è piaciuto, a dire la verità mi ha fatto proprio schifo, forse perché non ero veramente attratta da lui... La cosa divertente è stata che mio fratello l'ha scoperto, sai lui è gelosissimo. Ha preso a minacciarlo e inseguirlo, per poco non lo ha pestato, ma è riuscito a scappare. Però non mi si è più avvicinato e si è nascosto per il resto dell'estate. E tu?- La storia lo aveva divertito.
-Io di ragazze ne ho baciate fin troppe...- Stavolta fui io ad interromperlo.
-E di ragazzi?
-Come lo sai?- Mi guardò per un attimo interdetto.
-Chiamalo intuito femminile.
-Beh.. purtroppo no, non è facile sai. In più nella vecchia scuola mi prendevano tutti in giro, sono contento che ci siamo trasferiti. Da quando lo hanno saputo anche I miei amici non mi guardano più con gli stessi occhi. A te non crea problemi?- C'era un tocco di amarezza nel suo sguardo, che stava evitando il mio come per nascondersi.
-Basta che stai lontano da quelli che piacciono a me..-  Nonostante l'allegria di prima fosse di colpo sparita dal suo volto mi sorrise e mi strinse per I fianchi a lui.
-Aaah Come sono contento. Allora.. da chi devo stare lontano?
-Conosci il professor Finnigan?
-Ahahaha... questo non te lo posso promettere!!- Feci il broncio e incrocia le braccia fingendomi arrabbiata.
-Daiii, come puoi darmi torto?- continuò. Nelle strade affollate del centro vidi camminare verso di noi  due figure: Castiel e Lysandre. Non volevo che Castiel mi vedesse con Alexy, avrebbe sicuramente pensato male.
-Alexy, c'è Castiel, nascondimi!
-Perché nasconderti?
-Non voglio che mi veda con te!!- Mentre ci passavano di fianco mi nascosi dietro a Alexy , che gli dava le spalle. Non ci videro.
-Ah... allora ti piace Castiel.
-Cosa? ...No!- Si voltò a guardare il rosso.
-Me lo posso prendere io allora? ha un bel sedere!- Disse scherzando.
-Ok...ma sono quasi sicura che sia etero!- Risposi divertita.
Ci fermammo in un ultimo negozio, in un vicoletto del centro. Era una piccola boutique e  aveva affisso il cartello cercasi personale. Gli orari erano flessibili, per lo più week-end, lasciai I miei dati e il mio, scarso, curriculum, sperando mi richiamassero. Camminammo per un altro po' ridendo e scherzando, finché non arrivammo sotto casa mia.
-Sai, abito a 200 metri da qui, in fondo a quella via.- disse indicando la strada.-Cloe un'ultima cosa...-
-Dimmi.
-Com'è Gate_Control?
-Perché me lo chiedi?
-Beh diciamo che ho visto alcune sue conversazioni e, ogni tanto, quando parlava delle ragazze che gli piacevano gli scappava un lui invece che lei... e... sì, insomma, da una parte speravo fosse lui a presentarsi all'appuntamento. Lo so che è una cosa stupida..- Farneticava e era in imbarazzo,  sembrava molto fragile in quel momento. Per quanto mi dispiacesse rovinare le sue speranze dovetti dirgli la verità.
- Ehm... anch'io ho barato. Sono io Gate_Control.- Mi guardò per un attimo stranito.
- Sì, mio fratello non voleva che conoscessi maniaci su internet e, per farlo contento, mi sono finta un ragazzo.- Riuscii a leggere sul suo volto uno sguardo deluso.
-Perché lo hai finto per tutto questo tempo?
-Non lo so...Forse mi piaceva portare una maschera.
-Beh... ti capisco
-Potresti non dirlo a tuo fratello. Non so ancora come gestire la cosa.
- Va bene.
Feci per aprire il cancelletto per accedere al giardino, ma il ragazzo mi afferrò per le spalle mi tirò verso di lui. Non feci in tempo a reagire che sentii lo l'impatto di un bacio a stampo sulle mie labbra. Inutile dire che lo spinsi via e diventai bordeaux. 
-Deficiente!! Ma cosa fai?
-Vinco una scommessa.- Si mise a ridere rumorosamente per la mia reazione.
- Ma...ma...- balbettai incredula e irritata, non seppi andare avanti. Il ragazzo era piegato in due dalle risate.
Aprii finalmente il cancelletto e lo sbattei dietro di me scocciata. Mentre stavo varcando la soglia di casa, sentii la sua voce lontana.
-Fatti bella lunedì mattina, sei il mio capolavoro!
Mi girai e lo salutai con la mano. Entrai in casa con una stupida risata da ebete incisa sul volto... Nonostante mi aspettassi ben'altro dall'appuntamento mi ero davvero divertita. Mi sarebbe davvero piaciuto essere amica di Alexy. Chiusi la porta alle mie spalle e mi preparai alla reazione della mia famiglia al cambio di stile.
  
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