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Autore: pascal73    31/08/2013    5 recensioni
Primo giorno della sua nuova vita. Nulla sarebbe stato più come prima, lei lo avrebbe impedito, niente più errori, niente più distrazioni, non avrebbe più permesso a nessuno di abbattere il muro che la proteggeva. Finalmente in questi mesi era riuscita a trovare una pace che pensava non potersi più permettere, e invece stava finalmente bene. Guardava la nuova persona che aveva davanti allo specchio e si sentiva pronta ad affrontare questa giornata così importante.
Genere: Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Il giorno dopo a scuola fu terribile: il loro comportamento oscillava tra il depresso e l'aggressivo.

 

“Cosa fai?”, era Rosalie.

“Mi preparo il borsone. Parto stasera per Le Quiberon. Arriverò tardi. Ti chiamo domattina, non preoccuparti”, il suo sembrava un telegramma. La sua voce era incolore.

“Oscar, dobbiamo parlare”, Oscar si era girata e seduta sul letto.

“Sì, hai ragione, scusa. Ti avevo detto che mi sarei trovata un'altra sistemazione. È che, stavo così bene qui, e c'erano già stati tanti cambiamenti, nella mia vita. Ti prometto che cercherò, quanto prima, un altro posto.”

“Hai finito? Non mi riferivo a questo. Mi riferivo a te e Andrè: mi spieghi cosa sta capitando? Se parti così, è solo perchè, è successo qualcosa con lui. Non ti ho mai chiesto niente, non mi hai mai detto niente. Se vuoi io sono qui: ti ascolterò e comprenderò e se mi chiederai un consiglio te lo darò e non pretenderò, che tu lo segua: un'amica è questo e altro ancora, Oscar. Non aver paura di aprire il tuo cuore.”

“Scusami, Rosalie. Ti ringrazio, di tutto. Ma ora non ce la faccio: sono troppo confusa. Forse, quando tornerò, riuscirò ad avere le idee più chiare anche io. Grazie, comunque. Sono felice che tu sia mia amica.”

Le vacanze di Pasqua erano giunte, come un'ancora di salvezza, per permetterle di fuggire da tutto ciò che era capitato in quei giorni: Hans, Andrè e ora anche Rosalie. Ci si mettevano proprio tutti, a farle fare i conti con i suoi sentimenti. Doveva dare delle risposte, ma come faceva, se neanche lei le aveva?

 

Era partita: era passato davanti a casa di Rosalie e la sua auto non c'era più. Cosa doveva fare? Doveva aspettare che le vacanze finissero? Doveva essere ancora lui ad andare da lei? Ma se lei non voleva ciò che c'era stato tra loro, che senso aveva cercarla?

 

 

Era arrivata sulla penisola da tre giorni e non si era mai sentita così sola in vita sua: la sensazione, che provava quando pensava ad Andrè, le toglieva il respiro. E Oscar pensava a lui, sempre. Come ogni mattina, si era incamminata lungo la costa selvaggia, per poter mettere ordine nella confusione del suo cuore.

Oscar continuava a pensare alle parole che gli aveva detto: che non voleva tutto quello che c'era stato tra loro. Come aveva potuto ferirlo così? Come aveva potuto tradire se stessa in quel modo, negando tutto? Ma il suo muro, alle accuse di Andrè, alla sua rabbia, al suo dolore, si era di nuovo messo tra lei e le persone a cui voleva bene.

Certo poteva, trovato il coraggio, tornare a Parigi, parlare con Andrè e sperare che lui la ascoltasse. Ma lui non l'avrebbe mai perdonata. Come poteva? Lei gli aveva detto delle cose orrende, mentre lui invece le aveva detto che l'amava. Quale uomo l'avrebbe perdonata? Non aveva speranze. Se voleva stare sola, aveva ottenuto ciò che voleva.

Il suono del cellulare la distolse dalle sue riflessioni. Era il numero di Rosalie.

“Ciao, Rosalie. Dimmi?”

“Ciao, Oscar.”

“.............”

“Oscar?”

“Andrè?”

“Sì”, la sua voce.

“Perchè chiami con il cellulare di Rosalie? È successo qualcosa?.

“No assolutamente, stai tranquilla. Stanno tutti bene. E tu, Oscar? E tu come stai?”

“Bene, Andrè. Sto bene”, la sua voce era così bella, rassicurante.

“Sei sicura? Non hai freddo? Sai il vento, in questo punto della costa, è molto forte.”

 

Era arrivato sulla penisola quella mattina: non era stato necessario girare molto. Se la conosceva abbastanza bene, l'avrebbe trovata su quella parte di penisola che si chiamava costa selvaggia. Il mare(1), in quel punto, le assomigliava: con le sue correnti e le sue onde teneva tutti lontani, ma era splendido, affascinante e misterioso.

L'aveva riconosciuta subito: non erano molte le persone, che in quel periodo dell'anno, visitavano quella parte di penisola. L'aveva osservata da lontano per un po': poi non aveva più resistito. Aveva messo in atto il suo piano. Lei, ora, si era girata e lo stava guardando, immobile. Aveva spento il cellulare e si stava avvicinando. Si era fermata a circa due metri da lui.

Cosa ci fai qui? Come hai fatto a trovarmi?”

Ti ho ascoltato: avevi detto che per te, questo, era un posto speciale. Poi mi ha dato la conferma Rosalie. Ci siamo scambiati il cellulare. Sospettavo che, se ti avessi chiamato con il mio, non mi avresti risposto.”

Andrè, perchè sei qui?”

Ti chiedo perdono per quello che è successo, se ti avessi chiesto spiegazioni in modo diverso, forse non avremmo litigato. Non mi interessa nulla di ciò che c'è stato tra te e il professore. È anche vero, però, che non credo a una sola parola, di quelle che mi hai detto l'altro pomeriggio: non voglio credere che tu non volessi, tutto ciò che c'è stato tra noi.”

Andrè, cosa vuoi da me?”

Non ti permetterò di perderci, non lascerò che questo accada. Dimmi che anche tu non lo vuoi? Se così non fosse, ti prometto che uscirò dalla tua vita, per sempre. Mi sono innamorato di te, come non mi era mai successo in vita mia. Non potrei più starti accanto, ora. Mi farebbe soffrire troppo”, Andrè si era avvinato e ora erano l'uno di fronte all'altra.

Non voglio che tu esca dalla mia vita. Non potrei più farcela, senza te accanto. Non voglio più stare sola”, Oscar aveva allungato una mano per accarezzagli il viso, ma Andrè, mentre lei parlava, l'aveva attirata a sé per abbracciarla. Finalmente lei era tra le sue braccia.

 

Andrè l'aveva cercata, era andato da lei, le aveva chiesto perdono, le aveva rinnovato i suoi sentimenti e ora la stava abbracciando. Oscar iniziò a piangere e pianse tutte le lacrime, che aveva trattenuto in quei giorni. Pianse tra le sue braccia, perchè finalmente era al sicuro e non era più sola.

 

Abbracciati, camminarono sulla costa. A sera cenarono in un locale sul mare. Non parlarono molto, non ce n'era bisogno. Avevano solo bisogno di loro.

Stavano facendo l'amore: ora ne era certo, non avrebbe più permesso a niente e a nessuno di dividerli. Avrebbe lottato per ciò che stava nascendo tra loro.

Ti amo, Oscar.”

 

Oscar era stretta a lui: Andrè era parte di lei e lei gli apparteneva. Ora sapeva che cosa voleva dire amare: faceva male e bene insieme, poteva toglierti il respiro o darti la forza di volare, sentirti annullare nell'altro e insieme essere parte di lui, sapere che il corpo dell'altro completava il tuo, essere certa che il tuo cuore non poteva più esistere senza amarlo.

“Ti amo anche io, Andrè. Penso di essermi innamorata di te quando sei venuto a casa per invitarmi ad andare al cinema. Scusami se non l'ho capito prima.”

 

Passarono il resto della vacanza sulla penisola. Nei giorni seguenti Oscar voleva trovare il coraggio e le parole per spiegare ad Andrè cosa era successo tra lei e Hans: la verità è che si vergognava. Finito il racconto Andrè l'aveva abbracciata stretta.

“Dovrò ringraziarlo.”

“Perchè?”

“Se non fosse stato così imbecille, ora io non sarei felice, come lo sono ora, con te tra le braccia.”

Oscar aveva sorriso: Andrè era davvero speciale, ed era suo.

 

Avrebbero voluto che le vacanze durassero di più, avevano voglia solo di loro due.

 

 

  1. se consideriamo inoltre che mare in francese è femminile: la mer.

 

 

Note dell'autore: capitolo non particolarmente lungo, ma penso abbastanza denso di avvenimenti. Il prossimo sarà l'epilogo.

  
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