Capitolo 1: E' ora di parlarne. 

21 gennaio 2010: Lo ricordo bene quel giorno. Lo ricordo così bene che a volte mi sembra di riviverlo in ogni momento. Sono passati esattamente tre anni e se chiudo gli occhi riesco a vedere tutto ciò che quel maledetto giorno ha portato via dalla mia vita. Ora sto bene, così dicono i medici e i miei non mi viziano più come i primi due anni.. Quindi sì, sto bene. 
Non capisco una cosa però: Se sto bene perché finisco per tremare ogni volta che il mio cervello si sofferma sugli episodi accaduti in quel freddo giorno di gennaio? Questo non riesco a capirlo, probabilmente dovrei parlarne con qualcuno ma non voglio che la nuova immagine che ho acquistato venga sostituita con quella da 'povera ragazzina indifesa'. 

Il trasferimento è stato difficile, probabilmente una delle cose più difficili che io abbia mai fatto, ma non riuscivo più a sostenere lo sguardo compassionevole della gente.
New York non è come la descrivono nei libri e nei film: E' bellissima ma è piena di pericoli, così piena che i miei non mi lasciavano uscire il primo anno e questo comportava una scarsa ambientazione a livello sociale. 
"Ehi Jamie, vieni a prendere un caffè dopo scuola?"
"Non posso, i miei non mi lasciano uscire."
E da lì partivano i pettegolezzi, 'sfigata' è il sostantivo che mi veniva attribuito frequentemente. 
Fortunatamente le cose ora vanno più che bene, per questo ho deciso di raccontare la mia storia sul mio blog.. Sì, sono finalmente pronta. 
Il nome che utilizzo sul blog, 'laragazzasegreta', non andrà più bene quando avrò finito di dirvi chi sono veramente e il motivo per cui sono diventata ciò che sono ora. 

Dicono che il tempo sia relativo, a me sembra che non passi mai.