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Autore: MrsScarlett90    13/10/2004    13 recensioni
Ebbene sì, sono proprio io, l'autrice di Where is the Love! Leggete questa fic e saprete perchè vi ho abbandonati per tanto tempo... vi assicuro che le mie motivazioni sono validissime!
Sono passati quasi cinque anni dalla fine di Hogwarts: Harry è un Auror, tuttavia è infelice. Ha commesso un enorme errore nel passato errore che, finalmente, affronterà dopo tanto tempo. Harry/Hermione
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Babe

Babe

I come to your door to see you again,
But where you once stood was an old man instead.
I asked where you'd be, he said: "She's moved, on you see
All I have is a number you'd better ask her not me”
So I picked up the phone and dialled your number,
Not sure to put it down or speak,
Then I voice I once knew answered in a sweet voice
She said: “Hello” then paused before I began to speak:

 

Mi manchi da impazzire, specialmente questa sera. I tuoi occhi color del cioccolato, le tue labbra dalla forma soffice e dolce, il tuo volto tenero e da ‘micetta’, come lo chiamavo io ai tempi di Hogwarts… da quella giornata nel treno, in cui ci siamo dichiarati e abbiamo trascorso a fare l’amore, non ti ho più rivista. Mi sono vergognato, lo ammetto. Vergognato forse dei miei sentimenti? Nemmeno io lo so, perché ho capito col tempo che ad amare una creatura speciale come te non c’è alcuna vergogna. Quanto tempo è passato da quell’afosa giornata del Giugno 1997? Dal nostro ultimo incontro? Quattro, cinque anni, forse. Fin’ora non ho mai sentito il bisogno di vederti o sentirti, sebbene ti amo ancora. Tuttavia questa sera il mio ‘sesto senso’ mi dice che ti devo chiamare, che devo fare qualcosa…

Mi alzo dalla poltrona in ecopelle e prendo l’agenda, mettendomi sulle gambe il telefono. Cerco sulla H il tuo numero, anche se lo so a memoria. Quante volte l’ho composto tutto, ma poi non ho avuto coraggio di chiamarti? Tante, troppe. Compongo il numero, e quando sento il rumore della chiamata trasferita mi si ferma il cuore. Tutto il coraggio per cui sono famoso è sparito all’improvviso senza che sappia il perché. Sto per staccare la cornetta dall’orecchio, preso da un attacco di panico più intenso, quando una voce dolce e gentile mi risponde:

“Pronto?”

Anche se è da molto tempo che non sentivo la tua voce, l’ho riconosciuta subito. Dolce e gentile come sempre, del resto.

E come per incanto tutto il mio coraggio ritorna, e il mio corpo inizia ad agire indipendentemente dagli ordini che gli da la mia mente. Le mie labbra si muovono, il mio cuore batte all’impazzata… inizio a parlare senza più fermarmi.

 

“Babe I'm here again, I tell you I'm here again
Where have you been?
Babe, I'm back again, I tell you I'm back again
Where have you been?”

 

“Sono io, Hermione… sono tornato, e ho un bisogno immenso di parlarti… sono qui, amore mio. Ti amo ancora, nonostante tutti questi anni. Dove sei? Dove abiti? Ti prego, Hermione… mi manchi da morire…”

Ecco fatto, sono completamente fregato. Tutti i miei pensieri te li ho comunicati in questa semplicissima chiamata, e ora mi odierai. Sono uno che si è sempre tenuto ben nascosto i sentimento, ma non ora, non in questo caso. Non ci sono riuscito, e ho fallito. Eppure ripenso a quella magnifica giornata passata nel vagone più appartato del treno, che noi avevamo sigillato, insonorizzato e a cui avevamo chiuso le tende. Era stato… meraviglioso. Era tutto meraviglioso con te, Hermione. E ora che non ci sei più mi sento vuoto, ho un qualcosa dentro di me che si è spezzato. Una parte di me se n’è andata quel giorno, quando non ti ho nemmeno salutata una volta uscito dal treno.

 

You held your voice: “Well, there were tears I could tell…
But where were you now? Was you gonna tell me in time?
Just give me a town and I'll be straight down,
Got so much to tell you about where I have been”
As I walk down your road, can't wait to be near you
Can't keep the feeling in inside.
As I stand at your door you answered, in a sweet voice,
You said: “Hello” then pause before I begin to speak

 

Invece no, non sei affatto arrabbiata. Con la voce spezzata tossicchi, imbarazzata, e rispondi fra i singhiozzi:

“Beh, non sai da quanto volevo sentirtelo dire… ma cosa vuoi da me a quest’ora? È notte fonda… dove abiti? Con chi sei?”

A questa domanda sussulto. Tu sarai senz’altro con Ron, sarai sposata con lui e avrai la casa piena di bambini coi capelli rossi e con le lentiggini. Cercando di nascondere il mio pianto, rispondo:

“Non è importante questo. Piuttosto, per favore… ho un bisogno imminente di parlarti faccia a faccia… ti prego…”

Non avrei voluto, ma tutta la mia emozione, amarezza e delusione si è fatta sentire chiaramente quando ho tentato di soffocare un singhiozzo.

“Abito a Oxford Street, numero 12.” Dici brevemente, poi riattacchi.

Tento di darmi un contegno, ma non ci riesco. Sento il cuore battermi all’impazzata, un fastidioso groppo alla gola e un mucchio di farfalle dentro allo stomaco. Mi mordicchio il labbro inferiore e poso l’agenda assieme al telefono. Mi metto in fretta e furia un paio di jeans, una maglietta a maniche lunghe e un maglione a collo alto bianco, poi esco di casa, incurante della neve e del gelo. Ora m’importi solo tu, tutto il resto è meno che zero.

La neve m’inumidisce il volto e i capelli, e subito mi scappa uno starnuto. Non avverto il freddo, come non sento il bisogno di ripararmi dalla tempesta. Raggiungo ben presto Oxford Street e cerco il numero dodici: la tua via è un bel quartiere residenziale con tante villette l’una accanto all’altra, e tutte dalle pareti bianche e col tetto rosso ricoperto di neve. Eccola lì, la trovo: è alla fine della via, e ha una luce accesa all’interno.

Mi avvicino e suono il campanello. Nemmeno tempo di sbattere gli occhi che tu mi apri la porta, bella come il sole. Sei meravigliosa proprio come ti ricordavo: i lunghi capelli castani ricci ti arrivano ai reni, con eleganti boccioli sulle punte, e i tuoi occhi nocciola sono rossi e gonfi quanto i miei. Sapere che ti ho fatta piangere mi fa stringere il cuore in una dolorosa, dolorosissima morsa. Indossi un accappatoio celeste sotto il quale hai una camicia da notte bianca che ti arriva alle caviglie.

Appena mi vedi trasalisci, poi sussurri, imbarazzata:

“Ciao.”

“Ciao.” Rispondo io spostando il peso da una gamba all’altra.

Senza nemmeno degnarmi di una parola mi trascini dentro casa, richiudi la porta e ti getti al mio collo, iniziando a piangere.

“Calmati, Hermione…” Ti sussurro accarezzandoti la testa con una mano bagnata.

Harry…” Mi guardi negli occhi “Ripeti quella cosa che mi hai detto al telefono.

“Ti amo, amore mio.” Ricambio l’occhiata, insicuro. Mi guardo intorno per vedere se c’è Ron, ma in quell’istante tu mi prendi il viso con dolcezza e mi baci con passione. Ora non c’è più nessuno apparte noi due, amore mio. Siamo assieme ancora una volta, per sempre.

 

Just as I looked away, I saw a face behind you
A little boy stood at your door.
And as I looked again, I saw his face was shining:
He had my eyes, he had my smile.

 

Vieni in cucina, ti preparo un bel thè.” Mi trascini nella tua cucina pulita e ordinata e mi fai sedere in una sedia.

Chissà se sei sposata con Ron… no, è impossibile. Se mi hai baciato significa che mi ami ancora. Meglio così. Mentre sorseggio il mio tè, con la mano libera ti tengo stretta a me. Ho paura che questo sia un sogno, e che mi possa svegliare troppo in fretta…

Allungo la vista, notando un’ombra dietro la porta. Tu ridacchi e ti alzi, dirigendoti verso l’ombra. E io sbianco all’improvviso. E se fosse Ron? Impossibile, il mio ex migliore amico è un gigante, mentre invece quest’ombra è talmente minuscola…

Poi un altro pensiero, più orribile del precedente, mi colpisce con la forza di un fulmine. E se fosse figlio tuo e di Ron? Cessò, ti ha messa incinta non so come e poi ti ha mollata col bambino, oppure siete semplicemente divorziati perché non lo ami davvero e non lo hai mai amato…

Dai Alex, torna a letto. È tardi.” Sussurri tu alla figura, ora in penombra.

È senz’ombra un bambino, ma non so se è maschio o femmina. E, soprattutto, non riesco a distinguere i tratti del viso. Ciò mi fa stare infinitamente male, davvero. Sembra una pugnalata dritta al petto.

“Mamma…” Meraviglioso, ora non solo ho la conferma che è un maschio, ma pure che è tuo figlio. Mi ritornano le lacrime agli occhi, ma tento di scacciarle via. E ci riesco, forse. “Ti ho sentita pangere. Perché pangi, mamma?”

Tu ridacchi ancora di più e accarezzi il capo del bimbo, rispondendogli con infinita dolcezza:

“Si dice piangi, non pangi Alex. E poi ho ritrovato una persona importante, tesoro. Vieni, su! La vuoi conoscere?”

“Sì!” Esclama il bimbo dandoti la mano.

Sono quasi sul punto di Smaterializzarmi a casa mia, quando finalmente il bambino esce dall’ombra e mi rivolge un sorriso sdentato. E mi sento di colpo più frastornato e confuso di prima. Ha circa quattro, cinque anni, ed è la mia copia. Ha i capelli corvini ribelli e gli occhi… sono i miei. Come pure il sorriso, e le ginocchia ossute di quando ero piccino. Il naso, il colore della pelle e il resto, invece, è solo tuo.

Harry, ti presento nostro figlio, Alexander Harry Potter. Alex, lui è tuo padre.” Dici semplicemente spintonando il bimbo vicino a me.

Subito Alex mi salta al collo e mi si siede nelle gambe, giustificandosi con un:

Anche Dennis fa così con zio Ronnie!”

Cosa…” Esclamo io shockato, e tu ridi. Una risata pura e cristallina come te, e come l’amore che ci lega.

“Eh, già! Ron e Luna si sono sposati, e ora hanno due gemelli, Dennis e Martha. Riguardo a Alex…” Inizi con un enorme sorriso, ma t’interrompo al settimo cielo:

“…quella giornata nel treno?”

“Precisamente.” Rispondi tu sorridendo.

Guardo il bambino seduto sulle mie gambe, e gli passo una mano fra i capelli indomabili. Facendo un rapido calcolo, dovrebbe avere quasi cinque anni. Lo fisso nei suoi brillanti occhioni verdi e gli dico divertito:

“Beh, mi sa tanto che sono il tuo papà.”

“Visto che sei il mio papà, mi compri la scopa?” Mi chiede Alex facendomi un altro sorriso sdentato che ci fa ridere molto forte.

 

Babe I'm here again, I tell you I'm here again
Where have you been?
Babe, I'm back again, I tell you I'm back again
Where have you been?

 

“Amore, lascia stare papà!” Lo ammonisci con un sorriso. “Papà è stanco e ha freddo, sai, è venuto da lontano apposta per me.”

Arrossisco e mi passo una mano fra i capelli, imbarazzato. Non sono sicuro di essere un bravo padre, e l’idea di vedere mio figlio mi elettrizza un bel po’.

“No che non mi stanca!” Ribatto falsamente offeso. “Anzi, ora voglio proprio sapere che giorno sei nato…”

Boh!” Risponde Alex spettinandosi i capelli. “Mamma, quando sta il mio compleanno?”
”Si dice quando è, non quando sta. Poi sei nato il primo di Dicembre.” Lo correggi seria.

“Sì. Sono nato quel giorno lì.” Annuisce Alex con un’espressione così buffa che mi fa ridere di nuovo.

Questa è la mia famiglia, dalla quale non mi separerò mai e poi mai. E so che saremo così uniti e affiatati per sempre…

 

...ThE eNd...

 

Time out, please. Lasciatemi spiegareeeeeeeee! Come avrete letto dal mio account, il computer mi è andato in panne a circa inizio luglio. Beh, fin qui niente di male. Ho ri-installato Windows Millennium e tutto filava liscio, così ho ri-scritto gli ultimi due capitoli della fic. Dopo circa una settimana, il computer si rompe di nuovo. Incazzata nera (scusate la volgarità, ma quando ci vuole ci vuole), ho installato il mio solito sistema operativo con tutti i programmi  che lo componevano. Solo che, sommo guaio, si è rotto di nuovo! ç.ç Queste mie azioni sono andate avanti fino ad ora, quindi sappiate che...
A. Where is the love è andata persa. Scriverò i due capitoli per la centesima volta, ovviamente, ma naturalmente ci metterò molto tempo. Mi scoccia sempre riscrivere i capitoli, quindi!^^
B. La mia casella e-mail è persa. Per contattarmi in privato, usate il form della mia pagina dell’account.
C. Tutti i miei lavori sono persi. Li riposterò, tranquilli, ma anche lì ci vorrà il suo tempo. Devo ripristinare tutto, quindi non aspettatevi un aggiornamento regolare, anzi! ^_^’
D. (solo per Trinity): ho perso la tua e-mail. Mi potresti contattare nella mia casella e-mail per favore? Thanks!
Ebbene ho detto tutto. Spero solo che per questo mio casotto al computer non abbia perso lettori, ma se così fosse chiedo ufficialmente scusa a tutti per il mio immenso ritardo. *me supplica in ginocchio di perdonarmi*
Con ciò… commentateeeeeeeee!

 

  
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