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Autore: Kary91    02/09/2013    23 recensioni
(Gale!centric - Missing Moment primo libro)
“Non devi aver paura” sussurra Posy in un orecchio a Gale, appoggiando poi il capo contro il suo petto. “Katniss non ha freddo per davvero. Lei è di fuoco: le esce dalla schiena. L’ho visto alla televisione!”
Prima classificata al contest "Hunger Games - Mini Contest" indetto da RoseDust
(storia iscritta alla challenge 'Multifandom e Originali' con il prompt 80. Televisione)
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gale Hawthorne, Mrs. Everdeen, Posy Hawthorne, Primrose Everdeen, Rory Hawthorne
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Figli del Giacimento - The Hawthorne Family.'
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«Capirà. Ho guardato spesso gli Hunger Games con lei e Prim.»

Gale Hawthorne. Hunger Games – La Ragazza di Fuoco

Torna a casa.


I can't win, I can't reign

I will never win this game

Without you, without you

Il profilo di Katniss è incorniciato dai bordi neri del televisore malconcio appoggiato alla parete. La ragazza di fuoco sta tremando per il freddo, stretta al corpo di Peeta Mellark. Le sue labbra incontrano più volte quelle del ragazzo e poi si allontanano, solo per farvi nuovamente ritorno. Gale distoglie lo sguardo dallo schermo, non riuscendo a dissimulare un’espressione infastidita. Se non fosse così stanco, probabilmente, si alzerebbe per abbandonare la stanza.

Si guarda attorno alla ricerca dei suoi fratelli. Posy dorme sulle sue ginocchia e si agita appena, il capo appoggiato al suo petto. È una domenica sera e le è stato concesso di rimanere alzata un po’ più a lungo. Vick è a letto con una brutta tosse, ma Rory è accovacciato di fianco a lui. Lo sguardo del ragazzino si sposta rapido dal televisore al coltello con cui sta sminuzzando alcune radici, fino al volto pallido e carico di sgomento di Prim. La bambina è accovacciata su una sedia di fianco alla madre e si stringe le ginocchia al petto, tremando appena. Rory non impiega molto a decidere di alzarsi per raggiungere la coetanea. Le cinge le spalle con un braccio e Prim gli rivolge un sorriso tremulo, stringendo con più forza la mano della madre. Lo sguardo della signora Everdeen, spento ed immobile, è aggrappato al televisore. Il sollievo e l’orrore fanno a pugni fra le sue iridi, combattute fra la calma apparente di quel momento e i pericoli in agguato nell’arena.

Gale scruta il suo volto e quello di Prim con attenzione: i segni della stanchezza e dell’ansia costante sono evidenti, ma sembrano entrambe sufficientemente in forze. Il fornaio Mellark deve aver mantenuto la promessa fatta a Katniss il giorno della mietitura.

Katniss.

Ancora una volta i lineamenti del giovane si contraggono appena, mentre il suo sguardo indugia sulle due figure abbracciate che riempiono lo schermo. In quel momento si accorge che Posy lo sta fissando. Gli occhi chiari della bambina si sgranano in direzione del televisore e poi tornano a guardare Gale. Il fratello le posa una mano sul capo, cercando di convincerla a chiudere nuovamente gli occhi: non vuole che veda. Né le figure tremanti dei tributi, né le espressioni atterrite di Prim e della signora Everdeen.

Posy non lo ascolta, anche se i suoi occhi minacciano di chiudersi da un momento all’altro. Si mette in ginocchio sulle sue gambe e gli cinge il collo con le braccia. Il suo sguardo insonnolito si sofferma ancora una volta sulle immagini trasmesse dal televisore, prima che la bambina torni a voltarsi verso il fratello.

“Non devi aver paura,” sussurra in un orecchio a Gale, appoggiando poi il capo contro il suo petto. “Katniss non ha freddo per davvero. Lei è di fuoco: le esce dalla schiena. L’ho visto alla televisione!”

La piccola si stringe a lui, stropicciandosi un occhio con un pugno. Sbadiglia e inizia finalmente a riaddormentarsi, mentre Gale la osserva in silenzio.

Posy è l’unica persona che sa ancora come farlo sorridere con poco dal giorno della mietitura.

Di tanto in tanto quella bambina riesce anche a fare in modo che i suoi occhi pungano di lacrime.

Qualche volta capita che sia un po’ confusa.

Qualche volta capita che lei lo chiami papà.

In quei momenti Gale stringe i denti e fugge a sfogare la sua rabbia nei boschi.

Posy ha quattro anni e non sa cosa significhi avere un padre.

Quello che aveva gliel’hanno portato via le miniere; l’ha perso prima ancora che avesse il tempo di rifugiarsi fra le sue braccia almeno una volta. Di lui è rimasto solo un piccone malconcio, abbandonato accanto a un paio di divise da lavoro consunte.

Lo sguardo di Gale corre a posarsi su Rory che siede ancora di fianco a Prim. Lui, a differenza di Posy, conserva ancora diversi ricordi del signor Hawthorne. Riesce a evocare con facilità l’immagine delle mani callose del padre e il suo sorriso un po’ storto. Ricorda ancora di come le sue labbra si incurvassero più a fondo, quando lo sguardo dell’uomo si posava su Hazelle. Rory è convinto che la bocca di Gale sembri incresparsi allo stesso modo quando il fratello maggiore è in compagnia di Katniss.

 

Mancano ancora dieci o quindici minuti alla fine del programma, quando il vecchio televisore si spegne. L’elettricità disponibile, come in tutte le abitazioni messe meglio del Giacimento, dura sì e no un paio d’ore.

La piccola abitazione degli Everdeen piomba nel silenzio. Per gli Hawthorne è giunto il momento di congedarsi, eppure non riescono a muovere un muscolo. Gale osserva Prim avvolgere protettiva la madre con il proprio corpo, come a volerla rassicurare.

“Sta bene,” sussurra la ragazzina, stringendosi con più forza alla donna. “Sta andando bene, vincerà.”

Gale analizza con circospezione i suoi lineamenti esili, la pelle chiara e i capelli biondi che le ricadono in due trecce sulle spalle. Si sforza di riconoscere Katniss in lei, ma fatica a scorgerla in quell’espressione ingenua e spaurita. Eppure qualcosa c’è: il tenue rossore che colora le guance di Prim quando lui le sorride. Gli ricorda l’avvampare di un secondo volto e un sussurro pronunciato a mezza voce da una ragazzina incontrata quattro anni prima nei boschi.

Catnip.

Gale assottiglia lo sguardo e appoggia il capo allo schienale della sedia. Si sorprende a osservare con insistenza il televisore, sperando in un fortuito eccesso di elettricità improvviso.

Ma lo schermo si è spento ormai da un pezzo e lo sguardo determinato della ragazza di fuoco non riaffiorerà in quell’abitazione fino alla mattina successiva. Katniss è lontana, stretta tra le braccia di un altro a centinaia di chilometri di distanza da lui.

Gale rilascia il capo all’indietro, lasciandosi avvolgere dalla stanchezza che fino a quel momento si era sforzato di ignorare. D’un tratto il peso del piccolo corpo di Posy grava con più insistenza sulle sue ginocchia. Le sue labbra stanno dimenticando come curvarsi all’insù e i suoi occhi non sanno più come cedere al richiamo insistente del sonno. Non riesce a dormire bene da giorni e il suo corpo sta incominciando a risentirne.

Ehi, Catnip, rimugina fra sé, cercando di sorridere come un tempo faceva suo padre. Il pensiero della notte che avanza portando con sé l’estinguersi di un nuovo giorno lo appesantisce ulteriormente: le domeniche trascorrono più lentamente senza Katniss. Torna a casa.

 

I can't quit now, this can't be right

I can't take one more sleepless night

Without you, without you

Without you. David Guetta

 

Nota dell’autrice.

Questa storia ha partecipato al contest "Hunger Games - Mini contest" di RoseDust.

Non mi dilungo, perché sono un po’ in imbarazzo. In realtà le canzoni proposte dal contest mi suonavano tutte molto adatte a Peeta e poco a Gale , ma Gale è il mio personaggio preferito e ci tenevo a scrivere di lui anche se questa storia è piuttosto confusionaria e poco sensata. Essendo ancora alla prima parte di Catching Fire non sono sicura di aver caratterizzato al meglio Rory e Posy, perché potrebbe essere che più in là compariranno di più. Spero di non essere andata troppo OOC con nessuno dei personaggi.

Un abbraccio!

Laura

   
 
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