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Autore: egotchan    14/10/2004    4 recensioni
La figura si girò leggermente ed allora li vide. I raggi obliqui del sole illuminarono due strette fessure che risplendevano di luce dorata, mentre una frangia castana cadeva disordinata su un diadema che risplendeva circondandogli la fronte. I capelli castani cominciarono a muoversi con il vento. Il Nyoinbo cadde per terra e sparì. Le mani erano sporche di sangue, lui le alzò e cominciò a fissarle. Le due fessure si trasformarono in due grandi cerchi che si alzarono guardando verso Hakkai e Hakkai vi lesse solo un profondo vuoto. (Angst - Tema del suicidio) La mia personale interpretazione di come potrebbe proseguire la storia di Saiyuki se Nataku si risvegliasse e Goku cominciasse a riacquistare memoria degli avvenimenti di cinquecento anni prima.
Genere: Avventura, Drammatico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
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CAPITOLO 12

TENKAI - 500 ANNI PRIMA (2)




"Chiudete la porta."
L'ordine di Li Touten arrivò calmo ma perentorio non appena suo figlio varcò la soglia. Nessuno dei soldati presenti davanti ad essa provò a controbattere, evidentemente scossi, anche se Shien non avrebbe saputo dire il perché. La porta venne chiusa, nascondendo agli occhi di tutti quello che sarebbe avvenuto all'interno. Una volta portato a termine l'ordine, uno dei soldati venne preso da violente convulsioni e dovette fuggire in un angolo dove rigettò quanto doveva essere stato il suo ultimo pasto. Shien gli si avvicinò, cercando di capire le sue condizioni, ma prima ancora che potesse chiedergli qualcosa la voce di Li Touten si alzò nuovamente nel corridoio:
"Soldato...ti congedo, ma ricorda ciò che vi ho detto prima...."
Un lampo di terrore passò negli occhi del soldato, come pure in quelli dei suoi compagni, e quindi annuì col capo, si inchinò e prese congedo. Non appena si voltò cominciò a correre a più non posso, come se avesse voluto scappare il più velocemente da quel luogo. O meglio, pensò Shien, come se avesse voluto scappare da quell'uomo. Li Touten non era tipo da farsi scrupoli per il malessere di un soldato e quindi il congedo rilasciato, come anche la scenetta paterna di poco prima, doveva nascondere qualcosa d'altro. Per quanto avesse sempre obbedito ai suoi ordini senza indugio, dubitava fortemente che quell'uomo riuscisse a possedere dei sentimenti che si potessero definire paterni. L'unico che sarebbe potuto cadere in trappola davanti alla commedia che aveva inscenato poco prima era solo il ragazzino che effettivamente vi era caduto. Il pensiero che le parole di Li Touten fossero solo una messinscena per confondere ulteriormente il Principe Nataku non riusciva ad abbandonarlo. Quello che avrebbe appreso poco dopo avrebbe confermato questa sua supposizione, e il riconoscere questo sarebbe stato il primo passo verso quella rivolta che, molti anni più tardi, lo avrebbe portato a ribellarsi al Mondo Celeste supportando la causa del nuovo Dio della Guerra, la causa di Homura.


***


"ALLORA GOKU, SEI STATO TU?"
"NON SONO STATO IO!!!"
L'urlo d'innocenza di Goku fece vibrare l'aria della stanza per poi rimanere sospeso in essa, e lui sembrò svegliarsi non appena sentì la propria voce. Guardò le sue mani e quindi alzò lo sguardo, guardando perplesso Nataku:
"Non...non sono stato io..."
"Goku, cosa...?"
Nataku non sapeva come agire: si sarebbe aspettato di tutto, tranne di trovare - e di dover affrontare - Goku in quelle condizioni. Ma poi era stato effettivamente lui a compiere quella strage? Sebbene non volesse credere che suo padre gli avesse raccontato una menzogna, il dubbio aveva cominciato a tormentarlo. Si avvicinò di qualche passo, allungando il braccio sinistro verso di lui:
"Adesso calmati Goku, e spostati di lì!"
Appena Goku lo vide avvicinarsi fece un movimento per scansarlo e si aggrappò alle vesti di Konzen stringendo i pugni:
"NOOOO!!! Nessuno porterà via Konzen!!!"
Si avvinghiò ulteriormente al corpo del suo sole, cercando di scuoterlo, quasi credesse che non se ne fosse ancora andato:
"Konzen! Konzen! Konzen! Konzen! SVEGLIATI KONZEN!!!"
"Goku, adesso smettil..."
Appena mise la sua mano sul braccio di Goku per costringerlo a guardarlo negli occhi, accadde l'imprevisto: Goku si liberò della sua stretta senza apparente fatica. Nataku avvertì una forte aura maligna sprigionarsi da lui, tanto che fece apparire la sua spada, e questo gesto venne compiuto appena in tempo perché, in un istante, Goku era riuscito ad appropriarsi di una delle armi che giacevano a terra e si era avventato contro di lui, che aveva parato il primo fendente per un soffio.
"Ho detto che nessuno porterà via Konzen!!!"
Goku continuò a scagliarsi contro di lui, senza dargli tregua, cercando in ogni modo di portarlo il più lontano possibile dal centro della stanza dove giacevano i suoi amici, aumentando man mano la velocità dei fendenti, combattendo febbrilmente. Nataku si accorse di far fatica a stargli dietro e la ferita alla spalla non era l'unico motivo. Continuò a parare senza sosta, nonostante sentisse le forze abbandonarlo, mentre il suo avversario lo incalzava sempre di più, quasi stesse facendo scoppiare una forza rimasta a lungo inesplosa. Si trovò con le spalle al muro: se non fosse riuscito a parare la stoccata probabilmente sarebbe stata la sua fine, ma si sentiva ormai troppo debole per riuscire a difendersi.
Chiuse gli occhi attendendo. La fine non arrivò. Prima di riaprirli, si accorse che il respiro di Goku si era fatto pesante e che aveva cominciato a venir scosso violentemente da singhiozzi. Quando poi sollevò le palpebre, si accorse che l'ultimo fendente di Goku si era incagliato nella parete, mancando il suo collo di parecchi centimetri: era evidente che l'aveva mancato di proposito. Goku restò col capo chino, senza cambiare la propria posizione:
"No, non è vero, ho mentito...", cominciò con la voce rotta dal pianto, "...loro....loro volevano proteggermi, a qualsiasi costo....e sono morti....", continuò, e questa volta sollevò il capo. Nataku si trovò a specchiarsi in due pozze spente imperlate di lacrime. "...sono morti....io.......è come se li avessi uccisi io.....SONO STATO IO AD UCCIDERLI!!!" e così dicendo lasciò scivolare la spada fuori dalla propria mano e si accasciò a terra piangendo.
Nataku lo guardò sconvolto: la promessa fatta al padre non esisteva più, il mondo esterno non esisteva più, tutte cose che gli erano sembrate incrollabili, ma che in quella stanza sembravano avere la consistenza di un castello di carte lasciato in balia di un forte vento. Le uniche cose vive lì per lui erano Goku e il suo dolore, un dolore così maledettamente simile al proprio...
"Sono stato io ad ucciderli...." ripeté quest'ultimo con un soffio.
"Adesso guardami negli occhi!", gli disse Nataku con voce pacata, costringendolo a sollevare il capo. Sentiva le forze man mano abbandonarlo ed il braccio destro aveva perso anche quel poco vigore che aveva riacquistato. La vista gli si stava annebbiando. "Io...io non ce la faccio più, Goku...ma...non posso...non voglio...lasciarti qui in queste condizioni..." disse, poggiandogli una mano sulla fronte, "...ora chiudi gli occhi e non pensare più a niente e dimentica, dimentica me e tutti gli altri, se questo ti potrà permettere di vivere in pace. Appena puoi scappa da qui, dimentica e vivi la tua vita anche per me, per quanto ti sarà concesso di viverla...Goku...non lasciare mai che ti usino, non lasciare che ti manipolino, non....non lasciare che ti facciano lo stesso che è successo a me...", continuò, la sua voce sempre più flebile, "..e se poi un giorno ci rincontreremo, chissà, forse potremmo diventare di nuovo amici, che ne dici?". La sua voce tremava. Entrambi sorrisero. Prima di svenire, un'ultima lacrima scese lungo la guancia di Goku:
"Nataku...non è giusto...perché ci è successo...tutto questo...." e si accasciò a terra. Nataku si gettò in avanti cercando di attutirne la caduta, ma appena allungò le braccia in avanti una stilettata gli trapassò la spalla, facendogli per un momento perdere i sensi. Cadde a terra e per un attimo il suo cuore si fermò.


"Non si sente più alcun rumore."
"Gli avrà già dato il colpo di grazia?"
"E se fossero morti entrambi?"
"Shien!" La voce di Li Touten si mescolò per un attimo a quella dei soldati, che tacquero all'istante.
"Aiutami ad alzarmi. E tu, soldato!"
"Sì, nobile Li Touten!"
"Apri la porta e va’ quindi ad avvertire l'imperatore che il moccioso è stato catturato."
"Aprire la porta? Ma nobile Li Touten, e se..."
"Osi contraddire ai miei ordini?!?!", urlò furibondo. "Ricordati quanto vi ho detto prima! Ora voi prendete ordini esclusivamente da me! Te lo sei forse dimenticato, soldato?"
"N...no, certo che no....". Obbedì, evitando di guardare all'interno, e quindi si diresse verso il fondo del corridoio, mentre altri soldati arrivavano nel verso opposto. Mentre correva non avrebbe mai immaginato che quella sarebbe stata l'ultima volta che avrebbe visto quell'uomo odioso. Non in vita, almeno.
Lo scenario che si presentò ai soldati appena arrivati era assai poco diverso da quello che aveva visto Nataku quand'era entrato, con l'unica differenza che adesso il suo corpo giaceva a terra contro una parete, insieme a quello di Goku, quasi si fossero dati il colpo di grazia nel medesimo istante.
"Shien, accompagnami!"
Li Touten si avvicinò al figlio, sorretto da Shien, quasi fosse veramente preoccupato per le sue condizioni, ed appena arrivò vicino al suo piccolo corpo lo sollevò leggermente da terra. Vide le sue pupille dilatate e si accorse della mancanza di respiro. Lo ripose a terra, cominciando a venir scosso da violenti fremiti. Un soldato si avvicinò con aria preoccupata:
"Nobile Li Touten....."
Quello che sembrava un principio di pianto si rivelò una risata, una risata fredda e sguaiata che riempì tutto quel luogo e che penetrò nei loro cuori, lasciandoli vuoti.
"Ahah....ben fatto figliolo! Hai ucciso l'unico che poteva in qualche maniera oscurare il mio prestigio..." Rise di nuovo. Era troppo eccitato per accorgersi che il sangue che Goku aveva addosso non gli apparteneva. Si voltò verso il centro della stanza, guardando in direzione dei tre corpi che giacevano a terra in mezzo al trambusto generale. Si portò una mano alla ferita sul suo fianco, che era stata abilmente fasciata da uno dei soldati:
"Hai visto, Konzen Doji? Il tuo sacrificio non è servito a niente, bastardo!"
"NO!". Una voce si levò da un angolo: "Qui dentro l'unico bastardo sei tu, miserabile essere immondo!"
Li Touten si voltò, così come fece Shien: il Generale Goujin era a terra, ma stava cercando di alzarsi.
"Maledetto bastardo assassino, tu non sei un dio, non avresti neppure il diritto di essere un essere umano, TU SEI SOLO UN MOSTRO!"
"Oh, Generale, sono felice di vedervi ancora vivo...." disse Li Touten con un sorriso. Shien si diresse verso l'uomo dalla pelle biancastra per slegargli le braccia. Notò che questi aveva una profonda ferita da taglio che cominciava sopra all'occhio sinistro per continuare lungo tutta la guancia.
"Tu....hai abbindolato i miei soldati e chissà quant'altri per i tuoi scopi...tu...sei stato tu a far uccidere tutti e a farli squartare come animali da macello!"
Uno dei soldati che era stato presente tutto il tempo venne anch'esso colto da conati e dovette appoggiarsi ad una parete per non stramazzare a terra. Gli altri, appena arrivati, cominciarono a scambiarsi occhiate interrogative.
"Non è forse così?" ripeté Goujin.
Shien si voltò verso Li Touten, attendendo che questi rispondesse alla domanda che gli era stata posta. Quest'ultimo continuò a sorridere e quindi fissò il volto insanguinato del generale:
"Cosa vuoi, vuoi forse che ammetta di aver fatto combattere i miei soldati con armi avvelenate, in maniera da porre fine prima ai dolori di quei tre? Vuoi forse che ammetta che, una volta morti loro, ho ordinato ai soldati presenti di massacrare i loro compagni caduti in battaglia per inscenare il quadretto da presentare a mio figlio, con la minaccia di accusarli davanti all' Imperatore di aver aiutato i traditori?". Lo fissò ancora di più. "E se anche fosse? L' Imperatore aveva chiesto le teste di quei tre e del moccioso ed io non ho fatto altro che eseguire gli ordini..."
"Dubito fortemente che l' Imperatore ti avesse ordinato di ucciderli! Ti ricordo che Konzen Doji non era un dio qualunque, e dubito che lo avrebbero condannato a morte senza un regolare processo....quando racconterò all'Imperatore ciò che hai fatto non potrai passarla liscia!"
"Raccontare all' Imperatore? Oh, ma a chi credi che crederà? Crederà a me, padre di colui che ha ucciso quell'essere, o a te, che potresti essere stato in combutta con loro fin dall'inizio, facendo solo finta di farti catturare come ostaggio?! Non è un segreto il tuo buon occhio nei loro confronti. E poi Konzen Doji.....mi dispiace deluderti, ma nel suo caso si potrebbe praticamente dire che si è trattato di suicidio....forse che non ricordi?" fece sarcastico.
"Non osare...non osare mettere in dubbio la mia parola, plebeo! E poi se non sbaglio adesso tuo figlio è morto per cui tu non sei più nulla, NULLA!"
Il brusio di sottofondo nella sala aumentò di tono.
"Più nulla?", continuò divertito Li Touten, "Oh, mi dispiace, ma sei tu che non capisci...mio figlio non era nulla, io l'ho creato e come ho creato lui ne posso creare un altro, e poi un altro ancora...il fatto che sia morto adesso non mi interessa, perché tanto l'esser morto in battaglia per eseguire l'ordine dell'Imperatore gli porterà comunque molta gloria...gloria che si tramuterà in privilegi per me....l'unico ostacolo che avevo era quel moccioso, ma ormai ho superato anche quello...solo io sono adesso in grado di provvedere fornendo un altro dio della guerra...."
"Quindi non ti è mai interessato niente di tuo figlio?"
"No", rispose, "Non più di quanto tenga allo straccio con cui mi puliscono le scarpe."
Improvvisamente calò il silenzio. Shien si mise ad osservare un punto dietro alle spalle di Li Touten e anche lui si voltò. Nataku stava in piedi dietro di lui guardandolo con un'espressione indecifrabile:
"Tu...sei stato tu a fare tutto questo?"
Li Touten lo guardò senza riuscire a replicare.
"Non ti è mai interessato niente di me? No, non occorre che tu risponda, lo so già."
Shien non poté fare a meno di notare che, sebbene il tono del Principe fosse il solito di quando parlava a suo padre, questa volta non gli aveva dato del Voi. Nataku gli si avvicinò ulteriormente, creando la spada col suo potere spirituale. Solo allora Li Touten capì.
"Fi..figliolo, cosa stai facendo?!? Guardami, sono tuo padre, non puoi puntare la tua spada contro di me!"
"Mio padre?", disse Nataku con una punta di disgusto, "No, tu non sei mio padre, così come tu hai detto che non sono tuo figlio...NON CONTROBATTERE! L'HAI DETTO TU STESSO CHE IO NON SONO NIENTE PER TE, SE NON LA MARIONETTA CHE PUOI DIVERTIRTI A ROMPERE!", urlò, appena lo vide aprire le labbra.
"Io avevo un padre e a questo avevo fatto una promessa....gli avevo promesso di uccidere i traditori...e allora adesso ucciderò te, VISTO CHE SEI IL PRIMO A TESSERE INTRIGHI ALLE SPALLE DELL' IMPERATORE PER IMPOSSESSARTI DEL SUO TRONO!!!"
Passi precipitosi e urla. Nataku vide con la coda dell'occhio Kanzeon Bosatsu presentarsi sulla soglia. La sua spada saettò. L' uomo, colto impreparato, fece ancora tre passi verso di lui prima di accorgersi che i suoi neuroni non possedevano più il sostegno del collo. Rovinò a terra. Nataku si voltò allora verso la dea della misericordia:
"Ho sigillato la memoria di Goku. Vi prego, lui non ha colpa."
Seguì la sorte del suo creatore.
Ancora delle urla, poi il nulla si appropriò dei suoi sensi.





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Salve a tutti voi, gentili lettori che continuate ancora a leggere la mia schifezzuola^^
Vi ringrazio per avermi seguito fino a qua, e quindi ho intenzione di darvi un annuncio: visto l’elevato numero di commenti ricevuti, ho intenzione di continuare a pubblicare la fanfiction, che altrimenti si sarebbe conclusa con la fine della prima parte, ovvero con il prossimo capitolo. A questo, seguiranno due capitoli extra che termineranno di spiegare quanto successo nel Tenkai cinquecento anni prima (quindi se alla fine del prossimo capitolo scoprirete di avere ancora dei quesiti al riguardo, state tranquilli, perché spiegherò tutto a tempo debito).
Terminati questi, comincerò a pubblicare la seconda parte (tutt’ora in fase di lavorazione), con il titolo
“KU: Il Vuoto”
E spero con tutto il cuore che la leggerete **
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