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Autore: Cherrie_2709    03/09/2013    1 recensioni
-Madre...Padre...ho una richiesta da fare-
"Oddio no" pensò Flora
Federico si inchinò ai suoi piedi -Flora, amore mio...-
La tensione nella stanza era palpabile.
-...vuoi sposarmi?-
Silenzio. Silenzio totale. La ragazza stava ascoltando il suo cuore. Sapeva cosa le stava dicendo, ma aveva paura di dar voce ai suoi sentimenti. Prese un bel respiro e si preparò a rispondere. Ma qualcun'altro lo fece per lei.
-NO!- gridò Ezio, senza pensarci due volte.
Genere: Avventura, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ezio Auditore, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Eccoci qui con un nuovo capitolo! Vi avviso da subito: non è particolarmente lungo né "ricco", perché è un capitolo di passaggio, diciamo. Il prossimo sarà decisamente meglio, ve lo assicuro :) Se avessi fatto di questo e del prossimo un unico capitolo sarebbe venuto fuori un romanzo e, come sapete, mi piace lasciare un po' di suspance ^^ 

- Fatemi pensare...Tullio Semproni...
- Esattamente. Saprò ricompensarvi per le vostre informazioni...ma solo se saranno attendibili.
- Potete fidarvi. Non intendo farmi ammazzare da voi. Comunque abbisogno di tempo per potervi dare un'informazione certa. Datemi l'intera jurnata di addimane ed entro sira vi dirò ciò che volete sapere.
- Molto bene. Una volta soddisfatta vi pagherò.
- No, no. Nun è necessario. Lo faccio per un bene maggiure.
E così, anche a Napoli, come a Firenze, i ladri e le cortigiane conoscevano la missione assassina contro i templari e la appoggiavano.
 
Flora tornò al bordello insieme a Luigi, sapendo di poter solo aspettare. Era una cosa che non sopportava, stare ad aspettare mentre un templare omicida si aggirava liberamente. Durante il tragitto non alzò mai la testa, se non per controllare di andare nella giusta direzione. Le cortigiane, che prima si erano occupate dei facoltosi, erano in compagnia degli uomini più umili, lasciandosi sbattere per strada. Fu leggermente disgustata dalla leggerezza con cui la cosa accadeva alla luce della luna, ma sapeva che grazie a molte di loro alcune informazioni arrivavano alle orecchie di assassini con più facilità.
- Parlatemi – disse poi Luigi, improvvisamente.
Flora alzò lo sguardo, sorpresa, e fece spallucce.
- Che volete che vi dica?
- Qualsiasi cosa riguardante noi due.
L'aveva quasi dimenticato. Aveva quasi rimosso dai suoi ricordi che la notte precedente era stata a letto con lui. E la verità era che non era certa di aver compiuto quell'atto in maniera coscienziosa. Ma dopotutto, la prima volta con Ezio era stata molto simile.
- Qualsiasi cosa? Allora vi dirò l'unica cosa di cui sono certa: non sono certa di nulla in questo momento.
Il ragazzo la guardò per diverso tempo con la bocca leggermente socchiusa. Sicuramente dopo ciò che avevano passato si aspettava qualcosa di meglio.
- Dunque...sono solo stato un rimpiazzo? - riprese poco dopo il giovane.
- Non ho detto questo. Ma, cercate di capirmi, ho appena lasciato il mio futuro marito perché non riusciva ad abbandonare il suo amore per un'altra. Non sono proprio in vena di impegnarmi con qualcuno, chiunque esso sia.
Per un attimo sembrò spiazzato, ma, successivamente, cominciò ad annuire.
- Avrei dovuto sospettarlo. Ma, in ogni caso, sappiate che io sono qui, pronto a tutto per voi.
Flora sorrise, contenta di non essere sola in quella nuova avventura, contenta che a farle compagnia fosse Luigi, rivelatosi più maturo del previsto.
 
Quella notte non accadde nulla fra i due, che, comunque, dovettero dormire assieme per mancanza di posti. La giovane assassina faticò ad addormentarsi, per paura che il giorno dopo il capo dei ladri, di cui non si era fatta dire il nome, le avrebbe comunicato la totale mancanza di informazioni su Tullio Semproni. Per la prima volta dopo tanto tempo, ripensò a sua madre, Susanna. Per quanto il dolore fosse forte, non si sentì triste, ma avrebbe tanto voluto parlare con lei di tutto quello che stava accadendo. Fu con quel pensiero in testa che riuscì finalmente a prendere sonno.
 
La mattina successiva, fu svegliata dal buon odore di pane appena fatto e di latte appena munto. Proveniva da un vassoio, che si trovava tra le mani di Alessandra, la cortigiana che il giorno prima si era dimostrata più di una semplice ragazza di strada.
- Madonna Giada mi ha chiesto di portarvi la colazione perché con ciò che avete passato rischiate di stare male se non vi nutrite a dovere.
- Vi ringrazio, ma potevo venire a consumarla al piano di sotto.
- Non fa nulla, non avevo altro da fare.
Solo quando la ragazza si sedette sul lato opposto del letto si accorse che Luigi non era più lì.
- E' andato a fare una passeggiata – disse Alessandra rispondendo al suo sguardo interrogativo.
- Oh, certo.
Mentre iniziava ad ingozzarsi come aveva fatto ad ogni pasto in quei giorni, Flora si rese conto che la ragazza, oltre a sembrare più colta del previsto, non presentava affatto l'accento Napoletano che avevano tutti gli altri.
- Voi...voi non siete originaria di qui...non è vero? - chiese masticando la sua colazione.
- A dire il vero sì, ma ho viaggiato molto prima di stabilirmi.
- Una cortigiana...che viaggia? E'...la prima volta che lo sento.
- Forse perché sono la prima finta cortigiana che incontrare – rispose ridacchiando.
- Finta cortigiana? - chiese ingoiando a fatica il boccone – In che senso, scusate?
- Fino a qualche anno fa ero una normale ragazza. Anzi, a dire il vero, ero una ragazza piuttosto benestante. La mia famiglia era da sempre una famiglia di viaggiatori, sia per commercio che per gaudio. Sapevano l'italiano, ma anche il francese e l'inglese. Mia madre sapeva anche il tedesco. Un giorno, però, uno dei nostri viaggi di ritorno in Italia, fece sì che i miei genitori incontrassero un orrendo destino: un fuorilegge, che si trovava a piede libero grazie a dei templari, li uccise perché si rifiutarono di consegnarli il denaro. Se sono salva è solo grazie a Giada.
- Il ladro si è lasciato spaventare dall'arrivo di una cortigiana?
- No, dall'arrivo di un'assassina.
Dunque anche Giada non era una semplice tenutaria, ma anche un'assassina. O almeno lo era stata.
- Mi ha insegnato lei quello che so. Così ora, per ripagarla di avermi salvato la vita e di avermi dato un alloggio, lavoro per lei.
- Siete una sorella di lama?
- In un certo senso, sì – disse sorridendo.
Flora era sempre più meravigliata dalla quantità di gente appartenente all'ordine o comunque a conoscenza di esso.
- Ma ditemi – continuò Flora – Come fate a fingere? Come fate a sopportare tutti quegli uomini che vi toccano, vi baciano e vi...violano?
- Per la nostra causa, questo è poco. Insomma, voi uccidete le persone a sangue freddo. Io non ci riuscirei mai, nonostante tutto.
Era vero, dopotutto. La giovane assassina era schifata all'idea di lasciarsi toccare da uno sconosciuto, ma, se doveva trafiggere, ferire a morte o sgozzare qualcuno, non ci pensava due volte.
 
Ancor prima che Luigi tornasse, il capo della gilda dei ladri si presentò al bordello e il sorriso che portava dipinto in faccia faceva ben sperare.
- Dunque? - chiese Flora impaziente mentre ancora scendeva gli scalini.
- Ah, 'uagliona, siete davvero fortunata. Ho dovuto girare quasi tutta Napule per trovare ciò che cercavate, per poi scuverire che ciò che cercavamo era proprio sotto il nostro naso. Il vostro “amico” è conosciuto qui al vurdiellu. Pare sia un abbitudinario.
- Che pensate di fare? - le chiese allora Alessandra.
Flora ci pensò a lungo. Non era affatto certa della sua scelta, ma era sicura che non ci fosse altro modo. Sarebbe stata dura, ma alla fine avrebbe ottenuto ciò che voleva. Alzò lo sguardo verso Giada e la cortigiana.
- Diventerò una di voi.

 
  
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