Anime & Manga > Pokemon
Segui la storia  |       
Autore: sakichan24    03/09/2013    1 recensioni
... soprattutto se effettuata dai maggiori capi di certi team a noi molto noti! Questa storia parlerà appunto di un'unione tra Giovanni, Max, Ivan, Cyrus e Ghecis. Ash si è sposato ed ha un figlio, sarà quest'ultimo a determinare le sorti del mondo... la strana alleanza riuscirà nel suo malvagio intento? O verrà fermata dal pargoletto di Ash? O si rovinerà da sola? E poi quale sarà questo malvagio intento?
Genere: Comico, Demenziale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Saaalve!!!!!!! Sono tornata a scrivere una nuova storia!!!! Questa sarà molto meno seria della precedente, spero di saper gestire il genere e, se vi piace (ma anche se non vi piace), vi chiedo di lasciare una recensione anche piccola così!!!! Detto ciò, buona lettura!!!

L’uomo camminava frettolosamente sotto la pioggia, proteggendosi con la sua giacca elegante. Maledetti temporali, arrivavano sempre all’improvviso, ovviamente mentre non avevi l’ombrello e non potevi permetterti di tornare a casa a prenderlo. Ma quel giorno la mente dell’uomo non indugiò troppo su quei pensieri. Quello non era un giorno qualunque. Era quel giorno. Svoltò nella deserta stradina di campagna e vide in lontananza delinearsi i contorni di un edificio: una grossa casa signorile, abbandonata da anni, ma ancora in buono stato. Almeno così gli avevano detto. Cominciò quasi a correre, incurante del fango che schizzava sulle sue scarpe tirate a lucido. Era sempre stato un tipo elegante, lui.
Arrivò nel giardino incolto della vecchia casa; fece il giro e spinse la porta di legno che si trovava sul retro. Dentro faceva più caldo, ma l’atmosfera era spettrale. I lampi proiettavano strane ombre sui muri attraverso le tende strappate. L’uomo percorse il corridoio e puntò verso le scale: una volta salito, si trovò davanti ad un altro corridoio con stanze sia a destra sia a sinistra. La porta di una stanza sul lato sinistro era socchiusa e si riusciva ad intravedere uno spiraglio di luce. L’uomo entrò spingendo la porta, che cigolò. All’interno c’era un tavolo rotondo, parecchi foglietti erano stati messi sotto le gambe del suddetto (chissà quando doveva traballare), intorno erano disposte cinque sedie, quattro delle quali erano occupate. Gli occupati erano tutti vestiti in modo parecchio stravagante: uno aveva una specie di cappotto tutto nero, che gli copriva addirittura parte della faccia, con degli strani cerchi concentrici; in più aveva una spada, sull’elsa vi era un simbolo dallo sfondo nero e bianco, con una P azzurra. Sull’occhio destro aveva una strana lente rossa; i suoi capelli color tè verde presentavano tre ciuffi: uno su, uno a destra ed uno a sinistra. Alla sua destra sedeva un tizio con un vestito da astronauta, la giacca grigia e nera con una G gialla ricamata sulla parte sinistra del petto e i pantaloni neri. Il volto gli dava un’aria anziana, anche se doveva avere non più di quarant’anni, stando a quello che gli avevano detto.
Alla sinistra del tizio con la spada sedeva un uomo dai capelli rossi, con un  pastrano rosso e nero e i pantaloni neri (che noia però, tutti di nero… si trattava forse di un funerale?).
L’ultimo occupante, seduto vicino al tizio coi capelli rossi, era vestito tutto di nero (ovvio) e aveva sulla testa una bandana azzurra con un simbolo bianco. Era l’unico ad avere la barba ed un paio di baffi. Vicino al tavolo vi era un caminetto, con un fuoco che scoppiettava allegramente, dando un po’ di calore alla stanza.
– Era ora, Giovanni – disse l’uomo con la spada alzandosi – credevamo non arrivassi più.
– Colpa di questo stupido temporale – borbottò l’interpellato togliendosi la giacca bagnata e andando a sedersi all’ultimo posto rimasto vuoto, tra l’astronauta e quello con la bandana, che continuava a gettare occhiate nervose fuori dalla finestra ad intervalli regolari. Il tipo con la spada prese di nuovo la parola.
– Sapete tutti perché siamo qui, tutti avevamo creato con le nostre mani team potenti. E tutti siamo stati sconfitti dallo stesso ragazzino. È il momento della vendetta. IVAN, LA PIANTI DI GUARDARE FUORI ?! STAI ASCOLTANDO?!
Il tipo con la bandana fece un salto sulla sedia e farfugliò: – Scusa, è che il temporale… Kyogre… l’abilità Piovischio…
– Tanto non c’è Kyogre, è la trecentesima volta che te lo diciamo – replicò l’uomo in rosso, tracciando distrattamente segni sulla polvere che ricopriva il tavolo.
– Ok, ok… scusate. Continua pure, Ghecis.
– Dicevo, è il momento della vendetta. Sono sicuro che ancora qualcuno ci è fedele. Dobbiamo radunare un esercito, un grande esercito. Solo così potremo farcela.
– Sì, ma come facciamo a ritrovare i membri dei nostri team? Per dire, non è che la polizia si insospettirebbe se torniamo nelle nostre regioni?
– La risposta è semplice – rispose Ghecis – ognuno andrà in una regione diversa da quella di provenienza.
Tutti si guardarono con un’espressione che sarebbe stata a pennello sulla faccia di un Magikarp.
– Cyrus si è offerto di stampare le cartine – continuò Ghecis accennando con una mano all’uomo vestito da astronauta – adesso ve le distribuirà, le regioni le ho già decise io. Giovanni, tu andrai a Hoenn.
Ancora bagnato, Giovanni prese la sua mappa e cominciò a studiarla.
– Max, tu ad Unima.
L’uomo in rosso rispose con un cenno di assenso.
– Ivan, a Sinnoh.
L’uomo con la bandana cominciò a fare il calcolo di tutte le superfici coperte d’acqua.
– Infine, io andrò a Kanto e Cyrus a Johto.
Tutti si chinarono sulle cartine per studiare le maggiori città e i punti deboli della regione a loro assegnata.
 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Pokemon / Vai alla pagina dell'autore: sakichan24