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Autore: sakichan24    04/09/2013    1 recensioni
... soprattutto se effettuata dai maggiori capi di certi team a noi molto noti! Questa storia parlerà appunto di un'unione tra Giovanni, Max, Ivan, Cyrus e Ghecis. Ash si è sposato ed ha un figlio, sarà quest'ultimo a determinare le sorti del mondo... la strana alleanza riuscirà nel suo malvagio intento? O verrà fermata dal pargoletto di Ash? O si rovinerà da sola? E poi quale sarà questo malvagio intento?
Genere: Comico, Demenziale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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Ri-salve a tutti!!!!!!!!!!! Ecco un nuovo capitolo di questa stupidaggine ehm… fan fiction!!! Ringrazio Vale per aver recensito il primo capitolo, e già che ci sono ringrazio i lettori silenziosi!!!!
P.S. Alcune coppie di questa storia saranno veramente messe giù a caso… ma sono fatta così u.u

 
Il giorno dopo, il sole splendeva nel cielo e non c’era traccia delle nuvole temporalesche del giorno precedente. Max andò alla finestra osservando sovrappensiero il paesaggio. Si vestì come al solito, tanto non poteva vederlo nessuno, in quel minuscolo paese c’erano più capre che abitanti veri e propri. Guardò l’ora: le dieci e un quarto. Cominciava ad essere tardi, perciò uscì velocemente di casa dirigendosi verso la catapecchia dove aveva trascorso la serata precedente. Lì c’era solo Cyrus che girava pigramente il cucchiaino nel caffè. Vedendolo, a Max venne in mente che non aveva ancora fatto colazione.
– Ehm… Cyrus…
– Hmm?
– Non è che ti avanza qualcosa da mangiare?
– Hmm.
Cyrus si diresse verso un armadietto (che avrebbe dovuto essere una specie di dispensa) e ne tirò fuori una brioche, poi andò verso una caffettiera poggiata su un fornelletto da campeggio e versò in una tazzina un po’ di caffè. Max ringraziò e si sedette dall’altra parte del tavolo. Si accorse solo in quel momento delle varie penne colorate sparpagliate sul tavolo: Cyrus era chino sulla sua mappa e stava borbottando qualcosa, tracciando righe e cerchi sbilenchi qua e là.
– Che stai facendo?
– Sto decidendo in che ordine viaggiare per le città.
– Ah, ok.
A Max venne in mente che forse, ma proprio forse, avrebbe dovuto fare anche lui la stessa cosa. Tirò svogliatamente fuori la sua mappa e la guardò, tentando di memorizzare qualche posto.
– Allora… uhm… ok, quindi teoricamente si comincia da Soffiolieve… poi Quattroventi, ma non c’è un cappero… aspetta, ma qui… laboratorio P&P… Cantiere dei Sogni… uffa, non ci capisco niente!
Si abbattè contro lo schienale, sbuffando. Cyrus sollevò appena la testa, quasi infastidito.
– Mai pensato di chiedere aiuto a Ghecis, che ci è stato?
– Ah… eh… ehm… – odiava ammetterlo a se stesso, ma il capo del team Magma si trovava quasi in imbarazzo di fronte al suo collega, nonostante fosse molto più giovane. Dopo un po’ riuscì a rispondere: – Sì, mi sa che hai ragione.
Si alzò dal tavolo e sentì distintamente Cyrus borbottare: – Dunque, Borgo Foglianova, lì c’è il laboratorio…
Cominciò a camminare a caso nei corridoi di quella casa, divenuta il loro punto di ritrovo, ripetendo i nomi delle città: – Soffiolieve, Quattroventi, Levantopoli, poi… il Ponte Freccialuce e… mmmhh… no, il Ponte era dopo…
– Che stai blaterando, rosso?
Max si voltò di soprassalto: a parlare era stato Ivan, arrivato chissà quando. Forse lo stava già seguendo da un po’.
– Sto studiando un piano – borbottò poco convinto.
– Già, ma se non sai nemmeno la geografia di Unima come pensi di fare?
– Fatti i cavoli tuoi.
– Uuuh, siamo permalosetti oggi…
– Ti ricordo che siamo alleati.
– Ok, come vuoi… allora ti lascio alle tue lezioni di geografia.
Max borbottò tra sé parole irrepetibili e riprese a guardare la cartina. Maledizione, ancora due giorni, poi ognuno sarebbe partito per i fatti suoi e non aveva nemmeno una mezza idea in testa…
All’improvviso sentì il suo telefono squillare: un messaggio. “Probabilmente è la Vodafone” si disse, comunque tirò fuori di tasca il telefono e guardò il display. No, il messaggio era di Giovanni: “Ghecis ha detto di ritrovarci tutti nella solita stanza, non chiedetemi perché”.
Scese velocemente le scale ed entrò nella “solita stanza”, la stessa dove aveva fatto colazione e dove si erano incontrati per la prima volta. Si sedette al tavolo rotondo, evitando con cura Ivan. Ghecis si alzò (aveva la mania di alzarsi durante i discorsi) e disse: – Gente, la partenza è rimandata.
– COSA?! 
   
 
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