Cap. XIII°
Quello che voglio
-Rose,
cosa c’è?
Doveva
dirglielo, non aveva scelta. Era per questo che si era recata in salotto. Se si
fosse tirata indietro sarebbe stata una codarda, un agnello passivo.
Suo
fratello doveva sapere.
Probabilmente
Villa McGregor avrebbe tuonato, ma non sopportava più quella vita. Meglio
essere diseredati che manovrati come marionette: l’esistenza da bella statuina
non faceva per lei. Ora lo aveva capito.
Tra
la faccia e l’anima, lei salvava l’anima.
-Drew,
volevo tu fossi il primo a sapere le decisioni che ho preso riguardo al mio
futuro.
-Hai
finalmente scelto un pretendente?- chiese distrattamente il blader, continuando
la sua partita a scacchi con un Olivier che pareva essere resuscitato alla
parola “pretendente”. Una parola che gli dava immensamente fastidio.
-No.
Non sposerò nessuno di quegli uomini.
-Vorrà
dire che ne cercheremo altri.
-Sarà
del tutto inutile.
L’affermazione
diretta della sorella costrinse l’inglese a scrollarsi dal gioco e a
concentrarsi su di lei. Si alzò, portandosi davanti alla giovane.
-Che
significa?
-Sono
stanca di gente che vuole decidere della mia vita.
-Rose,
ma cosa…
-Io
non voglio fare la gran dama…non mi interessa.- Ecco, era arrivata al punto.
Ora veniva la parte più difficile. –Io voglio fare la ballerina!
Un
rumore secco.
Uno
schiaffo preciso sulla guancia della ragazza.
-Drew…-
intervenne Olivier, alzandosi di scatto.
-Non
impicciarti, Vier- lo freddò il compagno. -È una questione fra noi due.
Rose
aveva gli occhi bassi, una mano sulla parte colpita. Mai suo fratello aveva
alzato le mani su di lei, neanche alle sue peggiori marachelle.
E
sapeva che quel gesto faceva molto più male a lui.
-Mi
dispiace. Non è questa la vita che voglio.
-Non
hai alternative, Rose: mamma e papà ti chiuderanno in casa piuttosto che
permetterti di rovinare il nostro nome!
-Che
mi rinneghino! Io odio questo nome, Drew! Fosse una cosa fisica, l’avrei già
fatto a pezzi- esplose, sostenendo il suo sguardo con fredda ostinazione. –Non
mi farai cambiare idea.
Non
aveva urlato. Forse, se l’avesse fatto, quella frase non sarebbe apparsa tanto
definitiva. Invece non lasciava adito ad un possibile ripensamento. Andrew
parve riprendere il controllo dopo la sfuriata, malgrado nelle sue iridi restasse
un rogo d’ira.
-Benissimo-
pronunciò con tono glaciale. –Prepara le valige e lascia la villa. I tuoi conti
in banca verranno bloccati e ti guadagnerai da vivere. Vedremo quanto
resisterai.
E,
detto questo, abbandonò la stanza con passo tonante.
Olivier fissava sconvolto il punto in cui, fino ad un istante
prima, stava l’amico, incapace di credere alle sue orecchie. Andrew…aveva
appena cacciato di casa sua sorella…
“Un
mondo diverso…”
Le
parole di Gianni rimbalzavano nella sua mente. Suo cugino aveva davvero
ragione.
-Rose…io…-
iniziò.
-Non
importa, Olivier- ribatté lei, senza guardarlo. –Ti chiedo perdono per questa
sceneggiata.
-Io
non…
-Lo
so, credimi. Ho solo sperato di fargli capire…ma mi sono illusa…
Il
francese le si portò accanto, prendendole con delicatezza una mano. Era una
situazione talmente paradossale che non provò nemmeno imbarazzo.
-Me
l’hai detto tu stessa: Drew ha solo paura di deludere le aspettative di tutti.
-Ora
non sono più sicura sia questo il motivo del suo atteggiamento- replicò, senza
sottrarsi al tocco del giovane. –Temo sia chiuso anche lui nei principi della
nostra famiglia…come i nostri genitori.
Olivier
era spiazzato: a confronto i suoi genitori erano degli angeli!
-Rose…-
Poi improvvisamente, venne colto da un’illuminazione: era vero, non conosceva
né comprendeva i valori dei McGregor, ma era pur sempre un fratello e l’amore
che provava per Jessica non doveva poi essere così diverso da quello che Andrew
nutriva per sua sorella. –Penso che lui voglia soltanto proteggerti. Ha paura,
sì, ma per te.
-Cosa
intendi?
-Ha
paura di poterti perdere, proprio come ne avevo io per Jess, ma allo stesso
tempo sa di non poter far nulla per fermarti. Per questo si è dimostrato tanto
freddo nei tuoi confronti: non voleva che tu capissi…bhe …che gli costava molto
lasciarti andare e che gli saresti mancata.
-Ho
paura che tu ti stia sbagliando, Olivier- replicò Rose con un sorriso dolce.
–Comunque grazie. Spero di rivederti prima che tu e Gianni lasciate Londra.
-Nutro
la stessa speranza- ribatté il parigino, baciando la mano che ancora teneva
nella sua. –Arrivederci, Rose.
-Arrivederci,
Olivier.