Surprise
“Mi sa
che non lo svegliano neppure le cannonate, sai?”
“Non è
possibile… voglio dire, quale essere umano può riuscire a dormire con un
ragazzino che gli saltella sul petto?”
“Be’, ad essere pignoli lui non
è un essere umano…”
“Parola
mia cugina, vivere con Moony non ti fa affatto bene. Inizi
a parlare come lui.”
“Gaaaaaà!”
“Visto?
Mio nipote è d’accordo con me.”
“Ti
sbagli, ‘gà’ sta per pipì. O pupù, una delle due… Ehi, ma che
fai? Non puoi mollarlo all’improvviso, se ne cade!”
“Tutu-iiii!”
“No
Teddy, le dita negli occhi di papà no!”
“Lascialo
fare. Magari sveglia questa specie di mummia.”
“Non mi
pare il modo più carino.”
“Pappapà”
“Sì
amore, è il tuo papà che dorme. Sì, così, fagli una carezza… Russa da morire di
notte, sai? Parola mia, non ho mai sentito nessuno russare più forte di lui.”
“Solo
perché i geni in comune ci hanno impedito di dormire insieme, Tonks.”
“Pensi
forse che avrei passato la notte con te, se non
fossimo stati parenti?”
“Non lo penso, lo so.”
“Egocentrico…”
“Cuttù! Bam. Bam.”
“Guarda Sirius, sta aprendo gli occhi.”
“Era
anche ora. Iniziavo a credere che fosse un fantoccio inanimato.”
“Wotcher,
Remus.”
“’Ngiorno,
Moony.”
“Taaaà!”
Un raggio
di sole ferì gli occhi assonnati del mago.
Remus
Lupin dovette sbattere le palpebre un paio di volte, prima di riuscire a
mettere a fuoco la scena.
Un
bambino dai capelli turchini. Una ragazza con due brillanti occhi scuri. Un uomo bruno che ghignava.
“Cos…?”
mormorò, frastornato dalla presenza della piccola folla.
C’era
stata la luna piena la sera prima, ma lui aveva la pozione con sé. Ricordava di
essersi coricato all’alba accanto a Dora, e tutto gli era sembrato nella norma.
C’era
forse stato qualche incidente?
La
ragazza sorrise dolcemente, e il bambino batté le mani, euforico.
L’uomo
bruno gli strofinò con vigore un pugno sul capo.
“Ben
svegliata, Brutta Schiantata nella Foresta!”
“Era ‘Bella Addormentata nel Bosco’,
Sirius.”
“Ma Moony non è bello, Tonks.”
“Sì che
lo è!”
“No che
non lo è!”
“Lo è,
invece.”
“Per
niente.”
“Gugugù!”
Il
piccolo aveva strillato allegramente, sprofondando la manina in una strana cosa
morbida poggiata sul letto accanto a Remus.
“Teddy,
no!” esclamò la ragazza con tono disperato.
L’uomo
bruno rise raucamente.
“Mi
spiace… la torta…” stava mormorando lei.
“Torta…?”
disse il licantropo. “Quale torta?”
“Sapevo
che se ne sarebbe scordato!” intervenne l’altro mago, scambiando uno sguardo
d’intesa con la donna. Questa intanto aveva preso il bimbo per i piedi, cercando
di impedirgli di insozzare le lenzuola con la panna montata.
“Scordato
di cosa?” chiese Lupin, tirandosi su a sedere.
“È il
dieci marzo, Remus.” fece la ragazza mettendogli in
braccio il piccolo, che subito si accoccolò contro il petto caldo del padre,
calmandosi.
“E allora?” replicò lui, abbracciando il figlio.
“E allora
volevamo darti il buongiorno tutti insieme, sacco di
pulci!” bofonchiò l’altro uomo, grattandosi la barba incolta. “Razza di ameba…”
“Scusate,
ma ancora non capisco.” fece Remus.
“Poi
sarei io quello lento?” protestò il primo.
“Nessuno
ha mai insinuato che tu sia lento, Sirius.” gli fece notare la giovane strega.
“Watatum” asserì il bambino, convinto.
“Qualcuno
vorrebbe spiegarmi, per favore?”
La
ragazza si bloccò, poi accennò ai resti della torta.
“Sarebbe
dovuta essere una sorpresa, ma…”
“Ma chi se ne infischia!”
“Sirius.”
“Oh,
avanti, facciamola breve.” Il mago mise una mano nella tasca della veste, e ne estrasse un involto colorato.
“Aprilo”
ordinò.
Lupin rimase
un paio di secondi a fissare il pacchetto, poi svolse con cura la carta, e ne guardò
il contenuto. Un collare da cane borchiato, di pelle nera, riluceva al sole del
mattino.
“Da parte
di tutta la famiglia, tesoro!” fece Tonks, indicando con un
gesto tutti i presenti.
Sirius
ridacchiava soddisfatto, mentre Teddy si succhiava vigorosamente un dito pieno
di crema al cioccolato.
“Buon
compleanno, Moony.”
COMMENTO DELL’AUTRICE:
Oggi è il compleanno di Remus, e ho scritto in dieci minuti questa breve
one-shot senza pretese per festeggiare l’evento - di cui
mi ero completamente scordata!!!- .
Ora, a parte i soliti problemi di Html, mi piaceva l’idea che potesse avere tutta
la sua “famiglia” riunita, per una volta. Diciamo che
è un regalo per lui (che, ricordo alle povere pazze come la sottoscritta, NON
ESISTE DAVVERO).
Quindi ecco che la storia è diventata una What if.
Auguri lupastro!