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Autore: HoranEve    04/09/2013    0 recensioni
Nella nostra differenza c'è una somiglianza: la diversità.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Un’altra folata di vento gelido spalancò la porta.
Dietro Raquel vi si nascondeva.
Mi lanciò un’occhiataccia, senza sentimento. Proseguì lungo il corridoio fino alle scale e svanì.
La cercai durante la ricreazione, alla lezione di storia il suo banco giaceva vuoto alla fine della terza fila. Mi aveva ignorato per tutto il giorno, ma al termine delle lezioni mi avventai su di lei.
Stava chiacchierando con alcune amiche dell’ultimo anno quando afferrai il suo polso e la trascinai verso di me.
Stette lì, immobile a guardarmi con quei suoi occhi neri come… non so cosa possa essere così. Non ho mai visto nulla di più tetro e scuro, nemmeno il buio di una notte di novembre senza stelle.
“Raquel” dissi allungando ancora una volta la mia mano verso le sue braccia incrociate sul maglione rosa pesca.
Fece un passo indietro, e allora capii che dovevo aggirarla senza infastidirla.
“Raquel, parlami”.
“Non ti costava niente farmi copiare i compiti di matematica.”
Rimasi sbalordito. No, non poteva essersi arrabbiata per così poco. Osservai le sue labbra scure imbronciate. La sua carnagione super abbronzata da tipica bellezza latino americana. I suoi capelli ricci e crespi. I suoi occhi.
“Ma li avevo fatti male! Non mi è venuto neanche un risultato, cosa te li facevo copiare a fare?”
“Mi sarebbe bastato il gesto…” sussurrò “non hai veramente un minimo di altruismo, pensavo che fossi un altro tipo di persona. E pensare che mi sono disperatamente innamorata di te. Questo è il risultato: alla fine mi deludi.”
“Tu...tu sei cosa?”
“Innamorata di te… io ti amo.” Rispose prontamente, lasciandomi completamente spiazzato.
“Ma questo non conta più ormai” proseguì “mi sono accorta che sei solo un egoista. E dato che odio gli egoisti, tra me e te non potrà mai funzionare.”
Ero teso, e tutte le parole che sibilava fra le labbra ambrate mi facevano saltare i nervi. Non feci ulteriori pause: “tu sei solo una bambina permalosa. Mi chiedo come abbia fatto ad arrabbiarti per così poco. Comunque, se deciderai di perdonarmi, sappi che anche io ti amo.”
I suoi occhi brillarono per un attimo, poi si voltò e sparì di nuovo in mezzo agli altri studenti.
Non provai nemmeno ad inseguirla, aveva ragione, non avrebbe mai potuto funzionare. Troppo diversi, troppo insicuri, troppo poco coraggiosi per provarci. E forse era proprio questo che mancava tra noi: il coraggio.
Eppure il coraggio di innamorarsi l’avevamo trovato.
Uscii da scuola e mi incamminai verso il centro. L’aria puzzava di smog ed il cielo era macchiato di grigio. Si prospettava una bella giornata grigia.
Grigia perché una giornata nera sarebbe stata positiva, nera come gli occhi di Raquel.
E invece era tutto grigio.
Raquel mi si piazzò davanti all’improvviso. Sgranai gli occhi, ma lei non fiatò. Forse si aspettava qualcosa, ma io da uomo impacciato qual’ero mi limitai a dire: “che ci fai qui?”
Raquel non perse l’occasione per farmi sentire inferiore.
“Lo vedi? Mi deludi ancora. Lo sai perché sono qui, ma non vuoi accettarlo. Non ti sforzi neanche.”
“No, ti sbagli, io non lo so.”
Sbuffò e mi passo di lato, tornando da dove magicamente era comparsa.
Sospirai. Dopodiché mi misi a correre dietro di lei, e non appena la raggiunsi afferrai il suo polso strattonandola verso di me.
“Adesso basta. Io ti amo, non scappare da me. Non fare la misteriosa, non aspettarti che io riesca a capirti con uno sguardo perché non ci riesco, non minimizzare. Cercami e dimmi quello che ti pare, ma poi lascia che ti dica una cosa: voglio te, voglio saperti mia Raquel.”
Non rispose. Fece soltanto un cenno con la testa: voleva che la seguissi e così feci.
La seguii fino ad un bar abbastanza lurido alla fine di una stradina secondaria. Entrò.
Salutò il barista e ordinò da bere, mi indicò un tavolo all’angolo fra due finestre e si sedette.
“Vuoi spiegarmi?” chiesi seccato, ma sembrava davvero testarda e non rispose.
“Okay, devo arrivarci da solo?” Annuì.
Il problema era tuttavia irrisolvibile perché io non avevo idea del perché avesse voluto portarmi lì.
“Mi hai trascinato fin qui per farmi ragionare? Le lezioni sono finite.”
“Non imparerai mai, te lo ripeto, non funzionerà mai. Tu sei un sempliciotto superficiale del cazzo.”
“Oh come siamo volgari oggi.” Ribattei acido.
“Non sono volgare. Sono delusa e sono ferita.”
“…per dei compiti di matematica” puntualizzai.
“Certo che no!” sbottò. “Sei superficiale”
“Sei ripetitiva.”
Mi stavo comportando come un ragazzino. Ma tra me e Raquel aveva sempre funzionato così: litigi, litigi, e ancora litigi nonostante fossimo pazzamente innamorati l’uno dell’altra.
Questo succedeva perché, come mi ricordava sempre lei, eravamo troppo diversi e i nostri caratteri non erano compatibili.
Raquel sorseggiava il suo succo, muta e assorta in chissà quali pensieri.
“Ripetilo di nuovo, ti prego.” Sussurrai.
“Mi prendi in giro?”
“No, voglio solo sentire la tua voce, capire a cosa stai pensando.”
“Lo vuoi davvero sapere? Sto pensando a quanto mi piacerebbe che tu fossi mio. Quanto vorrei che smettessi di provarci con le tue compagne solo per farti suggerire durante le interrogazioni. Vorrei che per una volta fossi serio in ciò che fai, che smettessi di essere insicuro, di agire solo se le condizioni ti sono favorevoli. Voglio che tu combatta per me, e non che aspetti lì, come al solito, che il tuo obbiettivo venga da te. Devi raggiungere i tuoi traguardi, cresci un po’ Lele.”
Ora mi sentivo uno di quei personaggi insulsi dei cartoni animati che ascoltano una bella donna con gli occhi lampeggianti a forma di cuore e la lingua a penzoloni.
“Ti prometto che cercherò di cambiare, ma tu sii la mia fidanzata. Ti prego, mi impegnerò a non deluderti, a raggiungere i miei obbiettivi ed a maturare. E con te al mio fianco ci riuscirò.”
“Chiedimelo di nuovo, chiedimelo bene.”
Questa volta avevo capito cosa intendeva.
“Vuoi essere la mia ragazza, Raquel Delbarrio?”
“Si.”
A quel si così sincero, così improvviso, detto senza nessuna esitazione esplosi di felicità. Mi alzai e le stampai un bacio sulle labbra.
Eccoci là, noi due, fidanzati dopo due anni dal nostro primo incontro. Avevamo finalmente rischiato tutto l'uno per l'altra. Avevamo cominciato la nostra battaglia perché l'amore è per i coraggiosi, tutto il resto è coppia.


Ciao a tutti, questa storia mi è balenata nella mente per non so quale ragione e quindi ho deciso di cominciarla anche se non so se continuerò a scriverla.
Intanto voi potete recensire questo capitolo dato che mi farebbe davvero piacere :) grazie mille a tutti coloro che sono passati, with love, eva :)

 
  
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