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Autore: elfin emrys    04/09/2013    5 recensioni
Man mano che i nomi venivano scritti, dei segni disordinati comparivano sulla mappa, delle grandi croci sulle nazioni apparivano e neanche la barriera di eterna neutralità di Vash potè nulla contro tutto questo.
[Una fanfiction scritta a quattro mani da me e Valerydell95. Una stupidaggine, se ve lo state chiedendo]
Genere: Demenziale, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Crack Pairing | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Si USA così

Settembre ovvero

Gli scottanti segreti di un tedesco perbene!”

 

Alfred sbatté un pugno sul tavolo.

"Signori, questa sarà una battaglia." dichiarò con voce seria. "Una battaglia molto dura e difficile, e non vi nascondo che qualcuno potrebbe rimetterci la sanità mentale. Soffrirete, penerete, patirete dolori che non avete mai neanche immaginato e...".

"E basta, Alfred!" esclamò Elizabeta. "Passa al dunque senza troppi preamboli: sappiamo che sarà dura!".

"Ok! Come facciamo a convincere Ludwig a posare per la foto di Settembre?".

"Ricattiamolo!" propose Feliks con fare entusiasta. "Io so che ha tipo un sacco di riviste oscene e una libreria piena di film porno!".

"E' una cosa che sanno tutti, ormai!" commentò Toris.

"Peccato, cioè, poteva essere...".

*Driiin! Driiin!*

"Scusate, mi squilla il cellulare!". Feliks si alzò e uscì.

"Pronto? Amore mio, sei tu!".

"Ancora?! Ma è la terza volta che lo chiama nell'arco di due ore-aru!".

"Sì, sì, tutto ok, tranquillo! ... No, sono in riunione con la troupe: stiamo tipo studiando un modo per convincere quel bellimbusto del tedesco a posare per Settembre! Ehi, ma tu lo sai che Ludwig ha tipo una marea di riviste oscene e DVD porno? ... Cioè, ma come non lo sapevi?! Ma dai, Vash, lo sanno totalmente tutti! ... Be', ora lo sai! ... Sì, hai ragione: è incredibile che un tipo così rigido e serio abbia certi hobby!".

"Feliks, taglia!" esclamò Elizabeta.

"Ora devo andare, kochanie, mi chiamano! Ci sentiamo dopo, ok? Ok, ciaciao, ti amo tanto!". Feliks attaccò e tornò seduto. "Allora, dicevamo?".

"Dicevamo che ormai tutti sanno del 'vizietto' di Ludwig, quindi ricattarlo è inutile-aru.".

Toris sospirò. "E dire che pensavamo che con Vash sarebbe stata dura! Adesso sì che arriva la parte difficile!".

Alfred sbatté sul tavolo un pugno che li fece saltare tutti.

"Che vi prende, gente?! Abbiamo convinto Kiku, Vash e Lovino a posare per una foto sexy, abbiamo trasformato Arthur, Roderich e Matthew in tre strafighi, abbiamo aiutato Feliks a coronare il suo sogno d'amore e ci arrendiamo così?! Tirate fuori la grinta: forza e coraggio!".

"Sì!" esclamarono tutti decisamente rinfrancati.

"Così vi voglio, carichi e grintosi! Non possiamo cedere di fronte ad un tedesco qualunque!".

Mentre le autrici e la troupe cercavano di capire quanto cieco potesse essere Alfred per definire Ludwig 'un tedesco qualunque' Ivan, rimasto per fortuna sua incolume, si guardò attorno. "Ragazzi, io non vedo Feliciano! Dove sarà andato?".

"A slurparsi i bignè che ho portato per il dopopranzo, ecco dove!". Yao si alzò e si diresse verso la cucina. "Voi intanto cercatelo! Se lo prendo stavolta mi sente-aru!".

 

Il cinese aveva toppato in pieno.

Feliciano non era né in cucina a fare una strippata di dolci né da nessun'altra parte del quartier generale.

Era bensì sulla via per andare a casa di Ludwig.

E stava andando lì perché aveva un piano.

Un piano infallibile con cui far posare Ludwig per il calendario, un piano che solo lui poteva attuare.

Ok, non era un piano molto leale. Anzi, non lo era manco per niente. Ma era per una buona causa e, come diceva il fratellone Francis, il fine giustifica sempre i mezzi. Certo, Francis usava quel proverbio quando veniva beccato a spiare dalla finestra Arthur che si faceva la doccia, ma questi sono dettagli che non importano a nessuno.

Arrivato a casa di Ludwig, Feliciano tirò fuori le chiavi (gentilmente fornitegli da Gilbert, il quale giammai avrebbe saputo dire no al suo adoratissimo Ita-chan) ed entrò con l'espressione (finta) più triste e abbattuta del globo terracqueo.

"Feliciano, che hai?" gli chiese Ludwig alzando gli occhi dal libro.

Ma come?! direte voi. Nessuna reazione di stupore?! Nessun salto?! Nessun "Cosa ci fai a casa mia, come sei entrato, chi cavolo ti ha dato le chiavi"?!

Dettagli! vi rispondo. Quando si ha a che fare con Feliciano Vargas è meglio non porsi certe domande!

Comunque, tornando a bomba...

L'italiano sospirò sedendosi accanto a lui. "Ve, non è nulla...".

"Dai, hai un'espressione terrificante. Che succede?".

Feliciano sospirò ancora. "No, è che... Ho un problemino.".

Tanto per cambiare, pensò Ludwig bonariamente. "Cioè?".

"E' che... Io e Feliks stiamo facendo una cosa, ma nessuno vuole aiutarci perché tutti dicono che è una stupidaggine e una perdita di tempo e da soli non riusciamo a finirla.".

Ludwig si mise in allerta. Il nome 'Feliks' il più delle volte era sinonimo di 'grattacapi a non finire'. "Cosa state architettando, tu e quel pazzoide?".

"Veee, non dire così! Non stiamo facendo nulla di male, è una cosa innocua!". Feliciano lo abbracciò. "Ci aiuti? Ti preeegoo!".

 

"E' qui?".

"Ve, sì!".

Feliciano lo aveva portato in un grande capannone dismesso e apparentemente deserto.

"Ve, entriamo!".

Ludwig entrò e si guardò attorno.

Era un grande stanzone con sei sette sedie e parecchi fari tipo studio cinematografico. Non c'era nessuno.

"Allora, Feliciano, in cosa dovrei aiutarvi?".

"Ve, intanto levati la giacca e vieni con me!".

Lo seguì in un'altra stanza. C'era una scrivania carica di tubetti, barattoli e vasetti contenenti roba ignota (il nostro Ludwig non era esattamente un esperto conoscitore del mondo della cosmesi), due sedie una di fronte all'altra, un grande specchio con la cornice decorata da lampadine e un grandissimo armadio chiuso.

Feliciano chiuse la porta. "Ve, adesso levati la maglia e i pantaloni!".

"E perché mai?".

"Perché ti serve la divisa! Intanto spogliati: io vado a prendertela!". Uscì, chiuse la porta a chiave con tre mandate e corse dagli altri in sala riunioni.

"Ragazzi! Ve, ragazzi!".

"Feliciano! Dov'eri finito? Ti abbiamo cercato dappertutto-aru!".

"Venite con me, ho una sorpresa!".

Lo seguirono in sala pose.

"Ve, ascoltate!".

E si vide la porta della sala trucco scuotersi e si sentì una voce da dentro esclamare: "Feliciano, perché hai chiuso la porta a chiave?! Che scherzo è questo?! Ti avverto che non è affatto divertente!".

Alfred sbarrò gli occhi. "Ludwig?!".

"Cioè, ma come diavolo hai fatto?!".

L'italiano sorrise. "E' stato semplice!".

"Allora non sei da solo: hai dei complici! Da te non me l'aspettavo, mi hai deluso!".

"Ve, ora entriamo! Alfred, devi tenere ferma Lizzie!".

"Perché?".

"Fallo e fidati!".

 

"KYAAAAAA! MIO, MIOOOOOO!".

"LIZZIE, FERMA! CALMATI! IVAN, AIUTAMI A TENERLA!".

"Ci sto provando, da!".

"Cioè, ma portatela via!".

"E' una parola!".

Dopo un'ora di tentativi Alfred e Ivan riuscirono a trascinare Elizabeta fuori dalla sala trucco e a chiuderla a chiave nello scantinato mentre Ludwig si era messo in un angolo brandendo una sedia.

Non perché avesse paura, eh, ma prevenire è sempre meglio che curare.

Comunque... Sbrigato quel rognoso affare si poté procedere.

"Cosa volete da me?!" esclamò il tedesco senza mollare la sedia. "Parlate!".

"Una foto!" rispose Feliciano entusiasta. "Per il nostro calendario di beneficenza!".

Ludwig sbarrò gli occhi. "Calendario... di beneficenza?".

"Ve, esatto! Cosa pensavi che fosse?".

"Be', se è per beneficenza se ne può discutere. Che genere di foto dovrei fare?".

"Una foto sexy!".

"NO!".

Feliks sogghignò. "Ludwig, non fare il santo: sappiamo che non lo sei. Sappiamo del tuo vizietto.".

"Quale vizietto?! Non so di cosa tu stia parlando!".

Il polacco iniziò a camminare su e giù per la stanza.

"Sto parlando della tua collezione di Playboy, della tua collezione di Penthouse, della tua raccolta completa di film di Tinto Brass, della tua raccolta di doujinshi R18 che hai chiesto in prestito al tuo amico Kiku e che non gli hai mai restituito, del tuo abbonamento a tutti i migliori manga hentai, del tuo abbonamento ai migliori canali pornografici disponibili su scala non nazionale ma mondiale, del tuo abbonamento a YouPorn e della tua collezione di stampe di carattere erotico.". Si fermò e osservò Ludwig con un sorriso malefico.

"E' di questo che sto parlando.".

Il tedesco si ritrovò senza sapere cosa dire.

"Ma come fai a sapere tutti questi dettagli-aru?!".

Feliks fece una lieve risatina Evil Overlord. "Ho i miei informatori, Yao. Allora, caro Ludwig, vogliamo continuare questa patetica sceneggiata o ti decidi a buttare giù la maschera da perbenista e a rivelare ciò che sei veramente?".

"Ve, Feliks, mi stai facendo paura!".

"Allora?".

"Mai! Io non cederò alle tue subdole torture psicologiche!".

A quella frase il polacco gettò la testa all'indietro e si esibì in una lunga e agghiacciante risata che avrebbe fatto accapponare la pelle a Light, L, Misa, Ryuk e tutto il resto della cricca di Death Note.

Gli altri membri della troupe si ritirarono indietro tremando per il terrore, mentre Ludwig scrutava Feliks con faccia agguerrita.

"Come vuoi..." fece Feliks dopo aver finito di sghignazzare. "Come vuoi...".

Si voltò verso Alfred.

"Sai, c'è una cosa che il nostro stallone biondo ci nasconde da un bel po' di tempo.".

"C-cioè?". Persino l'eroe (o presunto tale) era atterrito di fronte alla spaventosa metamorfosi del polacco.

Un'altra risatina Evil Overlord. "Un segreto veramente scottante, Alfred. Veramente scottante.".

"Sta' zitto!" gli intimò Ludwig, capendo subito a cosa il polacco si riferisse.

Feliks guardò il tedesco e sogghignò. "Troppo tardi, caro. Troppo tardi.".

"Zitto! Non osare!".

Ma il polacco era inarrestabile. "Vedete, il qui presente Ludwig non si è limitato a raccogliere riviste oscene, DVD porno, stampe erotiche e doujinshi R18 praticamente rubate a uno dei suoi migliori amici, oh no. Costui ha toccato un nuovo vertice di perversione.".

"P-Po, ti prego, smettila!" balbettò Toris nascondendosi dietro ad un terrorizzato Ivan. "Mi stai facendo paura!".

Feliks fece un'altra risatina Evil Overlord.

"Costui ha segnato veramente la storia dei voyeur pervertiti. E sapete come l'ha fatto?".

La troupe scosse la testa, mentre Ludwig guardava agghiacciato Feliks.

"L'ha fatto raccogliendo un'incredibile quantità di foto. Foto che hanno tutte per soggetto una sola persona.". Il polacco guardò Toris.

"Ti starai chiedendo: chi?".

Lui annuì.

"E fai bene. La persona raffigurata in tutte quelle foto è nientemeno che...".

"BASTA!". Ludwig gli afferrò un braccio. "Va bene. Hai vinto. Ma lascia almeno che sia io a dirglielo.".

Soddisfatto, Feliks fece un sorriso un po' meno Evil Overlord. "Così va bene. Forza, biondo, confessa.".

Ludwig sospirò passandosi una mano fra i capelli.

"Ecco... Feliciano, sei tu.".

"Cosa?! Ve, ma perché?! Mi vedi quasi tutti i giorni, a che serve farmi le foto?!".

"Ottima domanda, Felì.” disse Feliks con voce crudele e melliflua guardando Ludwig. "Perché?".

Il tedesco si accasciò sulla sedia. "Perché... Perché... Mi servono. Le tue foto... mi servono.".

"Ve, a cosa?".

Visto che ci stava mettendo un po' a rispondere, Feliks fece: "Rispondo io per lui. Permetti, Ludwig?".

"No, no. Faccio io. Ecco... Le vendo. Le vendo alle tue fans. Ci faccio parecchi soldi.".

Il polacco scoppiò di nuovo a sghignazzare con quella terribile risata Evil Overlord.

"Ahahah! In tanti anni che ti conosco, mai avevo sentito una simile idiozia uscire dalla tua bocca! Ah, Ludwig, vecchio mio, riesci sempre a stupirmi!".

"N-non è un'idiozia, è la verità!".

"La tua verità. Ora gli racconterò la mia verità, quella giusta e imparziale.".

Ludwig, vedendo che il polacco stava per rivelare il suo più oscuro segreto, si vide costretto a tentare una soluzione da lui sempre sommamente schifata.

"Feliks, ascoltami!” sussurrò in preda al panico (incredibile ma vero). “Quanto vuoi per stare zitto?! I soldi non mi mancano: spara una cifra, una qualsiasi, basta che ti cuci la bocca!".

Feliks levò una mano. "No, Ludwig. Sarò incorruttibile come Robespierre. Neanche dandomi tutto il tuo denaro mi farai tacere. La verità non si compra con nulla.". Si voltò verso Feliciano, che tremò aggrappandosi ad un pietrificato Yao.

"Feliciano, da quanto tempo ci conosciamo, io e te?".

"Tanto.".

"Esatto. Tu mi vuoi bene?".

"Ve, sì.".

"Come io voglio bene a te. Ti ho mai mentito?".

"No.".

"Esatto. Perché tu sei un mio carissimo amico, e quindi giammai ti nasconderei qualcosa di grave che ti riguarda. Come in questo caso.". Indicò Ludwig, che stava seduto sulla sedia a testa bassa.

"Costui, che si professa tuo amico, ha raccolto foto che hanno per soggetto te. Tante foto, Feli. Per l'esattezza sono sessantaquattro foto.".

"Come fa a sapere il numero esatto-aru?!" mormorò Yao.

Feliks lo sentì. "Non angustiarti: sappi solo che i miei informatori sono molto efficienti. Ma torniamo a noi. Dicevo, Feli, che questo sedicente migliore amico ha raccolto sessantaquattro foto che hanno tutte per soggetto te. Non le hai mai viste perché le tiene nascoste in casa, dentro una scatola di legno messa sotto un'asse del parquet della sua stanza da letto. Sono foto che ti ritraggono in vari atteggiamenti e situazioni, alcune delle quali alquanto... private, diciamo.".

"C-c-che vuoi dire?".

Feliks fece un sospiro. "Vedi, Feli, per farti capire cosa intendo ti farò un esempio. In una di queste foto ci sei tu mentre ti fai il bagno, ma il fatto è che, se ti capitasse tra le mani, vedresti che è tutta sgualcita. Per il semplice motivo che è in assoluto quella che è stata presa in mano più volte da questo losco figuro che si spaccia per tuo amico fidato.".

"Feliks, smettila!" esclamò Ludwig.

Lui lo ignorò. "Costui ti ha detto una bugia, Feli, una grossa bugia. Lui non vende le tue foto alle tue fans. Piuttosto che separarsi da una sola di quelle foto si sparerebbe un colpo in testa.".

"V-ve, m-ma allora... a che gli servono?".

Il polacco sospirò.

"E' questa la parte più vergognosa di questa faccenda.". Guardò Ludwig, poi Feliciano.

"Vedi, amico mio, l'uso che questa turpe e abietta persona fa di quelle foto è a dir poco orribile, visto e considerato che ti fidi ciecamente di lui e lo consideri il tuo migliore amico.".

"Feliks, basta! Abbi un minimo di umana pietà!" esclamò Ludwig.

"La verità è spietata, vecchio mio." rispose il polacco. "Non si può continuare con questa penosa farsa, con questa terribile menzogna. Feliciano...", pausa teatrale, "... ha il diritto di sapere come stanno davvero le cose.". Tornò a rivolgersi all'italiano.

"Non ti piacerà sapere a cosa gli servono le tue foto, credimi. Ma voglio che tu lo sappia perché ti voglio bene e quindi voglio che tu apra gli occhi e veda l'effettiva realtà delle cose.".

Tutti quei preamboli erano terribili. L'intera troupe (a parte Elizabeta, che stava tentando disperatamente di forzare la porta dello scantinato con una forcina per capelli) era paralizzata lì, nella stanza, nell'attesa di scoprire la terribile verità.

"Mi dispiace, Feli, di doverti comunicare tali notizie. Ma sono tuo amico e non voglio e non devo nasconderti nulla.". Feliks sospirò.

"Costui" esclamò indicando Ludwig stile Inquisitore spagnolo del Seicento, "utilizza la tua immagine per i suoi lascivi scopi, Feliciano! Una cosa che mai nessun vero amico farebbe, mai! Soddisfa le sue perverse brame usando le tue foto! Che amico è, uno che si comporta così?!".

"Cosa fa?!".

"Hai capito bene, Ivan. Non voglio dirlo in maniera esplicita e volgare: sarebbe assai squallido e io mai mi abbasserei ad un tale livello. Ma penso" esclamò alzando teatralmente la voce, "che tutti voi abbiate capito di cosa si sta parlando! Si sta parlando di una vile persona" e indicò nuovamente Ludwig, "che ha approfittato della fiducia e dell'innocenza di un ragazzo gentile e altruista per soddisfare le basse brame del suo corpo! A quale livello di squallore è giunto questo mondo?! Persino un valore sacro come l'amicizia viene brutalmente e cinicamente calpestato per lasciare spazio ai più primitivi bisogni fisici! Che orrido mondo è, questo?! Dove non ci si può fidare di una persona che si pensa essere nostro amico, nostra guida, quasi un padre! Che mondo è, questo?".

Feliks riprese fiato e sospirò pesantemente.

"Feliciano, ora conosci la verità." concluse con voce drammatica. "Conosci la squallida e abietta verità su quest'uomo di cui ti sei fidato ciecamente e che consideravi il tuo migliore amico. Ora sta a te decidere cosa fare. Signori, io ho parlato. A voi le conclusioni su questa penosa storia di amicizia tradita. Io mi ritiro.". Feliks si avviò con fare drammatico verso il bagno, lasciandoli lì.

La troupe, dopo qualche secondo, si disperse mormorando frasi del tipo: "Incredibile!", "Non me l'aspettavo...", "Che roba!".

Feliciano, invece, rimase in sala trucco a fissare attonito Ludwig, che stava seduto a testa bassa.

"Ve, Ludwig... E' vero? Quello ha detto Feliks... è vero?".

"... Sì. E' vero.".

L'italiano prese l'altra sedia e si mise accanto a lui. "Sul serio?".

"Sì. Ha detto la verità.".

"Ma... Perché?".

Ludwig sospirò.

"E' che... Non ce la facevo più a trattenermi. Tu... tu mi piaci veramente, Feli, non è soltanto una cosa fisica, checché ne dica Feliks. All'inizio, parecchio tempo fa, lo era, ma adesso non lo è più. Il fatto è che... ho sempre avuto... paura. Ogni volta che penso a te in... in quei termini, mi sento un verme. Il fatto è che ti vedo così buono, così dolce, e pensare di coinvolgerti in certe... certe situazioni, mi fa sentire un mostro. Quindi ho preferito... trovare questa soluzione. E' stata una vigliaccheria colossale, ma mi sembrava il male minore. Preferivo passare per un vigliacco piuttosto che per un verme. Se Feliks non avesse detto nulla tu non avresti mai saputo niente e non ne saresti stato coinvolto. Però... è andata così. Ora lo sai.".

Dopo qualche secondo di silenzio, il tedesco fece: "Mi dispiace. Ti ho offeso pesantemente e, cosa ancora più grave, ho tradito la tua fiducia. Non me lo perdonerò mai.".

"Ve, tranquillo. Non sono offeso.".

Il tedesco alzò lentamente la testa. "Eh?".

"EH?!". Feliks saltò dentro la stanza tipo pupazzo a molla. "No no, aspettate un secondo! Cioè, io ho imbastito tutto quel discorso PER NIENTE?! Ma stiamo tipo scherzando?! Cioè, ho visto tutte le nove stagioni di Perry Mason e tutti i ventisei film PER QUESTO?! MA ANDATE TUTTI A (£&$=)%)^)&/£$=!!! MA CHE /ç§$(%)£)(£$?$)!!!”. *Annuncio di servizio: l'autrice Vale ha ritenuto opportuno censurare tutto per non offendere i lettori più sensibili*

 

Com'era prevedibile, Feliks si chiuse nel bagno maschile rifiutandosi di lavorare. Nemmeno la promessa che sarebbe arrivato il suo adoratissimo kochanie riuscì a farlo tornare sui suoi passi.

Ah, senti, non possiamo sottostare ai tuoi capricci! Esci e basta-aru!”.

Per tutta risposta Yao ricevette una bella pernacchia.

Così il resto della troupe (tranne Elizabeta, che stava cercando di sfondare la porta dello scantinato a spallate) si dovette riunire per decidere chi sarebbe stato il suo supplente.

Io, io!” esclamò Feliciano sventolando le braccia. “Voglio sostituire io Feliks!”.

Non ci furono altri volontari, così l'italiano venne eletto all'unanimità nonostante le proteste di Alfred, che continuava a ripetere di lasciar fare tutto ad un fantomatico eroe di cui nessuno vedeva neppure l'ombra.

Feliciano acchiappò lo sventurato germanico per il polso -fu buffo notare come la mano dell'italiano riuscisse a malapena a cingerlo (IL POLSO! Non pensate subito male, perdinci bacco!!!)- e lo trascinò ridendo e scherzando in sala trucco, per poi chiudere a chiave.

 

Passò un quarto d'ora.

Passò mezz'ora.

Passarono tre quarti d'ora.

Dopo un'ora, Feliciano e Ludwig ancora non davano segni di vita.

Che palle...” borbottò Alfred tirando fuori la fidata PSP. “Ma cosa stanno facendo?”.

Yao, che qualcosina la sospettava, ridacchiò. “Sai, Alfred, sicuramente non stanno giocando a scacchi-aru!”.

Nel mentre Ivan scoccava strane occhiate al povero Toris che, essendo senza Feliks e quindi privo di difese, tentò più volte di scappare in bagno senza successo. Una mano sovietica lo recuperava sempre per il collo della camicia e lo rigettava sulla sedia in una scena che aveva un che di surreale, un po' come nei libri di Ammaniti.

Dopo un'ora e mezza lo Yankee si spazientì.

Feliciano! Ludwig! Ma che, vi siete addormentati?!”.

In risposta ricevette un silenzio che al confronto una tomba sotterranea nel Sahara è una discoteca nel centro di Mikonos la notte di Ferragosto.

Stanno dormendo, da!” commentò Ivan accarezzando i capelli di Toris.

Accarezzando i capelli di Toris”...

C'è qualcosa che non mi quadra in questa frase, ma non riesco a capire cosa...

Vabbe', andiamo avanti!

Yao!” comandò l'americano. “Butta giù la porta con una mossa di kung-fu!”.

Te lo scordi!” rispose il cinese dalla cucina. “Sto preparando il pranzo-aru!”.

Allora Alfred si alzò e bussò violentemente alla porta.

Ragazzi! Ragazzi! Oh, ma siete morti?!”.

Come se non avesse parlato.

Eh, adesso basta! Ivan!”.

Da?”.

Fammi un piacere, sfonda la porta! E smettila di importunare Toris!”.

Il russo, sospirando, si alzò malvolentieri dalla sedia. Peccato, proprio adesso che Toris aveva smesso di tremare come un budino Cameo! In compenso aveva assunto uno strano colorito bianco-bluastro piuttosto sgradevole, chissà perché...

Grazie al provvidenziale intervento del sovietico la porta non si staccò semplicemente dai cardini: volò attraverso il camerino e si sfracellò contro la parete opposta, fracassando lo specchio e mandando allegramente a farsi benedire svariati barattoli di fondotinta e una trousse.

Eheheh... Scusate, da!”.

Ma l'italico e il germanico non c'erano. Toris -nel frattempo miracolosamente ripresosi dal brutto quarto d'ora passato con Ivan- svuotò tutto l'armadio, ma niente. Si erano volatilizzati. Non potevano essersela svignata dalla finestra, visto che di finestre non ce n'erano.

Ma dove cavolo sono andati, quei due?!”. Alfred camminava su e giù per la stanza tra calcinacci, vestiti, pezzi di specchio e vetri rotti. “Non possono essere spariti così!”.

Tutto era sospeso. Bisognava assolutamente trovare quei due e capire come accidenti avessero fatto ad uscire. Insomma, sembrava che fossero svaniti nell'aere!

Cosa stava succedendo? Era un sogno? Era una visione? I membri della troupe erano diventati clienti di Olanda e avevano iniziato a fumare le sue rinomate “sigarette speciali”?

Chi lo sa!

Fatto sta che, dopo mezz'ora di camminata su e giù, l'enigma era ancora insoluto.

Ma perché non andiamo a chiedere una mano ad L? Sono sicuro che ci aiuterà, è una persona molto disponibile!” propose Toris, sicuramente sotto l'ispirazione delle Muse.

Naaa, quello è un complessato schizofrenico, lascialo perdere! Voi avete me, il grande eroe!”.

L'autrice Vale, sdegnata da tale tracotanza e insolenza nei confronti del migliore dei personaggi di Death Note, punì il malcapitato yankee facendolo scivolare su un collant e facendolo atterrare col muso in una pozza di fondotinta rosa caramella.

Oh, grande eroe!” lo chiamò una voce da dietro. “Non scomodarti: ci ho totalmente pensato io!”.

Era Feliks, che si era finalmente degnato di smetterla di fare i capricci. Accanto a lui c'erano Ludwig e Feliciano, il primo incazzato come un grizzly, l'altro decisamente abbacchiato.

Ma dov'eravate?! Vi ho cercato ovunque!”.

Mentre il resto della troupe e le autrici facevano un minuto di silenzio per la bestialità di quell'ultima frase, Feliks sorrise. “Li ho tipo visti dalla finestra mentre amoreggiavano su una panchina in cortile.” rispose.

In cortile? E come ci siete arrivati, da?”.

Ludwig sospirò. “Dal condotto dell'aerazione.”.

Alfred schioccò le dita.

Aaah! Ma chi è lo sciocco che si è scordato dell'esistenza del condotto dell'aerazione?! Che tonto! Ma chi può essere?!”.

Tu.” rispose Yao uscendo con il carrello con il pranzo. “Su, mangiamo e poi scattiamo la foto, che è tardissimo-aru!”.

 

Ciononostante, Feliks decise di continuare il suo sciopero ad oltranza. Si sedette su una sedia -posizionandosi strategicamente tra Ivan e Toris- e prese a limarsi le unghie, fregandosene altamente della foto. Perciò fu Feliciano a occuparsene.

Ok, Felì, esponici la tua idea-aru!” lo invitò Yao mentre stringeva i nodi che tenevano Elizabeta legata alla sedia.

Feliciano era in piedi davanti ad una tenda bianca con le mani dietro la schiena, come un bambino delle elementari allo spettacolo di fine anno che deve recitare un monologo davanti a seicentomila fra genitori, nonni, fratelli, cugini, zii, amici e relativi vari.

Ecco... Ho pensato... Ve, ad una cosa semplice... non tanto elaborata! Però... spero vi piaccia!”. E fece un piccolo inchino, come aveva sempre visto fare a Kiku.

E, con un breve ma caloroso applauso, la tenda s'aprì.

L'urlo fangirlico di Elizabeta superò i diecimila decibel assordando temporaneamente tutti i presenti e mandando in frantumi le finestre

Ludwig era steso su un tappeto rosso vermiglio, a torso nudo, con la testa verso di loro, i pantaloni della divisa abbassati fino alle caviglie e la giacca aperta e stesa a terra.

Feliciano, devo stare così ancora per molto? No, sai com'è, sono mezzo nudo in una posizione imbarazzante e per di più piuttosto scomoda, quindi possiamo sbrigarci?”.

Ve, ok!”.

Mentre gli altri, Feliks incluso, fissavano stupefatti l'ottimo lavoro dell'italico, Elizabeta cercava invano di liberarsi rompendo le corde con i denti per saltare addosso a Ludwig. Invano perché, in previsione di una simile mossa, Yao aveva usato corde speciali con un'anima fatta di lega nichel-titanio, ergo indistruttibili.

*ZZZ... CLICK!*

 

Non reggerà ancora per molto.” fece Ludwig rinforzando la barriera con una scrivania e due piante. “Possiamo solo sperare che i ragazzi arrivino presto.”.

Io lo dicevo che dovevamo usare Fort Knox come studios!” fece Alfred. “Dovete dare sempre retta all'eroe!”.

I nostri sospirarono.

Chi se lo sarebbe mai aspettato che, ricevendo la foto di Ludwig, tutte le opinioniste sarebbero venute là per saltargli addosso spalleggiate da Elizabeta e capitanate dall'autrice Elfin (si sospettava ci fosse in mezzo anche l'autrice Vale, ma la cosa non era sicura) e che loro, poveri maschi, si sarebbero dovuti barricare in sala riunioni aspettando i soccorsi?

 

 

NOTE

 

*arriva cantando Kashka from Baghdad*

Finalmente eccolo!

Probabilmente è il capitolo più atteso visto che c'è Germania (lasciamo perdere... *-*) e devo dire che ho amato scrivere l'arringa di Feliks, anche se fa sembrare Ludwig un sociopatico maniaco!

Ok, allora vi lascio. Ci vediamo a Novembre, che è, per la cronaca, il mio capitolo prefito! Alla prossima!

* se ne va cantando Kashka from Bahgdad*

 

Note di Elfin:

AH. AH. AH. E' IN ASSOLUTO IL MIO CAPITOLO PREFERITO XD Non solo perchè c'è quel figo di Germania, ma perchè io amo Feliks XD Vale ha fatto un ottimo lavoro, credo che questo sia il capitolo migliore ;)

Grazie a tutte le recensitrici dello scorso capitolo e... so che qualcuno attendeva da tempo Ludwig ;) Spero tu sia felice ^-^

Nel prossimo capitolo (mio) c'è il ritorno di un grande personaggio :D Non dico altro!

Kiss

 

   
 
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