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Autore: LIttlE_PePpErmIt    04/09/2013    3 recensioni
Nella piccola e modesta cittadina di Brigman la vita procede tranquilla, in una apparente pace...
Ma il ritrovamento di una ragazza senza memoria sconvolgera' il suo equilibrio precario: vecchi rancori saliranno alla luce, misteriose sparizioni e strani avvenimenti metteranno a dura prova tutti i suoi abitanti. Ma il segreto di tutti quei fatti e' racchiuso nella memoria perduta della ragazza....
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO CINQUE ( UNA SERATA PER SEI)
 

-Cosa fai oggi dopo scuola? Sai, vorrei tanto uscire insieme. Mangiamo qualcosa, entriamo nel negozio della signora Chopper ed intanto chiaccheriamo. Mi sembri molto simpatica e vorrei conoscerti meglio. -
Così Becky accoglie Amy all'entrata di scuola. Amy quella notte non aveva dormito per niente, troppo scossa dai fatti del giorno precedente. In realtà lei aveva altri piani per quel pomeriggio ...
-Be Becky mi farebbe piacere uscire con te ma ... - Amy si inventa la prima scusa che le viene in mente – Ma oggi devo studiare per una verifica importante. Se vuoi facciamo per domani pomeriggio. -

 
Amy prega tutti i santi del paradiso d'essere stata abbastanza convincente
-Okay facciamo per domani. Ciao ci vediamo a mensa! -
-A dopo.
Amy cerca Louis con lo sguardo: quella mattina era uscito prestissimo senza dire niente a nessuno. Lei non si era neanche accorta che era uscito dalla camera. Ma invece di trovare lui incotra Nathan.
Il ragazzo la saluta da lontano, poi la raggiunge. Ricordando l'ultima scenata di Louis quando aveva incontrato Nathan, Amy controlla che lui non sia in giro. Via libera!
- Ciao Nathan! Tutto bene? -
- Si. Oggi sarà una terribile giornata: ho un'interrogazione di scienze e non so niente. Ma c'è qualcosa che potrebbe migliorare la giornata. - Dice lasciando a lei il compito di terminare la frase.
- Come cosa? Non aspettarti qualcosa da me, ne rimarresti solo deluso. -
- Quanta poca fiducia che hai in te! Oggi vengo a casa tua. Alle 20.30. Fatti trovare pronta mi raccomando. Vestiti comoda! - E detto questo corse via.
Ma .... Amy non ebbe nemmeno il tempo di ribattere. E sarebbe questo quel "qualcosa" che migliorerebbe la giornata?
Se ne va in classe leggermente imbronciata, anche se dentro di se brucia un fuoco ispiegabile.
- Tutto bene Amy? Sembra che hai appena avuto un'apparizione divina o qualcosa del genere. - Le fa notare Harry non appena lei entra in classe
- Ma di che parli? Va tutto benissimo. -
Harry fa spallucce. Le donne. Chi le capisce?!
Le ore di scuola sembrano durare un battito di ciglia, Amy non fa nemmeno caso allo scorrere del tempo.
Al suono della campanella dell'ultima ora Amy afferra il quaderno e la biro appoggiati sul suo banco e li ficca rapidamente nello zaino.
- Oggi non ci sono a mensa.
- Perchè dove vai? - Le chiede Harry ma lei è già fuori
Forse è colpa del ciclo... Pensa Harry mentre, con calma, si alza dalla sedia.
Amy entra nel bagno delle ragazze e chiude a chiave la porta.
Devo solo pensare al posto dove ero ieri, no?
Amy chiude gli occhi e si concentra su quella raduna sperduta in mezzo al bosco. Zap!
La ragazza riapre gli occhi ma non è in mezzo alla raduna. Forse sono nello stesso bosco... Infatti si trova in mezzo ad alti alberi, ma oltre a questo non sa dove si trova.
Cammina in avanti, seguendo il suo istinto. Mi sono persa, per la seconda volta in due giorni. Che noia!
Poi tra gli alberi si apri uno spiazzo circolare.
- Quindi non ero molto lontana... Dovevo solo concentrarmi di più... - Dice tra se Amy.
Si posiziona sotto un albero e punta il suo obiettivo: una roccia dall'altra parte della raduna. Devo teletrasportarmi lì. Non è molto lontana, sarà facile.
Ma finisce 50m dopo la roccia. Amy sbuffa.
Ci devo riprovare. Questa volta vuole ritrovarsi dove si era teletrasportata la prima volta. Chiude gli occhi e si concentra: ancora una volta sbaglia.
La ragazza ci riprova per più di tre ore. Alla fine si sente stanchissima: ha le braccia e le gambe indolenziote e la testa le duole come mai prima d'ora.
Si appoggia al tronco di un albero e fa due lunghi respiri profondi.
Non capisce da dove venga quel suo potere, così strano ed anormale, ma vuole imparare ad usarlo e per ora continua a sbagliare.
Vuole arrivare ad un certo albero, e si trova davanti a quello accanto o  poco prima o poco dopo. Non c'è la fa più, ma vuole riprovare un'ultima volta.
Poi andrò a casa, ho bisogno di un bicchiere pieno d'acqua. Di tanti bicchieri d'acqua.
Si rialza in piedi e pensa alla sua stanza. Stringe le mani a pugno e focalizza la camera nella sua mente: la sua brandina sotto alla finestra, la scrivania e il letto di Louis, la piccola libreria quasi vuota e l'armadio accanto alla porta.
Chiude gli occhi e in un attimo si ritrova sdraiata sul proprio letto.
- C'è l'ho fatta! C'è l'ho fatta! - Urla felicissima.
Tre dure ore sono servite a qualcosa per fortuna. Poi in un attimo la sua mente si ricorda di un fatto avvenuto quella mattina:
Quanta poca fiducia che hai in te! Oggi vengo a casa tua. Alle 20.30. Fatti trovare pronta mi raccomando. Vestiti comoda!
Nathan verrà quella sera a casa sua, ed Amy non ha ancora pensato come dirlo a Louis!
 
- Come sei entrata in casa?
Le domanda Louis quando Amy varca lo soglia della cucina. La ragazza apre il frigo ed afferra una bella mela rossa e l'addenta.
-Dalla porta, come tutte le persone normali! -
-Giusto … Ma oggi ho visto che parlavi con Sykes … Siete amici per caso? -
Amy sente dubbio e ostilità nella voce del ragazzo.
-Si, siamo amici. E' un tipo apposto. -
Louis scoppia in una grassa risata.  - Nathan Sykes un tipo apposto? Cosa ti sei fumata? -
Amy esce dalla cucina con le mani che vorrebbero stringere la gola di Louis.
Poi si ritrova all'improvviso davanti a camera loro. Amy ha il cuore in gola.
Si rende conto d'essersi teletrasportata per sbaglio. Si guarda intorno per controllare che nessuno l'abbia vista.
No, sembrerebbe di no.
Forse quando sono troppo coinvolta emotivamente non controllo il teletrasporto. Ragiona tra se e se Amy.
-Amy aspetta! - Le urla Louis dalla cucina ma, prima che la potesse raggiungere, Amy si è già chiusa a chiave nella stanza.
 
- Lottie, ti prego mi presti uno dei tuoi vestiti? - Le chiede disperatamente Amy.
Sono le 20 e lei non sa cosa mettersi, dato che lei ha solo due paio di Jeans, una felpa, un paio di scarpe, tre t-shirt e il pigiama ( oltre ovviamente molti ricambi di intimo)
La bionda la guarda dall'alto al basso.
- E perchè mai dovrei?
- Questa sera esco con un ragazzo e .. -
Al sentire la frase “ uscire con un ragazzo” si ridesta la curiosità di Lottie.
- Uh, e lui chi è? –
- Beh, è meglio se non te lo dico. –
- Di chi parlate? – Nella stanza delle due sorelle entra anche Fizzy, sul volto ha dipinto un sorriso sognante.
- Amy questa sera esce con un ragazzo ma non vuole dire chi è. Amy se non mi dici come si chiama non ti presto nessun vestito! – Dice Lottie testarda.
Amy sospira. Tanto in un paesino piccolo come quello qualcuno l’avrebbe sicuramente scoperto prima o poi.
- Nathan Sykes. –
Silenzio, poi le due sorelle le saltano addosso.
- Davvero? Quel tipo è davvero figo, anche se non nemmeno che voce abbia! –
- Wow che fortuna! Tutte le mie compagne di classe sono perse per lui e i suoi amici. –
Amy non si aspettava un simile entusiasmo da parte delle due ragazze, che fino a quel momento l’avevano solo snobbata.
Lottie si fionda nel suo armadio, e ne esce solo dopo sette minuti buoni.
- Allora ti presto questi leggins blu e la mia maglietta larga bianca con disegnato un fiocco nero e …. Le mie ballerine. Sarai uno splendore! Abbiamo la stessa taglia giusto?-
Chiede porgendole i vestiti.
- Credo di si. –
- Dai forza provali! – Insiste Fizzy curiosa
- Stai benissimo! Lo sapevo che era il look giusto! –
Amy si guarda allo specchio. Fizzy le aveva pettinato all’indietro i lunghi capelli ramati che ora le ricadono ordinati sulla schiena.
I leggings mettono in evidenza le gambe magre. Le ballerine le calzano a pennello.
Amy guarda l’ora: mancano cinque minuti alle 20.30
- Sarà meglio che scendo. Ormai dovrà essere arrivato. –
Le due ragazze la salutano e lei esce. In corridoio c’è un Louis piuttosto cupo che la sta aspettando.
Lei si irrigidisce immediatamente.
- Ehi stai benissimo vestita così. – Le dice.
Amy arrossisce e bofonchia un grazie imbarazzato
- Volevo chiederti scusa per prima. Io … Ultimamente non sto usando il cervello e sto continuando a trattarti da schifo. Scusami. –
Amy si avvicina al ragazzo. – Non preoccuparti .. Ma c’è una cosa che non capisco: come mai voi e loro non andate d’accordo? Di me non devi preoccuparti, se sono arrabbiata mi passa abbastanza presto. –
Louis sorride poi le risponde – E’ una storia lunga .. Forse troppo. Te la racconterò ma … Non ora. –
Le si avvicina e le stringe una mano. Amy abbassa lo sguardo sulle loro dita intrecciate, poi lo rialza su di lui.
A Louis brillano gli occhi. Sa che sta per fare una cavolata. Si era promesso che non si sarebbe lasciato coinvolgere, invece eccolo lì a stringerle una mano.
Il cuore di Amy batte come se avesse la tachicardia.
Si stacca rapidamente e se va dicendo – Scusa ma devo uscire questa sera. – E corre più rapidamente possibile alla porta.
- Cretino! – Urla Louis una volta  rimasto solo.
 
Amy si chiude la porta alle spalle. Sulle dita ha ancora la sensazione del tatto di Louis.
Percorre il giardino a lunghi passi e respirando appieno l’aria serale.
Si appoggia alla staccionata, ma dopo pochi minuti arriva Nathan. Indossa dei semplici jeans e una t-shirt blu.
- Ehi ciao! Stai benissimo! – Esclama vedendola. Amy si scopre ad arrossire per la seconda volta dopo pochi minuti.
- Allora signor Misterioso, dove vuoi andare? Oggi non mi hai lasciato nenache il tempo di dirti di si che sei scappato via. –
- Davo per scontato che saresti venuta. Allora … non sarà un’uscita solitaria, ma sarà divertente vedrai! –
Scendono verso la strada principale per poi imboccare una stradina vicino al supermarket.
E’ abbastanza stretta, illuminata ogni tanto dalla fioca luce di qualche lampione. Amy rimane per tutto il tempo attaccata al ragazzo, data la sua profonda paura del buio. Dopo pochi minuti Nathan si ferma.
- Siamo arrivati. Questa è casa nostra, o meglio mia e dei ragazzi. Dai entra! -
Il ragazzo indica un edificio sulla sinistra della strada. E' costruito con mattoni rossi e dalle due grandi vetrate ai lati della porta si intravede l'interno, dello stesso colore dell'esterno.
Dalla casa proviene della musica piuttosto alta. Nathan bussa alla porta.
- Avanti! - Gli risponde una voce dall'interno.
Appena entra Amy nota che la casa è piuttosto grande: la prima parte è adibita da soggiorno; lo capisce dal grande divano nero lungo un  lato della parete sul quale sono seduti Max e Jay. I due ragazzi sono impegnati in un'importante partita alla playstation.
- Ciao ragazzi! - Li saluta Nate
- Oh, non ci avevi avvisati che avremmo avuto compagnia! - Dice Max.
- No, idiota non devi fare così! Mi farai perdere. - Esclama Jay
Max scoppia a ridere - Era quello che volevo fare! -
Verso il fondo della stanza si trova un muretto alto poco più di un metro, che separa cucina e soggiorno. Per entrare da una stanza  all'altra c'è uno spazio apposito nel muro.
- Non viviamo proprio qui, ma ci passiamo molte serate. - Spiega Nathan ad Amy.
- E mai da soli. - Aggiunge Tom con un sorriso furbo dipinto sul volto.  E' appena entrato nel soggiorno e si siede accanto a Max.
 - Vinto! - Urla Max
- Non vale hai barato. - Si lamenta Jay.
- Tutta invidia la tua. -
- Vogliamo vedere? - E si inziano a rincorrere per tutto il soggiorno, travolgendo il povero Siva che entrava in casa proprio in quel momento.
Tutti scoppiano a ridere.
- Siete i soliti cretini. - Si lamenta Siva, ma anche lui ride divertito dalla propria caduta.
La serata passa rapidamente tra battute, chiaccherate e scherzi ed Amy capisce che quei cinque ragazzi forse non sono tanto male come dicono tutti o come dice Louis.
 
 
Amy non è ancora tornata a casa. Pensa Fizzy guardando l'ora: sono le 24.00.
Un vento freddo le scompiglia i capelli. Ancora pochi minuti e lo avrebbe incontrato. Si vedono solo di nascosto, è l'unico modo.
24.03. Fizzy sorride. Piano esce dal letto, apre e scende le scale tentando di fare tutto con meno rumore possibile.
Clack - clack. La serratura si apre.
Rumore di passi, leggeri ma decisi. Pesta leggermente di più sul destro. Fizzy ha imparato a riconoscere quei piccoli dettagli che lo rendevano speciale.
Una figura le si avvicina e lei gli porge la mano.
Con l'altra  Fizzy gli scompiglia i ricci castani e ride a bassa voce.
- Ciao splendore. - La saluta lui.
Lei arrossisce e gli da un bacio rapido sulle labbra. Si siedono sotto il grande albero in giardino, lei in braccio a lui, mentre egli la stringe da dietro.
- Ieri è stata una giornata orribile, oggi terribilmente pallosa. - Si lamenta Harry
- Io sono solo felice che Zayn non si sia fatto niente di grave. Pensa se quel tipo gli spaccava qualcosa? -
Harry le da un bacio sulla guancia
- Zayn è un tipo forte. Non devi preoccuparti per lui. -
- Già ... E' per te che devo porre tutta la mia attenzione.  -
Le sue mani sulle sue braccia, la sua stretta forte, la sua voce roca ma dolce, il sollettichio dei suoi capelli sul suo collo. Unica spettatrice silenziosa dei loro incontri è la luna.
Fizzy non l'ha detto a nessuno, ha paura di cosa penserebbero e di cosa direbbero.
Vuole solo Harry e nient'altro.
 
 
- Beh, spero che ti sia divertita. -
- Si da morire. Tu e tuoi amici siete dei pazzi.  -Commenta Amy ridendo
Anche Nathan ride.
- Già soprattutto quando Max ha provato a fare l'imitazione di uno scimpanzè. -
I due ragazzi scoppiano a ridere. Sembra che siano amici da una vita.
Ormai sono arrivati davanti a casa Tomlinson.
-Beh allora .... Ciao. - Amy se ne sta ferma a guardare il ragazzo che si allontana, anche se vorrebbe che rimanesse ancora per un pò accanto a lei.
- Nate! - Lo chiama.
Lui si gira verso di lei. - Si? -
Lei gli va incontro e lo abbraccia. Per un attimo il ragazzo rimane interdetto, non sa come reagire a quel gesto d'affetto, poi ricambia l'abbraccio.
A malincuore Amy si stacca, le sue braccia desiderano ancora il contatto con il corpo di lui.
- Ciao, a domani. -
Nate sorride. - A domani Amy. -
 
 
 
 
 
 
 
 

 
  
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