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Autore: Minorin Kushieda    06/09/2013    2 recensioni
Lei lo amava.
Lui l'amava.
Quanto sarebbe piaciuto loro di rivelare quei dannati sentimenti,gli stessi che portavano avanti da giorni,mesi,anni. Sarebbero stati capaci di urlarli al mondo intero ma non ai diretti interessati. Perchè?
Perchè erano due babbuini e quale stagione se non l'inverno li avrebbe aiutati a farsi dichiarare? (si spera!)
Buona lettura,spero vi piaccia:D
Genere: Demenziale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Death the Kid, Liz Thompson, Patty Thompson, Tsubaki | Coppie: Black*Star/Tsubaki, Soul/Maka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando Maka aprì gli occhi per un attimo le sembrò che la stanza girasse, che il soffitto fosse troppo lontano ed una forte fitta le colpì lo stomaco e la testa. Confusa, assopita, dolorante e chi più ne ha ne metta, tentò di mettersi seduta. Era nel letto, sotto le coperte, affianco a lei Soul.
La stanza era in ordine, beh si tutto sommato era tutto al proprio posto… No, un secondo, SOUL? NEL LETTO? QUANDO, COME E PERCHE’?
Maka gli diede nonostante le poche forze un Maka- Chop facendolo svegliare di soprassalto.
-Ma che cazzo ti prende?-
-Nono, cosa ci fai tu nel mio letto è la domanda!-
-Come cosa ci faccio?-
-Non ricordo assolutamente nulla di ieri sera, che è successo?-
-E’ successo che ti sei ubriacata, sei svenuta e caduta dalla sedia come un broccolo, che ti ho presa in braccio, portata a casa, tenuto la testa mentre rigettavi, e credimi se ti dico che è stato lo spettacolo più osceno a cui abbia mai dovuto assistere, ti ho rinfrescata con dell’acqua, messa al letto e ti ho fatto da balia fino a quando non ti sei addormentata…E DOPO TUTTO CIO’ TU MI RINGRAZI TIRANDOMI UN LIBRO DI 1123 PAGINE SULLA TESTA… INGRATA!- Urlò burbero Soul scherzando.
-Non urlare, mi scoppia la testa- sussurrò la ragazza portandosi una mano alla testa- Hai fatto davvero tutto questo?-
-Già, adesso che ci penso non sarebbe stata una brutta idea se ti avessi lasciata lì per terra agonizzante-
-Non ne saresti mai stato capace-
Soul rimase un attimo in silenzio, aveva ragione. Come sempre.
-Si, hai ragione… Beh, vado a preparare la colazione-
-Va bene-
Il ragazzo allora si alzò, ma mentre stava per varcare la soglia Maka lo chiamò.
-Soul?-
-Mmh?!-
-Grazie…-
Meravigliato da quella parola, Soul le sorrise per poi svanire nel corridoio.
 
 
 
Ormai i due avevano ritrovato un equilibrio se così si può chiamare. Maka a poco a poco ricordava ciò che successe quella notte, ogni tanto le tornavano piccoli flash-back, come il viaggio in moto o il bacio della buonanotte di Soul e rimase colpita dal fatto che lui non ne avesse approfittato per baciarla. Ma se da una parte ne era felice, dall’altra avrebbe voluto che invece la avesse baciata sulle labbra, in altre parole avrebbe desiderato che sbagliasse, per trovare almeno un motivo per odiarlo, ma per quanto ci provava non ci riusciva, più tentava di soffocare i suoi sentimenti più questi si accendevano, soprattutto adesso che erano tornati i vecchi Soul e Maka. L’argomento “fidanzamento” non era stato toccato da molto, ma nella testa di Soul era la parola che più lo tormentava, la questione era ancora aperta, ma dopo il discorso di maka da ubriaca non aveva più avuto il coraggio di parlargliene, aveva capito la sua sofferenza e sapeva che se mai le avrebbe parlato di quel discorso, Maka si sarebbe vergognata e odiata ancora.
Nel frattempo erano giunti al 20 dicembre. A Death City si poteva respirare aria natalizia, i negozi e le strade erano pieni di luci e addobbi, i bambini erano elettrizzati, i genitori impazziti alla ricerca di regali da mettere sotto gli alberi, nelle strade si potevano incontrare persone travestite da Babbo Natale che regalavano dolcetti e le persone erano più cordiali ed allegre.
Maka amava il Natale, era la sua festività preferita, era come una magia, come se ogni problema per un po’ svanisse, lasciando posto ad allegria, gioia e serenità. Da piccola trascorreva sempre il Natale con i suoi, si ritrovavano tutti e tre la mattina del 25 in salotto, sotto l’albero preparato insieme, e maka apriva i suoi regali. Ma con il passare degli anni, sotto l’albero si trovavano solo due persone, per poi rimanere del tutto sola perché Spirit era  fuori con qualche donna. Allora si sedeva e apriva il suo regalo, Spirit ormai erano solito regalarle tutti gli anni un libro, lo scartava, si accoccolava vicino alla finestra e  iniziava a leggere, ignorando il silenzio che la circondava.
Comunque, tornando al presente, quel giorno Tsubaki chiese a Liz, Patty  e Maka di accompagnarla a  fare un regalo a Black*Star.
-Hai già qualcosa in mente?-
-Certo, una  maglia della sua squadra di Basket preferita, sapete che ne è appassionato. La cercava da molto, ma l’ultima volta non aveva trovato la sua taglia, allora l’ho ordinata io il giorno dopo, ben 2 mesi fa. E’ arrivata proprio ieri per cui dobbiamo solo andare a prenderla-
-Tsubaki, è dolcissimo da parte tua!-
-Grazie! E tu Liz, cosa farai a Kid?-
-Perché devo anche fargli il regalo? Lo delizio della mia presenza e devo anche regalargli qualcosa?-
-AHAHAHHAHAHAHAHAHAHA-  Scoppiò a ridere Patty.
-Dai, non essere insensibile…-
-Okay, allora, mmh… Cosa potrebbe piacergli? Ma certooooo-
-Cosa?-
-Lui è un fanatico, gli piacciono molto i bracciali. Per cui pensavo ad un bracciale il cui ciondolo si possa spezzare in due, così una parte sarà mia ed una sua, così saremmo anche simmetrici.-
-E’ un’idea fantastica!-
-Lo so, sono un genio! Maka e tu invece? Hai già deciso cosa regalare a Soul?-
-Veramente no..- rispose un po’ a disagio, si sentiva messa alle strette.
-Non hai nulla in mente? Secondo me il regalo perfetto sarebbe dirgli di si al fidanzamento o passare una notte hot insieme AHAHAHAH che ne pensi?-
-Liz… sto per picchiarti.-
-Okay, scusa-
Maka si concentrò un attimo, cosa piace a Soul? Tutto ciò che è figo, le moto, il pianoforte, la musica… giusto la musica! Un Cd sarebbe stato un regalo meraviglioso, così tentò di ricordare il nome del suo artista Jazz preferito, gliene aveva parlato una volta, uno dei primi giorni in cui si erano conosciuti. Come era il suo nome? U.. W..Si, Wayne shorter.
-SO COSA FARE-
-Sputa il rospo-
-Aspettate, che ore sono?-
-Le 19:45-
-Cosa? E’ tardissimo, il negozio sta per chiudere e si trova lontanissimo da qui, devo sbrigarmi, dopo vi dico, ciao ragazzeee- Ed incominciò a correre come una pazza per la strada.
Nel frattempo dall’altro lato della città anche i ragazzi si erano dati allo shopping natalizio.
Black*Star aveva regalato a Tsubaki un paio di orecchini, Kid aveva comperato due biglietti  per un viaggio tutto pagato alla terme per la sua Liz e Soul meditava ancora su cosa regalare a Maka. Un libro sarebbe stato troppo scontato, qualche indumento di biancheria intima una presa per il culo, Maka inoltre non era tipo da trucchi o collane, era una bambina ed impazziva per le cose più semplici, quelle che venivano dal cuore.
Al colmo della disperazione era ormai diventata sera e si era fatta per i ragazzi ora di rientrare a casa, Soul salutò i suoi amici, passò distrattamente davanti una vetrina e lo vide, il regalo perfetto lei.
 
Soul e Maka si incontrarono poco dopo sulla soglia della porta.
-Ehi, come è andato lo shopping?- chiese Maka.
-Bene, il vostro?-
-Anche, dai entriamo che sto congelando-
-Si… Oh, cos’è?- Chiese Soul indicando una busta di carta sul tappetino dell’ingresso. Si chinò, la raccolse e dopo averla analizzata bene entrò in casa per aprirla.
I due si sederono al tavolo davanti una tazza fumante di cioccolata calda.
Soul aprì la busta, distese il foglio ed incominciò a leggerla a mente.
Quando ebbe finito il foglio gli scivolò dalle mani e cadde sul tavolo, Maka, posò la tazza dicendo:
-Soul, attento- poi alzò lo sguardò verso il ragazzo e vide un’espressione strana, nuova, mai vista sul volto di Soul. Era un misto tra il nervoso, preoccupato, perplesso e sconvolto.
La bionda si spaventò e ancora più curiosa di quanto già non fosse afferrò la lettera e la lesse.
Caro Soul,
chi ti scrive sono io, la mamma.  E’ passato più di un anno da quando non ci fai avere tue notizie, inutile dire che io e tuo padre siamo preoccupati.
Ma abbiamo saputo tramite amici che stai bene, il che ci fa molto piacere. Ti chiederai perché ti scrivo… Siamo a Natale ed abbiamo pensato: quale occasione migliore per rincontrarci?
Ti preghiamo di raggiungerci e passare questa festività con noi, ci farebbe molto piacere rivederti, se vuoi puoi portare il tuo o la tua partner.
Domani una limousine sarà da te, speriamo con tutto il cuore che non torni a casa vuota.
E ricorda… nonostante i disguidi, ti amiamo.
Un bacio la tua mamma ed il tuo papà.
Quando Maka terminò la lettura richiuse la lettera.
La famiglia di Soul gli aveva scritto… Adesso che ci pensava Soul non parlava mai dei suoi, non sapeva praticamente nulla della sua vita precedente, nulla e questa cosa la rattristò molto, lui in fondo sapeva tutto di lei, come sempre lui era un passo avanti a lei, non sarebbe mai arrivata al suo livello.
-Soul… Stai bene? Mi spaventi…-
Nella testa di Soul in quel momento circolavano una marea di pensieri confusi, che si aggrovigliano e non riusciva a far chiarezza e a ricomporre i pezzi.
-Soul?-
-S..si, scusa-
-Mi spieghi?-
-Non c’è nulla da spiegare-
-Non si direbbe… Ti prego sfogati con me, voglio sapere tutto di te, lo merito-
Avrebbe voluto fare di tutto tranne che parlare della sua famiglia, ma non sapeva dire di no a quegli occhioni verdi.
-Non c’è nulla da sapere, io con i miei non sono mai andato d’accordo. Quando sono venuto a Death  City abbiamo discusso molto, loro volevano un altro futuro per me che ovviamente a me non stava bene. Promisi di non mettere più piede in quella casa, per questo sono sorpreso del loro invito, ma non è un problema, non ci andrò-
-COSA?-
-Hai sentito bene, preferisco passare il Natale con te e gli altri-
-Ma Soul, sono la tua famiglia, vogliono passare il Natale con te, non essere egoista-
-Non sai quanto lo siano loro egoisti, non  a caso me ne sono andato, non lasciarti ingannare dalle parole, a me servono i fatti-
-Può darsi che in tua assenza siano cambiati-
-Impossibile-
-Non lo saprai mai se non lo scopri. E poi..- il voltò di Maka si rabbuiò. –Il Natale  è una festa da passare in famiglia, tu che puoi non sprecare questa opportunità-
Maka da una parte aveva ragione e a quelle parole Soul si sentì un po’ a disagio e appunto egoista, Maka non ci avrebbe pensato due volte ad andare se ne avesse avuto la possibilità, lui che l’aveva non la sfruttava.
-Uh… e Va bene, mi hai convinto, ma devo correggerti su una cosa. Il Natale non è fatto per passarlo in famiglia, ma con le persone che più si amano e nel mio caso non sono loro. Comunque ci andrò, ma ad una condizione-
-Dimmi-
-Tu verrai con me-
-Cosa? Nono, è una cosa che riguarda te ed i tuoi, devi farla da solo e poi mi sentirei un’intrusa, in soggezione-
-Non accetto obiezioni, non ti lascerò qui da sola o comunque con gli altri. Posso andare ovunque, mi basta stare con te. Poi sarà un momento difficile e avrò più bisogno di te domani che in tutta la mia vita, non abbandonarmi, ti prego-
Come avrebbe potuto dirgli di no? In fondo, doveva ammettere che moriva dalla curiosità di visitare la casa di Soul e di conoscere i suoi, voleva vedere che tipi fossero, conoscerli, vedere la casa in cui Soul aveva trascorso la sua infanzia, visitare la sua stanza, il suo rifugio, vedere foto di lui da piccolo… Si, avrebbe accettato. Poi l’idea di passare il Natale lontana da lui le spezzava il cuore, ormai Soul era diventato la sua famiglia, non voleva che anche lui se ne andasse.
-Va bene, verrò-
-Grazie!- e l’abbracciò forte, come preoccupato, da quell’abbracciò Maka avvertì la tensione di Soul, lui e la sua famiglia non dovevano proprio andare d’accordo, ma dato che lui aveva tutta l’intenzione di non volerne parlare decise che avrebbe scoperto sola la verità il giorno seguente, quando sarebbero andati.
Finita la cioccolata calda andarono ognuno nelle proprie stanze dandosi la buonanotte prima di lasciarsi, peccato che Soul, quella notte, non riuscì a chiuder occhio.
La mattina seguente i due ragazzi si svegliarono presto, dovevano preparare il borsone dato che sarebbero rimasti per alcuni giorni a casa di Soul. Alle 10:00 arrivò la limousine, un autista  mise i loro borsoni nel cofano e aprì loro la portiera.
La macchina, all’esterno era nera, all’intero era fatta interamente di pelle nera con qualche luce rossa, era molto spaziosa e confortante, un sogno per Maka che non era mai salita su un’auto del genere.
In un primo momento non ci aveva pensato, ma riflettendoci si chiese come potessero permettersi un’auto del genere… e solo per andare a prendere il figlio poi! Dovevano essere ricchi… Ecco perché probabilmente Soul e i suoi avevano litigato, forse Soul aveva rinnegato le sue ricchezze per diventare il figo ragazzaccio ribelle che era ora.
-So cosa ti stai chiedendo-
La voce di Soul interruppe i suoi pensieri.
-Si, i miei sono ricchi. Mio padre è un pianista e mia madre la sua cantante, si esibiscono spesso, fanno spettacoli ovunque e ciò permette loro di godere di molte comodità-
-Perché parli di loro come se tu non c’entrassi?-
-E’ così che mi sento, io non c’entro nulla con loro. Vedrai, appena arriveremo ti sembreranno le persone più dolci dell’universo ed in fondo lo sono, non sono cattivi, ma sono frivoli e superficiali. Quando qualcuno ha potere ne vuole sempre di più, non si accontenta mai. E’ il loro caso, sono sempre in cerca di fama e per questo mi hanno sempre trascurato molto, quando ricordavano che esistevo sapevano solo conciarmi come un damerino. << Fai questo, fai quello >>. Sono cresciuto con il mio maggiordomo, ho imparato a disprezzare quelle fanaticherie e mi sono appassionato alle moto, i cappotti di pelle, tutto quello in cui trovavo uno sfogo. Loro mi vogliono bene, ma non mi hanno mai dato l’amore vero-
Maka ascoltò il racconto in silenzio ed attentamente. Erano due situazioni completamente diverse, ma alla fine non erano poi così diversi, entrambi hanno vissuto senza i loro genitori al fianco e lei che credeva di essere stata l’unica a portare un tale dolore, Soul era proprio come lei. La cosa di cui più si rammaricava era che non lo sapeva, come faceva a non sapere nulla di quella storia? Se solo lo avesse saputo prima.. beh, non avrebbe potuto fare nulla, ma.. Si sentiva piuttosto inutile.
-Non ne sapevo nulla. Mi dispiace tanto Soul, capisco perfettamente come ti senti- gli prese la mano e la strinse – Io credevo di essere l’unica a soffrire così ed invece, tu devi essere stato ancora peggio perché non lo hai mai detto a nessuno, hai portato tutto questo rancore solo-
-Beh, non sono emotivo come te. Da bambino ci ho sofferto molto, ma adesso sinceramente sono loro grato, sono fiero di quello che sono diventato e a sapere che avrei potuto essere un adulto schifoso come loro sono disgustato. Mi hanno fatto imparare molto-
-Che saggioooo-
-Lo so, modestamente. Allora, ti piace la limo?-
-Tantissimo, che invidiaaa! Va bene che vuoi fare il buon samaritano ma io di queste godurie ne approfitterei un po’-
-Ahahaha, che persona frivola che sei- disse facendole la linguaccia.
-No, sono umana. Poi i vetri neri, che belli-
-Già.. Non si vede nulla dall’esterno, possiamo fare ciò che vogliamo- Soul si avvicinò a lei e la guardò malizioso per provocarla.
-Beviamo champagne?-
-E’?- chiese deluso.
-Si, nei film lo fanno sempre-
-Che bambina-
Dopo un’oretta circa arrivarono nella villetta degli Evans. Scesa dalla limousine, Maka si ritrovò davanti un’enorme villa, proprio come una di quelle dei film americani, con tanto di fontana, giardino e stradina con i ciottoli, un paradiso vivente.
Il portinaio afferrò le valigie dei ragazzi facendo loro strada all’interno della casa.  Nell’atrio iniziale c’erano mobili, monumenti, specchi, quadri, foto ed un piano forte, le mattonelle sulle quali camminava erano bianche e nere e proseguendo lo spazio si divideva in due scalinate parallele. Prima che queste iniziassero, davanti loro, vi erano due figure, i genitori di Soul.
Non appena la madre vide Soul gli corse incontro abbracciandolo, come si abbraccia un figlio abbandonato e poi ritrovato dopo tanto tempo. Era bellissima, alta e snella, con lunghi capelli morbidi color argento, proprio come quelli del figlio e due occhioni azzurri. Indossava un abito morbido color rosa cipria che si confondeva con il suo incarnato pallido. Il padre, molto più freddo, alla vista del figlio si limitò a sorridere e stringergli la mano. Quest’ultimo, altrettanto alto, indossava giacca e cravatta, come se fosse ad una riunione, aveva i capelli ondulati e corti color cioccolato e due occhi color sangue.
La madre lo tempestò di domande mentre Soul sbuffava annoiato e stressato, nonostante tutto, sembravano a Maka una bella famiglia e trovò quelle scene di normale quotidianità dolcissime.
In tutto questo, ad un tratto, la madre di Soul si girò verso di lei e la fissò per alcuni secondi, per poi abbracciarla.
-Uhhh, tu devi essere la partner di Soul, vero? Piacere, sono Rosalie, sua madre.-
-Piacere, Maka-
-Maka, che bel nome, ti chiamerò Makina. Ma guarda come sei bellaa, queste code sono così graziose, io da ragazza non riuscivo mai a farle così precise, ahahahah-  Maka non sapeva se essere spaventata da quella donna, non stava zitta un attimo, ma essere adulata dalla mamma di Soul non le dispiaceva, dopotutto, poteva diventare la sua futura suocera, muahahah.
-E guarda che occhioni verdi, sono meravigliosiii! Sembri una bimba e che corpo snello, mai pensato di fare la modella?-
-Mamma..-
-Si, caro?-
-VUOI LASCIARLA RESPIRARE?-
-Uh, mi dispiace, certo-
Allora subentrò il padre di Soul che porse la mano alla ragazza.
-Perdona mia moglie, delle volte è una gran chiacchierona, non è colpa sua purtroppo, pensa che devo sopportarla 24 ore su 24- bisbigliò.
-Che hai detto?- chiese con il fuoco negli occhi la donna.
-Nulla, amore, sai che ti amo! Ahaha, io sono Hikaru, il padre di Soul ovviamente. Fai come se fossi a casa tua.-
-Si, grazie mille per l’ospitalità-
-Figurati, è un piacere.  Potete sistemarvi nelle vostre camere, ci vediamo per la cena, Soul, accompagna la tua amica nella stanza degli ospiti, a dopo-
Soul annuì e afferrò  le valigie facendole largo. Maka rimaneva stupita da ogni cosa, la maestosità della casa, i lampadari, gli ampi corridoi, le numerose stanze.. Più trascorreva del tempo in quella casa più le sembrava assurdo che quella fosse la casa di Soul.
Arrivarono davanti ad una stanza, dove il ragazzo appoggiò le cose di Maka.
-Ecco, siamo arrivati, la tua stanza, io starò nella mia che è proprio quella affianco quindi qualsiasi cosa sai dove trovarmi-
-Si, grazie-
-Sai che non devi rispondere a tutto grazie, vero? Da quando sei arrivata non dici altro-
-Oh scusa, è che.. è tutto un po’ strano per me-
-Lo capisco, figurati per me-
-Non sono male… i tuoi-
-.. Lo dici solo perché mia madre è una paraculo.-
-Non è vero-
-Ha detto che puoi fare la modella, quale persona sana di mente direbbe una cosa del genere?-
-Soul… VAFFANCULO.- sbuffò ed aprì la porta della stanza violentemente.
Stava per entrare, ma Soul la afferrò per il braccio, facendola rigirare e attirandola a sé.
-Non mi hai fatta finire.. Perché ogni persona sana di mente saprebbe che non ti permetterei mai di sfilare davanti tutta quella gente, sei solo mia- disse guardandola negli occhi.
Maka divenne rossa ed incominciò a trasudare, non poteva dirle quelle cose, non così o avrebbe ceduto sul serio, a lui, alle sue braccia, a tutto, bastava una distrazione per crollare completamente.
Così, si liberò dalla sua presa e disse: - Ma che dici, idiota. C-ci vediamo a cena-
Corse in stanza e chiuse la porta alle sue spalle.
-Makaa-
-Che vuoi ancora?-
-Le valigie, le hai lasciate fuori-
-Cazzo..-
Aprì la porta, gli fece la linguaccia e rientrò in stanza.
La stanza era molto spaziosa, con un letto matrimoniale, uno specchio, mobili… Una stanza normale anche se lussuosa. La prima cosa che volle fare però, era farsi un bagno caldo, era stremata.
Entrò nel bagno e vide che la doccia era accesa.
-Perché è accesa? Avranno scordato di spegnere- Aprì le tende…
-AHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH-
 
 
 
Ciaaao a tutti, belli e brutti (?)
Dai questa volta non sono in ritardissimo, amatemi, muahahah.
Okay, non chiedetemi come, quando, perché, praticamente nulla di tutto questo era programmato, in teoria questo doveva essere il penultimo capitolo ed il prossimo l’ultimissimo, invece scrivendo mi sono lasciata andare, mi sono venute una marea di idee ed ecco cosa ci è uscito, ahaha. Comunque adesso è definitivo, scriverò altri due capitolo e stop, caput, addio, come volete dire, ahaha, ma finirà… Già.. Welcome Winter andrà via come l’estate.
NOO, L’ESTATEEEEEEEEEEE! Solo a me sembra che sia stata troppo breve? Cioè cavolo, io lunedi devo tornare a scuola, non so se mi spiegoD: Mi butto dalla finestra. Io non ci torno. No.
Ahahah okay, dopo la mia solita sclerata posso andare, siete libereee/i!
Ci vediamo al prossimo capitolo, un bacione a voi e grazie sempre per tutto, Minorin vi ama :* <3
 
 
 
 

 

  
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