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Autore: ourlifesavers    06/09/2013    12 recensioni
Fuoco, fiamme scoppiettanti e fumo avvolgevano ormai completamente quella casa.
Il luogo appariva deserto, se non fosse stato per i quattro ragazzi che ammiravano soddisfatti il tetro spettacolo davanti ai loro occhi.
Erano certi che nessuno, eccetto loro, avesse assistito a quella scena, ma due occhi spaventati avevano visto tutto.
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Jiley fanfiction.
Scritta a quattro mani da: jileyheart e Neverlethimgo
'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo.'
Genere: Mistero, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Justin Bieber, Miley Cyrus
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Capitolo 3

 

Alexis

Se Andie appariva completamente esaltata all'idea di cominciare quella festa, io non ero più così tanto sicura di voler rimanere in mezzo a quella gente sconosciuta.

Le auto che poco prima avevano strimpellato allegramente i propri clacson, erano ora parcheggiate quasi ordinatamente nel piazzale in cui avevo lasciato anche la mia vettura.

Motivo in più per cui rinunciai all'impulso di andarmene. Non sarei riuscita ad uscire con tutto quel traffico.

L'ingresso si riempì in breve tempo di ragazze e ragazzi ben vestiti, quasi come se quella fosse stata una festa normale ed attesa da tanto tempo, ma avevo i miei dubbi che sarebbe potuta risultare tranquilla.

Quello che temevo si realizzò nell'istante in cui un ragazzo piuttosto muscolo passò accanto ad Andie con due bottiglie colme di alcool sotto braccio. Scossi la testa e cercai di ignorare le urla di felicità che seguirono.

Andie si avvicinò, raggiante come sempre e mi diede una piccola gomitata all'altezza delle costole, aspettandosi che le dicessi qualcosa, ma non aprii bocca.

«Allora?» m'incitò, «cosa te ne pare?»

«Beh-» feci per ribattere, quando qualcuno attirò la mia attenzione.

Una ragazza dai capelli lunghi scuri, con uno dei vestiti più belli che avessi mai viso, stava camminando verso di noi e, dall'espressione che si disegnò sul volto di Andie, giurai che fossero parecchio amiche.

«Ciao tesoro!» esclamò Andie, allargando le braccia e salutando l'amica, che ricambiò con altrettanto entusiasmo.

Sebbene non fossi il tipo persona che ama pregiudicare la gente, fui quasi costretta a pensare che quella ragazza poteva essere tutto tranne che dolce e simpatica come appariva.

L'occhiata gelida che ricevetti non appena il suo sguardo si posò su di me, mi fece rimanere impassibile esteriormente, ma, in realtà, mi mise in soggezione, tanto che abbassai leggermente il viso e mi guardai bene dal proferire parola.

«Sheela, lei è Alexis. Mi sono presa la libertà di invitarla. Si è appena trasferita qui e ha bisogno di ambientarsi. Quale miglior modo di una delle nostre feste?» spiegò la bionda, enfatizzando le ultime parole.

Già, quale miglior modo?

«Ciao.» mormorai, tendendole la mano.

«Benvenuta.» mi disse semplicemente, rimanendo nella sua posizione composta, guardandosi distrattamente le unghie, laccate di un rosso ciliegia, perfettamente in tono con il rossetto che portava sulle labbra.

Nonostante fossi consapevole del mio corpo, dovetti ammettere che Sheela era di una bellezza disarmante, così come Andie.

Lentamente ritrassi la mano, massaggiandomi brevemente il collo.

Questo era di sicuro uno di quei momenti in cui non mi pentii di aver giudicato male qualcuno.

Con il pretesto di andare a salutare alcuni amici, Sheela ci lasciò, così io ed Andie rimanemmo accanto alle scale ancora per qualche minuto.

«Ci sono un sacco di persone che voglio presentarti.» disse Andie, prendendomi sottobraccio e muovendo alcuni passi in direzione del salotto, trasformato in una pista da ballo/bar.

Alzai gli occhi al cielo e lasciai che mi trascinasse dove più voleva.

Meglio stare al gioco, mi dissi.

Quando, passando sotto un piccolo arco, entrammo nel salotto, uno dei ragazzi fece partire la musica, così alta che la sentii rimbombare nel mio petto.

Grida di felicità ed incitamento riempirono la casa e istintivamente sorrisi.

«Balliamo!» urlò Andie, sovrastando la musica e trascinandomi verso il centro della sala.

Cercai di puntare i piedi, ma quella ragazza era dannatamente forte per essere così piccola e minuta.

Alcuni secondi dopo mi ritrovai circondata da persone che cominciarono ad agitarsi a ritmo di musica.

Andie si voltò verso di me, prendendomi entrambe le mani e facendo in modo che mi muovessi.

«Coraggio Alexis!» esclamò, iniziando a ballare.

Scoppiai a ridere, scuotendo la testa. La musica si alzò leggermente e chiusi gli occhi. Oramai ero dentro, tanto valeva iniziare a divertirsi.

Lasciai che la musica riempisse le mie orecchie e iniziai a muovermi. Sentii Andie voltarsi e iniziare a strusciarsi contro la mia schiena, prima di tornare verso di me e portare le braccia in aria, seguendo il ritmo della musica.

Mi prese nuovamente le mani, facendomi fare un giro su me stessa e quando colpii per sbaglio un tizio che aveva deciso di ballare piuttosto vicino a noi, scoppiammo entrambe a ridere.

Ballammo per un po' e ogni tanto Andie faceva qualche saluto a persone che si avvicinavano, presentandomele, ma tra la musica alta e quello che nel frattempo avevamo bevuto, dimenticai all'istante i loro nomi e i loro visi.

La musica si affievolì, fino a tornare normale e tirai quasi un sospiro di sollievo.

Con la coda dell'occhio vidi Sheela ballare avvinghiata ad un ragazzo dai capelli biondo cenere. Incrociò il mio sguardo e inarcò un sopracciglio, sorridendomi prima di voltarsi e baciare con foga il ragazzo con cui stava ballando.

Scossi la testa e tornai a guardare Andie, che stava improvvisando delle mosse tutte sue, coinvolgendomi e ballandomi intorno.

Trattenni una risata e le presi il bicchiere di plastica che teneva in mano, per evitare che lo rovesciasse rovinosamente su di noi o sulle persone intorno.

«Hai bevuto abbastanza ed è passata solo un'ora.» la ammonii, in tono scherzoso.

Andie sbuffò, facendo una smorfia e agitando la mano davanti al mio viso, come per dire di stare zitta.

Le puntai il dito contro e finii quello che aveva nel bicchiere.

Sentii la gola in fiamme, pentendomi all'istante del mio gesto: vodka.

Odiavo la vodka, aveva un sapore orribile e mi avrebbe lasciato la gola in fiamme per parecchi minuti.

La fulminai con lo sguardo, accartocciando il bicchiere e tutto quello che fece, fu stringersi nelle spalle, scoppiando in una risatina che solo chi aveva bevuto troppo sapeva fare.

Di questo passo sarei finita nella sua stessa situazione.

Sentii la sua mano nella mia e venni di nuovo trascinata via. Spingendo a destra e a manca, riuscimmo ad uscire dal salotto, tornando nell'atrio, dove Andie prese un altro bicchiere, contenente dell'altro alcool, porgendone uno anche a me.

Inarcò un sopracciglio e bevve il piccolo shot tutto d'un sorso. La imitai e scossi la testa, chiudendo gli occhi, sentendo nuovamente la gola in fiamme.

Andie lanciò un grido e sobbalzai, prima di vederla lanciarsi a passo di marcia verso un ragazzo.

Allacciò le braccia al suo collo e lasciò che l'abbracciasse, sollevandola appena da terra.

Così come lo salutò si congedò, facendomi cenno di raggiungerla.

«Chi era?» domandai, buttando il bicchiere che ancora avevo in mano.

Si strinse nelle spalle, «Ric.» rispose, «abita qui accanto, devo fartelo conoscere. Magari più tardi.» mormorò, più a se stessa che rivolgendosi a me.

Annuii distrattamente e lasciai cadere il discorso.

Andie fece per aggiungere dell'altro, quando la porta si spalancò – con ben poca delicatezza.

«è qui la festa?» esclamò uno dei ragazzi, entrando e fermandosi sull'atrio, seguito a ruota da altri tre ragazzi.

Aveva i capelli biondo cenere, alzati in una pettinatura piuttosto ordinata.

Socchiusi gli occhi, cercando di scrutarlo  in viso, ma il sole che entrava dalla porta, mi impedì di vederlo a pieno.

Sentii Andie imprecare, così mi voltai verso di lei. Era più lucida che mai. Strinse i pugni, così tornai a guardare i ragazzi che erano appena entrati.

Uno di loro, il primo e probabilmente il più grande, indossava una canotta bianca e un giubbotto di pelle nera molto leggero. Appena dietro di lui, un ragazzo bruno, lo spinse leggermente per poter entrare definitivamente in casa.

Aveva una maglietta azzurra – parecchio attillata – che metteva in risalto la sua abbronzatura e i muscoli, molto accentuati, sotto la stoffa dell'indumento.

Accanto a lui, un altro ragazzo, con un ghigno sul viso, si accese una sigaretta, aspirando un po' di fumo e soffiandolo avanti a lui, prima di passarsi una mano tra i capelli a spazzola.

L'ultimo ragazzo che attirò la mia attenzione, accanto a quello con la canotta bianca, sembrava piuttosto diverso dagli altri.

Non si stava atteggiando, rimase semplicemente in piedi, con le labbra leggermente increspate da un sorriso.

Portava una maglietta a maniche corte bianca, con un collo a V, lasciando intravedere le clavicole e due piccoli tatuaggi, appena nascosti dalla stoffa.

Se quelli erano solo distrattamente visibili, il braccio sinistro ne era completamente coperto. Sbattei più volte le palpebre, cercando di figurarli uno per uno, ma ne colsi solo in parte, distinguendo a pieno una rosa e quello che doveva essere un gufo o una civetta.

Aveva due labbra rosee e piene, un naso piccolo, come scolpito e capelli color del grano, acconciati alla perfezione.

Indossava un paio di occhiali da sole neri che non mi permisero di vedere i suoi occhi. Erano talmente scuri che da non lasciare nemmeno individuare dove stesse guardando.

La voce di Andie mi strappò ai miei pensieri, «che cazzo ci fate qui, Simon?» sbottò, avvicinandosi, «non mi sembra di avervi invitati.»

Il ragazzo al quale si era rivolta Andie scoppiò a ridere, «è una festa aperta a tutti no? Per questo siamo qui. Vogliamo solo divertirci.» replicò, muovendo qualche passo verso Andie, fino a sfiorarle una ciocca di capelli e attorcigliarsela intorno alle dita.

Andie fece in modo che si allontanasse e sbuffò, «l'ultima volta che mi hai detto una cosa del genere, mi sono rotta un braccio.» ringhiò, incrociando le braccia al petto.

Aggrottai le sopracciglia. Era inevitabile pensare che si conoscessero più che bene.

Simon alzò gli occhi al cielo, «mi sembra di averti già chiesto scusa e poi sono passati quasi due anni, la vita continua.» canzonò, dando una gomitata al ragazzo accanto a lui, che scoppiò a ridere.

«Killian, togliti quel sorriso dalle labbra se non vuoi che ti riempia la faccia di pugni.» mormorò Andie, al che sobbalzai.

Non avevo più dubbi, si conoscevano e anche parecchio bene.

Il ragazzo portò le mani avanti, «voglio solo divertirmi, non ti darò fastidio. C'è gente più interessante.» ribatté, prima di fissarmi intensamente.

Deglutii e sostenni il suo sguardo.

Andie scosse la testa e sospirò, allargando le braccia, esasperata, «fate come vi pare, ora sparite.» borbottò, prendendomi poi per il braccio.

«aspetta.» la interruppe il ragazzo, tenendo la sigaretta in bilico tra le labbra, «non ci presenti alla tua amica?» sogghignò.

Andie alzò gli occhi al cielo, «lei è Alexis.» disse, indicandomi con il pollice, «loro sono Simon, Killian, Scott e Justin. Ora sparite.» esclamò, trascinandomi verso la cucina. 
 

Justin
 

Mi tolsi gli occhiali da sole, tenendoli con due dita, giusto per vedere Andie e la ragazza che ci aveva appena presentato, sparire per il corridoio.

Le seguii con lo sguardo, soffermandomi sul corpo dell'amica di Andie - come l'aveva chiamata? Alexis?

Non era niente male. Il vestito verde che indossava metteva in risalto la sua carnagione e avevo un debole per le ragazze con delle gambe lunghe e perfette come le sue.

Avevo in mente di seguirle, ma Simon colpì il mio sterno con la mano, strappandomi ai miei pensieri.

Fece un cenno con il mento verso quello che sapevo essere il salotto, così lo seguii, appena dietro Killian e Scott.

Salutai alcune persone con una stretta di mano e ci sedemmo sui divani. Scott sparì per qualche istante, per tornare con quattro bicchieri rossi, colmi di quello che desideravo di più al momento.

Faceva un caldo tremendo dentro quella casa e l'unica cosa che mi avrebbe fatto sentire meglio, era qualcosa di fresco, che scendesse come se fosse acqua.

Presi il bicchiere portomi da Scott e ne osservai il contenuto: birra. Niente male, ma avrebbe potuto fare di meglio. Buttai giù quasi metà bicchiere in pochi sorsi.

Mi sedetti comodamente, tenendo il bicchiere in bilico sulle gambe. Due ragazze vennero verso di noi, sedendosi sulle gambe di Simon e Killian. Sorrisi. Probabilmente credevano di trovarsi in una sorta di paradiso, a giudicare dalle loro espressioni.

Scossi la testa e bevvi un altro sorso, fino a svuotare completamente il bicchiere, prima di posarlo, capovolto, sul piccolo tavolo posto in mezzo ai due divani sul quale eravamo seduti.

Conoscevo quella casa fin troppo bene.

Andie era la cugina di Simon. Non che andassero troppo d’accordo, ma faceva comodo avere una casa come quella quasi sempre a nostra disposizione.

La zia di Simon ed Andie non c’era quasi mai, così la usavamo noi, visto che lei si fidava ciecamente di Andie.

Non potevo dire la stessa cosa di Simon, ovviamente. Non credo nemmeno sapesse che quando lei era fuori città, la usavamo noi.

Alzai lo sguardo, per poter individuare dove fossero gli alcolici seri, quando Sheela attirò la mia attenzione.

Stava ballando con un tipo – che al momento non riuscii ad inquadrare – e quando si voltò, incrociò i miei occhi.

Sorrise lascivamente, uno di quei sorrisi che solo lei sapeva fare, e inarcai un sopracciglio, in segno di saluto.

Ci eravamo divertiti parecchie volte insieme.

Ricambiò il cenno e si voltò, tornando a quello che doveva essere il suo nuovo ragazzo o il suo nuovo passatempo.

Feci per alzarmi, per andare a prendere di nuovo da bere, quando qualcosa attirò la mia attenzione.

Abbassai leggermente la testa, per poter vedere meglio: Andie e la sua amica stavano ballando su un piccolo tavolo.

Andie si scatenava come suo solito, mentre Alexis si muoveva con meno sicurezza, ma non era male, per niente. Anzi tutt’altro.

Rimasi in piedi, appoggiato allo schienale del divano e le osservai: Andie diede le spalle ad Alexis, prima di iniziare a muoversi contro di lei.

Alexis scoppiò a ridere e anche se la musica alta non mi permise di sentire la sua voce, provai ad immaginarla.

Cristallina fu il primo aggettivo che pensai. Subito dopo la parola  sexy  comparve nella mia mente e sogghignai.

Entrambe alzarono le braccia al cielo, seguendo il ritmo piuttosto veloce della musica.

Osservai con attenzione il corpo di Alexis. Quel vestito che indossava lasciava poco spazio all’immaginazione.

Finiva ad una spanna buona sopra il ginocchio ed era piuttosto scollato sulla schiena, tanto che si notava facilmente l’allacciature del reggiseno. Osservando più attentamente, notai che all’altezza del costato aveva un tatuaggio. Un simbolo, per lo più coperto dalla stoffa del vestito e tutto quello che scorsi fu un semicerchio, che probabilmente continuava in un intricato disegno.

Mi inumidii le labbra al pensiero di poter scoprire che cosa aveva tatuato su quel corpo mozzafiato che aveva.

Si voltò, dandomi le spalle e permettendomi di avere una perfetta visuale della sua schiena, seppure coperta in parte dai capelli e del suo lato B.

Complimenti Andie, te la sei trovata bene la nuova amica, sogghignai nella mia testa, sempre più curioso di scoprire ogni minimo centimetro del suo corpo.

Quando all’improvviso si voltò, sul su viso era comparso un nuovo sorriso, probabilmente scatenato dalla pazzia di Andie, ma che durò appena quando i suoi occhi incontrarono i miei.

Seppure fosse piuttosto lontano, riuscii a contemplare perfettamente i suoi occhi azzurri, misti ad un verde particolare.

Il brillantino che portava al naso luccicò e mi inumidii nuovamente le labbra, pizzicandomi la base del mento.

Si accorse che stavo fissando proprio lei e quando accennai un sorriso, come per sanare i suoi dubbi, si chinò, per sussurrare qualcosa ad Andie, che fece una smorfia, ma annuì.

Alexis scese dal tavolo, con l’auto di uno dei ragazzi che ballavano loro intorno e, facendosi spazio, uscì dal salotto, fino a scomparire.

Sentii un moto di delusione invadermi il petto, era davvero un bello spettacolo, ma scossi la testa, fino a scacciare i pensieri.

Mi avvicinai al tavolo con l’alcool, esposto bellamente nelle bottiglie e feci un cenno ad Andie, che si avvicinò scocciata.

Si fermò a pochi passi da me e incrociò le braccia al petto, aspettando che parlassi.

Le sorrisi e le porsi un piccolo bicchiere colmo di qualcosa che al momento non sapevo nemmeno io cosa fosse. Volevo solo bere.

Lo accettò di buon grado e, insieme, bevemmo tutto d’un fiato.

«Chi è la tua amica?» domandai.

Aggrottò le sopracciglia, «hai una memoria così corta?» mi stuzzicò e accennai ad un sorriso, «si chiama Alexis. Si è appena trasferita.» rispose poi.

«Dove abita?» chiesi, curioso.

Andie si strinse nelle spalle, «non lo so.» mormorò, pensandoci poi un attimo.

Scoppiai a ridere e scossi la testa, «allora non mi sei di aiuto.» ribattei, «torna a fare il tuo spettacolo.» aggiunsi, indicando il tavolo sul quale stava ballando pochi minuti prima.

«Quanto sei stronzo.» sbottò, dandomi una spinta, prima di voltarsi e tornare a ballare.

Scoppiai a ridere e mi versai un altro bicchiere, che mandai giù in pochi sorsi.

Con mia grande sorpresa, Andie fu di nuovo accanto a me, così aggrottai le sopracciglia, confuso.

«Perché volevi sapere di Alexis?» domandò.

Questa volta fui io a stringermi nelle spalle, «è carina.» mormorai, ripensando a qualche istante prima.

Era molto più che carina, a dire la verità.

«Sì, ed è amica mia.» ribatté, «è appena arrivata Justin, non ha bisogno di un idiota come te.» aggiunse.

Spalancai le braccia, esasperato, «possibile che tu debba sempre insultarmi?» ribattei, fingendomi offeso.

Andie si strinse nelle spalle, «lo so che ti piace.» mormorò, con voce piuttosto bassa, prima di mandarmi un bacio e voltarmi le spalle.

Scoppiai nuovamente a ridere e decisi di fare un giro per la casa.

Arrivai nei pressi della porta, quando vidi Alexis scendere le scale. Mi fermai, aspettando che fosse anche lei nell’atrio, ma il mio piano venne interrotto bruscamente dall’entrata di qualcuno. Qualcuno che non mi sarei mai aspettato di trovare lì. Non dopo così tanto tempo.

 

 

 
 


Ci sono anche io :)

Siamo in un ritardo pazzesco, lo sappiamo e vi chiediamo immensamente scusa per aver pubblicato questo capitolo dopo oltre un mese.

Ci sono state di mezzo le vacanze e ognuna di noi ha fatto giorni diversi dall’altra. Se contiamo il fatto che abbiamo dovuto aggiornare anche le altre nostre fan fiction, beh, ecco svelato il mistero di tutto questo ritardo.

Speriamo di non aver deluso le vostre aspettative con questo capitolo.

Piccola novità: iniziano i vari punti di vista. Non saranno solo dal punto di vista di Justin e Alexis, ma sporadicamente, troverete anche quelli di Simon, Scott, Killian e Andie.

Entrano in scena praticamente tutti, a cominciare da Justin e i suoi amici e anche questa Sheela, che come avrete notato, non è una delle persone più simpatiche del mondo. Ne manca però ancora uno, ma non sveleremo nient’altro.

A voi i commenti e ci vediamo al prossimo capitolo – che speriamo di poter pubblicare al più presto.

Giulia e Fede.

Ps: vi lasciamo una piccola gif di Sheela, in modo da poter capire chi immaginare: Lucy Hale.

Ogni punto di vista ha la sua gif, dovete solo cliccarci sopra.

 

Se volete seguirci su twitter per sapere quando aggiorniamo: Giulia (@Belieber4Choice) e Federica (@breathinjiley)

Per qualsiasi dubbio o domanda in merito alla storia, vi lasciamo i nostri ask: Giulia e Federica.

  
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