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Autore: Kamelye    07/09/2013    2 recensioni
Luce e Oscurità. Vita e Morte. Estate e Inverno. Facce della stessa medaglia.
L'ombra non può mai perire, finchè ci sarà un ultimo barlume di luce. E più fulgida è la Vita, tanto più totale è la Morte. Ma dopo la fine, c'è sempre un Inizio.
Tre anni dopo la sconfitta di Pitch Black, un'ombra nuova sta per oscurare la luce della Luna. Un potere più grande anche dei Cinque Guadiani. In loro aiuto, verrà invocata un'altra Immortale, antica quanto la Luna stessa, ormai dimenticata.
Un sussurro, sulle labbra dell'Ultima Luce: Solstyce, il Solstizio D'Estate.
Tra scontri, vecchi nemici e nuovi sentimenti, i Guardiani si troveranno a combattere la battaglia più grande.
Perchè la Paura non può sparire, finchè ci sarà un solo cuore che batte sulla Terra.-
JackXNuovo Personaggio
[Ogni capitolo della storia è stato revisionato e corretto. EPILOGO PUBBLICATO!]
Genere: Angst, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Cinque Guardiani, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rise of the Guardians:

Eclipsed

Chapter 5: Alive



“Caspita! Non pensavo che mi riconoscessi” Disse la ragazza sorridendo. 

Jack tirò un sospiro di sollievo. “Dove sono?” chiese.

“In una specie di limbo. Diciamo il tuo subconscio.”

Il ragazzo deglutì. “E... cosa ci faccio qui?!”

“Sei qui per impersonare il clichè del principe azzurro che salva la situazione.” 

Hinan esplose in una risata cristallina. “Dovresti vedere la tua faccia! Ahahahahah!”

Jack si trovò suo malgrado a sorridere. “Sto scherzando ovviamente.” Disse lei, tornando seria. 

Sono stata svegliata dal mio sonnellino da mia sorella, per dare una mano a te e a quelli che stanno combattendo, li fuori.”

Jack la guardò, incuriosito. 

“Voglio farti vedere una cosa.” disse Hinan, prendendolo per mano. Il ragazzo si meravigliò di quella stretta: nonostante la ragazza fosse eterea, era calda e forte. 

Il paesaggio sfumò, facendo sobbalzare Jack, e poi si ricompose, prendendo la forma di una prateria molto estesa. Al centro, sorgeva un piccolo villaggio di capanne a cono. I due camminarono all'interno, mentre tutte le persone che si affrettavano verso una capanna più grande delle altre che stava vicino ad un gigantesco Totem di animali sacri. 

Dalla tenda venivano delle grida atroci e Jack stava per intervenire, ma Hinan lo fermò. Poco dopo uscì un vecchio dalla pelle rugosa e i capelli bianchi, pieno di ciondoli, bracciali e collane di perline. 

Reggeva tra le braccia esili ma forti Due piccoli fagotti. Jack sbirchò curioso, e si stupì di trovare due minuscole bimbe, una dall'aspetto completamente opposto rispetto all'altra. 

Istintivamente sorrise. Una aveva la pelle nivea e i un piccolo ciuffo di capelli di un argento splendente; l'altra aveva una carnagione più scura e un nutrito ciuffo di capelli corvini. Improvvisamente, le due bambine si girarono contemporaneamente l'una verso l'altra, rivelando di avere entrambe due voglie a forma di mezzaluna sulle spalle. 

Jack si girò verso Hinan, che si abbassò di poco la spallina del vestito, rivelando una voglia a mezzaluna. 

“Siete voi?!”

“Si.” disse, con voce grave. “Nostro padre era un grande guerriero. Morì valorosamente in battaglia per proteggere il nostro villaggio prima della nostra nascita. Il giorno in cui siamo nate però, invece di essere un giorno di festa, fu di lutto. Nostra madre morì nel mettere Solstyce al mondo.”

La tristezza in quegli occhi celesti era disarmante. 

“Solstyce non se l'è mai perdonato. Si è sempre sentita profondamente responsabile della morte di nostra madre e di conseguenza di me.

Ci crebbe nostro nonno, lo sciamano del villaggio. I nostri nomi erano SethunyanWi, 'fiore d'estate' e SethunyaInyan,'fiore d'inverno'.

Crescendo, io mostrai una spiccata propensione per il mondo onirico, il contatto con la natura e le arti sciamaniche, al punto che mio nonno decise di istruirmi. 

Al contrario, mia sorella era un prodigio nelle arti del combattimento.

Era forte, veloce, e possedeva una volontà incrollabile, oltre che un grande coraggio.

Voleva diventare una guerriera e ci riuscì, portando a termine tutte le missioni più letali che solitamente anche gli uomini adulti hanno timore di affrontare… Ma avevamo le nostre difficoltà. Due orfane, per giunta donne... Non era una vita facile. Inoltre, a causa del mio aspetto, ero considerata dai più un demone. 

Eravamo legatissime. A volte sognavamo addirittura le stesse cose. Non riuscivamo a stare l'una senza l'altra. Ogni volta che Solstyce partiva per la guerra, sentivo come se una parte di me si staccasse dal mio corpo, e lo stesso era per lei. Solstyce mi proteggeva sempre. Tutti i bambini che mi prendevano in giro o tentavano di picchiarmi finivano in lacrime dalla mamma.” Raccontò ridacchiando. Jack osservava la ragazza muoversi sinuosa con un lungo pugnale ricurvo in mano. Probabilmente si stava allenando. I capelli corvini le danzavano intorno, incorniciandole il volto concentrato. Il ragazzo rimase incantato dagli occhi di Solstyce. Erano un concentrato di forza, temprata dalle mille difficoltà. Il cuore iniziò a battere furiosamente, lasciandolo senza fiato. 

E'... Bellissima…” sussurrò lo Spirito del Gelo, incantato e terrorizzato allo stesso tempo. 

Hinan lo fulminò con un'occhiata maliziosa, sghignazzando.

“Ehm si, ehm, lo stile è molto fluido, dev'essere davvero bravissima, bravissima.” Cercò di pararsi il ragazzo, con scarso successo. Paradossalmente, le guance gli si tinsero di un rosso intenso. 

Hinan rise piano, mentre il paesaggio sfumava ancora. 

“Poi… un giorno” continuò la ragazza, “mentre ero in trance, uno spirito mi rivelò che una serie di terribili catastrofi stavano per abbattersi su di noi. Poi vidi una festa, che di solito viene fatta durante i sacrifici. Ma sull'altare sacrificale, c'eravamo io e mia sorella.”

Jack sobbalzò. 

“Rivelai al villaggio ciò che avevo visto, omettendo però la parte del sacrificio. Gli abitanti in pricipio non mi credettero, ma poi, tutto ciò che avevo visto nella visione si avverò. Una grandissima siccità si abbattè sul villaggio e l'inverno fu così rigido che molti perirono per il solo freddo.”

Lo sfondo tornò buio e pieno di stelle. 

“Non voglio che tu veda ciò che accadde poi.” Disse Hinan, con gli occhi lucidi. 

Ti basterà sapere che la paura di qualcosa che non riuscivano a spiegare doveva ricadere su qualcuno. Dissero che il Grande Spirito si era adirato con loro, ed incolparono me dell’accaduto.

Nonostante mio nonno avesse tentato di fermare gli abitanti del villaggio, quelli in una notte di luna piena, iniziarono la cerimonia di sacrificio ed espiazione per ciò che stavano per fare. Non ebbero il coraggio però di alzare i pugnali contro di noi: ci portarono nella Foresta Sacra, dove il Totem fu eretto dai nostri antenati. Chiunque avesse danzato in quel luogo sacro, sarebbe tornato al Wakan Tanka, il Grande Spirito. Ricordo solo che li con me, fosse venuta anche Solstyce. 

Cercai di allontanarla, ma lei quella notte danzò con me...

Poi ricordo una grande luce, e che ero mano nella mano con mia sorella. Ci svegliammo ai piedi del Totem, ormai diventate spiriti. 

Con i secoli, venimmo a sapere che i precedenti spiriti dell'Estate e dell'Inverno erano scomparsi: la carestia e l’inverno così rigido erano stati causati da questo. Io e Solstyce… dovevamo prendere il loro posto, uccise dal nostro popolo per il suo stesso bene. Tuttavia qualcosa era andato storto: non siamo state uccise, abbiamo scelto di morire. A causa di questo… eravamo molto più forti dei normali spiriti. E per questo, l'Oscurità dovette porre rimedio” Disse.

“Così nacque Pitch, lo spirito della Paura. Capisci Jack? Capisci perchè Solstyce non si da pace? E' colpa nostra. Tutte le battaglie che innocenti hanno dovuto affrontare, i Secoli Bui. E’ stata tutta colpa nostra!”

Jack le mise una mano sulla spalla: tremava. 

“Mi dispiace per quello che avete passato, ma c'è una cosa di cui posso assicurarti: non è colpa vostra se Pitch è nato. La paura ha sempre fatto parte dell'anima degli esseri umani.” Le disse il ragazzo, e Hinan sorrise. 

Per questo ti ho chiamato qui, Jack. Per me non c'è più nulla da fare ormai. Ma Solstyce... Da quando sono tornata alla Madre Terra, lei si è chiusa in se stessa, annullandosi nel senso di colpa. Crede che sia tutto ciò sia causa sua! Ti prego Jack, devi farle capire quanto è bello aver avuto questa possibilità, e che non è necessario distruggersi... Ha già sofferto abbastanza”

La figura della ragazza stava diventando sempre più impalpabile. Si poteva quasi vedere perfettamente attraverso.

“Come dovrei fare?! Odia così tanto i Guardiani!”

Lei scosse la testa. 

“Tipico di Solstyce” sussurrò. “Quello non è odio Jack. O almeno non verso di voi. Ogni volta che incrocia i Guardiani, in lei si riapre una grossa ferita: il pensiero di aver fallito. Non è riuscita a proteggere i Guardiani, a proteggere me, e questo ha portato alla mia 'seconda morte', se così la vogliamo chiamare. Quello che prova non è rabbia verso di voi, ma verso se stessa.”

Jack rimase in silenzio a fissare le iridi sempre più evanescenti di Hinan. Non avrebbe mai immaginato che fossero questi i motivi per cui Solstyce era così ombrosa. 

Vide la ragazza portare una mano al petto di lui, ed estrarne una specie di globo luminoso. Il ragazzo sentì una specie di mancamento, come se la sua anima fosse risucchiata fuori dal corpo. 

“Questa Jack, è l'unica arma che può sconfiggere quelle bestiacce. Solstyce ti ha mostrato il ciondolo con lo Yin e lo Yang, giusto? 

Quello annuì, ancora un po' stordito. 

Ecco, questa sfera è la condensazione di tutto lo Yin, la luce, del tuo essere. Prendila in mano.”

Jack eseguì, e con suo grande stupore, si liquefece, si allungò e prese la forma del suo bastone ricurvo.

Era completamente bianco e nodoso proprio come il legno, ma era durissimo e sembrava fatto d'osso. Lo sentiva come una parte di se, un prolungamento del suo essere. Incitato dallo sguardo della ragazza, lo agitò con l'intenzione di creare un leggero refolo di vento ghiacciato. 

Si ritrovò sbalzato indietro di vari metri da una bufera devastante, finendo a gambe all'aria in mezzo alla neve. 

“M"ma sono stato io?”

Chiese alla ragazza, che se la rideva alla grande. 

“Ahahahah! si, sei stato tu! Fai attenzione, quel coso è parecchio potente.”

Il giovane si rialzò, togliendosi di dosso la neve. 

“Grazie Hinan. Per l’aiuto, e per avermi rivelato la vostra storia. Ora capisco molte cose. ” 

Quella sorrise, allegra. 

Fammi un favore Jack. Dì a mia sorella che io non sono morta, ma continuerò sempre a starle vicino, qui. Disse, toccandosi il cuore all'altezza del petto. 

Lo farò, promesso."

La ragazza annuì, soddisfatta, e scomparì in con un sorriso sul volto.


***


Quando si riprese da quella specie di stato di trance, la situazione era critica. 

Nord era a terra davanti a lui, probabilmente svenuto. Dentolina era accasciata su un albero li vicino e tentava ripetutamente di alzarsi senza riuscirci. Sandy era davanti a tutti, per tentare di proteggerli da un eventuale attacco, ma si reggeva a stento in piedi. 

Solstyce e Calmoniglio erano gli unici a combattere ancora, anche se erano messi piuttosto male. Aster quando poteva si reggeva un braccio, probabilmente rotto o con qualche legamento slogato. Solstyce era piena di tagli, abrasioni ed ematomi, e le mani erano completamente ricoperte di sangue, segno che aveva tentato di combattere la creatura a mani nude, ed ansimava pesantemente. 

Jack scattò in piedi, ma il bastone di legno bianco che aveva tenuto insano nella sua… visione? era scomparso. 

“Dov'è?! Dannazione dov'è finito!?” Pensò nel panico. 

Un tentacolo colpì Calmoniglio sul braccio leso, scaraventandolo lontano; Solstyce era impegnata con due tentacoli contemporaneamente, ma l'angoscia e la paura di Jack li fecero moltiplicare. Impegnato a cercare il suo bastone, non si accorse che un gigantesco ed appuntito si dirigeva verso di lui. Così, quando vide Solstyce crollare davanti a sè, non ne comprese subito il motivo. 

Solo quando la prese al volo e si accorse del liquido appiccicoso che le impregnava la spalla, sentì qualcosa dentro di lui bloccandogli la gola. 

"Solstyce! Solstyce! Ti prego rispondimi!” gridò scuotendola, ma la sua richiesta non ebbe risposta. 

Un sentimento sconosciuto montò nel suo animo. Strinse forte il corpo della ragazza. Era bellissima, anche adesso, con il viso contratto in un smorfia di dolore ed i lunghi capelli corvini attaccati alla faccia. 

La adagiò al suolo e si alzò in piedi, gli occhi animati da un potere mai sentito prima. Afferrò il globo luminoso che gli era apparso davanti senza farsi troppe domande e quello si trasformò in un bastone ricurvo e con un urlo di rabbia, scaraventò tutta la sua forza in un colpo solo.

Un manto di neve e ghiaccio ricoprì l'intera area, e poi ci fu solo il silenzio. La creatura era svanita.

Il giovane  si sentiva completamente svuotato, ma riuscì a conservare abbastanza lucidità per alzarsi e correre dai suoi amici. Corse da Nord, e riuscì a rianimarlo con il ghiaccio, mentre Dentolina si rialzava grazie all’effetto di un incantesimo curativo che aveva lanciato su se stessa.

“J-Jack! Stai bene?” Gli disse volando a scatti verso lo Spirito. 

“Io si, ma lei no!” disse indicando Solstyce, stranamente pallida. 

“Oh no!” disse la Guardiana, che pur nella stanchezza si fiondò dalla giovane, seguita da tutti gli altri Guardiani che nel frattempo si erano ripresi. 

Era palese che fosse era messa male. Gli occhi chiusi stretti in una smorfia di dolore, il labbro inferiore secco e spaccato. Dentolina le passò una mano sulla fronte.

“Ha la febbre.” Disse, concitata. 

“Jack, veloce, mettile una mano sulla fronte.”

Stava albeggiando ormai. La luce era aumentata, ma non abbastanza da far capire alla Guardiana quale fosse il problema. 

"La spalla.” disse Jack con la gola secca. “Dovrebbe essere ferita alla spalla.”

Dentolina abbassò la mano fino a toccarle la spalla e impallidì. Sentì una sensazione di nausea attanagliarle lo stomaco. 

“Ha un buco nella spalla!” disse la Guardiana con un grido spezzato, paralizzata. Si guardava la mano insanguinata come in trance. 

Poi uno stridìo li fece sobbalzare: si misero tutti in posizione d'attacco intorno a Solstyce, per difenderla. Ma invece di una creatura nera, una bellissima aquila reale circondata di un’eterea luce azzurrina volò in direzione dei Guardiani. Li osservò attentamente uno ad uno, con dei penetranti occhi gialli, mantenendosi ferma in aria sbattendo regolarmente le possenti ali. Questi, compreso il messaggio, si spostarono, e l'animale svolazzò sopra Solstyce; dopo qualche giro, con una velocissima picchiata si trasformò in luce, che venne assorbita dal corpo della ragazza. Dalla sua bocca uscì un sonoro sospiro di sollievo, ma non si svegliò Dentolina corse di nuovo al suo capezzale, tremando ma controllando la ferita con mani esperte. Ah, le ore che aveva passato a rattoppare i suoi compagni!

“Non si è rimarginata ma... E' fuori pericolo.” Decretò infine.

“Meno male! Coraggio, torniamo a Polo Nord, li siamo al sicuro.” disse Nord, trascinando tutti con sé.


***



“E' ancora addormentata, ma pare che stia bene” Disse Dentolina, uscendo dalla stanza dove Solstyce riposava.

Sandy sorrise, tutto contento. 

“Ora però dicci Jack” Si intromise Calmoniglio, che ancora si teneva il braccio ferito. “Come hai fatto a fare quella… cosa?”

Il ragazzo si fece serio, conoscendo l’effetto che ciò che stava per dire avrebbe avuto sui suoi compagni: “Ho visto Hinan”, disse con tono grave. 

“Cosa? Hinan?!” Disse Nord, spalancando gli occhi;

“Già.” Rispose lo Spirito del Gelo. “Mi ha raccontato di lei e Solstyce e sulla loro vita passata... Beh, prima di diventare Spiriti. Ma soprattutto, mi ha dato un'arma per sconfiggere quei mostri orrendi”. I suoi compagni lo guardarono stralunati, chiedendosi dove fosse quest’arma miracolosa. 

“Solo che… non so come farla tornare…” iniziò Jack, mettendo su un’espressione di scusa. “Ho sentito qualcosa, una sorta di energia nel petto, ed era lì, nelle mie mani, ma poi è sparita e non ho idea di come farla tornare. Forse è apparsa per volontà di Hinan, ma…”

“Non è così facile.” disse una voce arrochita. 

Tutti i Guardiani si girarono di scatto: Solstyce era lì davanti a loro, appoggiata allo stipite della porta della sua stanza per non cadere. 

“Per attivare quel tipo di potere a comando ci vuole un sacco di allenamento” commentò. 

“Solstyce! cosa fai in piedi?! Dovresti essere a riposare!” Disse Dentolina, preoccupata. 

“Non preoccuparti Dentolina, sto bene ora.” rispose lo spirito dell’Estate, che però esibiva una fitta fasciatura alla spalla e al braccio. 

“Ragazza! Tu parli di nuovo! Fatti abbracciare da Nord!- Disse quello, stritolandola in un affettuosissimo abbraccio spacca-ossa. 

“Piano piano! E’ ancora convalescente!- disse Dentolina, senza riuscire a nascondere un sorriso. Staccatasi dall'abbraccio di Nord, la ragazza corse da Sandy.

“Sei stato grande, amico” disse, battendogli il pugno. Quello gonfiò il petto, soddisfatto. 

“Calmoniglio, fammi vedere il braccio” disse la ragazza.

“Naah macchè. è solo un graffiett- AHIA!” 

“Chiamalo graffietto!” disse Solstyce contrariata mentre osservava l'arto con occhio critico ed esperto. 

-Hai i legamenti della spalla lussati e probabilmente anche un ematoma muscolare” Calmoniglio sbiancò. Solstyce e il coniglio si Pasqua guardarono Dentolina, che scosse la testa: con i suoi incantesimi poteva guarire l’ematoma, ma non di più. 

“Rimettimela a posto.” Disse infine Calmoniglio con espressione decisa. 

"Sicuro?" Chiese lei; Aster annuì. 

La ragazza si mise accanto a lui, piazzò le mani sulla spalla del Guardiano e tirò. Quello fece una smorfia di dolore, ma i tatuaggi della ragazza si illuminarono, fino a raggiungere le mani.

"Ehi, va molto meglio!" Disse Calmoniglio, muovendo il braccio più volte avanti e indietro. Solstyce sorrise, appoggiandosi al tavolo: l’incantesimo che aveva lanciato per non far sentire troppo dolore al compagno era semplice, ma la spossò non poco. Dentolina la sostenne subito. 

"Devo insegnarti un paio di incantesimi di guarigione che mi ha insegnato uno stregone del Sudafrica.” Disse alla Guardiana. “Potrebbero essere utili in caso non ci fossi o non potessi usarli io. Ora scusate, sono stanca. Torno a riposare.” concluse, girando i tacchi e rientrando nella stanza chiudendosi la porta alle spalle. 

Jack avrebbe voluto parlarle, ma pensò che forse non era il momento. La cosa lo tormentò per le ore successive, che passò sdraiato sul letto a rigirarsi l’acchiappasogni della ragazza nelle mano. Quando non ce la fece più, si alzò di scatto deciso ad approfittare del fatto che gli altri Guardiani fossero ancora tutti a riposarsi, o almeno così sperava. 

Si aggirò per i corridoi del castello, fluttuando ad una velocità maggiore del solito. Quando arrivò davanti alla porta di Solstyce, si assicurò che non ci fosse nessuno prima di bussare. 

“Avanti” fu la risposta, e lo Spirito entrò lentamente. 

“Jack Frost” lo salutò Solstyce, seduta a gambe incrociate: stava meditando.

“Scusa, ti ho interrotto” disse Jack, che fece per andarsene, ma lei fece un gesto con la mano facendogli capire che poteva rimanere. 

“Stai bene?” chiese il ragazzo. 

“Si, sto bene” disse lei, abbastanza lapidaria, sciogliendo le gambe ed alzandosi senza produrre alcun rumore 

“Volevo restituirti questo” disse Jack di corsa, porgendole l'acchiappasogni. Le loro mani si sfiorarono appena quando lei allungò la propria per prendere l’oggetto, producendo una scintilla di elettricità che risalì velocissima per il braccio del ragazzo. Se lei l’avesse percepita, non lo fece notare, girandosi per sistemare l’acchiappasogni sulla testiera del letto. 

“Posso chiederti…” cominciò il ragazzo e lei piantò i suoi occhi nei suoi, sfidandolo a continuare. 

“… come mai… parli di nuovo?"

La ragazza sospirò. 

"Ho visto mia madre." disse con una voce flebile. Lui la interrogò con lo sguardo, senza capire. 

“L’aquila. Era lo spirito di mia madre. Ha rinunciato all’unione con il Grande Spirito per unire la sua anima alla mia, donandomi il suo potere.” Spiegò. Un’ombra di senso di colpa le spense gli occhi. 

Jack sentì una fitta di dolore al petto: lui sua madre se la ricordava appena, ma capì perché la ragazza si sentisse responsabile. Solstice distolse lo sguardo dagli occhi penetranti del ragazzo come se guardarlo le facesse male, prendendo a fissare un punto indefinito. 

“Mentre ero svenuta… l’ho vista in carne ed ossa. Non ha detto una parola. E’ venuta verso di me, mi ha abbracciato. Ho sentito il suo calore, come se fosse stata davvero li con me.” continuò, per poi sospirare. 

“Per mille anni non ho avuto altra compagnia che il Sandman e il Vento. Non sarà facile, per me, imparare di nuovo ad avere compagnia. E no, non diventerò una Guardiana” Aggiunse, alzando un dito prima che Jack potesse dare voce al suo entusiasmo. Il ragazzo sorrise: era comunque un passo avanti. Lo spirito del Gelo prese a svolazzare qua e la, a disagio. “Quando ero in quella specie di trance” disse infine, “Ho incontrato Hinan”. Solstyce fece un sorrisetto. 

"Quindi è stata lei a darti una mano" Rispose la ragazza, accennando un sorriso.

"Già" le ridacchiò dietro Jack, tornando però subito serio. "Mi ha lasciato un messaggio per te." La ragazza lo guardò stralunata. 

Lo Spirito le si avvicinò, trovando chissà dove il coraggio di guardarla negli occhi. Un piccolo angolo del suo cervello si stupì di nuovo di quanto fosse piccola: lui non era certo un gigante come Nord, ma la ragazza dovette comunque alzare la testa per rispondere allo sguardo.

Erano così vicini che il calore emanato dal corpo di lei lo fece quasi avvampare, mentre lei tremò leggermente dal freddo. 

"Mi ha detto di dirti… che lei non se n'è andata, ma continua a vivere e starti accanto. Qui. " disse, portandole la mano all'altezza del cuore. 

La giovane rimase pietrificata. 

Una sola, piccola lacrima solitaria le scivolò dagli occhi.

Prendendo coraggio, lo spirito del Gelo seguì l’istinto e l’abbracciò. 

La ragazza, inaspettatamente, rispose all'abbraccio tutto d'un colpo, aggrappandosi alla felpa del ragazzo come se stesse per cadere, ma non pianse. 

Rimasero così, senza dire niente. Quando Jack sentì il respiro di Solstyce farsi regolare, si staccarono e la ragazza lo guardò come se lo vedesse davvero per la prima volta. 

Il cuore rimbalzava così forte nel petto dello spirito del Gelo da sentire il sangue nelle orecchie. “Dovresti riposare ancora” disse Jack dopo qualche secondo di silenzio e lei annuì, girandosi verso il letto.

Lo spirito uscì, senza dire una parola, chiudendosi silenziosamente la porta alle spalle. 

Ci appoggiò la fronte, confuso più che mai, inconsapevole che lo spirito dell'Estate stesse facendo la stessa cosa dall'altra parte del legno freddo.  

  
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