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Autore: fly90    07/09/2013    6 recensioni
Lisa a causa del rancore e della rabbia è bloccata sulla terra e non può passare oltre a meno che non si vendichi...
Genere: Horror, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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LA GIUSTIZIERA.



Mi chiamo Lisa e questa è la mia storia, la storia di una vendetta.

Abitavo in un piccolo paesino del Piemonte che a pronunciarlo sembrava uno scioglilingua: Miogliola. Era un bel posto in aperta campagna dove le strade erano piccole e i campi infiniti dove in primavera nascevano mille tipi di fiori che formavano distese multicolori, per non parlare dei molti boschi che caratterizzavano la zona.

In autunno nascevano i funghi e in inverno cadeva copiosa le neve.

La neve, come mi piaceva quella candida neve!

Passeggiavo spesso, nelle giornate meno fredde, fermandomi di tanto in tanto per ammirare i prati completamente ricoperti dallo strato di neve fresca.

Con la mamma facevamo sempre un grosso pupazzo di neve davanti alla casa e in periodo di feste appendevamo le luci sulle balaustre e lungo le cornici del tetto, ogni anno di un colore diverso.

Papà poi andava a prendere un albero vero e insieme lo addobbavamo.


Ma ora non ci sono più luci e addobbi a casa mia a Natale, non ci sono più pupazzi neve di inverno e fiori in giardino in estate.

Ora rimaneva solo una casa vuota e abbandonata.

I miei dopo la mia morte lasciarono il paese per ricominciare una nuova vita. Non lo fecero perché volevano dimenticarmi ma soltanto perché qui ci sono troppi ricordi dolorosi, io questo l'ho capito.

Mi sento sola a volte in quella cosa buia e silenziosa. Niente è più come prima.

Per colpa di alcune persone mi ritrovo ad essere un fantasma. Si, avete capito bene, sono un fantasma.

Io pensavo che una volta morta sarei andata in un altro posto e invece mi hanno detto che sono bloccata qui, sulla terra, finché la mia rabbia ed il mio rancore non saranno spariti.

Mi sono chiesta spesso quale sia il modo per liberarmi di queste emozioni e ne ho trovato uno solo: vendicarmi.

Come dicevo ora vi racconto come sono finita qui sotto forma di spettro ma, per raccontarvelo, devo fare un passo indietro.


10 agosto 1990.


Era una giornata afosa ed io e la mia migliore amica Carlotta decidemmo di andare al Lago dei Gulli, un lago situato in un paese vicino al nostro.

Andavamo spesso lì per la quiete di quel luogo, ci stendevamo sulle rive con i piedi nell'acqua a scambiarci confidenze e ridere.


Mi mancano quelle giornate con lei dove il mio unico pensiero era quello di dovermi fare carina per il ragazzo di turno del quale mi ero presa l'ennesima cotta.


Eravamo lì a goderci il sole e l'acqua piacevolmente calda quando arrivò un gruppo di ragazzi.

Erano dei ragazzi del paese che amavano fare i bulli in giro, brutte persone, giovani delinquenti.

Io e Carlotta ci scambiammo uno sguardo d'intesa e alzandoci facemmo per andarcene ma non avevamo nemmeno fatto due passi quando sentimmo la voce di uno del gruppo chiamarci.

Facemmo finta di non sentire ma al terzo richiamo decisamente offensivo Carlotta, che era la più tenace e battagliera delle due, si girò per affrontare il bullo che ci aveva appena dato delle poco di buono.

Io avrei invece preferito andarmene e basta, un senso di inquietudine si impossessò di me e cercai di strattonarla via ma era troppo tardi.

Il gruppo ci chiuse in trappola facendo cerchio intorno a noi e chiudendo ogni via fuga.

Quello che doveva essere il capo della banda si avvicinò a noi ridendo soddisfatto ci girò intorno facendo apprezzamenti osceni e ci disse che si sarebbero divertiti molto con noi e avrebbero cominciato da Carlotta così da darle una lezione.

Detto ciò due presero me per le braccia e mi immobilizzarono mentre gli altri prendevano Carlotta che cominciò ad urlare e menare calci nel vano tentativo di difendersi.

Fui costretta a guardare mentre abusavano a turno della mia amica senza poter fare nulla per impedirlo se non gridare di smetterla e scalciare a mia volta per liberarmi e soccorrerla.

Non mi dimenticherò mia lo sguardo di quei ragazzi fissi su di me come a minacciarmi che dopo sarebbe stato il mio turno.

Carlotta svenne ma loro non si fermarono.

Quando tutti ebbero finito di divertirsi con lei il capo, che nel frattempo avevo scoperto chiamarsi Antonio, diresse verso di me dicendo ai due ragazzi che mi tenevano bloccata di lasciarmi perché sarebbe stato più divertente inseguirmi.

Non appena fui libera mi buttai di corsa verso il lago invece di scappare per il bosco.

Non so perché presi quella decisione ma fu quella sbagliata.

Sapevo di essere veloce a nuotare e contavo di raggiungere l'altra riva in fretta ma avevo sottovalutato il fatto che anche loro potessero essere abili nuotatori.

Non riuscii nemmeno ad arrivare a metà che Antonio mi fu addosso e mi tirò a riva.

Ero in trappola,alla loro mercè.

Iniziò a provare a violentarmi ma io combattei con tutte le mie forze dando morsi e ginocchiate come potevo. Il fatto che fossero cinque non giocò a mio favore.

Mi presero e mi girarono di schiena con il viso nell'acqua e cominciarono anche con me.

Forse per la troppa foga non si resero conto che io, avendo il peso dei loro corpi sopra, non potevo far riemergere la testa per respirare.

Fu così che morii, annegata mentre subivo una violenza.

Quando si accorsero di quanto successo scapparono lasciandomi li in acqua.

Fu Carlotta, quando rinvenne, a trovarmi così.


Non ho idea di quanto tempo sia passato da allora perché mi sfugge il passare dei giorni.

Li ho seguiti uno a uno. Ora si trovano in carcere ma io non sono soddisfatta della pena che hanno dato loro dopo quello che ci hanno fatto. Devono pagare con la loro vita.


Uno alla volta li uccisi tutti. Il primo lo sgozzai, il secondo lo strangolai con una corda, al terzo sparai in testa e al quarto strappai di netto il cuore dopo averlo aperto con un coltello. Ma giustizia non era ancora fatta, me ne mancava uno soltanto e poi la mia vendetta poteva considerarsi compiuta. Per ultimo lasciai Antonio, il capo della banda.

Con lui mi sarei divertita parecchio.


La sua cella era piccola e sporca e lui aveva sempre sul viso quell'aria da bullo. Appena lo vidi la rabbia esplose in me.

Era intento a guardarsi allo specchio.

Mi avvicinai.

Avevo notato con il tempo che se mi concentravo su una cosa alla fine riuscivo prenderla, così mi concentrai e presi il rasoio appoggiato su un piccolo mobiletto e lo scagliai contro la superficie dello specchio rompendolo.

Le schegge di vetro trafissero l'intero volto di Antonio aprendo tagli qua e là ma la cosa più divertente per me fu quando alcune schegge finirono nei suoi occhi.

Sanguinava copiosamente e urlava come un pazzo.

Dovevo fare presto se volevo ucciderlo prima che arrivasse qualcuno.

Mi chinai e raccolsi il pezzo più grosso che trovai.

Gli presi la testa con una violenza inaudita gli conficcai la scheggia dentro al bulbo oculare che prese a sanguinare.

Poi tirandola fuori lo conficcai anche nell'altro.

Ora non avrebbe più potuto guardare niente l'avevo reso cieco.

Sentendo dei passi mi sbrigai e gli infierii il colpo finale, gli aprii la gola e stetti a guardarlo finchè non morì.


Questa fu la mia vendetta. E questa è la mia storia.

Nonostante io mi sia vendicata la rabbia ed il rancore per essere morta fanno ancora parte di me così sono costretta a vagare ancora sulla terra sotto forma di spettro ma in fondo mi sono rassegnata, forse sono qui perchè questo è il mio posto.

Forse sono qui per fare giustizia per conto di chi non può farlo.

Sarò la vendicatrice di chi subisce violenze, di chi viene ammazzato, di chi viene preso in giro dai bulli.


Questo è il mio compito ed intendo adempierlo nel migliore dei modi...



FINE



Ciao a tutti! Grazie per averla letta e se avete voglia recensite.

Chiedo scusa per eventuali errori fatti ma come sempre scrivo di getto senza controllare. Chiedo vivamente scusa a chi aveva recensito quella vecchia che ho cancellato a causa dell'errore presente nel titolo...non volevo cancellare le vostre recensioni scusatemi tantissimo.

Un abbraccio.

Fly90


Ps: Per Perla Olmi

Questa non è ancora la storia che cerchi ma ho messo il mio paese, sto ancora lavorando sulla storia reale che sto scrivendo a seguito dei tuoi consigli.:-) Un abbraccio.


  
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