Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel
Segui la storia  |       
Autore: sweetie93    15/03/2008    1 recensioni
...e ti accade quello che mai pensavi potesse accadere a te...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 1

 

<< Credi ti sarà possibile intraprendere una relazione seria?>>

<>

Dal ristretto pubblico che era in grado di ospitare quel piccolo studio televisivo partirono fischi e alcune risa, forse non condividevano in pieno l’affermazione del giovane, o forse l’avevano ritenuta una battuta di spirito vista l’incredulità con cui la consideravano.

Si passò una mano tra i lunghi capelli nero un po’ imbarazzato, lasciando che le sue delicate e sottili dita bianche si infiltrassero in quelle ciocche deboli e fiacche mentre concedeva un altro sorriso alla telecamera che ne disperdeva tutta la bellezza e la lucentezza in milioni di insignificanti pixel che non rendevano giustizia nemmeno per metà a tutto lo splendore di quel gesto.

<< Vuoi dire che in più di un’occasione ti è capitato di mantenere salda un’amicizia con una ragazza senza che ci fosse la minima attrazione da parte di entrambi?>> chiese con un po’ di malizia la giovane giornalista.

<>

Ancora fischi e ancora più imbarazzo che si concentrava nelle sue gote bianche presto rosse per il sangue che vi rifluiva velocemente.

<< Aveva dodici anni ci credo!>> gridò qualcuno dal pubblico

Si girò verso la platea per cercare di capire da dove venisse quel vociare, ma poi lasciò perdere quando notò il sorriso concordante del fratello seduto al suo fianco.

<> chiese al giovane ragazzo dai lunghi rasta biondi che sedeva al suo fianco stringendo tra le mani tese e nervose la stoffa della sua maglietta piuttosto larga, senza curare il fatto di essere in diretta nazionale.

<> disse malizioso iniziando a stuzzicare il piercing che disegnava il suo labbro inferiore rosso e carnoso.

<> chiese la donna cercando di rendere più maliziosa e intrigante quella conversazione. Avrebbe sicuramente incrementato l’audience…con tutte le ragazzine dagli ormoni alle stelle che li stavano seguendo sbavando davanti al televisore.

<> sorrise guardando la donna

Il moro, tirandosi su con la schiena, continuava a guardarlo con un’aria di rimprovero non condividendo affatto tutto ciò che stava dicendo.

<>

Una delle ragazzine dai visi troppo truccati e dai vestiti appariscenti lanciò un urlo dagli spalti richiamando l’attenzione dei quattro giovani che sedevano sulle poltroncine colorate di fianco la scrivania.

La giornalista riprese <<…i Tokio Hotel sono fidanzati?>>

Un urlo collettivo si sviluppò dalla prima fila di ragazzine che non vedevano l’ora di conoscere il responso di quella domanda, sperando di poter continuare a credere di avere una minima, falsa, speranza.

<> ammise Bill, il moro, soddisfatto di aver fatto scaturire in quelle ragazzine appagamento e gioia.

<>

Sorrise mentre il volto delle giovani si incupiva sempre più.

<>

Sorrise ancora una volta vedendo che non aveva deluso le fan desiderose solo di un’opportunità che lui non poteva dargli, almeno non a tutte.

<> annunciò la donna

Si sentì un coro di piagnistei provenire dal pubblico, era sempre difficile dire addio ad un volto come quello dopo aver passato anche pochissimo tempo a guardarlo così da vicino.

<> disse sorridente e orgogliosa del suo lavoro

Si strinsero tutti la mano e, accennando un ultimo sorriso alle fan e un ultimo momento per raccogliere i numerosi pupazzi gettati al loro passaggio, uscirono, entrando nel backstage.

Tirarono tutti un sospiro appena usciti da quello studio, l’atmosfera era davvero tesa ogni volta, anche se non lo davano a vedere.

« Bill, grande la battuta dell’amicizia tra maschi e femmine! » sghignazzò Tom, il fratello

Bill lo guardò interrogativo, non sapeva se in quel momento stesse scherzando anche lui o se dicesse sul serio.

«  Tom, era la verità, piuttosto tu, smettila di raccontare in giro quella balla della tua prima volta a dodici anni, sai che non ci crede a nessuno… » disse scettico

« Beh, magari non erano dodici ma sedici…fatto sta che quella è più credibile della balla che racconti tu… »

Si voltò verso il giovane che lo guardava braccia conserte, poggiato al muro bianco mentre riprendeva fiato sorseggiando da una bottiglia d’acqua fresca.

« A cosa ti riferisci? »

«  Lo sai benissimo, non fare l’innocentino…chi vuoi che creda che sei ancora vergine… »

Bill arrossì tutto d’un tratto. Di certo non si aspettava simili parole dal fratello gemello, evidentemente nemmeno lui credeva alla verità che aveva raccontato.

«  Sciocchezze! E’ vero e lo sai benissimo… »

Lo guardò torvo come per mettere in dubbio per un attimo la sincerità che c’era tra loro due.

«  Si…lo so, ma mi piace troppo quando te la prendi per queste sciocchezze, fatto sta che non rimarrai vergine per sempre… » disse iniziando a raggiungere gli altri componenti verso il tour bus

Bill rimase da solo nel freddo corridoio bianco a osservare il fratello andare via. Per un certo senso lo invidiava. Era così sicuro di sé. O almeno questo era quello che dava a vedere, e lo sapeva benissimo. Nessuno conosceva Tom meglio di lui. Conosceva ogni suo piccolo difetto e ogni suo più grande pregio era inutile cercasse di nascondergli qualcosa, intuiva quando c’era qualcosa che non andava o quando mentiva.

Raccolse da terra la tracolla nera che aveva portato con sé e, indossando i suoi occhiali neri segnati da un margine bianco, iniziò a camminare per raggiungere gli altri per non correre il rischio di rimanere lì da solo.

Era ancora notevolmente distante dall’uscita, ma già iniziava a sentire le urla delle fan che gridavano il suo nome.

Sentì qualcosa vibrare nella sua borsa. Infilò le piccole mani perfette in una delle tasche esterne e ne estrasse il cellulare all’avanguardia che solo uno come lui poteva permettersi. Poggio le dita smaltate di nero e bianco sui piccoli tasti argentati scorrendo il testo del messaggio appena arrivato…

Continuava a camminare, con gli occhi fissi su quel piccolo schermo senza rendersi conto della direzione che stava prendendo, anche se era quella giusta, avrebbe potuto sbattere contro un colonna o…

L’impatto fu devastante, caddero entrambi per terra.

Non si era ancora reso conto di cosa fosse successo, stava lì per terra con una mano davanti al viso e l’altra che cercava la roba uscita dalla sua tracolla.

Lei era seduta sul pavimento di fronte a lui. Nella stessa situazione. Tutte le sue robe erano per terra e i suoi occhiali erano finiti chissà dove, riusciva a vederci comunque bene, più che altro erano un ornamento.

« Scusa… » disse iniziando a cercare le sue robe

Bill non rispose. Forse la stanchezza non lo faceva ragionare, non si era mosso di un millimetro e non aveva detto una parola. Ma ora la guardava. Alzarsi e raccogliere pian piano le cose sparse sul pavimento di granito.

Era piuttosto alta e non troppo magra. Era di spalle ora, aveva i capelli lunghi color del miele, le sfioravano alla schiena fino a disegnare il contorno irregolare dei suoi fianchi un po’ sporgenti.

Si voltò. Lo guardava anche lei. Aveva l’aria un po’ spaesata, come quella di un bimbo che apre gli occhi per la prima volta. Le faceva tanta tenerezza. Gli sorrise, non potendo trattenere quella sensazione di serenità che scaturiva solo vedendolo. Abbozzò ad un sorriso anche lui.

Gli tese la mano aiutandolo ad alzarsi. Le loro mani si sfiorarono dolcemente. Quelle di lei erano delicate e rilasciavano un leggero tepore che lo fece rabbrividire, colse l’occasione per accarezzarla.

Sorrise ancora, ora un po’ imbarazzata.

« Scusa, non guardavo dove stavo andando… » disse lui

Si separarono da quel dolce contatto e si guardarono ancora.

« Non ti preoccupare, anche io sono molto sbadata »

Le sue gote iniziarono a riempirsi di sangue, arrossando sempre di più sotto il suo sguardo innocente.

« Io sono… » cercò di dire lei

« …Bill sbrigati ! » disse una voce possente proveniente da fuori

Lui le sorrise e scappò via. Lasciandola lì da sola.

Si sentì notevolmente accaldata, quella sensazione era davvero strana, troppa se causata da un perfetto, o quasi, sconosciuto.

Raccolse la borsa bianca da terra e la poggiò sulla sua spalla troppo ossuta. Posò nuovamente gli occhiali sul profilo del suo naso un po’ all’insù e lasciò che cadessero un po’ in avanti.

Si sporse per raccogliere il legnetto che ora non avvolgeva più le sue ciocche dorate e notò qualcosa spuntare da dietro la colonna bianca di calcestruzzo.

Un cellulare. Doveva essere il suo. Quello di Bill.

Lo raccolse. Era ancora acceso, su una pagina. Un messaggio, forse non avrebbe dovuto leggerlo ma in fondo non faceva nulla di male, doveva solo controllare di chi fosse e in quel caso era lecito.

Le sue mani poco curate e un po’ goffe scorsero sui tasti graffiati dalle sue unghie perfette, fino a leggere tutto il messaggio.

Sorrise davanti a quella “scoperta”. Quell’incontro inaspettato, o quasi, aveva dato i suoi frutti meglio di quanto si aspettasse…forse la fortuna finalmente avrebbe girato dalla sua parte.

Sorrise ancora soddisfatta più che mai, nulla le sembrava vero in quel momento, nemmeno il suo dolce sguardo al caramello.

Infilò il cellulare nella tasca degli stretti jeans che le disegnavano la vita e uscì fuori. Ormai non c’era più nessuno, erano tutte lì per lui. Tutte e anche lei…ma forse in modo diverso. Non una semplice fan. O forse si, doveva capirlo anche se conosceva già la risposta…

Il sole splendeva, di più degli altri giorni, o semplicemente era stato il suo sorriso ad accendere quella giornata. Tirava una brezza gelida. Un soffio d’aria sfiorò la sua pelle ancora calda e tenera, rabbrividì, forse per il freddo o forse per qualcos’altro che non sapeva spiegarsi.

Accese l’I-Pod accompagnata da quelle nuvole che si muovevano lentamente assieme a lei disegnando il suo cammino impreciso.

La sua voce in quelle cuffie, non era minimamente paragonabile all’emozione che aveva suscitato in lei quel puro suono uscito direttamente dalle sue candide labbra e quel sospiro che aveva fatto sospirare anche il suo cuore. E tutto sembrava più bello…

 

 

Hallo! Wo bist du? Wir sehen uns nicht nach die letzte Woche…  …ich wolle dich erinnern…dass morgen wir werde auf Club sehen vorn der letzte Konzert in Köln…vergesst nicht das! Hotel Name ist nicht sehr originell…ist „Tokio“… aber salutiert mir Tom, Gerog und Gustav und sag ihnen dass Ethel ist super…vielleicht morgen wird sie mit mir sein Viel Gluck …Andreas.

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel / Vai alla pagina dell'autore: sweetie93